10 Agosto
Salvini e la storia italiana della politica in spiaggia
I liberal storcono il naso, ma la spiaggia è uno dei "luoghi" dell'italianità. Musica, pittura, letteratura, immaginario. Marco Gervasoni racconta partiti e leader sotto l'ombrellone. Moro in giacca e cravatta, Craxi a Hammamet, la bandana di Berlusconi con Blair, la Capalbio radical chic
di Marco Gervasoni
«Hai visto, Adele, che volgarità, questo è pure ministro dell’interno, e scende in spiaggia, si fa fotografare, fa i selfie, canta con quei tizi. Per di più sulla costiera romagnola, il carnaio. E suda».
«A torso nudo, Anais, proprio come quell’altro».
« Quell’altro chi?».
«Mussolini».
«Che però almeno non sudava».
«Aspetta, Ade, leggo su Repubblica che anche Macron è sceso in spiaggia a prendersi un bagno di folla».
«Si, ma aveva la polo, e a maniche lunghe. E non suda. Altro stile».
***
Il dialogo sotto l’ombrellone liberal è immaginario ma non tanto lontano dal verosimile. Le nostre due signore indisposte dal sudore di Salvini, Adele ed Anais, nella loro repertorio delle idées reçues progressiste una cosa giusta l’hanno intuita: sono state colpite da come la nuova politica abbia invaso uno dei pochissimi luoghi che sia l’iper politica della Repubblica dei partiti sia quella apparentemente più aerea, in realtà più pervasiva, del ventennio berlusconiano, aveva risparmiato: la spiaggia. Che invece è oggetto della intrusione dei barbari giallo-verdi: Salvini che irrompe circondato dalla folla a Milano Marittima, poi qualche giorno dopo alla festa della Lega a Cervia, nel pieno della stagione turistica (li però niente bagnasciuga), da ultimo le fotografie di «Chi», di lui in effusioni con Elisa Isoardi su una sdraio, in una non identificata località, ma (auctoritas Signorini) il settimanale ci dice «Romagna».
In mezzo alla sabbia ci sono però andati, con minor trasporto e anche qualche contestazione, la sindaca Raggi e il ministro Toninelli a Ostia, a ribadire i meriti della amministrazione capitolina (e qui il terreno era arduo) e quelli del governo nella lotta all’abusivismo. Infine, dopo qualche giorno chiuso nel forte residenziale di Brégançon, anche Macron, consigliato dai suoi non sempre abilissimi spin doctor, è sceso non propriamente in spiaggia, ma in un suo...
di Marco Gervasoni
«Hai visto, Adele, che volgarità, questo è pure ministro dell’interno, e scende in spiaggia, si fa fotografare, fa i selfie, canta con quei tizi. Per di più sulla costiera romagnola, il carnaio. E suda».
«A torso nudo, Anais, proprio come quell’altro».
« Quell’altro chi?».
«Mussolini».
«Che però almeno non sudava».
«Aspetta, Ade, leggo su Repubblica che anche Macron è sceso in spiaggia a prendersi un bagno di folla».
«Si, ma aveva la polo, e a maniche lunghe. E non suda. Altro stile».
***
Il dialogo sotto l’ombrellone liberal è immaginario ma non tanto lontano dal verosimile. Le nostre due signore indisposte dal sudore di Salvini, Adele ed Anais, nella loro repertorio delle idées reçues progressiste una cosa giusta l’hanno intuita: sono state colpite da come la nuova politica abbia invaso uno dei pochissimi luoghi che sia l’iper politica della Repubblica dei partiti sia quella apparentemente più aerea, in realtà più pervasiva, del ventennio berlusconiano, aveva risparmiato: la spiaggia. Che invece è oggetto della intrusione dei barbari giallo-verdi: Salvini che irrompe circondato dalla folla a Milano Marittima, poi qualche giorno dopo alla festa della Lega a Cervia, nel pieno della stagione turistica (li però niente bagnasciuga), da ultimo le fotografie di «Chi», di lui in effusioni con Elisa Isoardi su una sdraio, in una non identificata località, ma (auctoritas Signorini) il settimanale ci dice «Romagna».
In mezzo alla sabbia ci sono però andati, con minor trasporto e anche qualche contestazione, la sindaca Raggi e il ministro Toninelli a Ostia, a ribadire i meriti della amministrazione capitolina (e qui il terreno era arduo) e quelli del governo nella lotta all’abusivismo. Infine, dopo qualche giorno chiuso nel forte residenziale di Brégançon, anche Macron, consigliato dai suoi non sempre abilissimi spin doctor, è sceso non propriamente in spiaggia, ma in un suo succedaneo, la piscina di un hotel. Niente torso nudo, niente sudore, Brigitte ovviamente dietro e, come hanno notato Adele ed Anais, la polo bianca a maniche lunghe. Le Figaro ha però fatto notare che il presidente non ha avuto remore a mischiarsi con persone in costume da bagno: e come avrebbero, di grazia, dovuto essere vestite, visto che si trovavano sul bordi di una piscina?
Anche Macron, consigliato dai suoi non sempre abilissimi spin doctor, è sceso non propriamente in spiaggia, ma in un suo succedaneo, la piscina di un hotel.
Dal punto di vista comunicativo, Salvini batte però Raggi e Toninelli, e soprattutto Macron, di diversi punti. Nonostante la nostra Repubblica, soprattutto negli anni del cosiddetto berlusconismo, ne avesse viste di tutte, mai si era giunti a un ministro dell’interno e leader del potenzialmente primo partito italiano girare in spiaggia a farsi i selfie. Salvini si trovava in realtà a suo agio perché queste capatine le aveva compiute anche negli anni scorsi: ma all’epoca era considerato uno un po’ tocco, alla guida di una forza politica che nella migliore delle ipotesi oltre il 10 per cento non sarebbe potuta andare. Ben diverso il caso di Grillo, anch’egli gironzolante in spiaggia, ma a debita distanza dai bagnanti; poi forse non era il capo partito, e certo non era ministro degli Interni.
Quali sono i punti di forza dell’invasione della spiaggia salviniana? Si chiamano:
a) prossimità. Il Salvini di Milano Marittima non è il ministro dell’interno, è Matteo il Capitano, che si vuole sentire vicino a tutti quelli che stanno in spiaggia, luogo abbastanza egualitario per definizione. Attenzione che questa prossimità è proprio quella che raccomandano oggi i press agent dei divi del cinema, della musica e dello show biz in generale. Il divo, diversamente dagli anni del fordismo industrialista, quando questa figura nacque, non deve essere entità etera, distante, irraggiungibile. Guai, deve essere, o almeno apparire, prossimo, vicino, lo si deve poter toccare, si deve vedere che è umano, come tutti noi. E vedendolo da vicino possiamo accorgerci che, in spiaggia, suda.
b) nudità. Se il potere tende sempre a nascondersi, e a nascondere, spesso addobbandolo di paramenti, il corpo del suo detentore, ora il potere dello stato si denuda: il torso nudo di Salvini che tanto scandalizza Adele e Anais, rientra in questa ricerca della vicinanza e della normalità.
c) gratuità. Salvini non è andato in spiaggia a convincere i vacanzieri di qualche cosa, come Raggi e Toninelli, né tantomeno a chiedere voti, anche se la questione del controllo degli ambulanti sulle spiagge aleggiava nell’aria. E anche questo spiega i fischi a Raggi e Toninelli, percepiti come i politici che, nel momento in cui ti stai rilassando ascoltando musica o spalmandoti la crema, ti vengono a ricordare che esiste un mondo cane fatto di tasse, di servizi (che non funzionano) e comunque sono qui a parlare, e da politici. Mentre Salvini è andato a intrattenere i bagnanti, a fare da attrazione. Nessuno o quasi si sarà ricordato, almeno in quel momento, che egli era ministro dell’Interno e vice premier.
Ma è davvero la prima volta che la politica invade la spiaggia? A questi livelli, e trasformandosi in un happening di popolo in cui nessuno ricorda che il politico è un politico, senza ombra di dubbio.
Il rapporto della politica con le vacanze, e soprattutto con le spiagge, possiede una sua storia. Che rimanda al nostro essere italiani. È un peccato che nella bella collana, ora inopinatamente cessata, diretta da Ernesto Galli Della Loggia per Il Mulino, L'identità italiana, non compaia un volume dedicato alla spiaggia (anche se c’è un testo sul mare, scritto da Paolo Frescani). Perché la spiaggia è proprio uno dei luoghi della identità italiana.
Il rapporto della politica con le vacanze, e soprattutto con le spiagge, possiede una sua storia. La storia comincia, tanto per cambiare, con il fascismo, che costruisce nella riviera romagnola i primi stabilimenti.
La storia comincia, tanto per cambiare, con il fascismo, che costruisce nella riviera romagnola i primi stabilimenti: e Mussolini si fa fotografare bagnante ma non a torso nudo (all’epoca non usava in spiaggia, neppure per gli uomini). La politica austera dei partiti fondatori della Repubblica non contempla invece la spiaggia. Neppure quando, negli anni del boom, essa diventa uno dei luoghi che più fungono da metafora del benessere del paese, l’uscita da una miseria, o perlomeno da una dignitosa povertà.
Non credo vi sia un’altra cultura di massa come quella italiana piena di film e di canzoni in cui la spiaggia è il plot: persino la pittura di Guttuso, antivede, con qualche anticipo, la svolta, con la tela La Spiaggia (1956).
Non a caso la spiaggia si offusca nell'immaginario degli Anni Settanta, quando in realtà il turismo diventa veramente di massa, per poi riesplodere negli anni Ottanta (Sapore di mare di Vanzina e i meno noti Chewing gum, Giochi d’estate e Yesterday nel cinema, Tondelli con Rimini nella letteratura, tantissima pop music italiana, Battiato, Giuni Russo, i Righeira, il Vasco, Enrico Ruggeri, Luca Carboni) per poi non recedere più.
Certo, non sono più ora le spiagge italiane di popolo che esaltano al contempo il carattere comunitario e anarcoide- individualista del nostro essere. Sono le spiagge straniere, della Spagna e della Grecia, ma poi ritornano quelle della costiera romagnola che, a cavallo del nuovo secolo, sul modello di Grecia e Spagna, modernizza e diversifica la propria offerta, rilanciandosi. Si perché la spiaggia per antonomasia, il luogo topico per definizione, è la costiera romagnola. Lì sta il nazional popolare in senso gramsciano: e li vi si è fiondato, non a caso, Salvini, il più gramsciano dei politici di oggi.
La politica, dicevamo, non sappiamo se per riserbo o perché in perenne ritardo rispetto ai mutamenti degli italiani, ha sempre cercato di non occupare la spiaggia, di lasciarci tranquilli. Cosi negli Anni Sessanta poche foto dei politici, una celebre di Aldo Moro presidente del Consiglio in spiaggia in giacca e cravatta. Poi negli anni settanta Bettino Craxi a Hammamet, ripreso a torso nudo (del resto stava bagnando) fotografie che fanno fremere coloro che credono che la politica sia distanza e austerità: e infatti Berlinguer non lo trovate. Anche negli Anni Ottanta dell’edonismo reaganiano i politici restano da questo punto di vista, molto sulle loro: benchè comincino a spuntare foto di Ciriaco De Mita sotto l’ombrellone o del potente ministro Dc Remo Gaspari sugli arenili abruzzesi, la sua Regione, dove accoglie i cittadini, seduto sullo sdraio, per ascoltare i loro problemi.
Negli Anni Sessanta poche foto dei politici, una celebre di Aldo Moro presidente del Consiglio in spiaggia in giacca e cravatta. Poi negli anni settanta Bettino Craxi a Hammamet, ripreso a torso nudo.
Con la Seconda Repubblica cambia tutto: e il fattore è, tanto per intenderci, il Cav. Il mare in lui è ovunque (difficile collocarlo in uno scenario montano, anche d’inverno). Lo yacht, la villa alle Bermuda (quella del famoso jogging con Dell’Utri, Confalonieri, Letta e Galliani), poi più avanti la bandana di Portofino con Blair, quindi ancora la villa sarda con il vulcano e i festini. Ma attenzione: rarissimo, quasi impossibile, vedere il Cavaliere a torso nudo o in costume. E un Bossi in canottiera, ospite di una villa del Cav nel 1994, che fa indignare le Adele e Anais di allora. Ma, comunque, in Berlusconi, niente spiaggia. È tutto un mare della distanza, del lusso, della ricchezza; il sogno che il Cavaliere intende dispensare, perché se non tutti, almeno un po’ più di italiani possano un giorno comprarsi uno yacht o una villa. Bastava un nonnulla per far scattare il clic nell’elettore, quello del vaffa. Solo un genio della comunicazione e della politica poteva reggere, e cosi a lungo, su questo crinale.
La sinistra, tanto per cambiare, cerca di imitare Berlusconi ma fa pasticci: la barca di D’Alema diventa il segno del disprezzo e dell’alterigia, oltre che del tradimento dei «valori della sinistra». Le ville progressiste non sono ville ma casette più modeste, in luoghi tuttavia spesso irraggiungibili, pallosi, in cui non arriva neppure la odiata televisione, statale o berlusconiana (uno degli episodi di Caro Diario di Nanni Moretti). Le spiagge, quelle in realtà ci sono, a sinistra. O meglio ve n’è una sola, lo stabilimento L’ultima spiaggia a Capalbio, un mito recente della sinistra (nasce con Achille Occhetto nei tardi Anni Ottanta). Li sì è un profluvio di torsi nudi di Occhetto, di Giorgio Napolitano, di Francesco Rutelli e di intellettuali della «piccola Atene». Ma già dalle fotografie si respira un'aria opposta al nazional popolare che i pensosi (o come si dipingono) leader alla sinistra avrebbero dovuto appendere da Gramsci: si respira distanza, si intravede il ciglio incarnato e la boccuccia ritorta, si ode il birignao romanocentrico. Andateci voi, a Capalbio.
Questa l’ultra-sintetica storia del rapporto tra spiagge e politica. Con Salvini abbiamo superato le colonne d’Ercole. Con tutto che Berlusconi e il suo golden boy, Renzi, amassero i bagni di folla, nessuno di loro è arrivato al ground Salvini. Che forse è il grado zero della politica, o forse ne configura una nuova, dai contorni ancora tutti da decifrare.
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7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.