22 Ottobre
Consip, la battaglia del Senato
Il Pd perde il primo round, si discutono e votano le mozioni delle opposizioni. Corea del Nord, la morte del giovane americano è un caso esplosivo per Kim
E' il Consip Day, il Senato sta discutendo le mozioni sui vertici Consip, il Partito democratico non è sicuro di poter contare su tutti i voti disponibili (ma siamo nel campo del tutto è possibile in aula) e i voti dei verdiniani peseranno parecchio. Le cose viaggiano veloci. Stamattina il Presidente Pietro Grasso ha definito “improponibile il primo impegno della mozione Mdp che chiede al governo di valutare la sospensione delle deleghe al ministro per lo sport, Luca Lotti”. Il primo punto, non il resto. Il capogruppo del Pd Luigi Zanda ha subito detto che le mozioni sono superate dagli eventi. Tutto bene? No, perché alla fine il dibattito si tiene e il Pd ha perso il primo round. Lo scenario è stato quello di una battaglia sul regolamento, ma la sostanza politica e la volontà dei gruppi ha prevalso e il Pd renziano ora si trova di fronte a un passaggio importante, delicato, alla nitroglicerina. L’ideale per il Pd sarebbe stato cangurare le mozioni (come chiesto da Zanda) che chiedono la rimozione dei vertici Consip, fatto sostanzialmente già avvenuto, ma formalmente non consumato. Una lettera del ministro Pier Carlo Padoan per certificare la decadenza del cda di Consip era stata preparata – e letta in aula a Palazzo Madama - per rafforzare questa richiesta, ma la mossa ha avuto l’effetto di una pistola ad acqua. Era scarica. Mentre il titolare di List sta scrivendo le sue note sul taccuino, il dibattito è in pieno svolgimento, nella fase iniziale il senatore Gaetano Quagliariello ha mantenuto il punto sulla mozione: “Dal punto di vista formale non è possibile sostenere la decadenza”. E ha messo in evidenza la richiesta fuori tempo massimo del Pd: “La richiesta di un rinvio, dopo cento giorni, sembrerebbe la volontà di azzerare il dibattito. Bisogna...
E' il Consip Day, il Senato sta discutendo le mozioni sui vertici Consip, il Partito democratico non è sicuro di poter contare su tutti i voti disponibili (ma siamo nel campo del tutto è possibile in aula) e i voti dei verdiniani peseranno parecchio. Le cose viaggiano veloci. Stamattina il Presidente Pietro Grasso ha definito “improponibile il primo impegno della mozione Mdp che chiede al governo di valutare la sospensione delle deleghe al ministro per lo sport, Luca Lotti”. Il primo punto, non il resto. Il capogruppo del Pd Luigi Zanda ha subito detto che le mozioni sono superate dagli eventi. Tutto bene? No, perché alla fine il dibattito si tiene e il Pd ha perso il primo round. Lo scenario è stato quello di una battaglia sul regolamento, ma la sostanza politica e la volontà dei gruppi ha prevalso e il Pd renziano ora si trova di fronte a un passaggio importante, delicato, alla nitroglicerina. L’ideale per il Pd sarebbe stato cangurare le mozioni (come chiesto da Zanda) che chiedono la rimozione dei vertici Consip, fatto sostanzialmente già avvenuto, ma formalmente non consumato. Una lettera del ministro Pier Carlo Padoan per certificare la decadenza del cda di Consip era stata preparata – e letta in aula a Palazzo Madama - per rafforzare questa richiesta, ma la mossa ha avuto l’effetto di una pistola ad acqua. Era scarica. Mentre il titolare di List sta scrivendo le sue note sul taccuino, il dibattito è in pieno svolgimento, nella fase iniziale il senatore Gaetano Quagliariello ha mantenuto il punto sulla mozione: “Dal punto di vista formale non è possibile sostenere la decadenza”. E ha messo in evidenza la richiesta fuori tempo massimo del Pd: “La richiesta di un rinvio, dopo cento giorni, sembrerebbe la volontà di azzerare il dibattito. Bisogna compiere il dibattito sulle mozioni e arrivare a votarle”. Il Partito democratico non ha gestito il caso con cura, lo si è capito dal morbido intervento di Zanda, ormai conscio dell’esito negativo. L'interrogatorio del presidente di Consip, Luigi Ferrara, si è trasformato in un boomerang colossale, la sua ritrattazione di quanto dichiarato in precedenza si è risolta con la sua iscrizione nel registro degli indagati e tutti si interrogano: cosa succederà adesso? Infine, il tocco politico che dice che qualcosa non sta girando a dovere nella regia democratica. E arrivato quando Forza Italia, con Paolo Romani, ha chiesto di procedere con la discussione. A quel punto, lo scenario "Houston, abbiamo un problema" si è consolidato come un iceberg che sta per entrare in rotta di collisione con il gommone di Renzi: “Bisogna discutere e votare. E mi auguro che la mozione del Pd non venga ritirata. Non vedo perché non si debba procedere al voto”. Ouch! Il Senato ora balla la rumba. Come andrà? Tutto è possibile, la seduta a Palazzo Madama riprende alle 16.30. Vedremo più tardi il risultato di questa partita a rugby. Wait and see, l’Occidentali’s Konsip sta suonando una musica sinistra. O forse è solo l'organetto di uno spettacolino di provincia. In ogni caso, la sintesi è di quelle all'italiana: si sono incartati di brutto.
01
La morte di Otto Warmbier e la Corea del Nord
Aveva ventidue anni, Otto Warmbier, era nato a Cincinnati, in Ohio. Nei suoi occhi luccicavano le “grandi speranze” di Dickens, il futuro. Aveva fatto il college alla Wyoming High School, si era iscritto all’Università della Virginia. I genitori Fred e Cindy ne seguivano con trepidazione i passi nel mondo degli adulti. Otto era intelligente, aveva il viso dei ragazzi che catturano la vita come il guantone coglie al volo la palla da baseball, il suo sorriso liberava atomi d’energia. Otto aveva fame di conoscere il mondo. Volò come un’aquila, libero, lontano, remoto. Atterrò in Cina. A ventidue anni il cuore batte forte, la vita è una pila atomica, l’amore ti prende e lascia con struggimento, il cielo è il tuo spazio e la mente viaggia per luoghi esotici. L’avventura, che parola meravigliosa. Ma l’impero celeste non bastava a placare la sua sete di conoscenza e d’avventura. Eccolo, il posto dove quell’anima avrebbe vibrato: la Corea del Nord. Fu un attimo, il lampo che mancava: la pubblicità di un’agenzia di viaggi, la Young Pioneer Tour, che invitava a prendere un volo per la Corea del Nord. Pyongyang, il luogo proibito. Otto si imbarcò per quel volo. Prese una stanza al Yanggakdo International Hotel e là vide appesa al muro un’occasione, un ricordo, un oggetto, il segno permanente della sua avventura, il trofeo di un ragazzo da portare a casa, in Ohio: un poster della propaganda nordcoreana. Lo fece suo. Il viaggio si concluse all’aeroporto di Pyongyang il 2 gennaio 2016: Otto non tornò mai in Cina. Fu arrestato con l’accusa di aver commesso un grave crimine: rubare quel poster. Le guardie lo fermarono, lo presero, lui non fece resistenza, accennò un mezzo sorriso. E sparì. Il suo compagno di viaggio, un inglese di nome Danny Gratton, gli disse nervosamente: “Bene, questa è l’ultima volta che ci vediamo”. E l’avventura finì. E cominciò una lunga notte plumbea. Otto fu rapidamente interrogato e processato, la diplomazia si mosse per lui. Inutilmente. Il 16 marzo del 2016 il suo destino fu cupo, mostruoso: 15 anni di prigionia. E la luce nei suoi occhi divenne grigia. E il domani si fece scuro. E la famiglia una stella remota. E i campi di mais e girasoli dell’Ohio un sogno da bambino. Un poster, la vita. Finì nel buco nero nordcoreano. Lavori forzati. Otto ne uscì il 13 giugno 2017, in coma. Il sorriso spento, la parola muta, il corpo immobile. Sei giorni dopo, scorrono i titoli di coda, il the end arriva il 19 giugno del 2017, Otto muore nella sua casa, in Ohio. Fred, il padre, il dolore sulle spalle come Atlante, parla ai giornalisti: indossa la giacca che Otto aveva al momento dell’arresto. Il corpo del figlio addosso. Per sempre.
Cosa succede ora? Leggere il futuro di questa storia non è facile, tutto quello che si muove in Corea del Nord assume connotati tra l’horror e il surreale. Giulia Pompili sul Foglio – la cronista più informata e attenta al tema in Italia – ha raccontato come a un certo punto si sia diffusa perfino la voce che la liberazione di Warmbier fosse arrivata grazie alla mediazione del campione di pallacanestro Dennis Rodman (che ha un’amicizia con Kim, più o meno come un Razzi qualunque) e non invece grazie all’attività diplomatica di Joseph Yun, già ambasciatore degli Stati Uniti in Malesia, ex Special representative per la Corea del nord dell’amministrazione Obama, “uno di quei negoziatori che lavorano nell’ombra, che viaggiano senza giornalisti al seguito e che decidono la politica più delle “big armada” inviate nelle acque intorno alla penisola”, scrive Pompili.
L'errore più grave di Kim. La Corea del Nord nel caso di Otto Warmbier ha probabilmente commesso il suo più grande errore: la politica americana è fatta di simboli, e la morte di un giovane cittadino degli Stati Uniti per mano di un regime dispotico – e pericoloso - rappresenta un punto di non ritorno che avrà delle conseguenze per Pyongyang. La Casa Bianca da tempo valuta piani d’azione contro Kim Jong-un, Trump ha prima mostrato il bastone, inviato le navi al largo della penisola coreana, mentre lo svitato dell’Asia ha continuato a sparare razzi sul Mar del Giappone e la Cina ha proseguito nella sua melina. Warmbier, la sua morte, sono un punto di svolta: presto o tardi ci sarà una risposta. La Casa Bianca ha fatto un comunicato misurato, di condoglianze, dolore e denuncia del regime, ma i repubblicani sono furiosi, chiedono una reazione. Il senatore John McCain ha usato la mano pesante, ecco il passaggio chiave del suo messaggio:
Assassinio. E’ questa la parola che apre ogni possibilità. E’ solo una questione di tempo, Kim ha commesso un errore. La prossima settimana il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, sarà alla Casa Bianca. Una delle misure che gli Stati Uniti potrebbero subito prendere riguarda il bando totale dei viaggi dei cittadini americani in Corea del Nord (secondo il Wall Street Journal circa cinquemila turisti occidentali ogni anno visitano il paese), misura da sempre considerata estrema, ma ora sul tavolo del segretario di Stato Rex Tillerson e di Trump. L’opzione militare? Rischiosissima. Un regime change guidato dall’esterno? Senza la collaborazione della Cina non muove un filo d’erba. L’assassinio di Kim Jong-un, ci provano da anni, ma c’è l’incognita: e dopo chi arriva? E poi c’è la Bomba, una minaccia che Mike Pompeo, direttore della Cia, durante un recente incontro al Center for Strategic and International Studies di Washington ha definito in questi termini: “Molte amministrazioni hanno cercato di fronteggiare la minaccia di un missile balistico intercontinentale in grado di piazzare una testata nucleare negli Stati Uniti, oggi siamo sempre più vicini a questo, come non mai nella storia della Corea del Nord”. Quanto è vicina la minaccia? Ecco la gittata dei missili di Kim:
Sono a un passo dalle case degli americani. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Voliamo da un’altra parte, altrettanto pericolosa. Dove? In Siria, allacciate le cinture, tenete d'occhio il radar e azionate lo scudo spaziale, in cielo volano missili.
02
Crisi volante in Siria
Washington e Mosca sono ai materassi sulle operazioni aeree in Siria. L’abbattimento di un caccia siriano da parte degli Stati Uniti ha messo in crisi il coordinamento degli strike con Mosca. La situazione sui cieli della Siria non è di quelle da gita in piper, perché sul terreno succede di tutto, mappa di Al Jazzeera su analisi dell’Institute for the Study of War:
Il rischio di un’escalation esiste, soprattutto se non viene ristabilito il collegamento tra il Pentagono e la Difesa russa, ma gli Stati Uniti hanno molto da perdere. Il Wall Street Journal spiega stamattina che il gioco è si svolge su una scacchiera e con quattro giocatori: Siria, Russia, Iran e Stati Uniti. I primi tre sono alleati. E hanno forze sul terreno, boots on the ground. Gli americani no. Voliamo via, troppo pericoloso. Dove si va? Nel Mediterraneo, in Italia. Un tocco veloce. Seguite il titolare di List.
03
Ius soli e realtà demografica in Italia
Il dibattito sullo ius soli è come al solito tutto di pancia e per niente di cervello. Il titolare di List tornerà sull’argomento con calma, dati, numeri e analisi, oggi vi propone solo una tabella dell’Istat, è tratta dal Bilancio demografico nazionale dell’Istat, pubblicato qualche giorno fa:
L’Italia è un paese senza bambini. E’ anche un paese per vecchi. Guardate quest’altro grafico, tratto dal volume dell’Istat “L’Italia in cifre”, anche questo fresco di stampa:
E’ la piramide della popolazione italiane, sempre più vecchia. Il rapporto tra 2008 e 2017 è chiaro e inesorabile. E’ un fenomeno che si chiama “degiovanimento” e ha un impatto enorme (negativo) sulla dinamicità e crescita del paese.
Altro food for brain, per sapere, per capire, per discutere dei fatti concreti e non delle opinioni, per decidere. La natalità in Italia in rapporto alla nazionalità, dati sempre Istat:
E’ illuminante: un nato su cinque ha almeno un genitore straniero. Ma attenzione, anche la popolazione straniera sta invecchiando e gli stranieri nel nostro paese stanno… diminuendo. Ecco cosa scrive l’Istat: “I boomers, ovvero i cittadini stranieri che hanno fatto il loro ingresso o sono “emersi” in seguito alle regolarizzazioni, hanno realizzato nei dieci anni successivi buona parte dei loro progetti riproduttivi nel nostro Paese, contribuendo in modo determinante all’aumento delle nascite e della fecondità di periodo. La dinamica migratoria, pur restando positiva, si è invece attenuata durante la crisi”. Crisi, la parola ha anche un altro significato: scelta. Sullo ius soli prima di scegliere, giudicare, programmare, bisogna sapere. Open mind, il titolare di List ci tornerà presto.
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(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.