11 Settembre
Bannon, America First e l'internazionale populista
Un progetto internazionale dei sovranisti sembra una contraddizione, ma hanno un obiettivo comune semplice e efficace: abbattere il muro di Bruxelles. Idee e progetti di The Movement e di Steve Bannon. I libri, la biografia, gli alleati, la partita del voto per il controllo di Bruxelles tra sovranisti e europeisti
Esiste l'internazionale sovranista? Si può mettere insieme America First e la galassia di sigle dei nazionalisti europei? Non c'è l'organizzazione, non c'è un forum di consultazione permanente, ma questo è un dettaglio perché viviamo in un tempo liquido e polverizzato, compresso e accelerato in cui le strutture seguono e non precedono le idee e i movimenti che le sostengono. Un tempo si diceva che "i partiti organizzano il consenso", oggi lo seguono. Non fanno l'opinione, sono follower di una massa fluida e militante - decentralizzata - e la loro non-esistenza materiale novecentesca è sostituita da comitati che si costituiscono per centrare un obiettivo elettorale.
Il voto in Svezia ha spezzato un bipolarismo che sembrava inossidabile, nel giro di pochi anni nel paese che è sempre stato la guida della socialdemocrazia e delle riforme, è nato un terzo partito e "il mito" svedese è crollato. A Stoccolma hanno un problema di governo, non c'è una maggioranza, sono piombati in uno scenario simile a quello dell'Italia nel 2013.
Il prossimo test sarà quello delle elezioni in Baviera, la regione chiave della Germania, quella dove il partito regnante da sempre, la CSU, sarà sempre primo, ma con la destra nazionalista di AfD lanciata in corsa. L'inizio della fine di un monopolio politico. A Monaco come a Berlino.
Il voto in Svezia ha spezzato un bipolarismo che sembrava inossidabile. Il prossimo test sarà quello delle elezioni in Baviera, la regione chiave della Germania.
In Europa è in corso da tempo una riscrittura della mappa politica: partiti che non fanno parte delle tradizionali famiglie ideologiche del Novecento - i Volkspartei, i partiti popolari che hanno fatto la storia dei paesi del Vecchio Continente, oggi rappresentati dai gruppi parlamentari del Pse e del Ppe - veicolano un messaggio e un obiettivo comune: abbattere il muro di Bruxelles. ...
Esiste l'internazionale sovranista? Si può mettere insieme America First e la galassia di sigle dei nazionalisti europei? Non c'è l'organizzazione, non c'è un forum di consultazione permanente, ma questo è un dettaglio perché viviamo in un tempo liquido e polverizzato, compresso e accelerato in cui le strutture seguono e non precedono le idee e i movimenti che le sostengono. Un tempo si diceva che "i partiti organizzano il consenso", oggi lo seguono. Non fanno l'opinione, sono follower di una massa fluida e militante - decentralizzata - e la loro non-esistenza materiale novecentesca è sostituita da comitati che si costituiscono per centrare un obiettivo elettorale.
Il voto in Svezia ha spezzato un bipolarismo che sembrava inossidabile, nel giro di pochi anni nel paese che è sempre stato la guida della socialdemocrazia e delle riforme, è nato un terzo partito e "il mito" svedese è crollato. A Stoccolma hanno un problema di governo, non c'è una maggioranza, sono piombati in uno scenario simile a quello dell'Italia nel 2013.
Il prossimo test sarà quello delle elezioni in Baviera, la regione chiave della Germania, quella dove il partito regnante da sempre, la CSU, sarà sempre primo, ma con la destra nazionalista di AfD lanciata in corsa. L'inizio della fine di un monopolio politico. A Monaco come a Berlino.
Il voto in Svezia ha spezzato un bipolarismo che sembrava inossidabile. Il prossimo test sarà quello delle elezioni in Baviera, la regione chiave della Germania.
In Europa è in corso da tempo una riscrittura della mappa politica: partiti che non fanno parte delle tradizionali famiglie ideologiche del Novecento - i Volkspartei, i partiti popolari che hanno fatto la storia dei paesi del Vecchio Continente, oggi rappresentati dai gruppi parlamentari del Pse e del Ppe - veicolano un messaggio e un obiettivo comune: abbattere il muro di Bruxelles.
È un obiettivo sufficiente a tenere insieme realtà nazionali che sulla politica comune europea oggi sono in palese conflitto? Sì, perché come ha detto il Presidente Sergio Mattarella nel suo messaggio al Forum di Cernobbio "la posta in gioco è molto alta", il controllo dell'organo legislativo - il Parlamento - e dell'organo esecutivo - la Commissione - a Bruxelles. Assaltare le mura, far cadere la Bastiglia. Ogni rivoluzione ha un simbolo da ridurre in macerie.
Steve Bannon pensa che l'Europa sia sulla via di quello che lui chiama "tectonic shift", un terremoto, uno spostamento netto delle forze sulla mappa politica. Da tempo Bannon lavora alla seconda fase del suo progetto: il rovesciamento dell'asse di potere in Europa. Il primo stadio fu quello dell'elezione di Donald Trump in America, ora tocca all'Unione europea.
Trump nella visione di Bannon non è la causa, è l'effetto. La sua ascesa alla Casa Bianca è figlia di forze storiche che si sono riattivate in un movimento ciclico della storia. Su Foreign Affairs il politologo Walter Russell Mead un anno fa definì questo passaggio della contemporaneità come "la rivolta jacksoniana", riprendendo una delle figure anti-establishment più importanti della storia americana, il presidente Andrew Jackson.
I cicli della storia. Tra gli intellettuali repubblicani dell'era Trump, nella biblioteca di Steve Bannon, c'è un libro notevole, l'opera di due storici poliedrici, William Strauss e Neil Howe, scritta nel 1997, si intitola, The Fourth Turning. Il sottotitolo è emblematico: “An American Prophecy”. Cosa dice? Che la storia è inverno, primavera, estate autunno. Stagioni. Quattro momenti identificati per gli Stati Uniti in “High” (elevato, grande), “Awakening” (il risveglio), “Unraveling” (disfarsi, distruggere) e “Crisis” (la crisi). Secondo questo schema la storia si ripete in cicli di 80-100 anni e oggi gli Stati Uniti sono nel pieno di un loro inverno, nell’occhio del ciclone, la crisi. Trump è la risposta? Arriverà la primavera? Non lo sappiamo, potrebbe cadere tutto, l’America è in una sorta di guerra civile strisciante, il New York Times che pubblica un commento di un anonimo funzionario della Casa Bianca ha rinvigorito la campagna di Trump contro "il governo invisibile", uno dei punti chiave della campagna di Bannon e delle analisi di Kellyanne Conway, l'altra stratega elettorale di The Donald, oggi consigliera del Presidente alla Casa Bianca.
Secondo William Strauss e Neil Howe la storia si ripete in cicli di 80-100 anni e oggi gli Stati Uniti sono nel pieno di un loro inverno, nell’occhio del ciclone, la crisi. Trump è la risposta?
Il giornali mainstream descrivono Bannon (e tutto il suo giro) come un personaggio di dubbie qualità intellettuali, un propagandista del soviet trumpiano con le camicie da ranch, un manipolatore di dati online, un diffusore a getto continuo di fake news. È un film già visto, se sono democratici sono eleganti e raffinati, se sono repubblicani, scatta il ciclostile del giornalismo collettivo e Bannon diventa un cow-boy che sifona i dati da Facebook. È questo l'errore più grande che continuano a commettere i salotti editoriali e l'establishment che rappresentano: Bannon è un uomo colto, un attento osservatore della storia, un concreto costruttore di immaginario. La sua poliedrica biografia dovrebbe consigliare prudenza nel giudicarlo e innescare invece una grande curiosità: percorso accademico vario (Virginia Tech, Georgetown University, Harvard Business School), finanziario (banchiere di investimento a Goldman Sachs), militare (sette anni da ufficiale di marina in servizio su un cacciatorpediniere), hollywoodiano (regista, produttore cinematografico), editoriale (animatore di Breitbart News), strategico (uomo americano dentro Cambridge Analityca).
La sua uscita dalla Casa Bianca fu preceduta da un colpo di cannone, un'intervista di Bannon a The American Prospect concessa alla penna del "nemico", Robert Kuttner, un capolavoro pirotecnico: "Siamo in guerra con la Cina. La guerra con la Cina è tutto. Rischiamo una guerra nucleare con la Corea del Nord. Non c'è alcuna soluzione militare con i coreani. Ogni giorno combatto dentro la Casa Bianca". Gong. Bannon esce. E comincia a fare campagna elettorale pro (e contro) i candidati di Trump negli Stati americani. Ora nel suo cannocchiale c'è l'Europa, the Old Lady. Uno così, non lo liquidi in due battute con la boria tipografica di giornale di carta che non legge più nessuno.
L'uscita di Bannon dalla Casa Bianca fu preceduta da un colpo di cannone, un'intervista di Bannon a The American Prospect concessa alla penna del "nemico".
Un cronista del New York Times alla fine del dicembre 2016 lo incrociò all'aeroporto, Bannon sottobraccio aveva un libro su Kennedy e il fallimento della guerra in Vietnam: "The Best and the Brightest", di David Halberstam, pubblicato nel 1972. Halberstam era un principe del giornalismo americano, una penna non convenzionale e non allineata, scrisse dopo 4 anni di lavoro da cronista che si fa storico sforna dalla tipografia il miglior libro mai pubblicato sulla guerra in Vietnam, gli errori dell'amministrazione Kennedy celebrata nel mito ma disastrosa nella realtà. Il mito di Camelot non è mai esistito. C'era invece un'amministrazione piena di intelligenza teorica e vuota di saggezza pratica.
Nelle memorie di James "Scotty" Reston, figlio di una famiglia povera emigrata dalla Scozia in America nel 1920, un mito del giornalismo americano, troviamo il motivo che innescò la catena tragica di errori di Kennedy e dei suoi consiglieri sulla guerra in Vietnam. Subito dopo aver incontrato uno spigoloso Nikita Krushev a Vienna (gli Stati Uniti avevano fallito nell'aprile del 1961 il blitz alla Baia dei Porci a Cuba), Kennedy decise di aumentare le pressioni e il personale presente in Vietnam al fianco del governo. L'incontro con Krushev a quanto pare lo scosse al punto da fargli dire a Reston: "Abbiamo un problema: rendere credibile la nostra potenza. Il Vietnam è il posto giusto per dimostrarlo". Quell'impulso primitivo di Kennedy fu il pulsante che fece partire la guerra e la più grande sconfitta militare degli Stati Uniti con oltre 58 mila morti, giovani americani spediti nella giungla a combattere le ombre dei Viet Cong.
A cosa serve citare un libro sulla guerra in Vietnam e l'America in un articolo che parla della battaglia del voto per Bruxelles?
"The Best and the Brightest" è il manuale di non-governo in tempi di guerra (metafora di ogni azione della politica anche in tempo di pace), Halberstam all'inizio del libro racconta un aneddoto che fissa in uno scatto in bianco e nero i bagliori lontani del fallimento in arrivo. Lyndon Johnson, il vicepresidente di Kennedy, dopo la prima riunione del governo, va a riferire del suo entusiasmo al suo mentore, Sam Rayburn (democratico, fu presidente della Camera per 17 anni) e gli racconta dell'intelligenza dei membri dell'amministrazione Kennedy, del loro raffinato intelletto, oh quanto è brillante e che menti in questo team, Sam. Rayburn, uomo di vasta esperienza politica, commenta:
Bene, Lyndon, forse hai ragione e forse ognuno di loro è intelligente come tu dici, ma mi sentirei un po' meglio se tra questi vi fosse almeno uno che si è candidato per fare lo sceriffo una volta.
Nessuno si era mai candidato a fare lo sceriffo.
Perché Bannon stava leggendo il libro di Halberstam? Per almeno un paio di motivi:
- Curiosità intellettuale e passione per la storia;
- Il racconto contro-corrente di una presidenza celebrata e trasformata in mito senza averne titolo;
- Il drammatico evolversi del disastro in Vietnam, con la distanza abissale tra i desideri politici e la realtà sul campo di battaglia;
- La dimostrazione pratica di come l'arte del governo non sia monopolio degli intelligenti e dei colti, ma campo da gioco dei saggi pieni di pragmatismo.
Un altro passaggio di "The Best and the Brightest":
La debolezza del team Kennedy, la differenza tra intelligenza e saggezza, tra l'astratta rapidità e la facilità verbale che il team trasudava, e la vera saggezza, che è il prodotto di una dura vittoria, spesso amara esperienza. La saggezza per alcuni di loro è arrivata dopo il Vietnam.
Il team, l'intelligenza senza saggezza. Il primo avvio dell'amministrazione Trump - l'uscita di Bannon - è un caso dove appunto manca la saggezza, la dura esperienza.
Bannon è una sagoma sulfurea, si diverte a provocare, detesta il politicamente corretto e il mainstream dell'informazione. Intervistato da Hollywood Reporter ai tempi del suo bim bum bam alla Casa Bianca disse: "Il buio è buono. Dick Cheney. Darth Vader. Satana. Questo è potere".
"The Best and the Brightest" è il manuale di non-governo in tempi di guerra (metafora di ogni azione della politica anche in tempo di pace).
Bannon ha un obbiettivo preciso, coerente con la sua visione del mondo, condivisibile o meno: sfidare la tecnocrazia e riaffermare il primato della politica rispetto alle strutture invisibili e irresponsabili (non elette) che di fatto hanno il controllo della macchina dell'amministrazione, cioè quel "governo invisibile" - naturalmente in America anti Trump - che in questi giorni è comparso con un pezzo anonimo sulla prima pagina del New York Times. Il piano di Bannon è condiviso dal Presidente americano? Siamo nel gioco del poliziotto buono e poliziotto cattivo, i due si sono separati, hanno litigato, ma il divorzio è un'altra cosa. La vita è fatta di dettagli che diventano importanti quando colleghi i fili. Mesi fa l'ambasciatore americano a Berlino disse che la Casa Bianca avrebbe fatto di tutto per appoggiare i nuovi movimenti populisti e che le forze della sinistra avevano prodotto uno scenario disastroso per l'Europa. Ne nacque un caso diplomatico tra la Germania e gli Stati Uniti. Qualche mese dopo, Bannon sbarca in Europa con la sua iniziativa costruita ad hoc per le elezioni europee, The Movement.
Steve Bannon, Matteo Salvini e Michael Modrikamen.La Lega di Matteo Salvini è già dentro, tra qualche giorno dovrebbe arrivare anche il sì di Giorgia Meloni, nel resto del Vecchio Continente le diplomazie sovraniste sono attive, il cofondatore di The Movement è l'avvocato belga Michael Modrikamen. Riusciranno a fare squadra? E che sintonia c'è tra il pensiero dei repubblicani hard-rock à la Bannon e i partiti nazionalisti europei? Hanno interessi convergenti? Sono tutte domande che restano in sospeso sul taccuino, incrociare le traiettorie delle possibili risposte non appare semplice.
Per uno che ha giocato la partitona contro il deep state a Washington, non v'è alcun dubbio che il bersaglio più succulento sia a Bruxelles, la Commissione europea è l'esempio numero uno di queste strutture "irresponsabili".
Non c'è niente di esoterico nell'affermare questo e non si tratta di una novità. Il dibattito intossicato dell'Italia sul tema è tale perché colmo di ignoranza, quella dei sovranisti si specchia in quella degli europeisti. E non è neanche un tema monopolio della destra, anzi, i migliori contributi alla critica della tecnocrazia vengono da sinistra. Laurent Joffrin, oggi direttore di Liberation, nel 2001 quando dirigeva il Nouvel Observateur scrisse un libro intitolato "Le Gouvernement Invisible" che metteva in fila tutti gli argomenti che oggi sono al centro della battaglia politica. Il capitolo sulle strutture dell'Unione è intitolato "l'oligarchia europea".
Joffrin è un nemico della democrazia? No, ha le sue idee di sinistra e pensa che questa architettura e congiunzione di interessi tra grandi imprese, media, tecnici che governano la legge e la spesa (nonché la moneta con la Bce), non sia né liberale né tanto meno trasparente. È un problema democratico. Discuterlo non è male, è bene. I repubblicani francesi hanno una riflessione aperta sul tema (List ha pubblicato il manifesto di Oser la France), il movimento de La France Insoumise di Melenchon martella la burocrazia brussellese, in Italia Stefano Fassina si prepara al lancio di "Patria e Costituzione", un movimento di sinistra e sovranista. Nei paesi del Nord Europa la questione è più che mai aperta, un sondaggio di Welt dice che AfD ha superato la CDU nell'Est Germania, il voto si sta polarizzando e il governo di Berlino con Horst Seehofer della CSU sta a sua volta (ri)coltivando un terreno di destra. L'Olanda guidata dal primo ministro Mark Rutte è un paese a tutto destra e il partito di Wilders non governa ma ha continuato a guadagnare consensi. L'Austria è governata da forze ancora più spostate a destra, il primo ministro Sebastian Kurz, ora presidente di turno dell'Unione europea, ha una politica di confini esterni dell'Europa chiusi e interni aperti. Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, sono paesi-cacciavite della Germania, chi ne immagina l'espulsione dall'Unione non conosce il mondo reale. E poi c'è naturalmente la Francia di Marine Le Pen, l'altro pezzo da novanta dello schieramento insieme a Salvini.
La realtà è che nel territorio cosiddetto "sovranista" c'è grande vivacità intellettuale e una trasversalità destinata ad aumentare e coprire lo spettro che va da destra a sinistra, circolano idee giuste e sbagliate (come ovunque in politica), iniziative che non hanno spazio sui media tradizionali ma si fanno largo sulla Rete. Sbaglia chi pensa che si tratta solo di fenomeni "virtuali". Le persone si incontrano, sono numerose, si conoscono, "fanno network", come dicono pomposamente quelli che fanno relazioni pubbliche, cioè il falò delle vanità su cui si è sorretta la politica italiana negli ultimi 25 anni. Pubblicano libri per piccole case editrici, fanno convegni, c'è partecipazione. Sono fuori dal circuito ufficiale, ma sono dentro il mondo reale. Per chi vuole vedere, sapere, capire, studiare, c'è materiale di ricerca che attende di essere letto, analizzato, messo in ordine.
La realtà è che nel territorio cosiddetto "sovranista" c'è grande vivacità intellettuale e una trasversalità destinata ad aumentare e coprire lo spettro che va da destra a sinistra.
Al contrario, sul fronte europeista si respira un'aria di smobilitazione, di stanchezza, di resa. Il macinino sforna sempre meno caffè. Si ripete che l'Europa è buona come cosa in se, il presidente della Bce Mario Draghi, con un'iperbole che fa a pugni con la storia, dice che "l'Euro è irreversibile" (chiedere lumi sulla caduta dell'impero romano e sulla fine dell'impero dove non tramontava mai il sole, quello di Carlo V), gli intellò di Twitter fanno lezioni cattedratiche, gli economisti da like si cimentano nel dotto esercizio econometrico, ma sul campo di battaglia del consenso, in quello che è lo spazio fondamentale "del popolo, con il popolo e per il popolo" gli "europeisti" appaiono - per argomentazione politica carente e disprezzo di quel popolo che oggi gli ha voltato le spalle - come il peggior nemico dell'Europa. Hanno un programma automatico di allontamento dalle masse. Macron in Francia sta affogando nella sua retorica, Renzi combatte una sanguinosa guerra di potere nel Pd, in Spagna Sanchez è al governo per caso, i socialdemocratici tedeschi rischiano il testa-coda definitivo, la sinistra che riscuote attenzione si sta polarizzando e a sua volta "sovranizzando". Questo paesaggio di rovine dovrebbe consigliare una rifondazione, ma questa potrà avvenire solo con una caduta di cui oggi non conosciamo ancora l'epilogo. Mentre Macron pensa di separare il Ppe da Orban - un colossale errore che indebolirebbe i popolari europei fino a privarli dei voti necessari per (provare) a guidare ancora la Commissione Ue dopo il voto di Maggio 2019 - mentre i partiti populisti avanzano, mentre la camarilla in progress nega con sprezzo del ridicolo la realtà del voto in Svezia (la crisi della più avanzata socialdemocrazia del mondo), dall'altra parte del fiume si ammassano le truppe, i vari partiti sovranisti si parlano, pensano di concentrare le loro forze.
Bannon mette a disposizione di questo magma il "metodo americano" - l'organizzazione di una campagna elettorale, cosa che lui sa fare più che bene - in vista di un obiettivo che non ha contenuto di programma (cosa c'è dopo? non lo sappiamo) ma possiede una forza che muove l'intimo, una devastante semplicità e efficacia comunicativa: abbattere il muro di Bruxelles. Per fare un movimento politico unitario e governare non basta, ma le rivoluzioni s'accendono con uno zolfanello e scrutato l'orizzonte, vista "la gran confusione sotto il cielo", il Comandante Mao oggi avrebbe detto ancora una volta che "la situazione è eccellente".
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senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.