30 Agosto
La partita d'Europa è quella tra Macron e Salvini
Europeisti contro sovranisti. La campagna elettorale per il voto europeo è cominciata con lo scontro tra il Presidente francese e il ministro dell'Interno. Si stanno delineando gli schieramenti, mancano ancora alcune caselle. Come si piazzerà il Movimento 5Stelle? News e analisi sul big bang d'Europa
Macron contro Matteo Salvini. Matteo Salvini contro Macron. Gli ultimi giorni del calendario d'agosto 2018 hanno dato un elemento di chiarezza sulla prossima decisiva battaglia politica: le elezioni europee del maggio 2019. I pezzi hanno cominciato a disporsi sulla scacchiera e sono emerse un paio di cose interessanti sul piano della rappresentazione della politica contemporanea:
- Macron si è posto alla testa del fronte "europeista" e la sua figura a questo punto sarà anche quella che in qualche maniera il Pd "userà" anche in Italia, ne attendiamo lo sbarco;
- Macron ha individuato come avversario Salvini e così facendo lo ha riconosciuto - e di fatto rafforzato - come leader del più importante partito della destra in Europa;
- Salvini a sua volta ha scelto Macron come bersaglio della sua campagna europea;
- Salvini sta tessendo una tela di relazioni all'estero per costruire una sorta di "internazionale sovranista" che non c'è sul piano del programma comune per gli interessi divergenti delle nazioni, ma nonostante questo, sul piano tattico ha un obiettivo bello solido in comune: abbattere l'attuale assetto politico che governa Bruxelles;
- Gli schieramenti si stanno delineando in vista del voto europeo, ma ci sono parecchie caselle da riempire, dei veri e propri buchi di programma e linea politica sul tema Europa.
La strategia della coppia Salvini-Macron è parallela. Salvini stamattina ha subito attaccato Macron "Al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l'ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere. L'Italia non è più il campo profughi d'Europa, la pacchia per scafisti e buonisti è finita!".
A sua volta, Macron, in visita in Filandia, a Helsenki, ha pubblicato su Twitter un messaggio altrettanto chiaro:
"Immigrazione, economia... due visioni europee si contrappongono: una visione nazionalista e una visione progressista. Alcuni vogliono rompere l'Europa e la sua solidarietà". "Il nostro ruolo...
Macron contro Matteo Salvini. Matteo Salvini contro Macron. Gli ultimi giorni del calendario d'agosto 2018 hanno dato un elemento di chiarezza sulla prossima decisiva battaglia politica: le elezioni europee del maggio 2019. I pezzi hanno cominciato a disporsi sulla scacchiera e sono emerse un paio di cose interessanti sul piano della rappresentazione della politica contemporanea:
- Macron si è posto alla testa del fronte "europeista" e la sua figura a questo punto sarà anche quella che in qualche maniera il Pd "userà" anche in Italia, ne attendiamo lo sbarco;
- Macron ha individuato come avversario Salvini e così facendo lo ha riconosciuto - e di fatto rafforzato - come leader del più importante partito della destra in Europa;
- Salvini a sua volta ha scelto Macron come bersaglio della sua campagna europea;
- Salvini sta tessendo una tela di relazioni all'estero per costruire una sorta di "internazionale sovranista" che non c'è sul piano del programma comune per gli interessi divergenti delle nazioni, ma nonostante questo, sul piano tattico ha un obiettivo bello solido in comune: abbattere l'attuale assetto politico che governa Bruxelles;
- Gli schieramenti si stanno delineando in vista del voto europeo, ma ci sono parecchie caselle da riempire, dei veri e propri buchi di programma e linea politica sul tema Europa.
La strategia della coppia Salvini-Macron è parallela. Salvini stamattina ha subito attaccato Macron "Al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l'ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere. L'Italia non è più il campo profughi d'Europa, la pacchia per scafisti e buonisti è finita!".
A sua volta, Macron, in visita in Filandia, a Helsenki, ha pubblicato su Twitter un messaggio altrettanto chiaro:
"Immigrazione, economia... due visioni europee si contrappongono: una visione nazionalista e una visione progressista. Alcuni vogliono rompere l'Europa e la sua solidarietà". "Il nostro ruolo in qualita' di progressisti e' rendere l'Europa un'entita' politica che protegga i suoi cittadini. Questo e' cio' che credo dal primo giorno", ha aggiunto Macron in un altro tweet
Si stanno delineando le posizioni in campo, con Salvini, Le Pen, Orban e "l'internazionale sovranista" contro gli "europeisti" Macron, Renzi (o chi guida il Pd), i socialdemocratici tedeschi guidati da Andrea Nahles, la CDU di Angela Merkel e via così. Gli schieramenti in realtà non sono nettamente configurati. Esempio: con chi e per che cosa farà campagna elettorale Forza Italia? Come si schiereranno in questo scenario i Repubblicani francesi dove i neo-gollisti stanno recuperando pezzi di sovranismo? Si tratta di uno scenario di grandissimo interesse. Altra domanda: con chi staranno i grillini? Il Movimento 5Stelle quale parte della scacchiera occuperà? Non lo sa nessuno. Neanche loro. Cosa c'è in palio: il governo dell'Europa. Le elezioni europee del maggio 2019, comunque vada, saranno un Big Bang.
01
La Francia e il boom delle domande d'asilo
Il problema per tutti è sempre quello: l'immigrazione. L'edizione online del Figaro stamattina apriva con un'inchiesta sull'impennata delle domande d'asilo per la Francia: + 16 per cento in un anno.
Le richieste d'asilo, nei primi sette mesi del 2018, sono aumentate del 16 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Secondo i dati diffusi dall'Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra), dal 1 gennaio sono state presentate 61.162 domande di asilo (il numero comprende solo le prime domande), tra cui anche quelle di minori. L'anno scorso le domande di asilo erano state 52.721 nello stesso periodo. Secondo l'inchiesta del Figaro "il 2018 è destinato probabilmente a battere tutti i record". Questo è uno dei temi più delicati del dibattito politico interno in Francia. Ecco perché Macron non apre i porti. Ecco perché anche nella Spagna di Pedro Sanchez il problema sta montando. È un tema di politica europea che nessuno Stato che si affaccia sul Mar Mediterraneo puo risolvere da solo. Serve cooperazione. Non c'è e con le elezioni alle porte, difficilmente ci sarà. In questo scenario, anche i cosiddetti europeisti sono sovranisti. Contraddizioni.
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La battaglia tra sovranisti e europeisti viene poi declinata in Italia in uno scontro tra populisti e anti-populisti. Siamo dentro una rappresentazione che oscilla tra la tragedia e il comico. Il titolare di List e il professor Giovanni Orsina hanno provato su RadioList a disegnare un quadro della situazione. Che situazione.
02
Populisti e anti-populisti
Populisti e anti-populisti. La politica italiana ha subito una frattura più grande di quella del 1994. Berlusconi all'epoca della sua ascesa era un leader del Novecento, Salvini e Di Maio sono figli di un altro tempo e hanno un linguaggio e un programma di rottura con la tradizione e le regole di un altro tempo politico. La radicalizzazione dello scenario, le spinte per uno scontro da una parte e dall'altra. Il nuovo tradimento dei chierici che giudicano con le lenti del pregiudizio e la necessità invece di un'analisi puntuale, critica e obiettiva. Il rischio concreto di una divisione ancora più grande nel Paese e la ricerca (per ora vana) di una moderazione da entrambe le parti. Cosa accadrà in autunno? Un'indagine del titolare di List con il professor Giovanni Orsina. Ascolta RadioList.
RadioList è un prodotto editoriale di List ai vertici della classifica dei podcast di iTunes.
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Sui giornali stamattina si racconta la storia del Macron avversario dei populisti, del Presidente francese illuminato dalla bandiera del progresso, dei barbari Salvini e Orban alle porte di Bruxelles e via così, visto si stampi, funiculì funiculà.
Il macronismo viene sempre raccontato per difetto o per eccesso, mai per quello che è. Nella storia agostana di Macron c'è l'imbarazzante caso Benalla, la guardia del corpo con il manganello facile e poi un ultimo episodio, un fatterello accaduto l'altro ieri, che in Francia ha una sua rilevanza politica ma non trova spazio di cronaca e commento nel giornalismo collettivo d'Italia: le dimissioni del ministro dell'ambiente, Nicolas Hulot. È molto istruttiva, dice parecchio sulla realtà del macronismo. Seguite il titolare di List.
03
Macroneide. I cacciatori, Brigitte Bardot e le dimissione di Hulot
Non ha fatto in tempo ad aprire la porta del suo studio all'Eliseo e s'è ritrovato con il ministro dell'Ambiente che gli diceva "addio, ingrato". L'autunno di Emmanuel Macron è cominciato a fine agosto con le dimissioni di Nicolas Hulot, una partenza che sarà assorbita ma non senza ferite perché Hulot rappresentava il collegamento tra il Presidente e l'ecologismo, tra la figurina del Macron bucolico e il pianeta dell'alter-mondo che regolarmente è utilizzato come "copertura" à gauche. Insomma, era una diga eretta contro La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, la sua opposizione all'Assemblea nazionale e gli umori rossi che minacciano il movimento di En Marche verso le elezioni europee di maggio 2019.
Hulot ha deciso di andar via senza avvisare Macron e il primo ministro Philippe, lo ha fatto in diretta durante un'intervista alla radio, su France Inter, dopo una serie di "umiliazioni" - così vengono presentate da le Monde, ultima quella di esser battuto ripetutamente dalla lobby dei cacciatori con cui Macron ha un rapporto stretto grazie allo scafatissimo consigliere politico della federazione, Thierry Coste. Il fatto è micidiale proprio per quest'ultimo dettaglio: il 63 enne che piace alla gente che piace (come Macron, del resto) ha mollato il governo quando ha realizzato che Coste - un lobbista - era presente alle riunioni politiche finali sulla discussione della riforma della caccia e - questo ha raccontato Hulot - quando ha chiesto lumi a Macron sulla sua presenza, il Presidente ha risposto: "Non so come sia entrato qui". Surreale.
Come in tutte le storie di potere (e amore), c'è anche la gelosia, la rupture del rapporto personale. Le Monde appende in pagina un dettaglio: il 24 luglio scorso Macron riceve Brigitte Bardot, fervente animalista. L'attrice si profonde in complimenti per Macron subito dopo l'incontro e poi, qualche giorno dopo, critica invece il povero Hulot, accusato di comportarsi come un ministro che fa finta di non avere alcun potere. Altra "umiliazione". Gong.
La storia potrebbe apparire un feuilleton politico-sentimentale, un raccontino d'appendice dove l'utopia finisce contro il muro della realtà e la letteratura del Mulino Bianco esplode in mille coriandoli, ma nel caso del macronismo assume un significato importante e, forse, definitivo: non può contenere tutto, conciliare tutto, frullare tutto. Nello scatolone macronista possono entrare molte cose, ma non tutte. Il sincretismo politico è nitroglicerina. L'idea di fusionismo politico del Presidente non funziona. Come sottolineava ieri l'editoriale del Figaro, "un'idea ieri geniale e oggi pericolosa".
Chi è Macron? Un populista di rapido successo che rischia di dissipare la sua presidenza. Ecco perché le elezioni europee per lui sono importanti: se vanno male, rischia di uscire di scena, la Francia potrebbe fare il changè la dame!
04
Macron, il tuono che rischia di finire in un lampo
"Ieri geniale, oggi pericoloso". Così le Figaro ha dipinto nell'editoriale in prima pagina la parabola politica di Emmanuel Macron. Le dimissioni del ministro dell'Ambiente, Nicolas Hulot, sono non un campanello d'allarme - ne erano suonati tanti in questi mesi - ma la conferma che la presidenza Macron si sta ripiegando e i suoi tentativi di rilancio si scontrano con il suo peggior nemico: se stesso, la sua politica nè nè. Nè di destra nè di sinistra, cioè nulla. Il rischio peggiore per Macron, in fondo, era questo fin dall'inizio: assecondare tutto per finire in niente. In un paese, la Francia, dove destra e sinistra sono ancora un potente motore dell'immaginario, questa scelta di non-essere sta consumando Macron. Macron ha affermato di essere lui il baluardo dei populisti in Europa. Detto da un populista come lui fa sorridere. "Hanno ragione, sono il loro oppositore principale" ha detto Macron riferendosi a Salvini e Orban. "Non cederò niente ai nazionalisti e a coloro che difendono i discorsi di odio. Se vogliono vedere in me il loro oppositore principale, hanno ragione". Il problema di Macron è che nessuno lo vede, il suo progetto di Europa è naufragato di fronte al Nein della Germania, la Francia è una teiera che fischia. Così il presidente parla molto di politica internazionale per mettere una maschera ai suoi problemi in casa. Le dimissioni di Hulot parlano da sole, un ministro che lascia "per non mentire più a me stesso", cioè per chiuderla con il racconto di una cosa che non è e non c'è: il governo En Marche. Al limite, se c'è, è decisamente En Retromarche. Continua a leggere l'articolo su List.
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La contesa tra Italia e Francia - qualunque sia il segno del governo - si proietta sul Mediterraneo. La Francia non nasconde le sue ambizioni, l'Italia ha interessi importanti, Trump ha detto che gli Stati Uniti riconoscono il primato dell'Italia nel Nord Africa. Da quel momento non è successo più niente e Palazzo Chigi a rigor di logica dovrebbe trasformare le parole di Trump in politica estera concreta. Siamo arrivati in zona Libia.
05
Felix Libia. La battaglia di Tripoli
A Tripoli si combatte. Come in tutte le storie di guerra, c'è un momento di tregua dove si prova a spartire il potere. Cosèì il governo di Fayez al Serraj, dopo una battaglia che da lunedì scorso è costata 26 morti e 75 feriti pare abbia raggiunto un accordo con le milizie armate per una spartizione delle zone d'influenza tra le gang della capitale. Via Agi: "Lunedì, gli scontri tra le milizie note come Settima brigata e Forze di sicurezza centrale, entrambe provenienti dalla città di Tarhouna, contro le forze del governo di accordo nazionale libico avevano provocato almeno 9 morti e oltre 30 feriti, di cui 6 in condizioni gravissime. In seguito, il ministro dell'Interno, il generale di brigata Abdel Salam Ashour, aveva annunciato un accordo di cessate il fuoco con i gruppi armati, acquartierati nel sobborgo sud-orientale di Tripoli. Ieri, però, sono ripresi i combattimenti tra milizie rivali dopo una tregua durata poco più di 30 ore". La Libia non conosce pace dal 2011, sono trascorsi 7 anni dalla caduta del regime del Colonnello Gheddafi.
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Regimi che cadono, primavere (arabe) che in realtà sono lunghissimi inverni. E premi Nobel che svelano ben altra natura. Andiamo in Birmania.
06
Miti nella polvere. Aung San Suu Kyi
Aung San Suu Kyi, mito della libertà del popolo birmano, celebrata come una star del progresso in Occidente, insignita dei premi Rafto e Sakharov, medaglia d'oro del Congresso americano e naturalmente Premio Nobel per la pace nel 1991, è accusata di non essere neanche un po' degna di quei premi. Le accuse arrivano dall'Onu. L'Alto commissario per i diritti umani, Zeid Raad al Hussein ha detto alla Bbc che la leader politica "avrebbe dovuto dimettersi. Era nella posizione di fare qualcosa avrebbe potuto dimettersi o rimanere in silenzio, invece è stata la portavoce dei militari birmani" che hanno sterminato la minoranza musulmana Rohingya.
Prima di tutto il quadro politico dipinto dal report delle Nazioni Unite:
Dal 1962 il Myanmar è governato da una serie di regimi militari. Nel 2008, la nuova Costituzione è stata adottata e scritta dai militari per mantenere il loro ruolo dominante. È stato istituito un sistema di governo composto da militari e civili. L'esercito (noto come "Tatmadaw") nomina il 25 per cento dei seggi negli organi legislativi e seleziona i candidati per tre posti ministeriali chiave (difesa, frontiere)
Affari interni) e almeno uno dei due vicepresidenti. Ciò è sufficiente per controllare il Consiglio nazionale di sicurezza e di difesa e l'intero apparato di sicurezza, oltre a costituire un blocco sulle modifiche costituzionali. Il Tatmadaw ha il diritto di amministrare in modo indipendente e regola sui suoi affari senza controllo civile. Militari in servizio o ex militari occupano posti chiave in tutti i settori dell'amministrazione, nell'ambito della funzione pubblica, del sistema giudiziario, e in molte imprese di proprietà dello Stato. Nel 2010, il governo Thein Sein ha avviato riforme di ampia portata nella politica, ha liberalizzato l'economia, ma senza modificare la Costituzione. La Lega nazionale per la democrazia ha vinto le elezioni del novembre 2015 e il 31 marzo del 2016 è entrato in carica un governo guidato da tale partito
2016. Le sanzioni sono state abolite e gli investimenti esteri sono stati accolti con favore.
Viva la libertà. Risultato concreto? I militari hanno cominciato indisturbati la loro "pulizia etnica". Prima di tutto sul piano politico definendo chi può stare in Birmania con uno status legale e chi è considerato "straniero" nonostante sia da generazioni su quella terra. Dal 2011 gruppo dei nazionalisti buddisti rappresentati dal Bamar ha ingaggiato una furiosa lotta contro la minoranza musulmana dei Rohingya, de facto un gruppo che in Birmania non è considerato parte della nazione, senza diritti. Le stime delle operazioni militari contro questo gruppo sono da brividi: oltre 10 mila morti, quasi 800 mila sfollati in Bangladesh. I villaggi dove abitavano i Rohingya sono stati rasi al suolo. Cancellati. E tutto questo avveniva sotto lo sguardo di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace.
Ecco come descrive il comportamento della leader politica birmana il rapporto delle Nazioni Unite:
I poteri costituzionali delle autorità civili offrono scarse possibilità di controllo sulle azioni del Tatmadaw (i militari, ndr). Né vi è alcuna indicazione che essi abbiano partecipato direttamente a la pianificazione o all'attuazione di operazioni di sicurezza o che facessero parte della struttura di comando. Tuttavia, nulla indica che le autorità civili abbiano utilizzato i loro poteri limitati per influenzare la situazione nello Stato di Rakhine in cui sono stati commessi i crimini. Daw Aung San Suu Kyi, non ha utilizzato la sua posizione di fatto di capo del Governo, né la sua autorità morale, per arginare o prevenire gli eventi in corso, o cercare di percorsi alternativi per far fronte alla responsabilità di proteggere la popolazione civile. Al contrario, le autorità civili hanno diffuso false narrazioni, hanno negato le accuse contro il Tatmadaw, hanno bloccato le indagini indipendenti, compresa la commissione d'inchiesta, hanno distrutto delle prove. Con i loro atti e le loro omissioni, le autorità civili hanno contribuito alla commissione di crimini e atrocità.
Non c'è nient'altro da aggiungere. Il Premio Nobel per la Pace pare non possa essere revocato. Tra i premi, Aung San Suu Kyi, ha ricevuto nel 1994 la cittadinanza onoraria di Roma.
Anche questa non può essere revocata?
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Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Con un brillante tocco d'inchiostro di Guido Ciompi, si chiude in maniera circolare, ancora con la battaglia tra europeisti e sovranisti.
07
L'ariete
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fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.