10 Settembre
Lavori populisti in corso
La destra nazionalista in Svezia non esisteva fino al 2010 oggi è il terzo partito e ha spezzato il bipolarismo del paese. Uno scenario simile a quello dell'Italia 2013. Il declino dei partiti socialdemocratici, l'incapacità di autoriforma del Pd. Uno scenario da Wilma, passami la clava
Prima di tutto, il punto di caduta finale (per ora) delle elezioni in Svezia. Sono in pieno dramma "Italia 2013": non c'è la maggioranza e non sanno che governo fare, con il terzo incomodo (la destra dei Democratici) che sta alla finestra:
Questa è la logica delle coalizioni, ma il quadro è destinato a scomporsi. E alla Radio Svedese il leader dei Democratici, Jimmie Åkesson, ha detto che è pronto a parlare con tutti. Insomma, vogliono influenzare il governo. Che cosa accadrà? Il quadro parlamentare è questo, proiezione di YouTrend:
I Socialdemocratici fanno il peggior risultato della loro storia, così pure l'intero blocco della sinistra, raggiunto da quello di centrodestra. Il dato di sistema - quello che conta - è che le due coalizioni tradizionali sono azzoppate. Il bipolarismo svedese è stato spezzato dal terzo soggetto che non t'aspetti (in realtà era previsto e da lunga data ormai). Le coalizioni possono scomporsi e si lavora di fantasia, oppure collaborare in un governo di larghe intese. I Democratici sono in una comoda posizione da predatore in attesa: possono monopolizzare l'opposizione (rendita assicurata) o influenzare il governo se trovano la porta aperta a destra. Un quadro simile a quello dell'Italia nel 2013, con un partito outsider che era ben più forte dei nazionalisti svedesi. Il Movimento Cinque Stelle allora scelse la traversata solitaria. Il 4 marzo 2018 ha vinto.
01
L'ascesa silenziosa della destra in Svezia
Scenario prevedibile? In parte sì. C'è un deficit di cultura e analisi che fa cascare le braccia, riguarda i politici e gli intellettuali che non applicano strumenti di scenario e dimenticano la legge ferrea della longue durée. Matthew Goodwin, un accademico inglese di cui è in uscita in ottobre un libro che s'annuncia importante - National Populism - piazza il punto facilmente con uno smash:
La destra nazionalista in Svezia negli anni Novanta...
Prima di tutto, il punto di caduta finale (per ora) delle elezioni in Svezia. Sono in pieno dramma "Italia 2013": non c'è la maggioranza e non sanno che governo fare, con il terzo incomodo (la destra dei Democratici) che sta alla finestra:
Questa è la logica delle coalizioni, ma il quadro è destinato a scomporsi. E alla Radio Svedese il leader dei Democratici, Jimmie Åkesson, ha detto che è pronto a parlare con tutti. Insomma, vogliono influenzare il governo. Che cosa accadrà? Il quadro parlamentare è questo, proiezione di YouTrend:
I Socialdemocratici fanno il peggior risultato della loro storia, così pure l'intero blocco della sinistra, raggiunto da quello di centrodestra. Il dato di sistema - quello che conta - è che le due coalizioni tradizionali sono azzoppate. Il bipolarismo svedese è stato spezzato dal terzo soggetto che non t'aspetti (in realtà era previsto e da lunga data ormai). Le coalizioni possono scomporsi e si lavora di fantasia, oppure collaborare in un governo di larghe intese. I Democratici sono in una comoda posizione da predatore in attesa: possono monopolizzare l'opposizione (rendita assicurata) o influenzare il governo se trovano la porta aperta a destra. Un quadro simile a quello dell'Italia nel 2013, con un partito outsider che era ben più forte dei nazionalisti svedesi. Il Movimento Cinque Stelle allora scelse la traversata solitaria. Il 4 marzo 2018 ha vinto.
01
L'ascesa silenziosa della destra in Svezia
Scenario prevedibile? In parte sì. C'è un deficit di cultura e analisi che fa cascare le braccia, riguarda i politici e gli intellettuali che non applicano strumenti di scenario e dimenticano la legge ferrea della longue durée. Matthew Goodwin, un accademico inglese di cui è in uscita in ottobre un libro che s'annuncia importante - National Populism - piazza il punto facilmente con uno smash:
La destra nazionalista in Svezia negli anni Novanta non esisteva, è rimasta sommersa fino al 2006, poi nel 2010 emerge come un fiume carsico. Segnali di vita dalla socialdemocrazia svedese? Zero. Hanno continuato come se nulla fosse, finché improvvisamente hanno iniziato a frenare - troppo tardi - la politica dell'immigrazione. Resta il dilemma, che fare con questi partiti? Esistono, sono presenti in massa nei parlamenti, la scelta di isolarli ha condotto solo a una loro costante crescita.
02
Delusione nel partito del crac. Spread ancora giù
Nonostante l'Italia sia stata il laboratorio, l'officina di questo fenomeno, la sinistra in cerca d'autore dalle nostre parti non ha ancora compreso che lo scenario è una valanga e la sua reversibilità appare - almeno da noi - come una missione impossibile. Non si ferma con operazioni di maquillage o riponendo le speranze nello spread, tra l'altro per ora molto vane, lo stamattina il differenziale tra Btp e Bund è a quota 234 punti:
Per risolvere un problema politico serve una soluzione politica, non un'arma di distrazione di massa o un intervento esterno al sistema politico (magistratura, mercati, etc.). Nel caso dei partiti tradizionali si tratta di aggiornare il software e l'hardware. Programmi, idee, linguaggio e leadership consumate (compresa quella di Matteo Renzi) non funzioneranno perché il mondo là fuori è mutato. I partiti socialdemocratici sono in declino da decenni, guardate qui. Di fronte a un simile paesaggio, si evocano i troll russi, le fake news, qualsiasi cosa pur di non mettersi di fronte allo specchio e partire dai propri errori.
03
Il populismo e il Ppc italiano
Il Ppc è un partito nato dalla ceneri del Pci, del Pds, dei Ds e del già zombificato ma non ancora sepolto Pd. Il Ppc rispetto ai modelli precedenti ha migliorato in maniera esponenziale la funzione di allontanamento dalle masse. La sigla è l'acronimo di "Progressisti presunti colti", il partito ha cominciato ad aggregarsi dopo il voto italiano del 4 marzo in forme di gloriosa resistenza attiva (twittano) e passiva (lamenti in salotto), i fondatori appartengono a una auto-battezzata classe sociale dei "competenti" che ha come programma l'annullamento della democrazia attraverso un algoritmo che sceglie chi è intelligente e può votare. Chi non rientra nei parametri di questa selezione, non vota e viene rinchiuso a guardare tutta la vita Super Quark e i monologhi di Saviano. Non c'è ancora un comitato dei saggi dei competenti, devono mettersi d'accordo a colpi di tweet su chi è il più competente tra loro. Non fatevi ingannare, nonostante il cripto-totalitarismo del loro pensiero, loro si dicono - e si credono - gli unici democratici e liberali.
Il Ppc per programma e risoluzione strategica parla solo agli intelligenti, cioè tutti quelli che non votano Cinque Stelle e Lega, circa il 60 per cento degli italiani. L'altro 40 per cento, si sa, vota Renzi. Egli ancora sbandiera il numero per le contrade: il mio 40 per cento. Puf! Svanito, ma l'importante oggi è essere sui social, stare dentro la bolla, che bello, parlarsi addosso e credere che solo quello sia il mondo reale. Nel frattempo Di Maio e Salvini diventano cernobbianti, il salotto, mon dieu, comincia la sua camaleontica fase di affiliazione ma non troppo, che cominci il trading di Stato.
I competenti elaborano, ruminano idee, hanno il cervello surriscaldato a forza di pensare. Ieri hanno deciso che in Svezia - nonostante la sinistra sia al minimo storico, sia stata raggiunta dal centrodestra e non ci sia una maggioranza in Parlamento - il voto è andato alla grande per le sorti del progresso. La destra avanza, i nazionalisti (che là si chiamano forse non a caso Democratici) sono il terzo partito del Paese, ma questo è un dettaglio perché "non hanno sfondato" (titolo del Corriere della Sera). No, in effetti hanno solo mandato in pezzi il quadro politico del più avanzato sistema socialdemocratico del mondo, ma non ci si può lamentare, vinceremo, cinguettano. Perfino Gentiloni spappagalla la novella:
Il Ppc organizzato in falangi twittarole non si cura dei fatti, è un partito che ha un preciso obiettivo: auto-assolversi e indottrinare le masse, cribbio. Le indottrina talmente bene che le masse sono scomparse. Gli esponenti dell'ultima leva di questo partito cool, non hanno mai letto Herbert Marcuse (vecchia scuola, direzione Francoforte), dunque non sanno che gli "estremi si toccano" e finiscono per somigliare, nell'incedere e nell'eccedere, all'avversario che odiano: i populisti.
Populista. L'ultima frontiera dell'offesa, roba da sfidarsi a duello con la spada. Non sanno che quella parola, "populista", ha nobili origini russe, narodničestvo, nasce nei circoli politico-letterari dei rivoluzionari anti-zaristi dell’Ottocento, la radice è narod, popolo. Ha natali socialisti, il populismo, l'esatto contrario del significato che le viene attribuito oggi, segno che le classi colte hanno un coperchio buono (il populismo) per tutte le pentole, ma mancano di rudimenti di etimologia e storia della politica. In compenso, pare sappiano tutto di economia. Eppure, con il loro metodo infallibile di crescita economica, leva finanziaria e trasformazione del capitalismo in rendita, sono riusciti a creare la più grande crisi economica dopo quella del 1929. Mefistofele, Faust, Goethe. Tranquilli, ogni tanto lo citano, ma non l'hanno mai letto. Non perdiamoci nei dettagli, per carità.
Il Ppc è una struttura mediana, come dicevamo. Al vertice ci sono "i competenti" e alla base "i cosmopoliti". Questa categoria costituisce il "pacchetto di mischia" del Ppc dal quale di volta in volta il vertice coopta degli elementi da arruolare nei "competenti". Il più acuto osservatore dei comportamenti del "cosmopolita" è Roberto Calasso che nel suo ultimo libro, "L'innominabile attuale", dà una sulfurea descrizione di questo "turista" dei luoghi e delle idee:
Col tempo (…) si è venuta ad affermare l'idea che il turista sia il cittadino di uno Stato composto da innumerevoli enclave incuneate in altrettanti Stati, dove finalmente gli abitanti sono sottratti allo shock permanente dell'estraneità, chiudendosi in compound e resort. Là, anche se incontreranno persone di altre nazioni, le considereranno innanzitutto come appartenenti ad una vasta entità turistica sovranazionale, a cui loro stessi sanno di appartenere. Tutto questo ha molto a che fare con il formarsi di una categoria che ha finito per imporsi come normale. È la categoria della bigotteria planetaria, controparte di ogni fondamentalismo.
Il "turista" non si interroga sul significato ad alto voltaggio del voto in Svezia, non si preoccupa del prossimo voto in Baviera, non guarda i sondaggi che dicono che i nazionalisti di AfD nell'Est della Germania hanno superato la Cdu di Angela Merkel e, ça va sans dire, liquida come frutto marcio del bifolco il voto del 4 marzo in Italia.
Il turista non legge, guarda, il turista non si immerge, surfa, il turista non viaggia, passa. Consuma le sue ore in alberghi e resort (tutti uguali), conosce ogni segreto dei duty free (tutti uguali), accumula miglia nella sua carta rigorosamente in black (il nero è oggi il simbolo dell'opulenza nel portafoglio), consuma pasti e beve vini (tutti uguali), ha case piene di riviste d'arredamento e libri d'arte mai sfogliati (tutti uguali). Se chiedete loro cosa significhi nella pittura (di cui egli si sente conoscitore par défaut) la scomposizione del cubismo, penseranno a qualcosa che il gestore del fondo di investimento non gli ha ancora rivelato.
Il cosmopolita si alza al mattino come il giovin signore di Giuseppe Parini, vive in una bolla:
Signore, il tuo mattin. Tu col cadente
Sol non sedesti a parca mensa, e al lume
dell’incerto crepuscolo non gisti
jeri a corcarti in male agiate piume,
come dannato è a far l’umile vulgo.
Adagiati in una dimensione bucolico-metropolitana, i competenti e i turisti attendono che i loro messaggi millenaristici si trasformino in... non si sa bene cosa, forse un ritorno a ieri, quando tutto, si sa, andava benissimo.
Il Ppc nel frattempo parla su Twitter mentre nella realtà è invischiato in una seriale lotta fratricida dove l'apparato vecchio-nuovo lotta per la sua sopravvivenza. Nessuno ha sulla parete un ritratto di Gramsci - troppo vecchio e colto - né di Togliatti - troppo compromesso - non tira più neanche Tony Blair, signora mia. E Renzi gira filmini. Ah, su una mensola c'è il santino con il lumicino della ragione francese, Macron! Le President ha chiesto al Ppe di tagliare di netto il legame con l'ungherese Orban. Dal Ppe di scuola razionalista tedesca hanno risposto peperepè! Reazioni? Discussioni? Aperture e chiusure? Silenzio. Un tempo parlava almeno Agnesi.
Eppure il Ppc non fa mistero di voler fare campagna europea con Macron. Sicuro? Sicuro? (refrain della campagna elettorale di Renzi) Alt, oggi Paolo Mieli sul Corriere, ecco, ne dà conto. La discussione è liquidata così, il tema ha il suo svolgimento, infiocchettate tutto e smettetela di épater la bourgeoisie.
Tra i competenti e i cosmopoliti d'altronde non è emersa una tesi, un'antitesi, una sintesi. Hegel, figuriamoci, troppa grazia e poi fu per soprammercato l'ultimo album di Lucio Battisti:
Quando tutto è perduto non resta che la cenere e l'amore;
e lei nel suo bel nome era una Jena.
Chi di noi il governato e chi il governatore
son fatti che attengono alla storia.
Chi fosse la provincia e chi l'impero
non è il punto:
il punto era l'incendio.
Erano gli esercizi obbligatori estetici,
le occhiate di traverso, e tu guardavi indietro;
c'eravamo capiti, capiti all'inverso.
Ci diventammo leciti per questo.
D'altronde, d'altro canto.
A volte essere nemici facilita.
Piacersi è così inutile.
Capirsi all'inverso. Viviamo tempi hegeliani. Forse troppo.
04
RadioList. Due analisi sul voto in Svezia
La prima analisi è di Lorenzo Castellani, ricercatore della Luiss e collaboratore di List:
***
La seconda analisi è di Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend:
Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Che cosa è tutto questo? Possiamo chiamarla "rivoluzione"? Sì, a patto che la rivoluzione sia studiata e non declamata senza capire di cosa parliamo. Marco Gervasoni ha cominciato un'indagine sulla rivoluzione populista. Questa è la prima puntata. Si comincia dalla domanda di Lenin: che fare?
05
Note sulla rivoluzione populista (si parte da Lenin)
di Marco Gervasoni
"Ops… I dit it again". Ma sì, questi i versi di una vecchia canzone di Britney Spears che tutti gli analisti che nulla analizzano mettono in bocca a Salvini. Ma come, non eri diventato "responsabile", quasi competente? Non avevi incontrato Blair, il simbolo dell’establishment "liberale globalista open society?". Invece l’hai fatto di nuovo. Questi attacchi alla magistratura, non sono bon ton. Hai ricominciato a sudare, Salvini, e i referenti dei nostri analisti non amano chi suda. Poi però a Cernobbio ti sei rimesso la giacca. Salvini, who are you? Questo vale per Salvini ma chissà, quando leggerete questo pezzo, magari sarà Di Maio a essere ritornato "populista "
Ho l’impressione che finché non riusciranno a capire e a inquadrare ciò che muove le due forze politiche, Lega e Movimento Cinque Stelle, non solo gli analisti, quelli che in romanesco "ci sono" e quelli che "ci fanno", ma anche coloro che si sforzano davvero di interpretare il presente saranno continuamente spiazzati, e costretti nei giorni pari ad ammettere che i ragazzi hanno messo la testa a posto e in quelli dispari che invece sono i soliti inaffidabili. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Con gli Antenati. I lettori di List sanno che qui amiamo le avventure di Fred, Barney e Wilma. I Flinstones, all'italiana, nella cover dello Spectator.
06
Wilma, passami la clava
Ne aspettiamo una con il tosaerba. Sì, tornerà presto anche quello. Nel prossimo Sottosopra.
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attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.