3 Agosto
Una biblioteca di antichi avvertimenti e consigli al governo
I libri del potere di List. Marco Gervasoni naviga nella storia tra la metà del Cinquecento e Seicento e trova i preziosi manuali per Conte, Salvini e Di Maio. La virtù principale che non coltivano: la prudenza
di Marco Gervasoni
Sarà stato l’effetto di un soporifero tomo sull’Inghilterra del ‘700 o il confort dell’aria condizionata. Sta di fatto che mi sono assopito. E ho fatto un sogno, o un incubo, a seconda dei punti di vista. Ho visto lo spread alzarsi, a fine agosto (succede quasi sempre in agosto, lo scrivono, forse augurandoselo, una coppia di noti economisti « liberisti di sinistra » sul « Corriere della sera»). Ho visto il panico diffondersi, il formicaio impazzito. Ho visto Tria dimettersi. Ho visto Merkel (ancora) e Macron scambiarsi sorrisi di circostanza a una domanda sull’Italia in una conferenza stampa. Ho visto i titoli dei giornali «Fate presto!». Ho visto cadere il governo e il presidente della Repubblica formarne uno poche ore dopo, guidato da un economista che ha lo stesso nome di un popolazione sudafricana di origine olandese, o di un cioccolatino alla ciliegia. Poi ho visto Christine Lagarde.
Purtroppo o per fortuna il suono del citofono mi ha svegliato (però mi dovevano notificare una multa: sintomatico, direbbe Matte Blanco). Sogno premonitore? Forse, anche se nel 2011, quando tutto ciò accadde davvero, con attori diversi, non c’era il QE di Draghi e soprattutto alla Casa Bianca non stava Trump ma l’Evanescente (probabilmente il peggior presidente Usa dal dopoguerra) e la Devastatrice. Resta il fatto che sono molti, in questi giorni, all’opposizione soprattutto ma anche al governo, ad avanzare a mezza bocca, quasi sussurrare, questo scenario. E ho pensato che le premesse delle congiure spesso si realizzano d’estate, quando tutti sono meno attenti.
Congiura o complotto? Molti si sono dedicati a distinguere i due concetti. Io preferisco parlare di congiura, e tra poco si capirà perché, In ogni caso, se il motore della storia non son certo le congiure, solo un ingenuo potrebbe pensare che non abbiano svolto alcuni ruolo...
di Marco Gervasoni
Sarà stato l’effetto di un soporifero tomo sull’Inghilterra del ‘700 o il confort dell’aria condizionata. Sta di fatto che mi sono assopito. E ho fatto un sogno, o un incubo, a seconda dei punti di vista. Ho visto lo spread alzarsi, a fine agosto (succede quasi sempre in agosto, lo scrivono, forse augurandoselo, una coppia di noti economisti « liberisti di sinistra » sul « Corriere della sera»). Ho visto il panico diffondersi, il formicaio impazzito. Ho visto Tria dimettersi. Ho visto Merkel (ancora) e Macron scambiarsi sorrisi di circostanza a una domanda sull’Italia in una conferenza stampa. Ho visto i titoli dei giornali «Fate presto!». Ho visto cadere il governo e il presidente della Repubblica formarne uno poche ore dopo, guidato da un economista che ha lo stesso nome di un popolazione sudafricana di origine olandese, o di un cioccolatino alla ciliegia. Poi ho visto Christine Lagarde.
Purtroppo o per fortuna il suono del citofono mi ha svegliato (però mi dovevano notificare una multa: sintomatico, direbbe Matte Blanco). Sogno premonitore? Forse, anche se nel 2011, quando tutto ciò accadde davvero, con attori diversi, non c’era il QE di Draghi e soprattutto alla Casa Bianca non stava Trump ma l’Evanescente (probabilmente il peggior presidente Usa dal dopoguerra) e la Devastatrice. Resta il fatto che sono molti, in questi giorni, all’opposizione soprattutto ma anche al governo, ad avanzare a mezza bocca, quasi sussurrare, questo scenario. E ho pensato che le premesse delle congiure spesso si realizzano d’estate, quando tutti sono meno attenti.
Congiura o complotto? Molti si sono dedicati a distinguere i due concetti. Io preferisco parlare di congiura, e tra poco si capirà perché, In ogni caso, se il motore della storia non son certo le congiure, solo un ingenuo potrebbe pensare che non abbiano svolto alcuni ruolo nel passato; e ragionevolmente continueranno a giocarlo nel futuro.
Poiché il titolare di List mi aveva commissionato un pezzo classico del genere estivo, consigli di lettura, sia pure riservati ai nostri politici, ho pensato di indirizzare i nostri verso un periodo che un po’ somiglia a questo; quello cominciato con la rottura della cristianità europea, metà Cinquecento, in seguito alla diffusione delle tesi di Martin Lutero, e chiusosi un secolo dopo con il Trattato di Vestfalia (1648).
Non tanto originale come paragone, il mio: Croce, Meinecke, Sturzo, e molti altri, negli anni Trenta, videro nella «guerra civile europea» apertasi con lo scoppio del primo conflitto guerra mondiale tanti punti in comune con l’altro secolo della guerre di religione. In quel periodo, tra metà Cinquecento e metà Seicento, si sviluppò però tutta una trattatistica di manuali per il principe o per il suo consigliere (detto allora « segretario»), in risposta ai testi del Grande Fiorentino, Nicolo Machiavelli che, sia pure scomparso prima dell’inizio della distruzione della unità cristiana europea, aveva visto molto lontano.
Ho creduto quindi di suggerire ai nostri politici alcuni di questi libri, che tanto parlano di congiure, di come scoprirle, evitarle, e anche di come organizzarle. Più in generale, questi trattati spiegano come il Principe (il politico) debba condursi o dovrebbe per evitare che qualcuno gli scippi il potere. Sono tomi spesso ponderosi, introvabili e scritti sì nelle nostre lingue, ma con uno stile lontano da noi. Mi permetto quindi una piccola crestomazia, dedicata a chi, in questo momento sta al governo: suggerimenti vecchi di secoli per non farsi disarcionare.
A Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio suggerisco di leggere i "Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio" (1513-1519) di Niccolò Machiavelli (nell'immagine grande, in apertura di List, ritratto in un dipinto di Stefano Ussi del 1894, ndr), uno che il potere, sia pure da segretario, l’aveva esercitato e poi perduto. E in particolare il capitolo sesto del Libro Terzo, Delle Congiure, un tema che a Machiavelli sempre rigirò in mente, tanto che Alessandro Campi, che del Fiorentino è acuto studioso, ha di recente composto un’antologia delle pagine machiavelliane sulla congiura (N. Machiavelli, Delle Congiure, a cura di A. Campi, Rubbettino, 2017).
- Primo avvertimento: le congiure sono molto diffuse, «perché il poter fare aperta guerra ad uno principe, è conceduto a pochi; il poterli congiurare contro, è concesso a ciascuno ».
- Secondo avvertimento: pochissime congiure riescono o perlomeno «hanno il fine desiderato ».
- Terzo avvertimento: cari Conte ecc, rischiate di diventare vittima di una congiura quando aumentate eccessivamente il numero di nemici « perché il prencipe che si è concitato questo universale odio, è ragionevole che abbi dei particolari i quali da lui sino stati più offesi, e che desiderino vendicarsi ».
- Primo consiglio: evitate di minacciare: «colui che si vede minacciato, e che si vede costretto a un necessità o di fare o di patire, diventa uno uomo pericolosissimo ». E soprattuto non minacciate nella « roba » e nell’ « onore » « quelle due cose che offendono più gli uomini che alcuna altra offesa ».
- Secondo consiglio: guardatevi più dagli amici, e meno da quelli che ritenete essere nemici, temete « più coloro a chi elli [il Principe ] ha fatto più piaceri, che quelli a chi egli avesse fatte troppe ingiurie ». Perché? Perché gli amici vorrebbero prendere il vostro posto, «gli è cosi grande o maggiore il desiderio del dominar, che non è quello della vendetta ».
- Terzo consiglio: siate prudenti (ci ritorneremo). Cercate con la prudenza di scoprire la congiura. Come? « Per relazioni », cioè prendendo informazioni o « per coniettura » (con la deduzione).
Machiavelli fornisce anche qualche consiglio a chi avrebbe interesse a organizzarla, una congiura. Evitate di rivolgerla contro un governo popolare, perché « quando il popolo è amico del principe che tu hai morto ». ucciso, e non in senso metaforico, il popolo farà di tutto per vendicarlo.
«Il popolo amico del principe». A giudicare dai sondaggi, il governo Conte, e pure i due suoi formalmente vice, non dovrebbero nutrire timore. E però, lo ripete in ogni dove Machiavelli, secondo un topos classico, il popolo è volubile, è femmina. E ci sono tanti modi per rompere questo idillio. Uno di questi è lo scandalo.
Ne parla Giovanni Botero, un gesuita piemontese (ne vedremo altri), nato nel 1544 formatosi nel Collegio romano assieme a Roberto Bellarmino, il più grande pensatore della Riforma cattolica (detta volgarmente Controriforma). Botero diventa segretario di Federico Borromeo e poi collaboratore di suo cugino San Carlo nella ricostruzione della diocesi milanese, una grande opera di governo. Botero desidera fornire alla Riforma cattolica una scientia civilis, oggi diremmo scienza politica, da contrapporre alla sfida della minaccia protestante e a quella del «machiavellismo», tendenza demoniaca tanto perseguitata da cattolici e protestanti quanto in realtà pratica dai sovrani del primo e del secondo campo.
L’opus magnum di questa scientia civilis esce a Venezia nel 1589, "Della Ragion di Stato".
È Botero a creare il termine e il concetto, proprio mentre in Inghilterra e in Francia si sta costruendo, oltralpe anche a colpi di guerre intestine, lo Stato moderno sotto l’egida del sovrano assoluto. Botero si chiede come «accertare li rumori ». Perché, cari Conte, Salvini, Di Maio, necesse est ut eveniant scandala, scrive Botero riecheggiando Matteo, bisogna che gli scandali esplodano.
Constatazione: non potete farci nulla, « come non ogni malattia del corpo umano si può guarire, cosi nei governi non ogni disordine si può riordinare ».
- Primo consiglio: di fronte allo scandalo, non fuggite, « non deve il prencipe ritirarsi dal luogo del tumulto», «perché la lontananza del prencipe diminuisce il rispetto ».
- Secondo consiglio: non disperate se avere perso la reputazione. Più grave sarebbe il venir meno dell’amore dei vostri, «perché essendo due fondamenti dell’imperio e del governo: l’amore e la riputazione, sebbene, cedendo, tu perdi la reputazione, conservi però l’amore; il che si deve usare molto più facilmente co’ sudditi naturali che co’ gli acquisiti ».
- Terzo consiglio: se lo scandalo parte dai « baroni », cioè dai tuoi avversari, dividili.
- Quarto consiglio; non fare crescer i conflitti, perché « le guerre civili » finiscono solo con la « rovina » di una delle due parti, quindi dopo molto tempo e parecchie distruzioni. Intervenite subito perché « nessun comincia a turbare la repubblica con un grande eccesso, ma toglie il fondamento delle cose grandi colui che trascura le piccoli ».
Citando l’Ovidio dei Remedia amoris, Botero ci dice, vi dice, « la somma della prudenza umana nelle cose di Stato consiste in due parole: principii obsta », cioè combatti il male sin dall’inizio. E siate prudenti.
La prudenza è una delle virtù più raccomandate nella filosofia politica greca e romana e in quella cristiana, « retta guida all’azione » secondo San Tommaso d’Aquino. Ed era tanto più fondamentale nell’Europa scissa dalle guerre di religione. Tanto che tutta la trattatista tardo cinquecentesca e primo seicentesca si potrebbe definire una variazione sul tema della prudenza, quasi a farne coincidere il concetto con quello di politica: più sarà capace il consigliere del Sovrano, più lo convincerà a non farsi ubriacare dal Potere.
È un tema che troviamo nel breve scritto di Torquato Tasso, tanto inguaiatosi alla corte degli Estensi a Ferrarese, Il secretario (1596) che nel suggerire prudenza al Principe scrive che pure il suo consigliere deve essere « politico avendo riguardo non solo a ‘ tempi presenti ma a i futuri ». Oppure in un testo reso celebre da Benedetto Croce, che lo ristampò, anche perché gli pareva adatto per il clima della Italia fascista: "Della dissimulazione onesta" di Torquato Accetto. (1641). Prudenza che « tutta appoggiata al vero, nondimeno a luogo e tempo va ritenendo o dimostrando il suo splendore ». Il potere deve dissimulare (e simulare) ma solo con arguzia e prudenza, le stesse di Ulisse «che «mettea freno alle lagrime, quando era tempo di nasconderle ».
E un elogio della prudenza sta forse ne più straordinario manuale per il politico del Seicento europeo: L’oracolo manual y Arte de prudencia del gesuita spagnolo Baltasar Gracian (1647). Un libro che raccomandiamo caldamente soprattutto a Salvini. Non è voluminoso, è di agile lettura (sono una serie di aforismi ordinati per temi) ed è tradotto in una bellissima edizione italiana, di Guanda, purtroppo da tempo fuori catalogo. Tutti i consigli di Gracian sarebbero preziosi; ci limitiamo a citane tre il XVIII, « non tenete sempre la stessa condotta» perché se i nemici «scopriranno l'uniformità delle vostre azioni, vi precederanno e, quindi, faranno abortire le vostre imprese». Il consiglio CXI: farsi degli amici. Ogni giorno « bisogna cercare di guadagnare, dalla schiera dei nemici, un amico ». E il CLI: « pensare per domani e a lungo » « non attender di annegare per pensare al pericolo », « il cuscino è una Sibilla muta ».
E poi, per finire, una lettura ancora più agile, lo scritto di qualcuno che di congiure ne aveva prevenute e organizzate, andandogli piuttosto bene, diversamente da molti autori di questi consigli che in diversi casi (Machiavelli, Tasso, Gracian) non sono finiti in maniera egregia .
Il cardinale Giulio Mazzarino ritratto da Pierre Mignard nel 1660.È il Breviario dei politici del Cardinale Mazzarino un italiano che era dato a comandare in Francia (e che comandò). Lo si trova in varie edizioni, la più bella, quella Rizzoli prefata da uno dei più grandi francesisti italiani del secolo scorso, Giovanni Macchia. Pubblicato postumo a Colonia in latino, nel 1684, ventitré anni dopo la morte dell’autore, e composto da massime che il Cardinale aveva raccolto e ordinato (un po’ come il « manuale » redatto dal suo predecessore, Testament politique et Maximes d’Etat di Richelieu), è davvero una sorta di compendio del lato luciferino ma estremamente moderno del Potere politico. Solo la prudenza, scrive Mazzarino, può impedirti di cadere vittima dei nemici, ovviamente interni. Quindi, cari Conte, Di Maio, e soprattutto Salvini, tenete sempre davanti a voi queste parole. Sono di qualcuno che il Potere lo seppe esercitare davvero:
Per lo più passatela in silenzio, e sol tanto ascolta gli altrui consigli, a bell'agio teco stesso ruminandoli. Apri gli occhi a non farti stravolgere dalla violentissima passion dell'amore. Non idolatrare, come prime idee dell'operare, le tue azioni, e i tuoi detti. Non ti occupare in impieghi inutili, e di niun pro a' tempi avvenire, nè t'imbarazzare ne' fatti altrui. Ascrivi con larga mano agli altri la gloria degli operati (ancorché t'abbi a riempire i fogli de’ lor Panegirici): quella ritornerà a te medesimo, e certamente con grande applauso, cioè senza punto d'invidia. Abbomina lo sdegno, e la vendetta. In rammentarsi l'altrui pregio, e valore, applicavi volontieri l'attenzione. Rare volte fa sembiante di maraviglia al racconto di fatt'insoliti, e rare volte altresì fatti indurre a dar consigli. Non far mai cosa per competenza. Fuggi, come peste, le liti.
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6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.