7 Novembre
Sei mesi da indietro tutta
Renzi fa sapere che il Pd al voto non avrà più un candidato premier. La manovra del segretario per tentare di attutire il colpo del voto in Sicilia. Come si è arrivati a questo epilogo: la ricostruzione degli ultimi sei mesi di un leader in crisi.
C'è o non c'è? I mal disposti d'animo avrebbero fatto un'altra domanda, ci è o ci fa? ma nel caso del segretario del Partito democratico bisogna disporsi sulla riva del fiume e osservare le sue mosse "serenamente", senza moral bias, pregiudizio, osservando bene tutti i pezzi sulla scacchiera. Il piccolo establishment italiano in coro ha detto che Renzi non è più il candidato premier del Pd. O forse lo è ancora, ma solo un po' e si vedrà. Siamo allo stato confusionale, certificato da quanto dichiarato da Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera:
Nel nostro partito ci sono per fortuna più personalità capaci di assumersi grandi responsabilità. Gentiloni è sicuramente una di queste, lo dimostra con il suo lavoro. Il candidato del Pd resta Renzi, legittimato dalle primarie.
Spendibile. Ma il candidato è Renzi. Urge confronto tra doppie e triple personalità (con)viventi nel Pd. Il sonar di List aveva individuato il rumore di profondità da qualche giorno, ora la cosa è tutta emersa, non ufficiale (lo vedremo nella direzione del Pd di lunedì prossimo cosa è ufficiale e cosa no) ma ufficiosa quanto basta per essere tra le cose (im)possibili. Renzi non è il candidato-premier-forse-no-ma-anche-sì. Repubblica lo scrive in prima pagina così:
E' la stessa Repubblica che il 14 ottobre di quest'anno ospitò Renzi in redazione in un forum dedicato alla sinistra e riportò queste parole:
"Il segretario del Pd è il candidato premier, per statuto. Punto. Quello che deciderà la coalizione, purtroppo lo vedremo dopo. Non credo che ci saranno le primarie di coalizione".
Punto. Come ogni feuilleton, la storia ha una serie di episodi che precedono "la sorpresa", il colpo di scena, la rivelazione, in termini letterari sarebbe "l'epifania" e, in fondo, siamo nel campo dell'Avanti Pop renziano che diventa Indietro tutta. Allora, torniamo indietro, riavvolgiamo il film in un...
C'è o non c'è? I mal disposti d'animo avrebbero fatto un'altra domanda, ci è o ci fa? ma nel caso del segretario del Partito democratico bisogna disporsi sulla riva del fiume e osservare le sue mosse "serenamente", senza moral bias, pregiudizio, osservando bene tutti i pezzi sulla scacchiera. Il piccolo establishment italiano in coro ha detto che Renzi non è più il candidato premier del Pd. O forse lo è ancora, ma solo un po' e si vedrà. Siamo allo stato confusionale, certificato da quanto dichiarato da Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera:
Nel nostro partito ci sono per fortuna più personalità capaci di assumersi grandi responsabilità. Gentiloni è sicuramente una di queste, lo dimostra con il suo lavoro. Il candidato del Pd resta Renzi, legittimato dalle primarie.
Spendibile. Ma il candidato è Renzi. Urge confronto tra doppie e triple personalità (con)viventi nel Pd. Il sonar di List aveva individuato il rumore di profondità da qualche giorno, ora la cosa è tutta emersa, non ufficiale (lo vedremo nella direzione del Pd di lunedì prossimo cosa è ufficiale e cosa no) ma ufficiosa quanto basta per essere tra le cose (im)possibili. Renzi non è il candidato-premier-forse-no-ma-anche-sì. Repubblica lo scrive in prima pagina così:
E' la stessa Repubblica che il 14 ottobre di quest'anno ospitò Renzi in redazione in un forum dedicato alla sinistra e riportò queste parole:
"Il segretario del Pd è il candidato premier, per statuto. Punto. Quello che deciderà la coalizione, purtroppo lo vedremo dopo. Non credo che ci saranno le primarie di coalizione".
Punto. Come ogni feuilleton, la storia ha una serie di episodi che precedono "la sorpresa", il colpo di scena, la rivelazione, in termini letterari sarebbe "l'epifania" e, in fondo, siamo nel campo dell'Avanti Pop renziano che diventa Indietro tutta. Allora, torniamo indietro, riavvolgiamo il film in un paio di scene, veloci, ma significative.
Di nuovo segretario. Renzi riconquista la segreteria del Pd il 30 aprile del 2017. Sono trascorsi soltanto sei mesi da allora. Renzi ha agevolato la scissione dei dalemiani e dei bersaniani, si sente liberato dal peso del dissenso che giudica distruttivo, ha logorato se stesso (e il partito) in direzioni dove ha aperto, chiuso, gestito in maniera gramsciana la seduta di autocoscienza del Pd, ma la posizione delle parti in campo non si schioda: Renzi decide come un monarca, la minoranza pensa che quel sovrano abbia usurpato il trono. Finisce a carte quarantotto, Pierluigi Bersani se ne va, suona Bandiera Rossa, Massimo D'Alema si liscia baffi acuminati e continua il serial intitolato "sono sconcertato". Renzi apparecchia le primarie con avversari talmente piccoli da non essere intercettati dal radar, vince e torna in sella.
Elezioni anticipate. Renzi nel frattempo lavora per far saltare il governo Gentiloni prima possibile, andare alle urne e passare al controllo totale della PlayStation del partito. Operazione che si rivelerà impossibile. Subito dopo la sconfitta del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 pensava al seggiolino eiettabile per l'amico Paolo in quel di febbraio, e non se ne fece niente; poi arrivò la guerra di logoramento con D'Alema e C. e non se ne fece niente; poi giunsero tutti i boatos e le intercettazioni su Consip, e non se ne fece niente; ma ora, a scissione consumata e con la segreteria riconquistata... si può fare.
Non si può fare. Le cose non vanno lisce perché l'omino che Renzi pensava fosse radiocomandabile alla bisogna in realtà non risponde ai comandi. Sergio Mattarella al Quirinale è attento alla forma e alla sostanza politica: Gentiloni sta governando al meglio possibile date le condizioni della maggioranza, in Europa ci sono una serie di passaggi delicatissimi, in marzo si è votato in Olanda, in Francia in maggio e i socialisti sono stati spazzati via da Macron, in settembre si vota in Germania e poi c'è la legge di stabilità e scade il mandato del governatore di Bankitalia. L'agenda è piena, non si può votare in questa incertezza, Matteo si rilassi e pensi a fare il segretario del Pd, a Palazzo Chigi c'è Gentiloni e va benissimo.
Operazione Avanti. Il piano di Renzi per il rilancio totale e il tentativo di conquistare il match di dritto e rovescio passa tutto per il lancio del suo libro, Avanti. Sarà il libro più anticipato e meno recensito della storia editoriale italiana. Renzi ne immaginava l'uscita subito dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre, doveva essere la celebrazione della sua vittoria e la pietra miliare di una lunga e brillante carriera politica, ma il sassolino della storia ruppe l'ingranaggio immaginario e patatrac! tutto viene rinviato. Renzi riscrive interi capitoli, la storia della vittoria diventa quella del riscatto. Il 5 luglio, una settimana prima dell'uscita, Renzi comincia la sua campagna via Twitter:
È il primo passaggio, il libro serve da catapulta per il suo gran rientro a Palazzo Chigi. Renzi crea l'attesa per il libro e comincia a far distribuire interi capitoli da anticipare sulla stampa. Il 9 luglio twitta il mirabile risultato ottenuto sui giornali:
L'operazione Avanti è riuscita, Renzi fa un bel po' di uscite estive, non parla del partito, ma di se stesso. La cosa nei sondaggi non produce nessun risultato, il partito è sempre inchiodato là, non stacca il Movimento 5Stelle che nonostante la pessima prova dell'amministrazione grillina a Roma, non perde voti.
Walker Texas Minniti. Mentre Renzi lima il libro e prepara il lancio, il barometro dell'estate segna tempesta, gli sbarchi di migranti diventano l'emergenza mediatica, per il Pd è un effetto kryptonite, è sommerso dalle critiche. E improvvisamente, arriva una svolta. Il 27 giugno il ministro dell'Interno Marco Minniti è in volo verso Washington, riceve una telefonata, chiude la conversazione e ordina al pilota di tornare indietro, a Roma. Cosa è successo di così grave? Sono sbarcati migliaia di migranti in una sola notte. Non è una novità, ma per Renzi e il Pd tutto questo è nitroglicerina. Minniti comincia la sua campagna estiva di law and order, prende il partito e lo fa svoltare a destra, cambiando radicalmente la linea politica seguita fino a quel momento sull'immigrazione. Molti dicono che tutto questo sia accaduto senza alcuna consultazione con Renzi. Escono cronache in cui si narra la divisione tra il segretario del Pd e il ministro dell'Interno. Non c'è niente di vero, l'operazione va in tandem, Renzi fa solo finta di essere equidistante tra chi fa l'azione (Minniti) e chi la guarda come un serio problema di linea politica (Delrio). Minniti riscrive tutte le regole per i soccorsi in mare delle Ong, adotta la linea dura, va in Parlamento e difende la linea, chiude un accordo bilaterale con la Libia, non trova la collaborazione dell'Unione europea (l'Italia va al vertice Ue di Tallin e torna a mani vuote), parte un'operazione navale della Marina, il dado e tratto e con un'azione di forza minnitesca gli sbarchi calano e i migranti dell'Africa finiscono nei campi di detenzione della la Libia e cercano altre rotte, vedere alla voce Spagna. L'azione è efficace, ma con i sondaggi ancora non ci siamo. Il Pd resta fermo ai blocchi di partenza.
Che fare con Gentiloni? L'estate vola via tra Consip e migranti, Renzi va in vacanza, non ha trovato nessuna chiave per far saltare il governo, il Quirinale si è rivelato una fortezza, ma il voto in Sicilia si sta avvicinando e c'è anche un referendum sull'autonomia in Lombardia e Veneto che rischia di essere un problema. Il Grande Slam elettorale è già partito, Renzi non trova il filo di un messaggio convincente, bisogna inventarsi qualcos'altro e, soprattutto, marcare la distanza con il governo Gentiloni, avere le mani libere. E c'è quel Grillo che non molla. Il 9 settembre Renzi va in Sicilia a presentare il suo libro - sempre l'Io al centro di tutto - con il candidato alla presidenza della Regione, Fabrizio Micari. Un passaggio, niente di più. I dati dell'economia sono buoni, ma non sono suoi, sono di Gentiloni, questo è il vero problema. La domanda del caro vecchio compagno Lenin si leva come il ticchettìo di un orologio: che fare?
Il complotto su Consip. Riparte la giostra di Consip, siamo a metà settembre. Partono le rivelazioni sull'inchiesta Consip che sarebbe stata "taroccata" per danneggiare politicamente Renzi. Si agita il complotto, il Pd si getta nella mischia addirittura del golpe. Finisce che il golpe diventa un golpetto e poi viene subito messo nel cassetto perché è un boomerang. Il Colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio, il famoso Capitano Ultimo, l'uomo che ha arrestato Riina, viene tirato in ballo tra quelli che avrebbero magheggiato sull'inchiesta che coinvolge il padre di Renzi, e a quel punto la reazione di De Caprio è durissima: "Non ho mai svolto indagini per fini politici". Parte la rumba, il Pd tiene il punto 24 ore, poi molla la presa. E i sondaggi sono sempre fermi.
Il treno. Settembre se ne va in stato confusionale, non c'è una linea, Gentiloni va e viene dai vertici internazionali. E Renzi sale sul treno, è il 18 ottobre. È il pezzo della sua campagna elettorale su rotaia. Renzi parte così, sembra il Mulino Bianco:
Renzi ci prova, è senza alcun dubbio un combattente. Ma qualcosa in tutto questo non gli gira come vorrebbe, "non c'è mordente" avrebbe detto l'allenatore di una squadra di calcio. E poi c'è Grillo che non cala di un punto nei sondaggi e il Pd invece sta per mettere a segno il peggior risultato da quando Renzi è tornato segretario. Torna la domanda del vecchio, caro, compagno Lenin: che fare?
La campagna bancaria. Il segretario del Pd ha una sola idea in testa: tallonare Grillo. Con quale argomento? Le banche. Il Pd ha l'ombra di Monte dei Paschi e di Banca Etruria alle calcagna, Renzi deve allontanarsene. La campagna bancaria parte il 5 ottobre con un tweet che appoggia l'azione dell'ABI, l'associazione dei banchieri, contro le nuove regole della Bce sui crediti deteriorati che entreranno in vigore dal 1° gennaio (regole confermate oggi all'Eurogruppo da Daniel Nouy capo della vigilanza della Bce).
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È questo il filone che Renzi ha scelto per competere con Grillo sul suo terreno. La sorpresa arriva il 17 ottobre. Grillo ha presentato il giorno prima in Parlamento una mozione di sfiducia contro il Governatore di Bankitalia, è il tana libera tutti. La boschiana Silvia Fregolent presenta a sua volta una mozione del Pd contro il governatore Ignazio Visco. Gentiloni non ne sa niente, panico e smarrimento nel governo, Boschi sapeva tutto e ha taciuto al premier. Si apre una crisi di oltre dieci giorni, Renzi silura Gentiloni a mezzo stampa ("sapeva della mozione e l'ha approvata"), ingaggia un braccio di ferro con Sergio Mattarella e la Bce di Mario Draghi. Sta inseguendo Grillo. Inciampa, perde. Mattarella e Draghi impongono la conferma di Ignazio Visco. Ma la campagna bancaria di Renzi continuerà
Il Nord vota per il Nord. Mentre Renzi è nel caveau, il 22 ottobre arriva il referendum del Nord. Lombardia e Veneto votano per l'autonomia, ufficialmente il Pd è a favore, ma non ha speso un minuto di campagna referendaria, i sindaci del Nord capiscono che è un tema vero da quelle parti, ma come diceva Donnie Brasco "che te lo dico a fare?". In Lombardia la prestazione di Maroni è sufficiente, ma quella di Zaia in Veneto è straordinaria: affluenza record, quorum strasuperato, si (ri)apre la questione settentrionale di Bossi, il "voglio tutte le mie tasse" e Salvini trionfa. La destra incombe. Il Pd non ne azzecca una: il ministro Maurizio Martina, quello Renzi ha scelto per fare il restyling del partito, aveva invitato all'astensione. Epic fail.
La crisi di consenso. I sondaggi sono inesorabili, il 26 ottobre YouTrend pubblica la supermedia dei sondaggi, il Pd sta sotto il Movimento Cinque Stelle e realizza il peggior risultato da quando Renzi è segretario:

Voto siciliano bye bye. Anche qui i sondaggi sono implacabili, dicono che il Pd è terza forza, sovrastimando Fava paventano anche il rischio di un sorpasso a sinistra (che non ci sarà), il candidato Fabrizio Micari viene lasciato andare a fondo come un palombaro. Renzi vola in America da Obama e non va alla chiusura della campagna elettorale. È il segnale che il Pd ha deciso di mollare gli ormeggi e occuparsi della campagna elettorale per il voto nazionale. Renzi e i suoi sanno che sta per arrivare la tempesta e cominciano a circolare sui giornali le veline democratiche sul candidato premier che non c'è. È la strategia varata per addolcire l'impatto del voto, provare a evitare lo tsunami.
Sintesi: questa è la storia degli ultimi sei mesi, l'ascesa rapida e la caduta nel voto siciliano. Il segretario ha convocato una direzione per lunedì prossimo, 13 novembre, c'è un'intera settimana per riflettere, l'ombra di Paolo Gentiloni si allunga, Renzi è nei guai e il Pd in una crisi di vaste proporzioni perché inserita nel contesto della crisi della socialdemocrazia europea. La segreteria di Renzi non è in discussione (per ora), ma la sua premiership lo è dall'altro ieri. Questo declino è certificato dalle mosse perfettamente simmetriche di Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi. Il primo ieri ha cancellato il duello in tv con Renzi previsto per oggi su La7 dicendo che "lo scenario è cambiato, non è più lui il nostro competitor"; il secondo intervistato dal Corriere della Sera ha tagliato di netto la faccenda così: "Non credo che la leadership sia il principale problema del Pd, il tema vero è che, come in tutt'Europa, anche in Italia la sinistra non ha più risposte da offrire ai drammatici problemi della società. Il Partito democratico in questi anni ha rappresentato il potere che conserva se stesso, sempre più lontano e distaccato dagli italiani". La sfida è a due. E per ora non c'è il Pd.
Come vanno le cose a destra? Hanno vinto, ma i problemi non sono svaniti. Esistono. Occhio a quello che ha detto stamattina Giorgia Meloni. Seguite il titolare di List.
01
Meloni: no a editto sulla premiership
Giorgia Meloni è una che non fa giri di parole, va subito al punto: chi sarà il leader e il capo del governo del centrodestra, se mai ci sarà? Fuoco alle polveri!
"L'unica cosa che non sono disposta ad accettare è l'editto, dire il premier sono io perché l'ho deciso io, o perché lo hanno deciso i sondaggi".
Intervistata alla radio da RTL 102.5, la Meloni chiede quello che nel centrodestra non c'è mai stato:
Se vogliamo fare dalle primarie, o dire che il partito che prende più voti esprimerà il candidato premier, per cui gli italiani sapranno che se vogliono Berlusconi premier devono votare Forza Italia, se vogliono Salvini la Lega e se vogliono la Meloni premier devono votare Fratelli d'Italia, è un modo per competere lealmente nell'ottica della coalizione.
La Meloni aspira forse a fare il capo del governo? Oh yes.
È un ruolo per il quale mi sono candidata e penso di avere ragionevolmente le carte in regola per competere per questo incarico, ma intendo farlo in modo leale, purché mi si dica qual è il livello della competizione. Io sono abituata fare gioco di squadra, penso però che esista oggettivamente oggi una terza via tra il moderatismo di Berlusconi e delle posizioni che a volte possono sembrare troppo radicali, come quella della Lega. Io mi candido a interpretare questo ruolo e stara' ai cittadini poi dire se è una cosa che può avere una sua centralità e che tipo di diritto di cittadinanza deve avere.
Molto interessante. La Meloni si candida alla premiership. Che diranno Berlusconi e Salvini? Per ora non si sa, sappiamo però che nel centrodestra le acque non sono calmissime, sono in vantaggio, sono favoriti per la vittoria finale, ma con il Rosatellum le mani sono libere prima e dopo e Berlusconi ha sempre il doppio forno aperto. Sta sfogliando la margherita: Renzi o Salvini. Ops, c'è anche la Meloni.
02
Draghi: sforzo comune sui crediti deteriorati
Nel frattempo, nel mondo reale, quello che compra e vende, quello che fa l'economia, il volano finanziario delle banche, stanno per succedere cose importanti. Le nuove regole della Banca centrale europea sui crediti deteriorati entreranno in vigore il 1° gennaio e l'Italia si è distinta per averci pianto sopra con l'ABI, con Renzi, con la Confindustria, con tutto l'establishment. Sono regole prudenziali, ma da noi sono state catalogate alla voce "non faremo più prestiti alle piccole e medie imprese. Cosa non vera, semmai non si fanno prestiti - prassi che dovrebbe essere normale - a chi non è in grado domani di onorarli. I crediti deteriorati sono nati così, credito concesso a aziende e individui che non lo meritavano. Mario Draghi stamattina ha lanciato un avviso ai naviganti che dovrebbe essere ascoltato e letto con grande attenzione:
Per risolvere il nodo dei crediti deteriorati ancora da smaltire nel settore bancario europeo abbiamo bisogno di uno sforzo congiunto da parte di banche, autorità di vigilanza, legislatori e autorità nazionali.
Traduzione? I crediti deteriorati iscritti nei bilanci delle banche devono scendere ancora. L'Italia ha un problema.
Sappiamo tutti i danni che il persistere di elevati livelli di Npl possano arrecare alle banche e alla loro erogazione di credito. E anche se i livelli di Npl sono scesi dal 7,5% circa di inizio 2015 al 5,5% attuale, il problema non e' ancora risolto. Molte banche non dispongono ancora della capacita' di assorbire grandi perdite, poiche' l'incidenza dei loro crediti deteriorati rispetto al capitale resta elevata.
Attendiamo nota dell'ABI, piagnistei vari e tweet pappagallo dei partitanti. Questa storia sarà la nostra prossima crisi con l'Unione europea e stavolta anche la Bce guidata da un italiano. Siamo in pieno ciclo elettorale, sono scattate promesse impossibili da mantenere. Non ci credete? Seguite il titolare di List.
03
Bankitalia: non scassate le pensioni
Altro gong. Arriva da Bankitalia e riguarda l'ultima tentazione, quella di diminuire l'età pensionabile e andare a toccare un sistema in delicatissimo equilibrio, per ora. Il vice direttore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso di un'audizione sulla manovra in Senato stamattina ha acceso la spia rossa del sommergibile che sta osservando a quota periscopia la manovra:
Nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia in larga misura sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l'invecchiamento della popolazione. È importante non fare passi indietro.
Traduzione: non scassate le pensioni perché rischiate di scassare i conti pubblici. Signorini ha fatto un altro paio di osservazioni. Per esempio sulla copertura di bilancio che deriva dalla lotta all'evasione:
È ragionevole, sulla base dell'esperienza, attendersi effetti positivi dalle misure di contrasto all'evasione. Tuttavia la stima di tali effetti resta per forza di cose incerta. Basare una quota significativa delle coperture su tali introiti, come avviene per gli anni successivi al 2018, comporta un elemento di rischio; esso andrà tenuto presente nel monitorare nel corso del tempo l'evoluzione effettiva dei conti.
Traduzione: la stima è ottimistica o, se volete, poco credibile. C'è altro? Ma certo, hanno rinviato l'aumento dell'Iva, che cosa significa per i conti pubblici? Questo:
Come in passato, si è scelto di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia, ma di farlo solo per un anno. Esse riducono di fatto l'orizzonte di programmazione della politica di bilancio. Idealmente, l'adozione al loro posto di provvedimenti percepiti come permanenti ridurrebbe l'incertezza tanto sui saldi della finanza pubblica quanto sulle forme della tassazione. La prevedibilità è importante: per i cittadini, per le imprese, per i mercati.
Traduzione: cari contribuenti, preparatevi a qualche sorpresa.
C'è altro sul taccuino del titolare di List. Perbacco, la vera notizia del giorno è che - come avevamo ben visto nel numero di List dell'altro ieri - l'Arabia Saudita de l'Iran sono ai ferri cortissimi. Volano missili. E accuse di aver compiuto "atti di guerra".
04
Arabia Saudita e Iran. Guerra di parole (per ora)
Tira un'aria pesantissima. L'altro ieri un missile ha sorvolato Riyad e la difesa anti-missile l'ha abbattuto. Ecco il video che avevamo pubblicato su List:
Il Principe della Corona, Mohammed bin Salman, il figlio di Re Salman e erede al trono, ha puntato il dito contro l'Iran: "È un atto di guerra contro il nostro regno". Le parole da quelle parti di solito vengono seguite da azioni più o meno ufficiali. Il missile proveniva dallo Yemen, dove l'Arabia Saudita combatte una guerra contro i ribelli sciiti Houthi sostenuti da Teheran. La situazione in Yemen è caotica, un vero e proprio puzzle. Guardate questa mappa di Al Jazeera:

Le dichiarazioni dell'Arabia Saudita fanno preludere a una risposta molto dura sul teatro di guerra, un'escalation del conflitto. Gli Stati Uniti appoggiano l'azione dell'Arabia Saudita e Trump ha sostenuto anche gli arresti del regime che ha eliminato una schiera di personaggi di primo piano dalla scena del Regno, primo fra tutti, Alwaleed, uno degli uomini più ricchi del mondo, fino a ieri ambasciatore dell'Arabia Saudita nel business globale e oggi in prigione, accusato di riciclaggio. Il successore di Re Salman, Mohammed bin Salman, sta prendendo rapidamente tutto il potere e accentrando le decisioni, il passaggio di consegne sul trono potrebbe avvenire entro poche settimane. Contenere l'Iran è l'obiettivo dei sauditi, che accusano gli Ayatollah di destablizzare l'intera regione in Siria, in Libano e in Iraq e naturalmene Yemen. Siamo alla guerra di parole. Per ora. Se si passa alle vie di fatto, Washington starà dalla parte di Riyad. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
05
Murdoch vende a Disney?

Tenere d'occhio Wall Street per capire dove va il mondo è una buona mossa. Ieri abbiamo annotato sul taccuino i processi di aggregazioni nel settore della connettività online, uno spazio virtuale che è inesorabilmente fisico. Oggi l'altra notizia che dà l'idea della convergenza tra hardware e software, tra connessione contenuto, informazione e spettacolo, tecnologia e messaggio, è quella che riguarda i colloqui avviati da Disney per acquistare gran parte del business planetario di Rupert Murdoch (sopra, nella foto Ansa, Murdoch con Jerry Hall). L'oggetto del desiderio è il marchio 21st Century Fox, include anche il gruppo inglese Sky. Disney non è l'unico gigante interessato alle attività di Murdoch, altri pretendenti sarebbero Verizon e Amazon. Nel primo caso abbiamo un titano delle telecomunicazioni a caccia di contenuti, nel secondo invece siamo di fronte a un moloch del commercio che continua a espandersi nel settore dei media e dell'entertainment. Il caso Murdoch è di fondamentale importanza per capire che il destino delle grandi media company è incerto, minacciato costantemente dalla crescita esponenziale dei player di Internet. Se lo squalo cede la sua mega-azienda ai giocatori della Silicon Valley, allora sarà difficile continuare a pensare che l'Europa resti un'isola dove i mestieri sono separati. Sono fenomeni e trend globali. Nota sul taccuino del titolare di List: in Italia si gioca la partita tra Vivendi, Tim e Mediaset. Convergenza, parola magica che Gordon Gekko tradurrebbe così: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
06
Kim prepara un nuovo test atomico

Stati Uniti e Corea del Nord continuano a scambiarsi cortesie verbali. Trump in Asia ha incontrato in Corea del Sud il presidente Moon Jae-in nella Blue House e ha chiesto a Cina e Russia di aumentare la pressione per avviare un processo di denuclearizzazione del regime di Pyongyang. Sembra facile, sedersi al tavolo con Kim jong-un. Che cosa sta combinando il nostro appassionato di balistica e plutonio? Secondo le informazioni di 38North, un sito specializzato nel seguire le vicende militari della Corea del Nord, c'è attività nella base dei test nucleari di Punggye-ri. Kim sta preparandosi a far esplodere un'altra bomba atomica. Rassicurante. Sì, viviamo proprio tempi interessanti. E questo è troppo.
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List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.