28 Agosto
2008-2018. I dieci anni che hanno creato il populismo
Il libro di Adam Tooze sulla crisi economico-finanziaria, il fallimento di una classe dirigente in America e in Europa, l'ascesa dei partiti populisti, il ritorno del primato della politica al posto della tecnica. Un viaggio di Marco Gervasoni dentro la crisi e la reazione, una rivoluzione che ha cambiato gli Stati Uniti, sta trasformando l'Europa e ha creato un laboratorio politico in Italia.
di Marco Gervasoni
«Eh, ma sono stati l’egoismo dei singoli stati, le paure di fronte all’immigrazione a sporcare il meraviglioso sogno europeo». Così ripete il Cretino Europeista, specie evoluta (o involuta) del Cretino di Sinistra nato dalla penna di Leonardo Sciascia già all’inizio degli anni Sessanta (categoria emersa nel libro di Sciascia "Nero su Nero" che ne spiega la... fenomenologia: "Intorno al 1963 si è verificato in Italia un evento insospettabile e forse ancora, se non da pochi, sospettato. Nasceva e cominciava ad ascendere il cretino di sinistra: ma mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso problematico e capillare. Si credeva che i cretini nascessero soltanto a destra, e perciò l’evento non ha trovato registrazione. Tra non molto, forse, saremo costretti a celebrarne l’Epifania", ndr)
Certo, sono il primo a dare ragione a Ivan Krastev (After Europe, University of Pennsylvania press, 2017) per cui la crisi migratoria del 2015 fu l’11 settembre dell’Europa. Ma questa va collocata all’interno di un 11 settembre ancor più vasto, precedente, e senza il quale non si può comprendere la reazione degli europei, e degli italiani, di fronte alla vague degli sbarchi e egli esodi di masse umane.
Questo super 11 settembre è rappresentato dalla crisi del 2008. Economica, anzi finanziaria e bancaria, prima di tutto (come quella del 1929, del resto) ma con effetti di trasformazione molto simili a quella di novant’anni fa. Solo perché non hanno visto gli impiegati buttarsi in massa dalle finestre o le interminabili fila di disoccupati attendere la zuppa delle dame di carità molti si sono illusi che il 2008 non avesse le dimensioni del 1929. Le aveva. Basta guardare i numeri, o uscire di casa. E se la crisi ha cambiato, anche se solo in parte, il mondo della finanza, ha invece trasformato, per sempre, quello della politica....
di Marco Gervasoni
«Eh, ma sono stati l’egoismo dei singoli stati, le paure di fronte all’immigrazione a sporcare il meraviglioso sogno europeo». Così ripete il Cretino Europeista, specie evoluta (o involuta) del Cretino di Sinistra nato dalla penna di Leonardo Sciascia già all’inizio degli anni Sessanta (categoria emersa nel libro di Sciascia "Nero su Nero" che ne spiega la... fenomenologia: "Intorno al 1963 si è verificato in Italia un evento insospettabile e forse ancora, se non da pochi, sospettato. Nasceva e cominciava ad ascendere il cretino di sinistra: ma mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso problematico e capillare. Si credeva che i cretini nascessero soltanto a destra, e perciò l’evento non ha trovato registrazione. Tra non molto, forse, saremo costretti a celebrarne l’Epifania", ndr)
Certo, sono il primo a dare ragione a Ivan Krastev (After Europe, University of Pennsylvania press, 2017) per cui la crisi migratoria del 2015 fu l’11 settembre dell’Europa. Ma questa va collocata all’interno di un 11 settembre ancor più vasto, precedente, e senza il quale non si può comprendere la reazione degli europei, e degli italiani, di fronte alla vague degli sbarchi e egli esodi di masse umane.
Questo super 11 settembre è rappresentato dalla crisi del 2008. Economica, anzi finanziaria e bancaria, prima di tutto (come quella del 1929, del resto) ma con effetti di trasformazione molto simili a quella di novant’anni fa. Solo perché non hanno visto gli impiegati buttarsi in massa dalle finestre o le interminabili fila di disoccupati attendere la zuppa delle dame di carità molti si sono illusi che il 2008 non avesse le dimensioni del 1929. Le aveva. Basta guardare i numeri, o uscire di casa. E se la crisi ha cambiato, anche se solo in parte, il mondo della finanza, ha invece trasformato, per sempre, quello della politica. Proprio come aveva fatto la crisi del 1929.
Il super 11 settembre è rappresentato dalla crisi del 2008. Economica, anzi finanziaria e bancaria, prima di tutto (come quella del 1929, del resto) ma con effetti di trasformazione molto simili a quella di novant’anni fa.
Per capire il crollo dell’ultimo decennio fa bisogna, come per comprendere tutto ciò che umano, raccontane la storia. Serviva uno storico, non gli economisti con le loro equazioni o i politologi con le loro proiezioni e le loro categorie, fragili come le ali di una mosca. Ora l’abbiamo: Adam Tooze ha pubblicato poche settimane fa la prima, e in ogni caso la più completa, storia di quella devastazione (Crashed. How a Decade of Financial Crises changed the World, Penguin), talmente importante che Mondadori ne ha approntato subito una traduzione in uscita a giorni, quasi in contemporanea con l’originale (Lo schianto 2008-2018 - Come un decennio di crisi economica ha cambiato il mondo).
Tooze, inglese ma docente alla Columbia di New York, ha il profilo perfetto per affrontare il Crash andando ben oltre il mondo della economia e della finanza. Del resto aveva dato prova già nei suoi lavori precedenti, sulla Grande guerra e sull’economia nazista, di comprendere qualcosa che sembra sfuggito a molti. Benché l’economia pensi di aver acquisito totale autonomia e controllo sul Politico, nei momenti di crisi, negli stati di eccezione, il Politico risorge: e rimette nei binari l’economia. Certo, occorre che questo Politico sia di qualità, e purtroppo non è sempre il caso, soprattutto dopo che l'establishment ha puntato per decenni sull’idea della fine del Politico, dell’avvento dell’autoregolazione del sistema, il pilota automatico dei mercati, una caricatura dell’immagine, ben diversa e ben più profonda, della mano invisibile di Adam Smith.
L’idea della supremazia della tecnica di gestione (management) e dell’economico sul Politico ha prodotto negli ultimi decenni, più che veri leader politici, funzionari e manager della cosa pubblica; cioè quella che De Gaulle chiamava l’intendence, che «deve seguire» il Politico. Dalla lettura del libro di Tooze emerge però la scarsa qualità politica media di coloro che si trovarono a affrontare la crisi: e stiamo parlando di Bush jr, di Obama, di Sarkozy e di Hollande, di Brown e Cameron, di Merkel.
Benché l’economia pensi di aver acquisito totale autonomia e controllo sul Politico, nei momenti di crisi, negli stati di eccezione, il Politico risorge: e rimette nei binari l’economia.
Tooze, che confessa nella introduzione di essere un «liberal di sinistra», fornisce nondimeno, da ottimo storico, un ritratto impietoso di Obama. Una sorta di Manchurian candidate creato a freddo dal blocco clintoniano nel mondo finanziario (il trio Rubin, Summers, Geithner) che, consci della debolezza rappresentata dalla moglie del loro padrino, Hillary, cercavano qualcuno che potesse vincere. Perché erano contro Bush? Perché il presidente repubblicano aveva innalzato il debito pubblico. Motivazione nobile, ma che non avrebbe dovuto essere la prima a spingere un leader di sinistra.
Da qui, dal suo peccato originale, essere il candidato di Wall Street, la condotta erratica di Obama durante la crisi: lo stimolo fiscale, peraltro ereditato dalla gestione Bush, che lo approvò, fu molto importante, ma avrebbe dovuto portare con sé altre decisioni, impedite però ad Obama da quelle élite che l’avevano plasmato. Da qui un presidente come una pietanza senza sapore, pompata dalla comunicazione come il pollo con gli estrogeni, uno stare in mezzo al guado, che non porta mai bene. Obama ha finito così per essere troppo socialista per i repubblicani che, rigenerandosi con il Tea party e con la strabiliante vittoria nel Midterm, gli legarono le gambe: e troppo 1 per cent per i movimenti Occupy Wall Street, che prepararono Sanders. La vittoria di Trump si scorge in controluce, tanto che secondo Tooze mai sarebbe mai stata possibile senza il rimodellarsi della vita politica americana prodotto dalla crisi.
Tooze, che confessa nella introduzione di essere un «liberal di sinistra», fornisce nondimeno, da ottimo storico, un ritratto impietoso di Obama. Una sorta di Manchurian candidate creato a freddo dal blocco clintoniano nel mondo finanziario.
Una crisi che partì dagli Usa e investì tutta l’Europa, anche quella orientale e la Cina. È questo forse l’aspetto più nuovo del lavoro di Tooze. I paesi come Polonia, Ungheria, e soprattutto Ucraina, furono trasformati pesantemente dalla crisi: a cominciare dal loro sentirsi abbandoni dalla Ue in cui molti di loro erano appena entrati. L’egemonia di Orban in Ungheria e del Pis in Polonia, assieme alla guerra in Ucraina, lo stesso ritorno alla presidenza, dopo lo scambio di ruoli con Medvedev, di un Putin diverso da quello dei primi mandati, tutto proiettato ora verso Oriente, furono frutti della crisi economica. Quanto alla Cina, per reagire mise in atto un piano di costruzione di reti autostradali nel paese e qualcosa di cui ora tutti parlano: la Belt and Road.
Le pagine in cui Tooze dimostra talento anche letterario sono però quelle dedicate all’Europa, intesa come Ue e suoi paesi. E qui occorre leggere questo libro in sincrono con Euro tragedy di Ashoka Mody, di cui ha scritto su List giorni fa Lorenzo Castellani. Da entrambi emerge una leadership politica incapace sia di prevedere ciò che accadeva che di intraprendere decisioni al tempo giusto; una classe politica temporizzatrice, aliena dal decisionismo, tutta chiusa non solo e non tanto nella difesa delle prerogative nazionali (il che è ovvio, anche se meno per chi aderisce alla «religione europeistica») ma in quella degli interessi di brevissima durata. Una politica della mediazione e del rinvio infinito, che ovviamente fece emergere chi in quest’arte è maestra, Angela Merkel.
I leader della Ue sottovalutarono, secondo Tooze, in maniera dilettantesca la crisi del 2008. Per molto tempo la considerarono un fatto limitato agli Usa, che ovviamente reputavano in «declino», e a cui impartirono a un certo punto, persino lezioni su come gestirla. Quando poi la tempesta arrivò sulle banche tedesche, francesi e inglesi, la reazione delle élite politiche fu disperante. E si limitò per Tooze a due mosse: la difesa rigida degli interessi franco tedeschi a discapito di tutti gli altri, e un isolamento del Regno Unito. Brexit è già lì, di fronte alla scelta del governo Brown lasciato solo, di nazionalizzare le banche. Mentre Merkel e Sarkozy procedettero nella tutela dei loro istituti e nell’imposizione di un piano di austerità che, come mise in guardia il responsabile del Tesoro Usa, Geithner (pure non uno scatenato keynesiano), avrebbe certamente aggravato la crisi. Spagna, Irlanda, Portogallo, Italia e soprattutto Grecia furono devastate da quelle decisioni: le pagine di Tooze sulla crisi ad Atene, che avrebbe potuto essere risolta con un default a cui invece si opposero duramente Berlino e Parigi, sono tra le più convincenti che abbiamo potuto leggere su questo argomento.
I leader della Ue sottovalutarono, secondo Tooze, in maniera dilettantesca la crisi del 2008. Per molto tempo la considerarono un fatto limitato agli Usa, che ovviamente reputavano in «declino». Quando poi la tempesta arrivò sulle banche tedesche, francesi e inglesi, la reazione delle élite politiche fu disperante.
Tutto ciò produsse poi pesanti effetti politici: nientemeno che la contrazione della democrazia e la sostituzione di governi legittimi con esecutivi tecnocratici che obbedissero alle indicazioni di Parigi, Berlino e di Trichet, il loro volontario ed entusiasta esecutore. Oggi i fazzoletti dei liberal sono pieni di lacrime sulla «democrazia che muore nell’oscurità ». Ma è esattamente il contrario: i populisti rappresentano il risveglio della democrazia contro la sua confisca, affidata non più a generali con gli occhiali scuri ma a tecnocrati blasé. Si parla molto anche d’Italia: Tooze mostra, fonti alla mano (soprattutto testimonianze dei protagonisti) come, nel 2011, il governo Berlusconi fu rovesciato dall’azione di Merkel (più che di Sarkozy) perché non voleva approntare i piani imposti da Berlino e dalla Bce. Se l’autore non usa il termine golpe, non manca però di evocarne l’atmosfera.
Il libro poi continua fino ai nostri giorni, in pagine forse meno intense ma utili per sorreggere la tesi dell’autore: cioè che che la crisi del 2008 non sarebbe veramente finita e che ciò che l’ha prodotta potrebbe ripresentarsi anche domani. Di certo, aggiungiamo noi, in Europa: dove l’euro è stato salvato unicamente dal bazooka di Draghi (come mostra Tooze) e continua a reggersi esclusivamente grazie a quello. Il giorno in cui il QE non ci sarà più è molto probabile che l’euro salterà. Ma a noi che, non competenti, poco sappiamo di economia e quasi nulla di finanza, pare chiaro dal libro di Tooze che la rivoluzione populista o sovranista, assieme alla ridefinizione degli attori politici in tutti i paesi europei e occidentali, sono proprio figli della crisi. Chiaro: il lepenismo era già robusto in Francia prima del 2008, anche se Sarko’ lo aveva ultimamente stroncato. Ma per il resto, i partiti populisti erano più che altro dei segnali di warning che il sistema produceva quando le cose non funzionavano: il sistema in reazione interveniva, e i partiti si sgonfiavano, Dopo il 2008 non è cosi: la rivoluzione populista is here to stay e le forze mainstream secolari, pensiamo a molti partiti socialdemocratici, rischiano, nel giro di pochi anni, se non l'estinzione, di essere messi ai margini per sempre.
Proprio come la politica mondiale non fu più la stessa dopo il 1929, così quella odierna non lo è dopo il 2008. Anche se, a ben vedere, non ha torto Tooze, nella pagina finale del libro, ad avanzare un‘altra analogia, ben più inquietante e forse però più vera: il 2008 come equivalente del 1914, cioè dello scoppio della Grande guerra. Vale la pena qui citare il passaggio del libro:
Ci sono forti somiglianze tra le domande che ci poniamo sul 1914 e quelle sul 2008. Come finisce una politica di moderazione? Quali grandi rischi non erano prevedibili e controllabili? Come un grande spostamento tettonico nell’odine globale produce terremoti? Quanto l'orologio delle innovazioni tecnologiche ha contribuito a creare il disastro?…Siamo stati sonnambuli nella crisi o siamo stati vittime di forze oscure? Chi bisogna rimproverare per il disastro?…Quando le passioni della politica popolare hanno influito sulle decisioni delle élite?
Se vale - e secondo noi vale, pur con l'accortezza verso le analogie storiche - il parallelo 1914- 2008, allora occorre essere chiari: il 1914 aprì l‘epoca della guerra civile europea che si chiuse solo in parte trent’anni dopo (con la Seconda guerra mondiale). Con la divisione in due del mondo, essa si trasformò infatti in una «guerra civile mondiale (fredda)», per terminare solo con il 1989. E quella cominciata con il crollo del Muro di Berlino fu solo un’«età cerniera», per usare la categoria dello storico tedesco Reinhardt Koselleck. La nuova era è cominciata nel 2008 con, al posto delle revolverate di Sarajevo, gli scatoloni di Lehman Brothers.
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6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.