4 Ottobre
Salvini e la letterina di Mattarella. La partita del Quirinale
Il Presidente della Repubblica firma il decreto su sicurezza e immigrazione ma allega una lettera per il premier Conte dove richiama l'articolo 10 della Costituzione. Un'indagine del titolare di List e Parlamentarius sul significato e l'impatto politico della nota del Colle
Il Presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto del governo sulla sicurezza e l'immigrazione, ma lo ha accompagnato con una sua nota indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che appare irrituale e il cui contenuto è il seguente:
Signor Presidente,
in data odierna ho emanato il decreto legge recante: “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.
Al riguardo avverto l’obbligo di sottolineare che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano “fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato”, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia.
Cosa dice l'articolo 10 della Costituzione? Eccolo qui:
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici
Siamo al centro del Maelstrom della politica italiana e europea, la politica sull'immigrazione.
01
Una lettera che vale soprattutto per il domani
Molto interessante. In che campo siamo? Mattarella gioca un doppio: da un lato siamo di fronte a un atto formale previsto dalla Costituzione - la firma dei decreti - dall'altro siamo invece nello spazio sospeso in aria delle "esternazioni" - questa è scritta e non verbale - sulle quali esiste ampia letteratura giuridica perché sono spesso interventi che...
Il Presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto del governo sulla sicurezza e l'immigrazione, ma lo ha accompagnato con una sua nota indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che appare irrituale e il cui contenuto è il seguente:
Signor Presidente,
in data odierna ho emanato il decreto legge recante: “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.
Al riguardo avverto l’obbligo di sottolineare che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano “fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato”, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia.
Cosa dice l'articolo 10 della Costituzione? Eccolo qui:
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici
Siamo al centro del Maelstrom della politica italiana e europea, la politica sull'immigrazione.
01
Una lettera che vale soprattutto per il domani
Molto interessante. In che campo siamo? Mattarella gioca un doppio: da un lato siamo di fronte a un atto formale previsto dalla Costituzione - la firma dei decreti - dall'altro siamo invece nello spazio sospeso in aria delle "esternazioni" - questa è scritta e non verbale - sulle quali esiste ampia letteratura giuridica perché sono spesso interventi che entrano direttamente nella fase del policy making. La lettera di Mattarella non è un fatto unico, ci sono precedenti di vario genere e impatto: Giorgio Napolitano nel maggio del 2010 promulgò un decreto legge sugli incentivi e lo accompagnò con una lettera a ai Presidenti di Camera (Gianfranco Fini) e Senato (Renato Schifani) avvisando che nel caso in cui dovesse persistere la tendenza «a caricare di contenuti impropri» i decreti-legge, il Colle avrebbe esercitato la facoltà di rinvio al Parlamento della legge di conversione. Il contesto è profondamente diverso e come vedremo anche con un approfondimento di Parlamentarius tra qualche riga, tempo storico e luogo politico contano, pesano, sono determinanti nell'analisi di un fatto politico come quello che si è consumato oggi tra Quirinale e Palazzo Chigi.
Siamo di fronte a un fatto legislativo (la firma) e a un fatto politico (la lettera di accompagnamento del Presidente). Non ci sono dubbi che il Presidente possa avvalersi di questa modalità, ma scrivere la lettera - e pubblicarla sul sito web del Quirinale - il giorno in cui firma il decreto dà alla storia una curvatura più profonda. Mattarella poteva fare dopo un messaggio alle Camere dove affronta il tema nella sua complessità, un'esternazione verbale in un'occasione pubblica. Ha scelto una strada immediata, contestuale alla promulgazione. E bisogna tenerne conto perché il fatto è di notevole interesse politico per la sua singolarità - è raro che accada - e per il contesto in cui arriva la lettera di Mattarella a Conte.
Il primo dato di fatto è che Mattarella ha firmato il decreto, dunque non ravvisa (più, probabilmente dopo modifiche) motivi di incostituzionalità, ma nello stesso tempo il Presidente accompagna il suo atto con la lettera che non modifica la realtà giuridica ma va chiaramente nella direzione di dichiarare e rafforzare. Cosa significa? Dichiarare che nell'esecuzione delle norme previste dal decreto bisogna rispettare l'articolo 10 della Costituzione e rafforzare politicamente - per l'oggi e soprattutto per il domani - la posizione espressa dal Quirinale. Mattarella è molto attento nella sua lettera a restare dentro il binario costituzionale (e aggancia la dichiarazione all'articolo 10, come già aveva fatto in occasione della legge di bilancio, richiamando l'articolo 97) ma non ci sono dubbi che il suo sia un atto politico. Non impegna la maggioranza, non ha effetti giuridici, ma nella stesso tempo pone una questione politica al governo. Mattarella partecipa al dibattito politico sull'immigrazione e in punta di diritto fa emergere una posizione che non si materializza nel respingimento del decreto ma traccia un solco tra il Quirinale e Palazzo Chigi e pone le premesse per eventuali emendamenti in aula. Non sarebbe affatto sorprendente vederne alla Camera e al Senato proposti dal Pd con riferimento a quanto scritto oggi dal Capo dello Stato. Dunque firmo il decreto, non creo un caso di conflitto totale, ma segnalo - alla maggioranza e all'opposizione - che io coltivo le mie preoccupazioni. Questi dubbi non arrivano alla rottura - non serve, la partita si giocherà nelle Camere - e qui si apre il tema: la firma dice l'atto è conforme alla Costituzione, ma la lettera insinua il sospetto che nella sua applicazione possa diventarlo. E allora non si capisce come questa potenziale incostituzionalità sia compatibile con la firma del Presidente. O è costituzionale o non è. Invece qui siamo al caso consumato sul piano del diritto e aperto sul piano politico.
Matteo Salvini bada al sodo, al risultato concreto: "Ciapa lì e porta a ca'". Frase pop che si traduce anche in qualcosa di più esteso: "L'ho spiegato a Mattarella, rispettiamo la Costituzione, le convenzioni e i trattati internazionali ma non possiamo passare per fessi". Conta il risultato, senza dubbio. Ma questa è la visione di un leader politico, la sua tattica. Qui a noi interessa capire cosa si muove dietro le quinte, cosa si agita dietro il formalismo giuridico e un atto apparentemente senza impatto politico, quali sono le tendenze future che cela e nello stesso tempo svela.
La mini letterina segnala che il Quirinale - altro dato di fatto, di sistema - è l'unica vera controparte del governo. L'opposizione non c'è (Forza Italia non vuole ne può esserlo sul serio) e il Partito democratico è in uno stato di catalessi post-elettorale dal 4 marzo. Dunque dall'altra parte del fiume ad aspettare le decisioni di Palazzo Chigi c'è e resta sempre e solo Mattarella e... l'alta burocrazia, il potente e inamovibile establishment che a fasi alterne diventa il problema di qualsiasi governo non allineato al tran tran del potere romano.
Fatti segnati e ordinati sul taccuino: esternazioni con richiamo alle prerogative del Presidente nella fase di formazione del governo e al precedente di Luigi Einaudi, consultazioni al Quirinale dopo il voto senza incarichi ai leader di partito (e al centrodestra che ha vinto le elezioni) e solo mandati esplorativi ai presidenti delle Camere, "idea" annunciata di un governo del Presidente, no a Savona ministro dell'Economia, (ri)tentativo di fare il governo tecnico (Cottarelli), naufragio di quest'ultimo di fronte all'ascesa dello spread, varo del governo giallo-verde dopo trasloco di Savona agli Affari Europei e scelta di Giovanni Tria per l'Economia; intervento sul caso Diciotti (telefonata a Conte), sponda sulla manovra con il ministro dell'Economia Tria (fallita), elezione al Csm (di cui Mattarella è Presidente) del vicepresidente David Ermini (dopo quella di Legnini un'altra presidenza del Pd), crollo della diga di Tria nella trattativa sul deficit, esternazione di Mattarella sull'equilibrio di bilancio e l'articolo 97 della Costituzione.
L'opposizione non c'è. Mattarella sì. È il segnale che la legislatura avrà i suoi momenti di passaggio, quelli che contano, sempre al Quirinale. Che ne pensa il nostro Parlamentarius della mossa del Quirinale? Entriamo nel finissimo e tagliente campo del diritto. I dettagli, che meraviglia.
02
L'impatto giuridico e politico della nota del Quirinale
di Parlamentarius
I rapporti tra organi costituzionali della Repubblica vivono di prassi, consuetudini, convenzioni, precedenti. In altre parole, di regole non scritte. Allora non sarebbe appropriato guardare ad una novità con scetticismo o perplessità per il fatto che si tratta di una cosa “non prevista” in Costituzione. Questo vale ancor di più quando sono in gioco le attribuzioni e le attività del Presidente della Repubblica, Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale.
Il Presidente “emana” il decreto legge, il quale però è atto del Governo. E questo conferisce al Capo dello Stato, per una prassi costituzionale per l’appunto che si snoda tra una serie di precedenti riguardanti Pertini, Cossiga, Napolitano, un potere di controllo a garanzia del quadro Costituzionale. E’ accaduto che il Presidente abbia chiesto e ottenuto la modifica di un decreto legge prima che fosse adottato, che ne abbia rifiutato l’emanazione, che, con apposita esternazione formale, abbia preavvisato il Governo che un certo adottando decreto legge, se effettivamente deliberato dal Governo, non sarebbe poi stato emanato per ragioni di un ravvisato contrasto con la Costituzione (ricordate il caso Englaro?).
Il frizzante scenario politico italiano d’oggi, che concede ancora una volta a Matteo Salvini un posto d’onore che di certo non dispiacerà al coriaceo leader della Lega (e non solo di essa, ormai), aggiunge un tassello decisamente interessante: l’emanazione del decreto legge (immigrazione) da parte del Presidente accompagnato però da una nota indirizzata al Governo allo scopo di ammonirlo al rispetto della Costituzione. In particolare, l’ammonimento riguarda il diritto di asilo e l’art. 10 Cost. che lo concede allo straniero “al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”.
Non possiamo negare al titolare un commento a caldo. Certo, questa nota non è un'assoluta novità ma è invece innovativo l’impatto che ha l’iniziativa presidenziale in un quadro politico già effervescente, per via di tutto quello cui assistiamo in questi mesi, dall’insediamento dell’inedito schieramento giallo-verde ai sussulti istituzionali e finanziari vari che la manovra sta provocando in questi giorni ed ora, con l’addendum di qualche “sagace” scambio di battute sull’antieuropeismo (vero o presunto) del Governo italiano da parte di Moscovici e sulla salviniana incerta sobrietà del Presidente della Commissione europea Juncker.
Gli studiosi di diritto costituzionale avranno modo di dissertare su questa lettera presidenziale e sul fatto se il Capo dello Stato sia o meno un potere neutro, se abbia potere interdittivo, se sia controllore o solo garante della Costituzione, se vanti o meno un collegamento con la società civile o un suo pieno inserimento nella società politica, come riconosciuto dalla Corte costituzionale in tempi anche recenti.
Intanto qui facciamo le prime considerazioni, partendo da un fatto di cronaca, cui resta sensibile l’uomo della strada: il Presidente ha firmato il decreto Salvini e quindi il decreto supera il vaglio del Quirinale; ma (sottolineato il “ma”) ha ritenuto l’esigenza di avvertire, con apposita esternazione rivolta al Presidente del Consiglio, che restano fermi gli obblighi costituzionali dello Stato.
Sul piano giuridico, se è sicuro che il Presidente della Repubblica ha il potere di effettuare un vaglio di coerenza del decreto legge con la Costituzione, è altrettanto pacifico che non si tratta di quello stesso ed esteso controllo giurisdizionale che spetta alla Corte costituzionale. Non si tratta tanto di ritagliare un compito più ridotto, ma di renderlo armonico con quel ruolo di garanzia costituzionale e di rappresentante dell’unità nazionale che al Capo dello Stato compete. Se così non fosse, d’altra parte, il Presidente si troverebbe con la sua giacca a brandelli per quanto sarebbe inesorabilmente “tirata” in ogni occasione politicamente sensibile, da una parte come dall’altra dello schieramento. Del resto, è proprio l’organizzazione dell’organo costituzionale in questione, ben diversa dalla Corte costituzionale ovviamente (l’uno monocratico e l’altro collegiale), che non si presterebbe una azione di controllo giuridico “a tutto campo”.
Dunque, il controllo riguarderà solo quei profili particolarmente sensibili per i valori fondanti incisi, o per il modo in cui, anche in considerazione del concreto momento storico, il decreto impatta sull’architettura costituzionale, o perché essi toccano l’unità nazionale di per sé. Non è facile fare una delimitazione, ma in fondo questa flessibilità é il proprium del diritto costituzionale. Detto questo, vi sono perciò casi nei quali il “problema costituzionale” posto dal decreto legge è tale che il Presidente può (anzi, per la verità deve) rifiutare l’emanazione, e potrà farlo, vista la prassi, anche con un preavviso al Governo o con una richiesta di modifica del testo in moral suasion. Negli altri casi, invece, essendo oltretutto il decreto legge un atto formalmente presidenziale e sostanzialmente governativo, il Presidente non potrà che emanare il decreto.
Che significato ha dunque la firma del Presidente che però aggiunge la nota di ammonimento? Proverò a ragionarci. La prima possibilità è che il Presidente abbia dei dubbi sulla legittimità costituzionale del decreto. Ma, se così fosse, avrebbe dovuto esercitare il suo potere interdittivo (che, beninteso, nei limiti costituzionali, gli spetta certamente) negando la firma. Potrebbe darsi allora, in teoria, che il Presidente abbia ravvisato un vizio di costituzionalità e che però abbia ritenuto che esso non fosse tale da mettere a repentaglio i valori fondanti o l’unità nazionale: insomma un vizio sì, ma non tale da esercitare il potere interdittivo. Ma questa strada non convince, perché se il problema fosse estraneo alla sfera di controllo spettante per Costituzione al Presidente, Egli allora non dovrebbe comunque pronunciarsi, limitandosi ad emanare il decreto. In questo senso una sua esternazione sarebbe, a tacer d’altro, una eventualità che metterebbe in difficoltà la Corte costituzionale che fosse in futuro chiamata a pronunciarsi sulla questione.
Altra possibilità è che questo ammonimento sia rivolto ai “miglioramenti” che il decreto legge potrebbe ricevere in sede di conversione. Anche questo significato però sembra da escludere perché qui discutiamo del vaglio che il Presidente sta esercitando sulla emanazione del decreto legge, decreto che produrrà i suoi pieni effetti sin dalla pubblicazione. Non della legge di conversione affidata alle cure del Parlamento.
Infine, è possibile che la nota presidenziale si rivolga alla fase (futura) di attuazione del decreto legge. In altre parole, la Presidenza della Repubblica ritiene che le norme del decreto siano conformi a Costituzione (e dunque lo emana) e tuttavia avverte il rischio che possano esserci delle distorsioni in fase applicativa. Questa lettura però presupporrebbe un potere interpretativo e di indirizzo del Presidente che è tutto da verificare. E soprattutto colpirebbe il fatto che in questo modo il monito finirebbe per essere rivolto ad un livello più basso ancora: ad una attività prettamente amministrativa ed esecutiva. Quindi, il Presidente finirebbe per fornire una sorta di indirizzo politico-amministrativo, pur se ovviamente sempre ispirato ad una norma costituzionale quale l’art. 10 della Costituzione.
Il quadro giuridico è un po’ complicato, insomma. In queste ore e nei prossimi giorni con curiosità vedremo quali saranno i commenti dei tecnici. Ma sul piano politico il “fatto” ci sembra netto. Il decreto è firmato e Salvini è sempre pronto: “ciapa lì e porta a cà”. E pensiamo che saprà nei prossimi giorni anche dare rassicurazioni al Presidente sul rispetto dei valori costituzionali. Per il resto, che dire? Se, come leggiamo su List, il confronto in atto è quello tra il Governo giallo-verde e l’establishment, ci pare proprio che questa vicenda segni un altro punto a favore del primo.
***
Partitona che durerà per l'intera legislatura. Siamo solo ai primi scambi da fondo campo con qualche puntata sotto rete. Che facciamo ora? Leggiamo un'altra letterina, l'ha spedita il ministro dell'Economia Giovanni Tria alla Commissione Ue.
03
Uno e Tria. La lettera alla Commissione Ue
L'altra partita in corso è in Europa. La Commissione europea ha ricevuto la lettera inviata dal governo con la nota di aggiornamento al Def. Il governo deve negoziare con l'Unione europea il suo programma economico. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha inviato la consueta lettera alla Commissione europea "riguardante la modifica del percorso programmatico di finanza pubblica contenuto nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza". Che dice Tria?
Come sostenuto in diverse occasioni, la manovra di bilancio che questo Governo si appresta a varare è coraggiosa e responsabile, puntando alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2.4 per cento del 2019 al 2.1 per cento del 2020 per chiudere all’1.8 per cento del 2021.
Il comunicato del ministero afferma che "l’impatto delle singole misure sull’economia del Paese deve essere valutato nel quadro dell’intera manovra. Maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili: quest’insieme di misure porterà un aumento della crescita all’1.5 per cento nel 2019 per arrivare all’1.6 e l’1.4 negli anni successivi. Il raggiungimento di questi obiettivi verrà ottenuto anche grazie a un attento disegno degli interventi sia sul versante degli investimenti, sia su quello delle misure di sostegno attivo per il lavoro e la coesione sociale che garantiscano la stabilità complessiva del sistema. Tria sottolinea:
Ora si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del Governo delineata dalla manovra. Come è avvenuto all’interno del Governo, auspico che il dialogo con la Commissione Europea rimanga aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le Istituzioni. In questo dialogo il Governo si presenta compatto e fiducioso.
Mano tesa. Bisogna vedere quali sono le reali intenzioni (politiche) della Commissione Ue. Entriamo in zona Moscovici. Portate il contatore Geiger. E un calmante.
04
Un calmante per Moscovici. Vede la dittatura ovunque
Se diamo retta alle parole di Pierre Moscovici, commissario Ue all'economia, non c'è da riporre troppa fiducia nella saggezza brussellese. Francese, socialista, oracolo di catastrofi imminenti:
L'Europa attraversa una crisi politica inedita e profonda, una crisi tragica che minaccia l'esistenza stessa del progetto europeo. L'Europa si trova a un bivio: se non facciamo nulla gli Orban, i Salvini i Kaczyinski, i Le Pen disegneranno un'Europa dove la giustizia e la stampa saranno sotto controllo, gli stranieri saranno stigmatizzati, le minoranze minacciate. Populisti per gli uni, nazionalisti per gli altri, tutti questi leader di estrema destra, per me sono i nemici delle democrazie aperte e liberali che abbiamo costruito dal 1945 per garantire la pace. Mi auguro che gli europei si sveglino e riprendano la lotta di progetti e di valori contro queste posizioni pericolose.
Un moderato, Moscovici. C'è una buona notizia, queste frasi sono estrapolate dalla lettera in cui annuncia che non si candiderà come Spitzenkandidat dei socialisti per guidare la Commissione Ue. Non è del tutto incosciente, quando fa calcoli su se stesso, mostra di esser lucidio. Avrebbe perso.
***
Ma l'Armageddon finanziario dov'è finito? È come l'impeachment di Trump, sempre in ritardo. Come sono andate le cose sui mercati?
05
Lady Spread va giù. I titoli americani su
Lady Spread non è più su di giri, ha smesso (per ora) di salire le scale e si è messa alla finestra. Perfino le parole di Moscovici nel mercato cominciano a suonare per quello che sono: la propaganda politica di un esponente del Partito socialista francese che lotta per la sua sopravvivenza politica. Ecco la chiusura dello spread tra Btp e Bund oggi:
Più interessanti oggi sono le cose che succedono a Wall Street, seduta in corso. Questo è l'andamento dei tassi dei titoli di stato americani a 10 anni, ultimi cinque giorni:
Il tasso è al 3.19 per cento, il più alto degli ultimi 8 anni. Che succede? L'economia americana è ancora in pieno boom, il dollaro si sta rafforzando sulle valute dei paesi emergenti (e per loro sono guai, chiedere lumi alla Turchia), la galoppata del tasso di interess dei Treasury ha effetti collaterali su tutti gli altri titoli di stato nel mondo. Guardate cosa è successo ai titoli di stato giapponesi a 10 anni nell'ultimo mese, il tasso è al livello più alto dal gennaio del 2016:
La locomotiva a vapore degli Stati Uniti travolge tutti. Conseguenze inattese, indebitarsi costerà di più per tutti. Effetto Trump. Viviamo tempi americani. Forse troppo. E i cugini inglesi che fanno? Hanno un problema di tassi crescenti anche loro e Theresa May fa l'equilibrista. Ah, c'è la Brexit inchiostrata da Guido Ciompi, la premier britannica che balla, sospesa in aria. Dentro/Fuori.
06
Esercizi da Brexit
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3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.