15 Settembre
Il meteorite, il dinosauro e il voto in Baviera
Le elezioni del 14 ottobre si annunciano come un terremoto. L'ultimo sondaggio dà la Csu sotto di 13 punti rispetto al voto del 2013, avanzano la destra di AfD, la Grüne e gli altri partiti. Crolla anche la Spd. Il declino dei partiti socialdemocratici in Europa (vedi il Pd). Ispirarsi a Corbyn? Perde contro May. Populisti vs Mainstream in Italia. Trump perderà la Camera e non (forse) il Senato
Attenzione alla Baviera. Non è la storia della birreria di Monaco, ma come spesso capita, la Germania è sempre il centro di tutto. Si è aperto oggi il congresso straordinario della CSU, il partito alleato della CDU a Berlino. In ottobre si vota per il Land e i sondaggi - come abbiamo visto ieri su List - sono pessimi per il partito di governo. Tutte le fibrillazioni politiche nel governo tedesco sono causate dal timore (fondato) di un crollo della CSU. La Grosse Koalition di Angela Merkel vive ogni giorno con la sensazione di essere sul punto della rottura.
01
Monaco-Berlino. Un voto che impatta sulla GroKo
Anche la polemica sulle relazioni con l'estrema destra del capo del servizio di controspionaggio federale (BfV), Hans-Georg Maassen, e la gestione dei fatti di Chemnitz, in Sassonia (un siriano e un iracheno hanno ucciso un cittadino tedesco di 35 anni, fatto a cui poi è seguita una manifestazione dei partiti nazionalisti e la "caccia allo straniero" - che è stata però smentita da Maassen) sono parte di questa sceneggiatura. La SPD ha chiesto la testa di Maassen, il ministro dell'Interno Horst Seehofer non è d'accordo e si capisce perché: la defenestrazione di Maassen darebbe una formidabile arma a AfD per attaccare il governo sul tema immigrazione che è in testa alle preoccupazioni degli elettori bavaresi. Ripubblichiamo i grafici del sondaggio Infratest Dimap di ieri.
Problema numero uno per gli elettori? L'immigrazione:

Gradimento del presidente della Baviera, Markus Söder, esponente di punta della CSU del ministro dell'Interno Seehofer? 42 per cento soddisfatti, 44 per cento no:

Se si votasse oggi cosa accadrebbe?

La CSU perderebbe 3 punti rispetto al sondaggio precedente (Luglio), ma il confronto va fatto con le elezioni del 2013 dove la CSU prese il 47.7 per cento dei voti, dunque stando a questi numeri perderebbe quasi... 13 punti. Capito qual è la preoccupazione di...
Attenzione alla Baviera. Non è la storia della birreria di Monaco, ma come spesso capita, la Germania è sempre il centro di tutto. Si è aperto oggi il congresso straordinario della CSU, il partito alleato della CDU a Berlino. In ottobre si vota per il Land e i sondaggi - come abbiamo visto ieri su List - sono pessimi per il partito di governo. Tutte le fibrillazioni politiche nel governo tedesco sono causate dal timore (fondato) di un crollo della CSU. La Grosse Koalition di Angela Merkel vive ogni giorno con la sensazione di essere sul punto della rottura.
01
Monaco-Berlino. Un voto che impatta sulla GroKo
Anche la polemica sulle relazioni con l'estrema destra del capo del servizio di controspionaggio federale (BfV), Hans-Georg Maassen, e la gestione dei fatti di Chemnitz, in Sassonia (un siriano e un iracheno hanno ucciso un cittadino tedesco di 35 anni, fatto a cui poi è seguita una manifestazione dei partiti nazionalisti e la "caccia allo straniero" - che è stata però smentita da Maassen) sono parte di questa sceneggiatura. La SPD ha chiesto la testa di Maassen, il ministro dell'Interno Horst Seehofer non è d'accordo e si capisce perché: la defenestrazione di Maassen darebbe una formidabile arma a AfD per attaccare il governo sul tema immigrazione che è in testa alle preoccupazioni degli elettori bavaresi. Ripubblichiamo i grafici del sondaggio Infratest Dimap di ieri.
Problema numero uno per gli elettori? L'immigrazione:

Gradimento del presidente della Baviera, Markus Söder, esponente di punta della CSU del ministro dell'Interno Seehofer? 42 per cento soddisfatti, 44 per cento no:

Se si votasse oggi cosa accadrebbe?

La CSU perderebbe 3 punti rispetto al sondaggio precedente (Luglio), ma il confronto va fatto con le elezioni del 2013 dove la CSU prese il 47.7 per cento dei voti, dunque stando a questi numeri perderebbe quasi... 13 punti. Capito qual è la preoccupazione di Seehofer e compagni? La SPD nel 2013 aveva 20.6 punti e con questo sondaggio arriva a 11, quasi 10 punti sotto. Chi guadagna? La destra di AfD che in Baviera nel 2013 non c'era e gli altri partiti, come la Grüne. Sulla base di questi numeri, inoltre, non si può escludere la formazione di una coalizione contro la CSU che da sempre governa la Baviera.
Durante il congresso della CSU il ministro Seehofer ha spronato i suoi a fare campagna elettorale a testa bassa, siamo alle ultime battute, si vota tra un mese, il 14 ottobre: "Se ci impegneremo tutti, la Csu avrà un ottimo risultato il 14 ottobre. Aspettando, lagnandosi e facendo la parte di chi la sa lunga nessuno ha mai ottenuto un successo. Scuotete la popolazione, chiedendole: alzatevi, se siete dalla parte della Baviera".
Sembra l'urlo di un dinosauro che ha appena visto un meteorite cadere dal cielo.
***
Questi i sondaggi in Baviera. Il prossimo appuntamento elettorale da tenere d'occhio sul monitor è in Novembre, elezioni di mid-term in America. Come vanno le cose per Trump?
02
Trump perde la Camera, mantiene (forse) il Senato
La corsa elettorale americana è fatta da tante sfide locali che poi vanno a comporre il nuovo Congresso. Le elezioni di medio-termine sono quasi sempre sfavorevoli al partito del Presidente. Lo scenario dei sondaggi sembra assegnare la Camera dei Rappresentanti ai Democratici, mentre al Senato la partita per loro è più difficile e i Repubblicani dovrebbero mantenere il controllo. Vediamo le proiezioni di Nate Silver:
Queste sono quelle per la Camera:

Questo invece è il quadro della sfida per il Senato:

La partita dei Repubblicani per la conquista dei 435 seggi alla Camera (tutti in palio) e dei 35 seggi su 100 del Senato è molto complicata. Il supporto negli "stati rossi" continua ad essere forte, ma ci sono fattori sfavorevoli come mobilitazione e partecipazione, l'errore del Presidente di calare su un contesto nazionale un confronto che invece va combattuto Stato per Stato, il tentativo - sbagliato - di Trump di trasformare il voto in un referendum sulla sua Presidenza, le distrazioni del governo.
03
La palude e il voto nel 2020
Il gradimento sul lavoro del Presidente è un fattore di cui tenere conto, ma non è quello che conta in questa corsa. Si parla sui media mainstream del consenso non esaltante di Trump, ma se si esce dalle pagine del giornalismo collettivo e si vedono i numeri dei pollster più affidabili (Rasmussen su tutti, beccò in pieno la vittoria nel voto popolare di Hillary Clinton nel 2016) ecco cosa emerge da un confronto Obama-Trump:

La forbice si allarga e si restringe e le ondate dell'opinione pubblica sui vari temi sono variabili. Le ultime vicende, inoltre, hanno rinforzato e rimesso in carreggiata su temi vecchi - e vincenti - la retorica di Trump. Quando il New York Times ha pubblicato l'articolo di un anonimo funzionario della Casa Bianca che raccontava dei tentativi in atto per ostacolare il Presidente, il giornale never Trump ha fatto un enorme favore a The Donald che è tornato a cavalcare il tema della palude, the swamp, tema sul quale secondo Rasmussen il 71 per cento degli elettori americani è d'accordo con il Presidente, solo il 15 per cento non è d'accordo e il 14 per cento è indeciso. Kimberley Strassel sul Wall Street Journal nella sua rubrica Potomac Watch ha elencato una serie di azioni che lascerebbero aperta la corsa dei Repubblicani, ma sono di difficile realizzazione per le strane condizioni in cui si trova la Casa Bianca: vanta numeri da record storico nell'economia, un ciclo americano d'0ro sul piano dell'occupazione e della produzione, ma è circondata dai problemi interni e da una guerra di spie cominciata fin dalla corsa presidenziale. Il caso Manafort resta un'incognita, l'indagine di Mueller finora non ha condotto a niente, ma il tema del logoramento della Presidenza esiste. E Trump fa il resto. Ha sempre avuto ragione lui, ma il rischio di un crash è molto elevato.
Questo scenario vale per le elezioni di medio-termine, resterà anche per quelle del 2020 sullo sfondo, ma poi la situazione si farà completamente diversa perché l'elettore americano portato a dare il Congresso ai Democratici oggi (per fare il check and balance sul Presidente in carica), domani non ragionerà così quando ci sarà non da controllare ma da consegnare il potere al nuovo Presidente. E qui le cose si faranno molto più complicate per i Dem. Prima di tutto la radicalizzazione dei candidati che vincono le primarie non è un buon segno, i politici estremi fanno ottime corse, conquistano i titoli dei giornali in progress, ma non arrivano poi al traguardo (vedere il simpatico senatore Bernie Sanders, azzoppato a dire il vero dalle trame dei Clintonistas), poi i Repubblicani hanno un vantaggio grande sui temi dell'economia, della tassazione, dell'identità, del controllo delle frontiere, l'America rurale, il ranch e non il grattacielo sono il fattore decisivo in una campagna presidenziale. Sul New York Times Roger Cohen spiega bene perché "non è la fine di Trump" come qualcuno pensa e perché la corsa del 2020 per la Casa Bianca è ancora favorevole ai Repubblicani. Se poi i Democratici dopo le elezioni di medio-termine proveranno a mettere sotto impeachment Trump... allora il terreno per il Presidente uscente potrebbe diventare ancor più favorevole di quanto si immagini perché gli elettori repubblicani si mobiliterebbero. Grande partita, qualcuno a Washington resterà fulminato, con le dita nella presa della corrente elettrica. Alla Casa Bianca vivono tempi interessanti. Forse troppo.
***
Che facciamo? Torniamo in Europa. Allacciate le cinture, nel nostro percorso è segnalata una caduta massi a sinistra.
04
Il declino dei partiti socialdemocratici
Ci immergeremo a fondo sul tema domani con un articolo di Lorenzo Castellani, qui il titolare pubblica solo il grafico che dovrebbe far riflettere chi continua a dire che il Pd ha perso perché non sa stare sui social. Un'idiozia. Il Pd è semplicemente fuori dalla realtà e dalla storia. Studiare, sapere, capire, cercare di catturare cosa dice il signor Zeitgeist, lo spirito del tempo, sarebbe cosa buona e giusta, ma a quanto pare non è aria. Guardate cosa è accaduto in Europa in questi anni:

Manca il Pd. No tranquilli, era sulla prima pagina di Repubblica stamattina, sondaggio Demos, conferma di quello che avevamo anticipato su List: Movimento 5Stelle e Lega al 60 per cento dei consensi, il Pd perde ancora punti rispetto al voto del 4 marzo e tocca il suo nuovo minimo storico al 17 per cento. Il politico con il più alto gradimento per gli italiani è Giuseppe Conte, il premier, con il 61 per cento. Nella ricerca l'ex segretario del Pd Matteo Renzi è all'ultimo posto con il 23 per cento dei consensi. Dicono che sarà Renzi a guidare la riscossa del Pd. Tanti auguri.
***
Se la battaglia è tra populisti e mainstream, allora bisogna capire come si collocano gli italiani tra queste due astratte categorie che poi si materializzano nel voto. Seguite il titolare di List.
05
Populisti e mainstream d'Italia
Croccante e fragrante - è stata pubblicato il 12 settembre - lampeggia sul monitor del titolare uno studio del Pew Research Center sulle posizioni degli elettori italiani. Si considerano di sinistra, di centro o di destra? E quanto populismo e mainstream c'è all'interno di queste categorie che non sono affatto obsolete? Guardate qui:

Populista e di sinistra? Certo che esiste, in questa ricerca rappresenta l'8 per cento degli elettori, mentre il 14 per cento è mainstream e si riconosce nei valori dell'Unione europea. Nell'area del Centro, il 12 per cento degli elettori pensa che l'Unione europea abbia un influsso negativo, mentre il 17 per cento è mainstream e pende tra la sinistra e la destra mainstream, si potrebbe definire all'antica, un democristiano. A destra, il 18 per cento degli elettori è populista, sensibile alla tradizione, considera l'immigrazione un problema grave, mentre per il 16 per cento della destra mainstream contano l'individuo, la libertà economica, meno Stato e un giudizio critico ma meno duro sull'immigrazione. In questa suddivisione fatta da Pew Research la metà degli elettori ha visioni mainstream, mentre quattro elettori su dieci sono populisti e il 17 per cento non ha una collocazione. In teoria, c'è spazio per organizzare un'opposizione nel Paese al governo giallo-verde, ma queste classificazioni sono difficili da trasformare in un blueprint politico perché poi ci sono i partiti, i movimenti, i leader e quelli vecchi (percepiti tali, non è una questione anagrafica) sembrano aver esaurito la loro spinta propulsiva.
***
La sinistra italiana è alla perenne ricerca del Papa straniero. Finito Zapatero, pensionato Obama, lasciamo perdere Sanchez, ecco, cribbio, c'è l'inglese neo-socialista, Jeremy Corbyn. E naturalmente c'è anche Emmanuel Macron, il leader in vitro. Ah, l'Inghilterra, quei bevitori di the, la Francia dei Lumi, altrove è sempre la soluzione per i progressisti d'Italia. D'altronde, sono colti, competenti, sanno come gira il mondo e come vanno le cose a Londra e a Parigi. Davvero?
06
YouGov. Westminster sempre dei Tories
Ecco il sondaggio di YouGov sul voto inglese, senza commento:

Ok, va bene, ma la leadership di Theresa May è un disastro, su. Può darsi, solo che quando si arriva al confronto con Corbyn succede questo:

E in Francia come se la passa Macron? Stella cadente sul cielo di Parigi.
07
Macron
Tempi duri all'Eliseo. Ecco l'ultimo sondaggio di Ipsos sul Presidente francese, una parabola illuminante.

Contano come sempre i fatti e non i desideri. Non siamo a Londra e a Parigi, siamo in Italia e a domanda dell'elettore italiano si risponde con una soluzione politica italiana. La maggioranza ha trovato una sua via (discutibile o meno), il Partito democratico deve trovare la risposta imparando a fare opposizione e rigenerandosi. Non è su Twitter che troveranno la strada, ma nella realtà del Paese. E quest'ultima non può essere continuamente apostrofata come "cialtrona", "ignorante" e via discorrendo con un frasario tronfio. Sono italiani, votavano altri partiti, hanno cambiato cavallo. Scendete dalla carrozza.
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- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.