27 Luglio
Un like ci seppellirà
Il Parlamento è da tempo ridotto a un pulsantificio. Quello che ha detto Casaleggio è teorizzato fin dagli anni Settanta e praticato già oggi con i social da Di Maio, Salvini e Renzi. Un'indagine sulla democrazia in diretta e una domanda: ma qualcuno governa?
Qual è la natura di questo governo? È un governo di estrema destra, fascista, totalitario, come sostengono gli oppositori? È un governo post-ideologico che non crede in nulla? È il bozzolo del nuovo partito di destra (la Lega) e del nuovo partito di sinistra (il Movimento 5Stelle)? È il male assoluto? È un incubo? È il sogno realizzato della democrazia? Il governo sta per compiere due mesi di vita, un tempo che potrebbe apparire troppo breve per fare un'analisi compiuta, ma in realtà è un tempo sufficiente per leggere alcune cose che sono emerse e altre che sono sommerse ma visibili. Basta una semplice immersione nei fatti, nelle parole, nelle visioni, nelle tentazioni.
La vera domanda da porsi per capire la natura della maggioranza è la seguente: in che scenario marino è emersa l'isola giallo-verde? La risposta non è breve come un tweet, ma proprio dalla dimensione fast and furious, accelerata, dei social network bisogna prendere le mosse.
Salvini e Di Maio sono leader profondamente diversi nel carattere e nell'azione, ma con un elemento comune: si rivolgono al loro elettorato attraverso i social network e li usano come strumento di governo. Gli ingenui diranno che questa dimensione non è politica. Si sbagliano, questa è la politica.
La diversità delle due figure è nell'origine dei due partiti: Salvini è il leader di un partito che nasce e si sviluppa nel territorio; Di Maio è il capo politico-liquido di un Movimento che nasce senza territorio. Lo "stato nascente" della Lega è diverso da quello del Movimento 5Stelle. Il partito di Salvini è il più vecchio oggi tra quelli in servizio (nasce nel 1989) e risponde a un'intuizione di Umberto Bossi sull'esistenza della questione settentrionale; il partito di Di Maio si materializza grazie a una dimensione - la Rete - totalmente smaterializzata ma capace...
Qual è la natura di questo governo? È un governo di estrema destra, fascista, totalitario, come sostengono gli oppositori? È un governo post-ideologico che non crede in nulla? È il bozzolo del nuovo partito di destra (la Lega) e del nuovo partito di sinistra (il Movimento 5Stelle)? È il male assoluto? È un incubo? È il sogno realizzato della democrazia? Il governo sta per compiere due mesi di vita, un tempo che potrebbe apparire troppo breve per fare un'analisi compiuta, ma in realtà è un tempo sufficiente per leggere alcune cose che sono emerse e altre che sono sommerse ma visibili. Basta una semplice immersione nei fatti, nelle parole, nelle visioni, nelle tentazioni.
La vera domanda da porsi per capire la natura della maggioranza è la seguente: in che scenario marino è emersa l'isola giallo-verde? La risposta non è breve come un tweet, ma proprio dalla dimensione fast and furious, accelerata, dei social network bisogna prendere le mosse.
Salvini e Di Maio sono leader profondamente diversi nel carattere e nell'azione, ma con un elemento comune: si rivolgono al loro elettorato attraverso i social network e li usano come strumento di governo. Gli ingenui diranno che questa dimensione non è politica. Si sbagliano, questa è la politica.
La diversità delle due figure è nell'origine dei due partiti: Salvini è il leader di un partito che nasce e si sviluppa nel territorio; Di Maio è il capo politico-liquido di un Movimento che nasce senza territorio. Lo "stato nascente" della Lega è diverso da quello del Movimento 5Stelle. Il partito di Salvini è il più vecchio oggi tra quelli in servizio (nasce nel 1989) e risponde a un'intuizione di Umberto Bossi sull'esistenza della questione settentrionale; il partito di Di Maio si materializza grazie a una dimensione - la Rete - totalmente smaterializzata ma capace di veicolare "sentimenti", farsi coscienza e trasformarli in azione politica. Ognuno di loro ha un ologramma che di volta in volta sta al governo o davanti a una telecamera. Così abbiamo in serie: il leader di partito, il ministro, il protagonista di un talk show digitale. Una trinità politica da osannare. Ne sentivamo forte il bisogno. Renzi quando era al governo era esattamente così tripartito. La parabola della sua storia politica dovrebbe essere un memento per tutti.
Salvini è il leader di un partito che nasce e si sviluppa nel territorio. Di Maio si materializza nella dimensione totalmente smaterializzata della Rete. Ognuno di loro ha un ologramma che di volta in volta sta al governo o davanti a una telecamera.
Nonostante questa diversità i due partiti sono convergenti perché l'ambiente esterno che li circonda si è a sua volta trasformato: la Repubblica dei partiti raccontata da Pietro Scoppola è morta con la fine della... Prima Repubblica, sostituita dalla video-politica di Silvio Berlusconi che ha catturato il consenso di masse inerti, finché non si è imposta una nuova dimensione tecnologica e sociale che ha accelerato tutti i processi politici e chiamato quelle masse a esprimere un giudizio politico anticipato prima sui social network e dopo nell'urna. Un sistema di consenso che è la premessa del fatto istituzionale, lo pre-confeziona e consuma subito fino a ridurre il voto a un momento di validazione puramente tecnica di ciò che si è manifestato altrove, online.
Questa rivoluzione ha frantumato tutti i canali tradizionali di comunicazione, ha ribaltato la gerarchia delle fonti e ne ha mutato il linguaggio. È vero che l'Italia ha un consumo ancora enorme di televisione (i dati demografici sulle classi sociali che la guardano ci dicono che siamo un paese vecchio e immobile), ma in parallelo è cresciuta l'influenza della Rete al punto da prendere il primo posto nella gerarchia delle fonti (il primo mezzo che dà la notizia e anche il luogo dove si forma - e deforma) e innescare fenomeni irreversibili come la rottura del rapporto "antico" tra le agenzie di stampa e i partiti (un tempo era impensabile che un ministro non desse prima la notizia all'agenzia Ansa, oggi il ministro twitta e l'Ansa riprende) e obbligare gli altri media a seguirne il flusso e lo stile narrativo. La società polverizzata, sincopata, paradossalmente "insieme e solitaria" (leggere Alone Together di Sherry Turkle) è quella declinata nella comunicazione sincopata, accelerata, senza un filo narrativo ma consumata "espresso" con un clic del presente.
Il caso esemplare di questo nuovo scenario lo abbiamo avuto durante le consultazioni per fare il governo. La liturgia del Quirinale è stata letteralmente (s)travolta dall'uso dei social network. Mattarella seguiva un calendario fatto di riti e regole consolidate nella storia della Repubblica, sedimentate nel tempo e naturalmente "lente", Salvini e Di Maio procedevano e precedevano gli eventi con le dirette su Facebook e i tweet. Il risultato è stato un ribaltamento del fatto istituzionale: la gestione della crisi improvvisamente non era più nelle mani di Mattarella, ma dei leader di Lega e Cinque Stelle che si sono presentati al Quirinale con la loro soluzione chiavi in mano per fare il governo. Mattarella non poteva fare niente per impedire questo esito perché era nella natura del nuovo scenario politico questo rapporto. Il governo si è formato fuori dal Palazzo del Quirinale e Mattarella solo in un secondo tempo ha potuto esercitare i suoi poteri costituzionali (rischiando perfino un crac istituzionale). Le regole sono cambiate senza alcuna riforma sottostante perché il mondo è cambiato.
Mattarella seguiva un calendario fatto di riti e regole consolidate nella storia della Repubblica, sedimentate nel tempo e naturalmente "lente", Salvini e Di Maio procedevano e precedevano gli eventi con le dirette su Facebook e i tweet.
La successiva azione di governo è figlia di questo scenario. I due partiti lavorano alla realizzazione di un programma che è concepito come il recinto di un ranch: fuori da quello steccato non si va. La conseguenza sul piano istituzionale è che Lega e Movimento 5Stelle - come in qualsiasi governo di coalizione - contrattano di volta in volta i singoli provvedimenti e subito dopo averli conseguiti li comunicano ai rispettivi elettorati in forma separata, non come un governo che ha realizzato un programma comune. Quando la Camera ha approvato il taglio dei vitalizi dei deputati, in piazza a brindare c'erano solo i grillini. I leghisti avevano e hanno un altro programma. Di fatto i due partiti corrono sulla stessa autostrada, quella del populismo, ma su due corsie ben distinte e in competizione per arrivare prima a vedere la bandiera a scacchi.
Questa dimensione parallela della politica, la sua diluizione sempre più rapida in un mare di bit che che la disperdono e contemporaneamente la concentrano in brevi istanti, è il nostro scenario, siamo in presenza di continui bagliori atomici di cui un attimo dopo però non resta traccia. Sul piano istituzionale tutto questo conduce a un Parlamento che è mero esecutore. Il fenomeno è in corso da 30 anni (c'è ampia letteratura, fin troppa) e in accelerazione ipersonica. La riduzione del parlamentare a schiaccia-pulsanti è avvvenuta non per colpa della tecnologia e del totalitarismo digitale, ma per la morte dei partiti avvenuta con la fine della Repubblica. Da quel momento i parlamentari sono diventati oggetto di trading nel suk delle Camere a seconda della friabilità delle maggioranze. I vorticosi cambi e formazioni di gruppi parlamentari sono questo fenomeno. La tecnologia schiaccia anche la transumanza parlamentare perché la deliberazione avviene prima e chi disobbedisce rispetto a quanto stabilito nella consultazione della tribù elettronica ha immediatamente un problema: la rivolta del villagio al quale appartiene. La sanzione (a)sociale è una grandinata di colpi di clava.
Gli effetti di questo bombardamento online sulla libertà di coscienza e di esercizio del mandato parlamentare sono ancora inesplorati dal punto di vista scientifico, ma basta osservare i fatti della cronaca per capire che siamo di fronte a un mutamento pericoloso: il deputato teme le pressioni della Rete, sa che è sotto gli occhi della Rete, sa che anche una sua libera e legittima divergenza rispetto al gruppo lo pone automaticamente fuori dalla comunità, esposto con i ceppi nella piazza elettronica. Questo è quello che già avviene. Il duello politico non è più in Parlamento, dove si consumano riti con tempi medievali, è nell'arena dei social dove tutti sono stati trascinati da un sistema dell'informazione dove i vecchi media sono follower e i social media sono creatori di universi di (in)coscienza che plasmano l'anima, agitano l'inquietudine di fondo del cittadino fino a farlo diventare parte di un immaginario che non corrisponde alla realtà della sua solitudine interiore, ma all'importanza che sente di avere nel virtual reality messo in piedi dall'algoritmo dei social.
I partiti usano il software con l'incoscienza di chi non ne conosce il secondo impatto. Cosa è il secondo impatto? Per acquistare-conquistare il potere i leader/partiti sono a loro volta sottoposti a una doppia dittatura:
1. La dittatura del consenso continuo, la necessità di ricorrere al clic compulsivo per continuare la lotta politica intrapresa in questo scenario. Clic, touch, swipe, comando vocale sono parte integrante del mondo della comunicazione/pubblicità online - non si paga, ma questo vuol dire che la merce sei tu - dove si realizza l'integrazione verticale (io e la macchina) e orizzontale (io e gli altri io in Rete) dell'utente attivo con il programmatic advertising. Siamo alla smaterializzazione della sua (in)coscienza in pixel e alla materializzazione del suo portafoglio in Prime Day. I partiti non sono più plastificati come si diceva di quello di Berlusconi nel 1994, oggi sono letteralmente una timeline di tweet e post destinati a colpire, ferire e sparire sul piccolo elettore/consumatore;
2. Questo surf sulla superficie dei fatti e nel profondo non-detto della psiche, costringe i leader in una gabbia non di programmi politici ma di search and destroy del nemico creato durante la campagna elettorale e dopo. Un'eterna caccia alla volpe. Temi sui quali c'è una reale inquietudine vengono risolti con la loro eliminazione. Dunque niente immigrati, via la legge Fornero, via il lavoro a termine, via i vitalizi. Il linguaggio da ditta di demolizioni che usano entrambi, Salvini e Di Maio, vale più di mille documenti dell'esecutivo. Ruspare, spianare, abbattere. Non c'è mai la parola costruire, perché non è utile al fine immediato. Qualsiasi potere tende naturalmente al dispotismo - è uno dei principi base della politica - quello del nuovo governo è diverso dal passato perché amplificato e ampliato dall'acceleratore digitale. Siamo come in un videogame. Hai creato un mostro, devi distruggerlo. Compare un altro mostro, distruggi anche quello.
Due dittature schiacciano a loro volta i partiti: quello del consenso continuo via clic e quella della ricerca del nemico necessario. Alla fine di questo videogame, sarà distrutta la politica.
Alla fine di tutte le schermate, sarà distrutta la politica, forse già lo è. Salvini e Di Maio (il ragionamento vale per tutti i partitanti in campo) non hanno un vero programma di governo (nessuno lo ha avuto sul serio negli ultimi 30 anni, tutti hanno navigato a vista, attaccati come cozze allo scoglio del vincolo esterno di Maastricht, unico punto fermo in uno scenario poco sereno e molto variabile) e si trovano in realtà in una situazione che via via si farà per loro sempre più difficile. L'elettore ha dato loro un mandato "rivoluzionario", figlio in parte della loro propaganda, in parte delle illusioni generate dalla bolla della Rete, in larga parte generato da una condizione di inquietudine e disagio crescente nel Paese. Questo mandato Salvini e Di Maio lo hanno interpretato in varie forme. Lega e Movimento 5Stelle sono la punta dell'iceberg, la parte sommersa è rappresentata dagli scarti di lavorazione della globalizzazione (il vero big bang, ci torneremo tra poco), un magma che rientra nella luminosa e spesso sinistra analisi di Elias Canetti sulla massa (Massa e potere, Adelphi), anticipata nei suoi sviluppi attuali dallo straordinario Future Shock di Alvin Toffler, un libro scritto nel 1970 che bisogna continuare a leggere per capire l'oggi e il domani plasmati dalla tecnologia e dalla democrazia accelerata.
In questo scenario di fatti e non di idee che navigano nell'iperspazio della politique politicienne, un sistema culturale (si fa per dire) tanto ignorante quanto ipocrita ha cominciato a strapparsi i capelli per una frase di Davide Casaleggio che, dato il contesto che abbiamo tratteggiato, è la scoperta dell'acqua calda: "Tra qualche lustro grazie alle rete e alle nuove tecnologie il Parlamento potrebbe essere inutile".
Le cose che ha detto Casaleggio sono declinate male e soprattutto sono vecchie come il cucco. Toffler nel suo libro descrive le Social future assemblies connesse, assistite da uno staff tecnico, che deliberano sugli obiettivi politici in base ai costi e ai benifici. La prima edizione del libro di Toffler è di Random House, stampata nel luglio del 1970. Nel frattempo, sono trascorsi 48 anni e la classe politica italiana scopre cose fenomenali come la ruota e il fuoco. Che disperazione. Fa sorridere vedere gli onorevoli pentastellati sgranare gli occhi di fronte agli annunci di queste loro incredibili "scoperte", così come innesca ilarità la reazione degli onorevoli dell'opposizione di fronte a cose che chi sta in Parlamento dovrebbe aver se non letto, quanto meno orecchiato da qualche parte. E invece no, signore e signori, si apre il Circo Italia e si discute del totalitarismo digitale dei Cinque Stelle che in realtà è un partito giacobino che ha solo massivamente invaso i social prima degli altri. Ora ci sono tutti. I danni cerebrali sono evidenti.
Davide Casaleggio ha scoperto l'acqua calda e i suoi oppositori non leggono. Si parla di assemblee social che fanno politica assistite da uno staff tecnico fin dagli anni Settanta.
Il processo legislativo tende ad essere conservativo e novecentesco, ma i processi politici contemporanei lo precedono e superano continuamente, svuotandolo e riempiendolo a volte di senso più spesso di controsenso. Pensate al cosiddetto decreto dignità, fu salutato da Di Maio come la "Waterloo del precariato", una vittoria che Wellington-Di Maio ha conseguito in diretta Facebook senza aver mai visto un solo cannone del Napoleone in campo. Tutto è immaginario. E infatti il decreto è talmente ben scritto e efficace che cambierà i connotati in Parlamento e anche questo fatto annunciato è stato consumato prima online ("lo miglioreremo", etc.) con una serie di dichiarazioni contraddittorie che poi si riveleranno anche nel testo finale.
La Lega che governa con Salvini nei panni di Chuck Norris (monotematico sull'immigrazione, non gli eviterà il dover affrontare la realtà della tigre dei conti e della crescita che non c'è), ricalca gli stessi schemi di comunicazione, così la sinistra in cerca di resurrezione (serve Gesù, non ci pare abbia le sembianze di Renzi) segna la presenza sul registro di classe sui social, ma è poi assente completamente nelle lezioni che la storia offre gratis, basta leggere, documentarsi, sapere, capire. Perdere tempo a contestare l'ovvio dei popoli di Davide Casaleggio e non leggere, facciamo un esempio, due libri fondamentali come Global Inequality (Harvard University Press) di Branko Milanovic e The Great Convergence (Harvard University Press) di Richard Baldwin significa scaldare la sedia a Montecitorio e a Palazzo Madama. Difendere il sacrosanto diritto di chiunque ad essere eletto - questa è la democrazia - non significa esaltare la mediocrità come principio ispiratore del sistema politico, cercare di elevare la classe dirigente del Paese significa partire dallo stesso Parlamento che in questo tempo accelerato tende a "svuotarsi" in maniera esponenziale di importanza soprattutto per l'assenza di cervelli in grado di far funzionare la macchina nella contemporaneità e non nel passato.
Consigli per la maggioranza e l'opposizione: libri e poster da appendere al muro per fare una politica nuova e non solo propaganda.
I libri di Milanovic e Baldwin sono un'ottima base di partenza per gli uomini e donne di buona volontà che desiderano non a parole ma nei fatti costruire (non ricostruire, ma costruire, perché servono nuove basi) una forza progressista, riformatrice, usiamo pure la parola "di sinistra". Movimento 5Stelle e Lega sono la manifestazione del problema - non il problema - la loro forza deriva dalla debolezza degli altri soggetti politici, la loro carica rivoluzionaria e giacobina è l'irrazionale risposta a un bisogno che non ha trovato di meglio nell'offerta politica, Salvini e Di Maio sono certamente Antenati, sono continuamente dentro la fase "Wilma, passami la clava", sono solo la schiuma sul pelo dell'acqua di qualcosa di profondo che in quelle pagine è spiegato perfettamente.
Il grafico dell'Elefante di Branko Milanovic dovrebbe essere appeso nell'ufficio di ogni parlamentare che si ritrova a legiferare su temi che toccano il portafoglio della classe media.
Il grafico degli effetti della globalizzazione sul reddito dei paesi del G7 è un altro bel poster da appendere al muro.
Dal 1820 al 1990 la ricchezza complessivo prodotto dai paesi del G7 (c'è dentro anche l'Italia) cresce fino a rappresentare i due terzi del totale mondiale. Dal 1990 in poi comincia un declino costante per effetto della globalizzazione che trasferisce altrove la ricchezza. Il risultato è che la percentuale del G7 oggi è tornata al livello dei primi anni del Novecento.
Altro poster per il muro del parlamentare, da guardare quando non si va in diretta su Facebook, tratto dal Rapporto mondiale sull'ineguaglianza, guardate come viene schiacciata la classe media:
È un armonioso sviluppo dell'economia? No. La risposta sono i dazi? Probabilmente no, perché alla fine le aziende troveranno la soluzione definitiva per abbattere il costo del lavoro: i robot.
Intanto la guerra del container è partita e un primo avviso dell'impatto lo abbiamo visto ieri nei conti della trimestrale del gruppo Fca. Sono cose che riguardano l'Italia da molto vicino, nessuno dei nuovi-vecchi leader politici ovviamente ne parla: i dazi impattano sull'export delle auto in Cina. Diseguaglianze, asimmetrie fiscali globali, tassi di interesse, dazi sul commercio. Questa è la partita che fa la gioia o il dolore della classe media. Il governo su questo è come la temperatura di Helsinki quando eravamo bambini: non pervenuto. Il ministro Tria dice esattamente quello che dicevano i ministri dell'economia di ieri e l'altro ieri. Ma oggi non è ieri, caro ministro. Là fuori sta succedendo qualcosa. Quanto a Salvini e Di Maio, loro manifestano solo un problema: come allargare la mano pubblica su tutto. E l'opposizione? Svanita. Tutti al mare.
Un po' di libri, tre immagini, un doppio problema, ecco cosa emerge: la qualità della maggioranza e dell'opposizione in Italia. Tolte alcune eccezioni, l'impressione è che vivano su un altro pianeta.
Questo governo era l'unico possibile, doveva essere messo in pista per evitare il deragliamento istituzionale, scongiurare il peggio, non esporre la Presidenza della Repubblica a uno strappo che non poteva consumarsi senza lacerare tutto. Il governo giallo-verde era una prova di responsabilità del sistema di fronte al voto - la volontà popolare - ma la fase dell'azione politica è un altro film. Sono nella stanza dei bottoni. Per ora hanno trovato solo il bottone social. Massì, un like ci seppellirà.
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senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.