3 Ottobre
Accordo sul Def e mano tesa all'Europa. Il deficit calerà
La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza inviata al Parlamento e a Bruxelles. Il governo ha rimodulato il deficit per il 2020 e il 2021. Subito riforma della legge Fornero e reddito di cittadinanza. Niente condono. Ora la partita si sposta nelle Camere e nella Commissione Ue
La nota di aggiornamento del Def è stata inviata al Parlamento e a Bruxelles. Dopo una serie di vertici, incontri, confronti, liti, spread che sale e che scende, alla fine la manovra comincia a prendere il suo corso naturale. Il vertice di Palazzo Chigi ha avuto l'esito atteso e ora comincia la seconda fase, quella che conduce al confronto con l'Europa e alle misure che saranno contenute nella legge di stabilità. Conferenza stampa a Palazzo Chigi. I fatti in sintesi sono questi:
Deficit-Pil. Il rapporto deficit/Pil sarà fissato al 2,4 per cento nel 2019, poi scenderà al 2,1 per cento nel 2020 e all'1,8 per cento nel 2021. Si è trovato il compromesso con l'Europa. Vedremo se a Bruxelles tutto andrà per il verso giusto.
Reddito di cittadinanza e legge Fornero. Lo spazio disponibile in manovra è di 16 miliardi. Partono subito i due provvedimenti del contratto di governo tra Cinque Stelle e Lega.
Il premier Giuseppe Conte. "Il rapporto tra debito e Pil darà numeri in discesa: siamo attorno al 130,9 per cento, ma scenderemo progressivamente sotto il 130 per arrivare fino al 126,5 per cento nel 2021". Sono numeri impegnativi.
Matteo Salvini. "Partiremo dall'inizio dell'anno con la piena riforma della legge Fornero senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito. Vuol dire che potenzialmente possono andare finalmente in pensione 400 mila persone e si liberano altrettanti posti di lavoro. La riforma della legge Fornero sulle pensioni sarà totale, partirà da inizio anno. Vuol dire che 400 mila truffati da quella legge sono finalmente liberi di tornare alla vita". È il provvedimento che in tutti i sondaggi risulta più atteso.
Dieci miliardi per la Lega. Sul totale di 16 miliardi, 10 sono su provvedimenti del partito di Salvini. Questo dicono fonti della Lega: "Sette miliardi saranno impegnati per le pensioni con la riforma della...
La nota di aggiornamento del Def è stata inviata al Parlamento e a Bruxelles. Dopo una serie di vertici, incontri, confronti, liti, spread che sale e che scende, alla fine la manovra comincia a prendere il suo corso naturale. Il vertice di Palazzo Chigi ha avuto l'esito atteso e ora comincia la seconda fase, quella che conduce al confronto con l'Europa e alle misure che saranno contenute nella legge di stabilità. Conferenza stampa a Palazzo Chigi. I fatti in sintesi sono questi:
Deficit-Pil. Il rapporto deficit/Pil sarà fissato al 2,4 per cento nel 2019, poi scenderà al 2,1 per cento nel 2020 e all'1,8 per cento nel 2021. Si è trovato il compromesso con l'Europa. Vedremo se a Bruxelles tutto andrà per il verso giusto.
Reddito di cittadinanza e legge Fornero. Lo spazio disponibile in manovra è di 16 miliardi. Partono subito i due provvedimenti del contratto di governo tra Cinque Stelle e Lega.
Il premier Giuseppe Conte. "Il rapporto tra debito e Pil darà numeri in discesa: siamo attorno al 130,9 per cento, ma scenderemo progressivamente sotto il 130 per arrivare fino al 126,5 per cento nel 2021". Sono numeri impegnativi.
Matteo Salvini. "Partiremo dall'inizio dell'anno con la piena riforma della legge Fornero senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito. Vuol dire che potenzialmente possono andare finalmente in pensione 400 mila persone e si liberano altrettanti posti di lavoro. La riforma della legge Fornero sulle pensioni sarà totale, partirà da inizio anno. Vuol dire che 400 mila truffati da quella legge sono finalmente liberi di tornare alla vita". È il provvedimento che in tutti i sondaggi risulta più atteso.
Dieci miliardi per la Lega. Sul totale di 16 miliardi, 10 sono su provvedimenti del partito di Salvini. Questo dicono fonti della Lega: "Sette miliardi saranno impegnati per le pensioni con la riforma della Fornero che partirà subito (tempi tecnici da stabilire). Due miliardi andranno al piano straordinario di assunzione delle forze dell'ordine. E due miliardi saranno impegnati per la Flat tax per le partite Iva". Salvini porta a casa i suoi punti in agenda.
Luigi Di Maio. "Pensione di cittadinanza, reddito di cittadinanza, centri per l'impiego e fondo truffati per le banche: sono le quattro misure che verranno finanziate nel 2019, 2020 e 2021. Abbassiamo gli obiettivi di deficit, senza penalizzare le misure fondamentali di una legge di bilancio che per la prima volta ripaga il popolo italiano di tante ruberie e tanti sprechi. C'è un abbassamento dell'Ires per le imprese che investono e assumono e più stabile è il contratto più si abbasserà l'Ires". Un meccanismo premiante. Di Maio ha anche detto che "non ci sarà alcun condono".
Giovanni Tria. "Nel profilo di deficit previsto, del 2,4 per cento, 2,1 per cento e 1,8 per cento nel terzo anno, nel primo anno ci sono 0,2 punti percentuali di investimenti addizionali, nel secondo 0,3 di investimenti, nel terzo anno 0,4 di investimenti addizionali. Per il debito prevediamo una riduzione nel triennio di 4 punti percentuali. Negli ultimi tre anni la diminuzione cumulata del rapporto debito/Pil e' stata di 0,6 punti. Puntiamo ad avere gli investimenti pubblici come strumento principale per lavorare sulla crescita". Investimenti e impegno sulla riduzione del debito. Ci sarà da lavorare parecchio per far quadrare tutto.
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L'appuntamento con Bruxelles è dopo il 15 ottobre. Attendiamo le reazioni dei mercati domattina. Oggi com'è andata in Borsa? Ecco i fatti e le analisi. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
01
Lady Spread sotto i 300 punti
Ha la pressione sotto quota 300 punti, ha chiuso a 283 punti base e per il partito del crac, della rovina, del default è un tema da morale sotto i tacchi. Il governo giallo-verde ha i suoi problemi di sintesi e implementazione futura di quanto annunciato, ma l'opposizione e il piccolo establishment che tifano per il disastro sono per ora nella fase del treno per Yuma che non arriva mai. Ecco la chiusura:
Tutto chiaro. Ci sono conseguenze inattese, le fiammate si sfiammano, non c'è continuità, intensità, durata della speculazione, comprano e vendono, ma non si vede il bagliore della Bomba.
03
Scenario. Il 2011 è irripetibile
Il motivo è evidente: lo scenario del 2011 è irripetibile, non c'è una crisi globale, non c'è il breakup dell'Eurozona all'orizzonte, non c'è Sarkozy con la sua grandeur di cartapesta, c'è la Merkel (azzoppata) e con lo spettro del voto in Baviera tra pochi giorni (14 ottobre), c'è le President Macron (politicamente semi-bruciato, guardare i sondaggi in Francia), c'è il gruppo di Visegrad che minaccia Berlino, c'è la Polonia, un gigante che brucia di nazionalismo (abbiamo in cottura un pezzo sul tema), c'è l'Ungheria di Orban che è un paese cacciavite della Germania - vogliamo proprio vederli i tedeschi buttare all'aria le produzioni di giganti dell'industria - e in Italia c'è una maggioranza politica, un governo politico che prende decisioni politiche. E non c'è più Berlusconi con le sue debolezze, il suo conflitto di interessi e altro ancora. Infine, per continuare la parata del realismo del c'eravamo tanto odiati, l'Italia non è la Grecia, Roma non è Atene. A Palazzo Chigi non c'è Alexis Tsipras che caccia Yanis Varoufakis e poi fa le riforme della Trojka che hanno ridotto la Grecia a uno zombie, basta leggere le considerazioni fatte dal Fondo monetario internazionale su Atene, pubblicate da List qualche settimana fa. Siamo in un altro tempo e in un altro mondo. Il crac è sempre dietro l'angolo, ma condizioni, tempi, modi, protagonisti, conseguenze, sono una sceneggiatura tutta da scrivere e certamente non è un film reloaded né una versione restaurata. Siamo già nel futuro.
04
Il mercato, la commissione e l'Italia
Crollerà tutto lo stesso? Non possiamo escluderlo, perché la lotta oggi è politica, è la sfida tra popolari e populisti in Europa e c'è la tentazione di dare la spallata all'Italia per dimostrare che i governi delle forze populiste non possono governare in Europa. Il commissario Ue all'Economia, Pierre Moscovici, anche oggi ha fatto un grande favore a Salvini digrignando questa frase: "Gli italiani hanno scelto un governo decisamente euroscettico e xenofobo che, sulle questioni migratorie e di bilancio, sta cercando di sbarazzarsi degli obblighi europei". Moscovici è un socialista, un uomo di parte, fa la sua battaglia, non c'è nessuna sorpresa. Non fa certo gli interessi dell'Italia né tanto meno quelli dell'Europa, è un francese che cerca di sopravvivere allo tsunami in arrivo. Lotta per se stesso e per Parigi. Fa il suo lavoro: si oppone e svolge il suo compito nel nome di Macron. La speranza è quella di innescare un sottosopra in Europa e invertire la rotta, il trend negativo per i partiti tradizionali. Operazione disperata, quasi impossibile.
Si tratta di un grande azzardo morale. Perché finora la lezione è che il mercato non ha nessuna intenzione di mandare a casa il governo, sarebbe un disastro per l'intera Eurozona. Questo dettaglio non pare essere compreso dall'opposizione in Parlamento e ancora meno dai cosiddetti "competenti" impegnati in una macumba collettiva. Il Governo Frankenstein si batte nel voto e con il voto e per riuscirci bisogna impegnarsi a fare politica, avere un programma credibile, cambiare linguaggio, testa, leadership, occuparsi dei 5 milioni di poveri senza alcuna speranza, dare un segno di vita che non è una manifestazione a Piazza del Popolo. Il Pd ha davanti ai propri occhi un fatto che conosce bene: la forza intrinseca del governo, Cinque Stelle e Lega hanno le leve del potere e questo - bene o male - è un vantaggio micidiale.
Il titolare conosce i lati divergenti della maggioranza, li abbiamo elencati più volte e li ripetiamo: il reddito di cittadinanza è un'arma a doppio taglio, le idee illiberali (chiusura dei negozi la domenica e altre corbellerie grilline) sono da respingere, la cultura anti-industriale è da bandire, gli eccessi di propaganda sono un problema di equilibrio istituzionale, sull'immigrazione il caso aperto è a terra (in Africa e in Italia) e non in mare, sono tutte cose arcinote. Resta un punto: come si contrasta una politica che è di sinistra (lo ha ammesso Pietro Grasso oggi in diretta su Sky dopo una serie di domande del titolare), che pensa al problema dimenticato (i poveri), che decide di non seguire più le regole dell'austerità fiscale di Bruxelles (fallimentari, vista l'ascesa dei populisti in tutta Europa) e che - toh, che sorpresa - alla fine sta al tavolo e tratta, con buona pace dei Moscovici. Si può dire che tutto questo è orribile o sostenere che è il paradiso, ma c'è davanti a tutti un fatto ineludibile: il governo prende decisioni che sono un cambio di passo. Verso dove? Lo vedremo, abbiamo il taccuino squadernato.
05
Savona a Strasburgo e la trattativa di Tria
La realtà è più forte dei desideri di tutti i protagonisti, di destra, di sinistra, di centro, di dritto e di rovescio: il governo giallo-verde ha margini per proporre soluzioni diverse (quando piazzi un deficit del 2.4 per cento per tre anni, hai spazio per modulare nel tempo il piano economico, come abbiamo visto), la Commissione Ue sa benissimo che può provare a disarcionare il governo ma con il rischio concreto di sfasciare l'Eurozona e innescare un effetto domino e la Bce può fare stop and go ma alla fine si deve pur fare i conti con quello che c'è a Roma. Un mostro? Lo abbiamo battezzato qui su List "Governo Frankenstein"...
Questo strano prodotto da laboratorio politico si muove. E quindi ecco Paolo Savona a Strasburgo impegnato in una serie di incontri (considerati dal ministro degli Affari Europei "molto positivi") con chi ha il monitor acceso sui conti e i responsabili delle commissioni dell'Europarlamento, ecco Giovanni Tria proporre un "addolcimento" del deficit per i prossimi anni e Luigi Di Maio affermare che il deficit per il 2019 sarà confermato al 2.4 per cento e poi nel 2020 e nel 2021 la porta si è già aperta alla revisione. Nero su bianco. Per quel che valgono i Def, ma in ogni caso realpolitik, altro che la propaganda di tutti contro tutti. Nessuno vuole un atterraggio disastroso, il crash landing non piace, fa danni collaterali e come in Apollo 11 "failure is not an option". Ci riusciranno? Sempre realpolitik e cose concrete, si tratta di numeri che sono piazzati su tigri di carta, ruggiscono ma non mordono, non c'è un solo Def che abbia azzeccato le previsioni sul Debito-Pil, guardate qui, grafico di Mazziero Research, da gustare con un Gin Martini:
Il governo ha una pallottola d'argento da sparare a Bruxelles: il debito nei prossimi mesi calerà, ha già cominciato, sempre realtà, sempre numeri. Ecco un'altra previsione di Mazziero Research (sono collaudati, ci azzeccano in pieno con regolarità):
Il debito scenderà, poi da gennaio tornerà a salire e sarà il governo a doverlo maneggiare con cura (qui sta la prova di Tria), è nitroglicerina e se va fuori controllo... È iniziata stasera un'altra partita, si gioca a Montecitorio e Palazzo Madama, nella Commissione europea e nelle sedi delle agenzie di rating. Ora Moody's ha tutti gli elementi per valutare il quadro e dare il suo giudizio, poi seguiranno tutte le altre agenzie di rating. Se il governo passa la boa, la strada è in discesa verso le elezioni europee di Maggio 2019, se sbatte contro il muro di Moody's, cerchiamo tutti scialuppa e salvagente.
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Una cosa appare certa, siamo in presenza di un movimento della storia. La manovra è una sfida aperta alla sinistra, si può giudicare bene o male, si possono opporre più che fondate obiezioni su alcuni provvedimenti (andranno valutati tutti sul piano tecnico), aspettiamo investimenti e cabina di regia sul punto cruciale degli investimenti, ma resta il fatto: si sta muovendo qualcosa che ha una forza motrice enorme e sta cambiando lo scenario politico. Giordano Bruno Guerri, con un pezzo sublime, affonda la penna nel subconscio del Paese, nella storia e nel presente. Un pezzo da maestro che torna alle radici della nazione, ai primi anni del Novecento, ne coglie l'inquietudine e balza come un fulmine fino al presente.
06
Non è il balcone, è l'ansia della barricata. La rivoluzione
Primi del Novecento, la tecnologia trasforma la società e i giovani cercano la rottura totale per inseguire il mito di una grande nazione “proletaria” che avrebbe riscattato debolezze secolari: allora con le armi, oggi con il deficit di bilancio. Dagli anni del Futurismo all'uno vale uno, uno straordinario viaggio di Giordano Bruno Guerri nel passato-presente
di Giordano Bruno Guerri
Non è stato l’apparire al balcone di Di Maio e compagni a farmeli associare ai balconi dannunziani di Fiume, come altrove – banalmente – ho letto. C’è un filo rosso più sostanzioso, e meno facile da cogliere, fra le due fasi storiche.
“Ora ogni giorno è come il precedente; nessuna grande gioia e nessun grande dolore... tutto è così noioso”, scriveva sul diario un poeta tedesco ventenne, nel 1907. Georg Heym trasferiva questo sentimento in poesie di critica alla società occidentale, alle sue convenzioni, al suo piatto individualismo. Anche nel 1910, dopo il trasferimento nella dinamica Berlino, annotò: “Se soltanto accadesse qualcosa... se soltanto s’innalzassero ancora una volta le barricate”.
Molti giovani, in tutta Europa, condividevano il desiderio di un grande cataclisma che sconvolgesse la società della Belle époque. Era diffuso un nuovo culto del benessere, grazie all’inarrestabile progresso della scienza e della tecnologia, al consolidamento di forti stati nazionali e imperiali. Si arrivò a guardare con nostalgia alle guerre degli avi, alle lotte per l’indipendenza, alle spedizioni coloniali. Guerra e rivoluzione apparivano come luoghi mitici capaci d’infondere coraggio, identità, cambiamento.
Oggi ritrovo lo stesso spirito, semplificato, adattato a usi civili, nei movimenti che si usa chiamare “populisti”. Non si tratta più di grandi battaglie ideali: come il web ha trasferito il sapere e il poter dire da pochi a tanti, abbassandone la qualità, allo stesso modo si sono trasferiti gli ideali a bisogni più terragni e concreti. I “populismi” chiedono a gran voce di azzerare la vecchia classe dirigente (inetta e pensosa dei propri vantaggi) a vantaggio appunto del popolo. E un vantaggio del popolo non starebbe più nell’allargare i confini, ma nel chiuderli: agli ex colonizzati e all’Europa, che non si impicci degli affari nostri. Continua a leggere l'articolo su List.
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Dal passato al presente. E rieccoci qui, con "le cose che sono più forti degli uomini" e la massa (leggere Elias Canetti) che detta la sua agenda. La rupture del nostro tempo ha ragioni profonde. E la politica di ieri non funziona più perché non si possono applicare regole senza consenso. Lorenzo Castellani ne disegna lo spazio e si capisce che tornare indietro è impossibile.
07
Impossibile fare riforme contro gli elettori
Fino a quindici anni fa il "ce lo chiede l'Europa" era un "proviamo a fare meglio", fino a sette anni fa era un "sacrifichiamoci per salvare il Paese", oggi è un "nulla è migliorato, delle vostre indicazioni non ci fidiamo più". Lorenzo Castellani esplora la giungla delle regole senza consenso
di Lorenzo Castellani
Lo spread è tornato a salire e non sappiamo quali saranno gli esiti di un maggior costo del debito sulla manovra del governo. Ciò che emerge, però, è un contrasto a cui le democrazie, in particolare quella italiana, ci stanno abituando negli ultimi anni e che intercorre tra i mercati finanziari, le istituzioni internazionali ed europee e coloro che il consenso popolare manda al governo degli Stati nazionali.
Questo scenario suscita alcune domande scomode che quasi nessuno vuole porsi nella classe dirigente del Paese, indipendentemente dalle preferenze politiche. Ad esempio, da anni viene ripetuto da Commissione Europea e organizzazioni internazionali che servono "riforme strutturali", una formula vaga e generalista (nel senso che ogni paese disegna riforme sulla base dei propri problemi e delle proprie tradizioni) usata per le policies che vengono raccomandate dalle istituzioni sovranazionali. Tuttavia, queste riforme "strutturali" sono state per gran parte rigettate da tutti i partiti che sono andati al governo in Italia negli ultimi anni. Quelle politiche indicate da Bruxelles e che sono poi state realizzate nell'emergenza della crisi del debito sovrano, come la riforma Fornero, sono state successivamente minate da tutti i partiti principali. Nel caso specifico delle pensioni iniziò il Pd di Matteo Renzi con l'anticipo pensionistico e poi seguirono tutte le altre forze politiche in campagna elettorale. Le elezioni sono state vinte da chi ha promesso di abolirla quella legge e oggi ci prova dai banchi del governo. Il jobs act, riforma plaudita da stampa e organizzazioni internazionali, è rimasta una policy controversa i cui risultati di lungo periodo non sono ancora oggi ben chiari. Infatti, il mercato del lavoro diviene sempre più iperflessibile (aumentano costantemente i contratti a tempo determinato), mentre il jobs act mirava a stabilizzare l'occupazione dopo i tre anni di tutele crescenti. Tecnicamente, quindi, la legge renziana sul lavoro non ha raggiunto il suo obiettivo, benché plaudita dagli opinionisti internazionali. È vero che oggi l'occupazione cresce, ma la sua qualità è scarsa, poiché precaria e poco remunerata. Continua a leggere l'articolo su List.
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Che facciamo? Andiamo in America, fonte di energia, trasformazione. Tutto quello che vediamo oggi ha un'origine: la Brexit e... il biondo-arancio di Manhattan, Donald Trump.
08
Il boom americano
Dov'eravamo rimasti? Ah sì, al Russiagate, alla pornostar, al giudice Brett Kavanaugh a luci rosse (tutto il caso, come il resto, sta naufragando, leggete qui e seguite Kimberley Strassel su Twitter e sul Wall Street Journal) e alle imprese dell'inguardabile bifolco di Manhattan, il disastro dell'Occidente. Nell'attesa dell'Armageddon, da umili cronisti, segnaliamo un paio di fatterelli ulteriori, cose che sui giornaloni non si trovano in prima pagina.
Gli Stati Uniti nel mese di settembre secondo i dati di ADP (sono quelli che fanno le buste paga) ha creato 230 mila posti di lavoro, battute le stime che si fermavano a quota 184 mila posti:
Crescono tutti i settori tranne uno: l'informazione. E non si tratta solo di un problema di riassetto tecnologico, i giornali hanno perso credibilità (domani Marco Gervasoni traccerà uno scenario sull'Italia e il resto del mondo tipografico). Ecco i numeri dei principali settori, crescita a razzo:
Guardate i numeri, sono quelli di una locomotiva a vapore che viaggia a tutta velocità, un continente che marcia, produce, fa business. Tutto questo accade nonostante la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina e i segnali di indebolimento dell'economia globale. Una voce s'alza dal loggione: "Ma crollerà!". Grande rivelazione, si chiamano cicli economici, boom e sboom. L'obiezione suona come quella del fattore che dice che prima o poi il lupo si mangerà qualche gallina nel pollaio. Certo, accadrà. Ma nel frattempo le galline covano le uova. Quanto al lupo, come tutti cerca di sopravvivere come può. È la vita, che brillante scoperta hanno fatto gli oracoli con le lenti del pregiudizio, oggi anche detti "competenti". Non ne azzeccano una - non facciamo per pietas una rassegna stampa sul tema di Trump - ma sono regolarmente in prima pagina. Questo è il problema.
Nell'attesa del Grande Crollo, il settore dei servizi in America ha registrato una crescita record in settembre, l'indice è a quota 61.6, in agosto era a 58.5, ha guadagnato ancora un + 3.1 per cento. Questi sono i numeri dell'Institute for Supply Management, quelli che fanno testo, non le opinioni in libertà:
Growing. Faster. Non c'è bisogno di altro. Come va la Borsa?
La seduta è in corso, ecco gli indici di Wall Street:
Sono tutti impazziti? Sul mercato c'è sempre un tasso (elevato) di euforia irrazionale (titolo di un libro fondamentale di Robert J. Shiller per capire cosa accade quando si entra in fase "bolla") ma sta di fatto che dagli esponenti della Federal Reserve sono arrivati commenti ottimisti sul futuro dell'economia nei prossimi mesi, Trump ha raggiunto l'accordo con il Canada per un nuovo accordo di libero scambio (il NAFTA) e tutti sperano che con la Cina di Xi Jinping le trattative sul commercio alla fine andranno a dama. Che partita.
Questo è il quadro americano e come dice sempre Gordon Gekko "è tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
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Come chiudiamo questo numerale serale di List? Con uno zampillo d'inchiostro di Guido Ciompi, in maniera circolare, torniamo al "nuovo inizio". Di Maio, Salvini, cigno nero. Forse no.
09
Cigno nero
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2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.