3 Agosto
La manovra economica è un mistero: è una e Tria
Vertice a Palazzo Chigi, presenti Conte, il ministro dell'Economia, Salvini, Di Maio, Savona, Moavero e Giorgetti. Spread e interessi dei titoli di Stato ancora su. I mercati in attesa di un chiarimento che per ora non c'è
Il mese di agosto è uno dei più pericolosi per la politica e uno dei più fecondi per chi fa giornalismo. L'anno scorso fu l'immigrazione il tema chiave e il problema reale del governo e molti penseranno che lo sarà anche nell'agosto 2018, vista la martellante campagna di Matteo Salvini. No, non lo è e non lo sarà, la campagna del ministro della Lega serve come motore di consenso, ma il problema che abbiamo di fronte - lo ripetiamo da settimane e sta arrivando - è quello dell'economia.
01
È tornata Lady Spread
Lo spread tra Bpt e Bund mentre il titolare scrive questa nota è a quota 255 punti base, sei mesi fa era a quota 129.8, ecco il grafico:
La traduzione di questa curva in fase di decollo è quello che Salvini e Di Maio fanno finta di non vedere: l'aumento del costo del nostro debito pubblico. Insieme ai due leader politici, c'è una quota consistente di italiani - la maggioranza - che pensa che tutto questo sia fiction, che il debito sia virtuale e le conseguenze delle politiche economiche solo un argomento da talk show.
02
Occhio al rendimento del Btp a 2 anni
Mentre si discute molto di Rai, di lanci di uova che poi diventano boomerang politici, il rendimento del Btp a due anni dovrebbe suggerire un cambio rapido di agenda e lavoro pancia a terra sull'economia. Ecco la curva degli ultimi sette giorni:
Questa qui sotto è la curva del rendimento negli ultimi trenta giorni:
E questa è la curva degli ultimi dieci anni, dove si può apprezzare la meravigliosa visione del picco della crisi del nostro debito nel 2011:
Chi pensa che in fondo non è il 2011 e siamo al riparo dalla tempesta speculativa non ha capito niente: il rischio c'è, sta crescendo, le vendite...
Il mese di agosto è uno dei più pericolosi per la politica e uno dei più fecondi per chi fa giornalismo. L'anno scorso fu l'immigrazione il tema chiave e il problema reale del governo e molti penseranno che lo sarà anche nell'agosto 2018, vista la martellante campagna di Matteo Salvini. No, non lo è e non lo sarà, la campagna del ministro della Lega serve come motore di consenso, ma il problema che abbiamo di fronte - lo ripetiamo da settimane e sta arrivando - è quello dell'economia.
01
È tornata Lady Spread
Lo spread tra Bpt e Bund mentre il titolare scrive questa nota è a quota 255 punti base, sei mesi fa era a quota 129.8, ecco il grafico:
La traduzione di questa curva in fase di decollo è quello che Salvini e Di Maio fanno finta di non vedere: l'aumento del costo del nostro debito pubblico. Insieme ai due leader politici, c'è una quota consistente di italiani - la maggioranza - che pensa che tutto questo sia fiction, che il debito sia virtuale e le conseguenze delle politiche economiche solo un argomento da talk show.
02
Occhio al rendimento del Btp a 2 anni
Mentre si discute molto di Rai, di lanci di uova che poi diventano boomerang politici, il rendimento del Btp a due anni dovrebbe suggerire un cambio rapido di agenda e lavoro pancia a terra sull'economia. Ecco la curva degli ultimi sette giorni:
Questa qui sotto è la curva del rendimento negli ultimi trenta giorni:
E questa è la curva degli ultimi dieci anni, dove si può apprezzare la meravigliosa visione del picco della crisi del nostro debito nel 2011:
Chi pensa che in fondo non è il 2011 e siamo al riparo dalla tempesta speculativa non ha capito niente: il rischio c'è, sta crescendo, le vendite di titoli del debito italiano sono in corso, il mercato sta comprando e vendendo Italia perché pensa - correttamente - che si sta avvicinando il momento della verità per la politica economica del governo.
03
I mercati fanno il prezzo dell'incertezza del governo
Tutto questo costa centinaia di milioni di euro, alla fine sarà qualche miliardo, di interessi e peserà sulla manovra di bilancio del governo già appesantita dall'ormai certo rallentamento della crescita. Quest'ultimo non è imputabile a Di Maio e a Salvini, l'instabilità della politica economica invece è sotto la loro responsabilità e quella del ministro Giovanni Tria. Quest'ultimo ha cominciato la sua opera facendo dichiarazioni in difesa dell'Euro (giusta mossa), durante il ricevimento nei giardini del Quirinale il 2 giugno, festa della Repubblica, poi ha continuato a rassicurare Bruxelles ma senza dire dove sarebbe la svolta della politica economica del governo giallo-verde. C'è un cambiamento o c'è il continuismo? È stato chiamato là per il primo e non per il secondo. Soprattutto è stato scelto per trovare soluzioni da trattare con l'Unione europea, non per lavorare nel quadro del passato. Tria così ha cominciato a fare uno zig zag di cui francamente oggi non si vede l'esito finale: cosa vuole fare il ministro? Qual è la politica economica del governo? C'è un'idea complessiva o siamo al patchwork di richieste pentaleghiste senza alcun disegno coerente?
Se dovessimo valutare il futuro in base a quello che abbiamo visto in Parlamento sul decreto dignità (e i mercati lo hanno fatto) ci sarebbe da fare una scommessa al ribasso sull'Italia (e anche questo gli hedge fund lo stanno facendo da tempo), ma la cosa che più pesa in questo momento è la gigantesca nebulosa che c'è in via XX Settembre, al ministero dell'Economia. Ancora domande: c'è un piano Tria? c'è un piano di Bruxelles? c'è una lista di richieste di Salvini e Di Maio? Di grazia, ragazzi, ci fate sapere prima del crash landing chi ha la cloche? Toc toc, c'è un pilota? Paracadute?
04
Parole e silenzi del vertice di Palazzo Chigi
Visti gli andamenti dello spread, i rumors su un'uscita di Tria dalla finestra del suo studio al ministero, Salvini, Di Maio e il ministro si sono incontrati a metà mattina per fare il punto. A Palazzo Chigi c'erano quelli che servono per schiarirsi le idee e anche quelli che le hanno confuse e le confondono: il ministro Tria, il premier Giuseppe Conte, Salvini e Di Maio, il ministro Paolo Savona, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Tre sanno contare (Tria, Savona e Giorgetti), uno cerca di mediare tra i leader politici (Conte), uno pensa all'Europa (Moavero), gli ultimi due (Salvini e Di Maio) sono quelli che decidono pur non sapendo come fare a tenere insieme il loro programma di spesa e i conti da rifare dopo il rallentamento della crescita (attenzione ai dati del Sud) e l'aumento del costo del debito sovrano. Grande dilemma, grandi ipoteche ereditate dai governi precedenti (pensate solo alle salvaguardie Iva), grande confusione politica.
Il vertice è terminato all'ora di pranzo. Tra l'arrivo dei piatti e l'avvio della digestione non parla nessuno. Notare l'andamento dell'interesse nel corso della giornata:
Il tasso scende quando comincia la riunione, torna a salire in assenza di comunicazioni ufficiali. Così poco dopo le 15 arriva una nota del Presidente del Consiglio: "Oggi abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre. Abbiamo operato una ricognizione dei vari progetti di riforma che consentiranno all'Italia di avviare un più robusto e stabile processo di crescita economica e di sviluppo sociale, rendendosi più competitiva sul mercato globale. Abbiamo esaminato i mutamenti del quadro macro-economico e le condizioni del bilancio a legislazione invariata". Effetto: zero. O meglio, il rendimento sale. Nel frattempo colui che dovrebbe dire qualcosa, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, tace. Alle ore 17, con la giornata di Borsa ormai sfiammata, arriva una nota: "Il Ministro Tria esprime soddisfazione per l’accordo sulle linee del quadro programmatico proposte, che confermano la compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l’avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza". Quel comunicato sarebbe dovuto partire prima.
Conclusione: non c'è nessuna conclusione, se non quella che il ministro dell'Economia resta al suo posto, ma non si sa con quale programma economico e la manovra assume i contorni del mistero, è una e Tria. I mercati domani sono chiusi, la prima prova dell'agosto dello spread partirà lunedì. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Tutti i governi hanno bisogno di avvisi e consigli. Ancor di più se sono di formula inedita (e questo lo è), incastonati in un contesto di enormi sfide (si chiama contemporaneità) e con problemi sui conti (il caso Italia). Marco Gervasoni ha acceso la sua macchina del tempo e si è proiettato in una biblioteca del Seicento. Libri utili per chi ha lo scettro, il potere. Primo consiglio finora inascoltato: la prudenza.
05
Una biblioteca di antichi avvertimenti e consigli al governo
di Marco Gervasoni
Sarà stato l’effetto di un soporifero tomo sull’Inghilterra del ‘700 o il confort dell’aria condizionata. Sta di fatto che mi sono assopito. E ho fatto un sogno, o un incubo, a seconda dei punti di vista. Ho visto lo spread alzarsi, a fine agosto (succede quasi sempre in agosto, lo scrivono, forse augurandoselo, una coppia di noti economisti « liberisti di sinistra » sul « Corriere della sera»). Ho visto il panico diffondersi, il formicaio impazzito. Ho visto Tria dimettersi. Ho visto Merkel (ancora) e Macron scambiarsi sorrisi di circostanza a una domanda sull’Italia in una conferenza stampa. Ho visto i titoli dei giornali «Fate presto!». Ho visto cadere il governo e il presidente della Repubblica formarne uno poche ore dopo, guidato da un economista che ha lo stesso nome di un popolazione sudafricana di origine olandese, o di un cioccolatino alla ciliegia. Poi ho visto Christine Lagarde.
Purtroppo o per fortuna il suono del citofono mi ha svegliato (però mi dovevano notificare una multa: sintomatico, direbbe Matte Blanco). Sogno premonitore? Forse, anche se nel 2011, quando tutto ciò accadde davvero, con attori diversi, non c’era il QE di Draghi e soprattutto alla Casa Bianca non stava Trump ma l’Evanescente (probabilmente il peggior presidente Usa dal dopoguerra) e la Devastatrice. Resta il fatto che sono molti, in questi giorni, all’opposizione soprattutto ma anche al governo, ad avanzare a mezza bocca, quasi sussurrare, questo scenario. E ho pensato che le premesse delle congiure spesso si realizzano d’estate, quando tutti sono meno attenti.
Congiura o complotto? Molti si sono dedicati a distinguere i due concetti. Io preferisco parlare di congiura, e tra poco si capirà perché, In ogni caso, se il motore della storia non son certo le congiure, solo un ingenuo potrebbe pensare che non abbiano svolto alcuni ruolo nel passato; e ragionevolmente continueranno a giocarlo nel futuro. Continua a leggere l'articolo su List.
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Siamo un clima rovente, grande caldo. E incendi in Grecia. Il governo di Alexis Tsipras alla fine ha dovuto pagare. Avevamo pubblicato una puntuale analisi sulla tragedia degli incendi in Attica. I fatti sono rotolati a valle.
06
Incendi in Grecia. Via il ministro dell'Interno
Prima di tutto, la notizia. Il ministro dell'Interno greco, Nikos Toskas, si è dimesso in seguito alla strage dei roghi che la settimana scorsa ha causato 88 morti. Lo riferisce il gabinetto del premier Alexis Tsipras. "Il primo ministro ha accettato le dimissioni di Toskas", si legge in una dichiarazione.
Questa è l'analisi pubblicata da List il 24 luglio.
Il premier greco Tsipras ha detto che "nulla resterà senza risposta" sulle cause degli incendi. Un discorso alla nazione, quello di Tsipras, su cui aleggia il sospetto del crimine, visto che le fiamme sono divampate in luoghi diversi e distanti tra loro. Lo stesso Tsipras, in mattinata, aveva parlato di "incendi asimmetrici". Le abitazioni andate a fuoco negli incendi in Attica sono oltre 1500. Nessun ordine di evacuazione, questo è quanto detto dal sindaco di Rafina. Accanto al crimine c'è un sistema di prevenzione, allarme, soccorso che non funziona, forse non c'è del tutto.
Il quotidiano Ekhatimerini ha un'analisi dettagliata e in diretta di quel che è accaduto. È chiaro che c'è un elemento di iniziale sottovalutazione, la sorpresa del cambio di direzione del vento, la mano incendiaria. C'è una frase dei vigili del fuoco francesi riportata dal quotidiano greco che spiega cosa sia il fuoco: "Nel primo minuto il fuoco viene spento con un bicchiere d'acqua, nel secondo minuto con un secchio d'acqua, nel terzo minuto con un serbatoio d'acqua e dopo noi facciamo del nostro meglio". In Attica non sono passati minuti, ma ore. E il fuoco si è mangiato tutto lo spazio che incontrava nella sua avanzata. Cenere.
Il numero dei morti così elevato indica che le persone sono rimaste circondate dal fuoco e non avevano alcuna indicazione sul dove trovare riparo. Il panico ha fatto il resto. In una preziosa analisi pubblicata da Ekhatimerini il professor Kostas Sylolaki, esperto di disastri naturali e membro dell'Accademia di Atene, spiega cosa non è successo in Attica: "La Protezione Civile deve anticipare lo sviluppo dell'incendio e, sulla base di questa previsione, allocare le risorse disponibili. Se aspettiamo che la direzione del vento cambi e che il fuoco si spenga per inviare rinforzi su un fronte, è già troppo tardi. In questi casi, le procedure per l'escalation dell'intervento chirurgico devono essere accelerate. Ciò vale anche per la decisione di evacuare le zone a rischio. Non dobbiamo aspettare che il fuoco arrivi nei cortili delle case per dare l'ordine di evacuazione. Devono esistere piani di evacuazione che tengano conto dei tempi di evacuazione in funzione delle risorse disponibili e del traffico sulla rete stradale nazionale e secondaria". La cenere del pensiero strategico.
Il bilancio dei morti è così pesante per questa assenza di prevenzione, coordinamento, sorveglianza. Prima forse ci sono le mani dei piromani, ma dopo è mancata la mano dello Stato nell'intervento. Ecco perché il messaggio drammatico di Tsipras è puntato sugli incendiari. Deve allontanare le ombre su tutto il resto. Non sarà facile. Sotto la cenere c'è la colpa. E non è solo quella delle mani per ora senza nome che hanno appiccato il fuoco.
Il link diretto tra l'austerità e gli incendi. C'è chi sui social stabilisce un link diretto sul taglio degli investimenti, i roghi e l'assenza di prevenzione e pronto intervento. Come sempre, bisognerebbe avere una base di dati solida prima di esprimere un giudizio. E in ogni caso abbiamo visto nell'analisi sopra che si tratta di un fatto di organizzazione e cultura che per la Grecia non dovrebbe essere affatto una novità visto che nel Peloponneso nel 2007 morirono 70 persone. La Grecia bruciava anche prima della crisi.
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La cenere della Grecia è quella di Mati. La cenere della Grecia è un paese fallito, un paese senza denaro che riceve periodicamente gli ammonimenti dei gendarmi tedeschi - l'ultimo è dell'altro ieri, da parte di Klaus Regling, capo dell'ESM che ha minacciato di esser pronto rivedere il piano di aiuti se solo qualcuno a Atene si azzarda a deviare da quanto stabilito a Bruxelles-Berlino - un paese con questa tutela ha una sola agenda: sopravvivere.
Poi c'è la cenere dell'Europa che si è accumulata nel tentativo di spegnere gli incendi finanziari. Mentre il bilancio dei morti sale, mentre sul monitor emergono immagini raccapriccianti, la mente s'arrovella su un punto. Qualche giorno fa, il professor Giulio Sapelli mentre eravamo a Ancona per dibattere di Europa, tira fuori dalla tasca della giacca una pagina che aveva strappato dall'Economist. "Mario, guarda qui". Un dettaglio piazzato nella sezione dei numeri - la più utile e preziosa - quella alla fine del giornale. È la prima che di solito guardo, ma stavolta questo frammento mi era sfuggito. Ecco la foto:
Cosa scrive l'Economist sull'Eurozona? "L'eredità della crisi finanziaria del 2007-08 rimane forte: l'economia greca è inferiore del 24 per cento rispetto al 2007 e l'economia italiana del 4 per cento più piccola. Gli investimenti aggregati nell'area dell'euro non dovrebbero raggiungere i livelli pre-crisi fino al 2019". Dopo tanta austerità, la Grecia è un paese ancora più povero. Dopo un governo tecnico e tre governi politici (il quarto ha appena cominciato la sua avventura) l'Italia è un paese con un'economia che non si è mai ripresa sul serio.
La Grecia brucia. E ancora una volta, siamo sempre ai fatti elementari, non c'è neppure un meccanismo europeo che funziona come centro di coordinamento e soccorso in casi come questo. C'è il volontariato (l'Italia ha inviato due Canadair). E c'è l'inflessibile dottor Klaus Regling che a Berlino tira le somme e ammonisce. No, non è una bella Europa.
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Come chiudiamo questo numero di List? Sul monitor lampeggia un'altra polemica alimentata dal ministro per la Famiglia, il leghista Fontana.
07
Fontana, dacci un taglio
Lorenzo Fontana è un uomo intelligente con zero senso politico. Dunque un elemento che nuoce prima di tutto a se stesso e poi al governo. È uno che parla molto e spesso a sproposito. Stavolta il suo bersaglio è la legge Mancino sulle discriminazioni. Fontana afferma "Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano". Salvini prima ha detto di essere d'accordo, poi ha corretto il tiro: "Non è una priorità". Ecco, non lo è, i problemi sono altri e la legge Mancino non è neppure un problema. Il problema potrebbe diventarlo invece Fontana. Alla fine, il commento migliore a questa storia viene dalla matita di Guido Ciompi:
Meglio Fontana. L'artista. Nel governo vivono tempi creativi. Forse troppo.
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5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.