31 Agosto
Fitch conferma il rating, ma l'outlook diventa negativo
Il giudizio dell'agenzia di rating. Fitch: grandi differenze tra Lega e Cinque Stelle sul programma, cresce il rischio di elezioni anticipate dal 2019. Istat: produzione nel II trimestre in decelerazione, mercato del lavoro piatto e crescita degli inattivi. Di Maio e Salvini scelgano: alimentare la spesa corrente o fare investimenti
AGGIORNAMENTO (ore 22.07). Fitch conferma il rating sull'Italia a BBB ma peggiora il giudizio sull'outlook da stabile a negativo. I rischi al ribasso per l'Italia sono aumentati dalla revisione dello scorso marzo. Fitch prevede un allentamento fiscale in Italia che renderebbe il già alto debito pubblico più esposto rispetto a potenziali shock. Il rapporto deficit/Pil è stimato da Fitch all'1,8 per cento, più alto di 0,2 punti rispetto alle previsioni del governo. La decisione di Fitch rispetta le previsioni degli analisti sul giudizio, chiaramente influenzato dall'incertezza sulla politica economica del governo. Questi sono i fattori presi in considerazione da Fitch:
Il punto chiave di tutta la valutazione di Fitch è ovviamente lo scenario politico mutato dopo il voto del 4 marzo. Ecco i punti chiave del report sulla parte politica:
- C'è un nuovo governo di coalizione che non ha precedenti, il governo "ha una natura nuova e non collaudata";
- Si attende un allentamento fiscale che può esporre il debito a potenziali shock;
- Sono aumentati i rischi di uno sforamento delle previsioni di bilancio;
- Ci sono "notevoli differenze politiche tra i partner della coalizione";
- Ci sono "incongruenze tra gli elevati costi di attuazione dei nuovi impegni stabiliti nel contratto di governo e l'obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico. Non è chiaro come saranno risolte queste tensioni politiche";
- È aumentato il rischio di "un'inversione delle riforme strutturali" con un conseguente "impatto negativo sui fondamentali del credito".
- Il recente "decreto dignità dovrebbe avere un effetto limitato sulle dinamiche del mercato del lavoro", ma una più ampia azione sulle "riforme strutturali del mercato del lavoro e del sistema pensionistico potrebbe avere un impatto moderatamente negativo sulla crescita e sulle finanze pubbliche a medio termine";
- "L'antipatia di parti del governo nei confronti dell'UE e dell'euro" è considerato "un ulteriore rischio di ribasso, anche se consideriamo bassa la probabilità che il governo...
AGGIORNAMENTO (ore 22.07). Fitch conferma il rating sull'Italia a BBB ma peggiora il giudizio sull'outlook da stabile a negativo. I rischi al ribasso per l'Italia sono aumentati dalla revisione dello scorso marzo. Fitch prevede un allentamento fiscale in Italia che renderebbe il già alto debito pubblico più esposto rispetto a potenziali shock. Il rapporto deficit/Pil è stimato da Fitch all'1,8 per cento, più alto di 0,2 punti rispetto alle previsioni del governo. La decisione di Fitch rispetta le previsioni degli analisti sul giudizio, chiaramente influenzato dall'incertezza sulla politica economica del governo. Questi sono i fattori presi in considerazione da Fitch:
Il punto chiave di tutta la valutazione di Fitch è ovviamente lo scenario politico mutato dopo il voto del 4 marzo. Ecco i punti chiave del report sulla parte politica:
- C'è un nuovo governo di coalizione che non ha precedenti, il governo "ha una natura nuova e non collaudata";
- Si attende un allentamento fiscale che può esporre il debito a potenziali shock;
- Sono aumentati i rischi di uno sforamento delle previsioni di bilancio;
- Ci sono "notevoli differenze politiche tra i partner della coalizione";
- Ci sono "incongruenze tra gli elevati costi di attuazione dei nuovi impegni stabiliti nel contratto di governo e l'obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico. Non è chiaro come saranno risolte queste tensioni politiche";
- È aumentato il rischio di "un'inversione delle riforme strutturali" con un conseguente "impatto negativo sui fondamentali del credito".
- Il recente "decreto dignità dovrebbe avere un effetto limitato sulle dinamiche del mercato del lavoro", ma una più ampia azione sulle "riforme strutturali del mercato del lavoro e del sistema pensionistico potrebbe avere un impatto moderatamente negativo sulla crescita e sulle finanze pubbliche a medio termine";
- "L'antipatia di parti del governo nei confronti dell'UE e dell'euro" è considerato "un ulteriore rischio di ribasso, anche se consideriamo bassa la probabilità che il governo porti avanti politiche che minacciano l'uscita definitiva o la creazione di una moneta parallela".
- "Questo rischio potrebbe contribuire a indebolire il sentiment degli investitori, a mantenere spread sovrani costantemente più elevati e a una maggiore volatilità del mercato dei capitali anche in assenza di nuovi sviluppi politici sostanziali in tale direzione";
- "I rischi di bilancio e di altra natura sono aggravati dal grado relativamente elevato di incertezza politica. Le marcate differenze ideologiche e politiche tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega rischiano di mettere a dura prova la coesione della coalizione, la loro ristretta maggioranza di 12 seggi al Senato potrebbe complicare il processo legislativo, e la Lega potrebbe prendere in considerazione la possibilità di riprendere il suo precedente accordo elettorale con Forza Italia e Fratelli d'Italia";
- Fitch non si attende una fine naturale della legislatura e vede "aumentare le possibilità di elezioni anticipate a partire dal 2019". Questo scenario dunque "renderà più difficile per entrambe le parti raggiungere compromessi che alienino le loro basi politiche", mentre "la realtà fiscale renderà difficile mantenere le promesse elettorali".
Tutte considerazioni non contestabili, sono ipotesi che stanno in piedi. Soprattutto in assenza di una linea chiara da parte di Palazzo Chigi. La reazione del governo al giudizio di Fitch è stata la seguente: "L'agenzia Fitch lascia invariato il suo rating sul debito italiano. Riteniamo questa valutazione ampiamente giustificata alla luce delle attuali condizioni della nostra economia. Siamo certi che ci saranno valutazioni integralmente positive, senza alcuna riserva, non appena questi impegni verranno ufficializzati nel documento del governo in preparazione". Il dato è che mancano i documenti del governo, il tempo corre veloce, il calendario non concede più tregua, mentre abbondano le dichiarazioni in libertà di esponenti dell'esecutivo, soprattutto quelle di chi non ha alcuna competenza sulla materia della politica di bilancio. In ogni caso, con Fitch poteva andare peggio. Il problema è che Moody's a ottobre avrà questo outlook negativo di Fitch come precedente e nello stesso tempo il governo per quella data dovrà avere un piano economico credibile. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
***
01
Il quadro globale dell'economia
Come si presenta il quadro globale dell'economia aggiornato ad agosto? Ecco un grafico di Moody's - tratto dall'ultimo report del 22 agosto 2018 - che ne traccia i confini e i possibili movimenti nei prossimi mesi:
La media di crescita della produzione dei paesi del G20 ad economia avanzata è del 2.2 per cento, l'Italia è il fanalino di coda con un 1.5 per cento e una prospettiva di deterioramento all'1 per cento.
02
Pil in rallentamento nel II trimestre
Prima di tutto, i numeri del Pil pubblicati oggi dall'Istat nel report sull'andamento dei conti economici trimestrali. Nel secondo trimestre del 2018 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente e dell'1,2 per cento nei confronti del secondo trimestre del 2017. È quanto rileva l'Istat spiegando che "la stima completa dei conti economici trimestrali conferma che nel secondo trimestre il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,2 per cento, con una decelerazione rispetto al ritmo registrato nei due trimestri precedenti".
Sono numeri ancora del governo Gentiloni. La curva del Pil sta diventando piatta. Abbiamo altri dati, sempre Istat, che aiutano a riflettere sullo scenario.
03
Mercato del lavoro piatto
Come va il mercato del lavoro? Conferma le tendenze che periodicamente analizziamo su List.
- Dopo il calo di giugno, la stima degli occupati a luglio 2018 registra ancora una lieve flessione (-0,1 per cento su base mensile, pari a -28 mila unità). Il tasso di occupazione rimane stabile al 58,7 per cento (una delle più alte di sempre)
- La diminuzione congiunturale dell’occupazione è interamente determinata dalla componente femminile e si concentra tra le persone di 15-49 anni, mentre risultano in aumento gli occupati ultracinquantenni. Nell’ultimo mese si registra una flessione per i dipendenti permanenti (-44 mila), mentre crescono in misura contenuta i dipendenti a termine e gli indipendenti (entrambi +8 mila).
- Dopo l’aumento del mese scorso, a luglio la stima delle persone in cerca di occupazione diminuisce del 4,0 per cento (-113 mila). Il calo della disoccupazione riguarda entrambi i generi e tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione scende al 10,4 per cento (-0,4 punti percentuali su base mensile); diminuisce anche quello giovanile che si attesta al 30,8 per cento (-1,0 punti).
- A fronte del calo degli occupati e dei disoccupati, a luglio si stima un aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,7 per cento, pari a +89 mila). L’aumento coinvolge le donne (+73 mila) e gli uomini (+16 mila) e si distribuisce tra i 15-49enni. Il tasso di inattività sale al 34,3 per cento (+0,3 punti percentuali).
Sintesi: il mercato è sostanzialmente flat, al grande calo dei disoccupati (-113 mila) fa da contraltare l'aumento degli inattivi (+89 mila), il tasso di inattività è siderale, oltre il 34 per cento; la forza lavoro in Italia è diminuita di altre 140 mila unità. L'elemento di prospettiva è il seguente: la popolazione sta invecchiando, esce dal mercato del lavoro, viene rimpiazzata in minima parte dai giovani, il mercato del lavoro è fermo.
04
Il governo vuole intestarsi la recessione?
Ci muoviamo in un territorio sconosciuto perché le strutture del mercato stanno rapidamente cambiando. Durante la riunione dei banchieri centralinel tradizionale forum di Jackson Hole organizzato dalla Federal Reserve di Kansas City si è discusso dell'Amazon effect sul movimento dei prezzi, il boom delle vendite online ha già cambiato la loro dinamica negli Stati Uniti e si sta cominciando a far sentire anche in Europa. Questo significa che gli strumenti e gli obiettivi della politica monetaria - che non è nella disponibilità degli Stati dell'Unione europea - sono anch'essi in mutamento e ricchi di incertezze per il futuro.
In questo quadro, l'Italia è un paese esportatore con i soliti vecchi problemi di domanda interna, occupazione, produttività, debito pubblico. La domanda chiave del governo giallo-verde dovrebbe essere questa: lasciare la politica economica immutata e rischiare di scivolare verso la recessione o cambiare tutto - prendendo qualche rischio ponderato - e provare a crescere?
Le chiacchiere del bar della politica non hanno chiarito lo scenario. Anche oggi sulle pagine cimiteriali dei quotidiani leggiamo che Di Maio e soci vogliono il reddito di cittadinanza e per farlo chiedono di arrivare al 2.9 per cento nel rapporto tra deficit e pil. Il reddito di cittadinanza non è un investimento, non è destinato a far salire la produzione. Con quell'idea, il partito di Di Maio farà propaganda nel deserto della produzione. Torna la domanda: il governo vuole intestarsi la recessione?
Il dibattito pubblico sul tema non esiste o, meglio, è monocorde: la gran parte degli economisti che scrivono sui giornali sostiene che bisogna continuare a percorrere la strada nota, quella del governo Gentiloni e di chi lo ha preceduto. Un cammino che di questo passo conduce inevitabilmente prima a una crescita bassa e poi alla recessione che viene pagata dalle classi più povere e dalle imprese che dipendono dalla domanda interna. La politica economica del governo Gentiloni non è stata un boom, ma il cammino di una lumaca al traino di un ciclo economico di forte espansione.
05
De Grauwe. I limiti del mercato
Al fine di arricchire il dibattito, non chiuderlo nel recinto dei soliti noti che dicono le solite cose dopo aver fallito l'aggancio con la realtà - The Economist: "L'eredità della crisi finanziaria del 2007-08 rimane forte: l'economia greca è inferiore del 24 per cento rispetto al 2007 e l'economia italiana del 4 per cento più piccola" - il titolare segnala un libro pubblicato dal Mulino intitolato "I limiti del mercato", l'autore è Paul De Grauwe, un economista belga, docente della London School of Economics.
Il libro è una formidabile critica al mercato, all'Euro, alla sua divinizzazione, e un ritorno al principio che "se quel che conta è la prosperità delle persone, il mercato e lo Stato, eterni poli tra cui oscilla l'economia, non sono altro che strumenti per raggiungere quell'obiettivo e a nulla valgono le prese di posizione ideologiche". A differenza di molti suoi colleghi che camminano sulla luna e non si sono mai "sporcati le mani" con il mondo reale, De Grauwe si è impegnato anche in politica, è stato membro del Parlamento del Belgio, consulente economico della Commissione europea, sa bene che le teorie hanno poi una ricaduta sulla vita quotidiana delle persone. Altro elemento fondamentale della biografia di questo autore, è il suo percorso intellettuale da supporter della globalizzazione e del mercato senza Stato a sostenitore della regolazione, del temperamento e della limitazione del capitalismo. L'evento che ha cambiato la sua visione? Gli effetti della crisi finanziaria del 2008 sulle imprese e le famiglie. Il mercato che si scontra con i suoi limiti. Un crash devastante.
De Grauwe mette - come i premi Nobel per l'economia Friedman, Mirrless, Pissarides, Stiglitz, Krugman, Sen e altri economisti non allineati - in discussione l'architettura dell'Euro:
La creazione dell'Eurozona ha portato a un enorme spostamento nel potere relativo di governi nazionali e mercati finanziari. Ha gravemente indebolito questi Stati di fronte ai mercati finanziari, portando così a una pericolosa supremazia di questi ultimi.
Quel che colpisce nel libro di De Grawe è che in tutti i capitoli emerge uno scenario in cui i poveri perdono sempre e restano poveri sempre:
Una porzione sempre crescente dei redditi più alti va ai rentier, cioè a chi possiede capitali.
In base alla "teoria dello sgocciolamento" - trickle down - i poveri di un paese traggono beneficio dalle iniziative economiche di quei pochi che accumulano grandi fortune. I ricchi dovrebbero essere quindi coccolati e protetti, per il bene di tutti. Dopo la Grande Depressione questa teoria venne rigettata.
La crisi del 1929 e le successive non hanno fermato la tendenza all'accumulazione di ricchezza in mani di pochi, il risultato paradossale è che stanno bene solo coloro che hanno acquisito una rendita. Siamo tornati ai tempi e agli scenari raccontati magistralmente da Balzac e Austen, una società chiusa:
Al tempo di Honorè de Balzac e di Jane Austen, i giovani ambiziosi che volevano diventare ricchi facevano meglio a guardarsi intorno alla ricerca di coniugi danarosi piuttosto che lavorare sodo. Questo perché con l'impegno nel lavoro si otteneva ben poco rispetto a quello che era possibile raggiungere attraverso un buon matrimonio.
L'Italia è in questa condizione. Rentier, oligopolisti privati che succhiano il latte dallo Stato (vedere il caso Autostrade), eccezionali imprenditori che hanno trovato il mercato all'estero, professionisti e partite Iva che soffrono, una classe media che scivola verso la povertà e un popolo degli abissi - i poveri - al quale non è rimasto altro che l'urlo strozzato in gola, il voto.
06
Governi tecnici? Non siamo nel 2011
L'Italia ha bisogno di investimenti e grandi opere per invertire un ciclo economico altrimenti destinato a una decrescita infelice. Cosa accadrà quando questo ciclo entrerà - e ci sono come abbiamo visto i segnali di un rallentamento - in pieno sboom?
Il nostro Paese si trova, ancora una volta, al centro del Maelstroem, ma con uno scenario totalmente diverso rispetto a quello di Eurocrisi del 2011: al potere c'è il primo governo populista di un'economia avanzata d'Europa, l'export italiano va molto bene, le altre economie europee segnano una robusta crescita. Non c'è una crisi di tutti, c'è un Paese - l'Italia - che ha votato il 4 marzo scorso forze politiche si staccano nettamente dalla tradizione dei partiti popolari europei che avevano guidato la danza fino all'altro ieri, un elettorato che ha chiesto con lo strumento del voto un cambio di rotta. Quel voto ha bocciato le politiche del passato (vedere le statistiche per rendersi conto delle buone ragioni dell'elettore) e innescato un cambiamento. Può piacere o meno, ma questa è la democrazia.
Chi afferma che le agenzie di rating contano più del voto, non ha compreso la gravità dello scenario sociale e rischia una doccia fredda quando le pietre rotoleranno a valle. I sostenitori del tanto peggio tanto meglio, del commissariamento, del governo tecnico (non siamo nel 2011, è improponibile in questo scenario) si sveglieranno, ancora una volta, di fronte un quadro che non avevano previsto, un ritorno alle urne e una vittoria ancora più grande di quello che per loro è il nemico. La cura non è il sottosopra tecnocratico. A una crisi politica si risponde con la politica. Il tema italiano non è quello di Lega e Cinque Stelle, strumenti e intermediari del consenso, ma di cosa pensa l'uomo della strada. C'è una colossale distanza tra quello che professano le presunte classi colte sui giornali che non legge più nessuno e quello che prova il padre di famiglia che non ce la fa più a tirare su i figli. La cura è nel lavoro, nel reddito e nell'istruzione.
07
RadioList. Populisti e anti-populisti
È uno scenario su cui il titolare di List e Giovanni Orsina hanno cercato di fare chiarezza su RadioList. Nessuno sconto alle forze di governo, nessuna pietà su chi ha governato in passato, una critica dura all'ennesimo tradimento dei chierici, gli intellettuali che non si sforzano di fare analisi e accecati dal pregiudizio finiscono per essere profondamente uguali ai populisti.
Populisti e anti-populisti. Hanno tutti grandi responsabilità, l'imbarbarimento del dibattito pubblico è un cattivo segnale. Nessuno può permettersi di essere "irresponsabile", sia maggioranza o opposizione. E questo vale anche per i cittadini italiani, non c'è alcuna zona verde, non ci sono aree dove qualcuno può lavarsene le mani. L'arroganza dei rentier, la cecità degli ignoranti, il luogocomunismo delle classi in progress, le stupidaggini degli autarchici, la boria di chi ha un posto al sole, conduce al disastro collettivo.
L'attuale esecutivo è a un bivio, è di fronte alla prova di maturità: deve presentare un bilancio pubblico che non è il già noto tran tran tra l'Italia e Bruxelles, ma un provvedimento figlio di una visione economica complessiva che tenga conto degli elementi di scenario che abbiamo sinteticamente messo nero su bianco.
Di Maio e Salvini devono scegliere tra due politiche che conducono a diversi esiti: alimentare la spesa corrente o fare investimenti, essere assistiti o avere un posto di lavoro. Le prime scelte sono la palude, le seconde guardano al futuro.
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2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.