7 Novembre
Crisi (e rivoluzione) di May e Trump
Trump e Brexit. Popolo contro élite. Un difficile passaggio di governo. La sfida di Stati Uniti e Regno Unito, l'Europa da rifare, l'ascesa della Cina di Xi e il ritorno della Russia di Putin. Un’indagine di List tra crisi e rivoluzione
Stati Uniti e Regno Uniti sono al tramonto? I cicli della storia non sono un capriccio, esistono, sono l'alternarsi di fasi che esplodono come un fiume carsico. La fine della Seconda guerra mondiale innescò un lungo periodo di dominazione globale, l'era americana, che oggi sembra volgere al termine. Prima fu l'impero inglese a svolgere quel ruolo, Londra decideva il destino del mondo in un'epoca in cui il controllo della terra e dei mari era ancora sufficiente a garantire il primato sulle altre nazioni. Poi venne il dominio dell'aria e gli Stati Uniti furono il gendarme del mondo in grado di sorvegliare le tre dimensioni.
L'economia aveva il suo motore primario nell'Occidente, l'Asia era un luogo dove si acquistavano materie prime e si scambiavano merci con piccoli numeri e bassa intensità. Quello scenario è morto per sempre: l'ascesa delle tigri asiatiche, il ruolo fondamentale della Cina e dell'India, il rientro dell'Orso nel Grande Gioco geopolitico hanno messo gli Stati Uniti di fronte alla realtà: il primato non è eterno.
L'elezione di Trump e la Brexit rappresentano la fine del Novecento e l'apertura di un nuovo tempo e spazio della storia. Il crollo del Muro di Berlino e la fine dell'ordine mondiale di Yalta hanno trovato una prima risposta. Non è quella definitiva, siamo chiaramente in una fase di transizione, ma ci sono elementi sufficienti ormai per dire che un capitolo della storia si è chiuso.
Il fatto più importante accaduto negli ultimi mesi è il vertice dei BRICS a Xiamen, in Cina. Il titolare di List ne è rimasto sinceramente colpito, i discorsi di Vladimir Putin e Xi Jinping sono stati il ruggito di potenze che hanno chiaro il futuro. Russia e Cina stanno entrando con gli artigli nel campo della tecnologia e dell'intelligenza artificiale, i...
Stati Uniti e Regno Uniti sono al tramonto? I cicli della storia non sono un capriccio, esistono, sono l'alternarsi di fasi che esplodono come un fiume carsico. La fine della Seconda guerra mondiale innescò un lungo periodo di dominazione globale, l'era americana, che oggi sembra volgere al termine. Prima fu l'impero inglese a svolgere quel ruolo, Londra decideva il destino del mondo in un'epoca in cui il controllo della terra e dei mari era ancora sufficiente a garantire il primato sulle altre nazioni. Poi venne il dominio dell'aria e gli Stati Uniti furono il gendarme del mondo in grado di sorvegliare le tre dimensioni.
L'economia aveva il suo motore primario nell'Occidente, l'Asia era un luogo dove si acquistavano materie prime e si scambiavano merci con piccoli numeri e bassa intensità. Quello scenario è morto per sempre: l'ascesa delle tigri asiatiche, il ruolo fondamentale della Cina e dell'India, il rientro dell'Orso nel Grande Gioco geopolitico hanno messo gli Stati Uniti di fronte alla realtà: il primato non è eterno.
L'elezione di Trump e la Brexit rappresentano la fine del Novecento e l'apertura di un nuovo tempo e spazio della storia. Il crollo del Muro di Berlino e la fine dell'ordine mondiale di Yalta hanno trovato una prima risposta. Non è quella definitiva, siamo chiaramente in una fase di transizione, ma ci sono elementi sufficienti ormai per dire che un capitolo della storia si è chiuso.
Il fatto più importante accaduto negli ultimi mesi è il vertice dei BRICS a Xiamen, in Cina. Il titolare di List ne è rimasto sinceramente colpito, i discorsi di Vladimir Putin e Xi Jinping sono stati il ruggito di potenze che hanno chiaro il futuro. Russia e Cina stanno entrando con gli artigli nel campo della tecnologia e dell'intelligenza artificiale, i veri strumenti del dominio di oggi e domani. Gli Stati Uniti in questo settore sono una straordinaria fabbrica, ma il loro primato è già messo in discussione e il talento umano a disposizione di Cina e Russia nei settori della programmazione, analisi e costruzione di supercomputer sono enormi. I migliori hacker del mondo sono in Oriente e basta questo elementare passaggio, dato di fatto, per capire che nel giro di pochi anni assisteremo a una guerra e rivoluzione tecnologica senza confini.
I segnali sono evidenti: Europa e Stati Uniti stanno cercando di bloccare i take over di aziende occidentali da parte di Pechino, ma si tratta di piccole dighe che non potranno fermare l'ascesa dell'Impero Celeste. La Russia nel settore della programmazione di codice e ricerca di linguaggi e soluzioni per l'intelligenza artificiale è un gigante che si è appena svegliato e a ogni passo crea vuoti intorno. Non è casuale che proprio ieri l'amministrazione Trump abbia ordinato a tutte le agenzie federali di rimuovere l'antivirus di Kaspersky (su cui torneremo tra poco) motivando la decisione con il timore che i servizi segreti russi possano introdursi nei sistemi del governo americano attraverso il software dell'azienda russa con sede a Mosca fondata nel 1997 da Evgenij Kasperskij. Cyberwarfare. La prossima guerra, quella su cui Elon Musk - come riportato da List - ha lanciato l'allarme: l'attacco preventivo deciso da un computer sulla base della teoria dei giochi. Vedo, gioco, vinco.
Questo scenario di intensa competizione tra aree del mondo in piena trasformazione ha bisogno di essere letto e interpretato con attenzione. Sono i temi che contano. Quelli che pesano e lasciano il segno sulla nostra esistenza.
Gli inglesi stanno cercando un futuro fuori dalle maglie della legge europea senza per forza rompere l'accesso al mercato unico dell'Unione. Non sarà un passaggio indolore, ma l'Armageddon economico dipinto dagli oracoli della fine del mondo non c'è: la disoccupazione nel Regno Unito è al minimo storico degli ultimi 42 anni e l'economia non è una scienza esatta, ma il regno del possibile e spesso dell'impossibile. Cadranno? Può darsi, ma il problema europeo - come spiega Lorenzo Castellani in questo numero di List - non è risolto. Il titolare di List l'ha scritto tante volte, la rivolta britannica - largamente sottostimata dal sistema dei mainstream media e dall'accademia, intenti a guardarsi l'ombelico - è prima di tutto culturale, come scriveva il poeta Novalis "ogni inglese è un'isola". E il 22 settembre l'isola la vedremo emergere a Firenze nel discorso che la premier Theresa May terrà sulle linee negoziali della Brexit. A casa di Machiavelli si vedrà un pezzo di Europa decollare verso un altro mondo.
Gli americani hanno detto con l'elezione di Trump che il loro paese è in crisi di identità e che la grande ricchezza economica prodotta ha un problema di reddito (e distribuzione tra le classi sociali) enorme che la globalizzazione non ha curato. Angela Merkel, con la sua solita acutezza, in un passaggio ripreso da List qualche giorno fa l'ha messo in evidenza: i perdenti della globalizzazione non hanno un sistema di welfare che li protegga dalla caduta nella povertà. Questo è esattamente quello che è successo. Come scrive Daniela Coli in questo numero di List, Trump ha detto che "il re è nudo", che il declino della potenza americana non è una fantasia impossibile, ma un fatto concreto che cavalca nella notte. Ma anche in questo caso i profeti di sventura si sono dovuti accomodare di fronte allo spettacolo della realtà: il crollo dell'economia americana con Trump non solo non c'è stato, ma la locomotiva a vapore ammirata da Winston Churchill ha accelerato con l'amministrazione Trump al comando e Wall Street ha demolito tutti i record. Questa corsa ha un macigno all'orizzonte, la Cina.
List prova a indagare la contemporaneità in questo suo gioco di fumo e specchi, vetro e acciaio, missili e super-computer, senza moral bias, nessun pregiudizio, grande umiltà, devozione alla storia e all'analisi. Buona lettura.
01
Fine (e nuovo inizio) dell'era americana
di Daniela Coli
“How Trump Is Ending the American Era” è il titolo di un lungo articolo di Eliot A. Cohen sul numero di ottobre della prestigiosa rivista The Atlantic, a cui Obama affidò le riflessioni sulla sua disastrosa politica estera. Cohen è un repubblicano, specialista di Medio Oriente, un neocon di ferro, favorevole alla guerra in Iraq, noto per avere lodato nel 2003 il discorso di Colin Powell all’Onu sulle famose armi batteriologiche di Saddam, e per avere lavorato con Condoleeza Rice dal 2007 al 2008. Considera Trump un disastro, però dà ragione a Trump, quando dice di avere ereditato un’America a pezzi e debole. Cohen non ha dubbi che la crisi globale della leadership americana sia il risultato di amministrazioni fallimentari (da Bush sr a Bush jr fino a Obama) che hanno prodotto l’ascesa della Cina a superpotenza economica, da cui gli Stati Uniti dipendono per l’enorme debito pubblico, senza contare la perdita di credibilità per la guerra in Iraq, la crisi finanziaria del 2008 e lo smacco di Obama in Medio Oriente.
Cohen è durissimo con Trump: sta accelerando la fine dell’impero americano, ma giunge alle conclusioni di Niall Ferguson in Colossus. Gli Stati Uniti, il grande e potente impero del nostro tempo, sono una nazione debitrice, che dipende da enormi quantità di credito dal resto del mondo, soprattutto dalla Cina. Una situazione piena di pericoli non solo per gli Usa, ma per l’economia globale nel suo complesso. Non avendo i mezzi economici per essere il nuovo impero globale, anche la leadership globale americana è finita.
Dalla lettura dell’articolo di Cohen si ricava l’impressione che l’avversione a Trump derivi soprattutto dal fatto che Trump si è assunto la responsabilità di dire che il re è nudo. Il declino non si accetta facilmente. I leader stranieri – lamenta Cohen – hanno iniziato a ridefinire le alleanze da soli: la Germania ha fatto un deal con la Cina di Xi Jinping, poi il ritorno della Russia, che non è una novità, perché l’impero zarista era forte e temuto dall’impero britannico già nell’800. Il Giappone – si rammarica Cohen – ha fatto un accordo con l’Ue, ma soprattutto col Regno Unito (Cohen deve avere scritto l’articolo prima del tour di Theresa May a Tokyo), perché i giapponesi hanno deciso di lasciare in Gran Bretagna le loro imprese anche dopo Brexit), e sta discutendo con la Russia di costruire una nuova transiberiana che collegherebbe Londra con Tokyo. I giapponesi non hanno un gran desiderio di aprire una guerra con la Cina, perché ritengono l’America debole. Si riarmeranno, ma provano a tessere nuove alleanze. Cohen riferisce di processi in corso già noti a noi europei, ma per un americano che ha creduto nella leadership globale degli Stati Uniti è uno shock trovarsi di fronte alla decomposizione del Colossus.
Per noi il problema è invece tentare di immaginare quali effetti può produrre in Europa il declino della leadership americana. Nel discorso sullo Stato dell’Unione Jean Claude Juncker ha chiuso all’ingresso della Turchia nell’Unione europea, ma la Turchia ha già un deal con la Russia da cui ha acquistato l’efficace sistema di difesa missilistico S-400 (già impiegato in Iran e in Siria) e uno col Regno Unito, che venderà armi ai turchi contro i curdi. Né la Russia, né la Gran Bretagna vogliono il Kurdistan, sostenuto da Israele.
Russi e inglesi sono rivali, ma da sempre si sono alleati quando ci sono interessi geopolitici comuni. Proprio su The Atlantic Theresa May è definita dallo storico Jerry Brotton la nuova Elizabeth Tudor. Scomunicata dal papa nel 1570 e isolata nell’Europa cattolica, Elizabeth si alleò col sultano ottomano Murad III, che offrì un accordo commerciale alle società artigiane inglesi e nel 1580 Elizabeth aveva un ambasciatore a Costantinopoli e consolati in Africa settentrionale e in Medio Oriente, comprese città come Aleppo. Però, come è noto, i francesi (cattolici) si erano alleati con i turchi fin dal 1536, fu uno scandalo, ma durò a lungo, e a essa si contrappose l’alleanza tra gli Asburgo e la Persia. Le alleanze tra la Croce e la Mezzaluna erano frequenti e la religione c’entrava davvero poco.
Tornando al presente, è chiaro che una Turchia fuori dalla Nato, alleata con Russia e Regno Unito sarebbe un problema per l’Europa di Angela Merkel. E forse anche per questo l’ultimo newsbriefing di eurointelligence diretto da Wolfgang Münchau ripesca perfino “Margaret Thatcher’s infamous speech in Bruges in 1988”. Per l’Europa si profila anche il problema dei paesi dell’est che non vogliono entrare nell’euro e chiedono protezione a Washington più che a Berlino. Il Regno Unito ha ormai preso un’altra strada: da notare che i media britannici sono generalmente ostili o freddi con Trump, che ha rinviato la visita a Londra per timore di manifestazioni. La Germania ha un’economia forte, ha un rapporto privilegiato con la Cina, però forse progetti faraonici come l’Eurasia dovranno misurarsi con gli interessi concreti britannici, russi, turchi, cinesi e dei vari paesi asiatici.
La decomposizione della leadership americana apre un periodo nuovo, dove non mancherà il caos, ma anche nuove opportunità. Nonostante tutte le critiche a Trump, la strategia di un’alleanza con la Russia - fermata dall’isteria del Russiagate - non era affatto una cattiva idea e aveva come obiettivo una maggiore stabilità e anche un nuovo ruolo per gli Stati Uniti. L’uscita di scena del generale Flynn, l’uomo della nuova politica di Trump con la Russia, ha cambiato le cose. Può darsi che l’approvazione da parte della Corte del Suprema del Trump’s ban per gli arrivi da alcuni paesi musulmani, e il timore dei democratici di finire per perdere ancora elettori a causa della radicalizzazione Antifa contro Trump, possa aprire una fase meno tumultuosa. Il Trump anti-globalista e isolazionista aveva visto giusto: l’America è a pezzi e debole: ce lo dice anche Cohen su The Atlantic. Trump ha accelerato la fine dell’era americana, per evitare il peggio, ma perdere l’impero fa sempre male, figurarsi se poi si ritiene di essere eccezionali.
***
La fine dell'eccezionalismo americano che Vladimir Putin citò in un commento pubblicato dal New York Times l'11 settembre del 2013, un articolo che oggi, dopo l'intervento militare della Russia in Siria, appare profetico. In realtà le pietre stavano già rotolando a valle. Quando uscirono file di Wikileaks nel 2010, il titolare di List allora dirigeva Il Tempo e scrisse un articolo intitolato: "La fine dell'impero americano". Era il prequel del ritiro degli Stati Uniti dallo spazio geopolitico che avevano occupato fino alle guerre di Bush, con uno stop and go che era il sintomo della febbre politica che sarebbe poi scoppiata con Obama e Trump. Oggi tutto questo si è consolidato, è una realtà. L'altro pezzo dell'impero, il cuore dell'Occidente, il Regno Unito, è in una fase di distacco ora accelerato dall'Unione europea. Theresa May sta preparando il discorso per il 22 settembre: We Leave. Che cosa significa tutto questo? La nostra indagine continua, andiamo a leggere insieme cosa scrive Lorenzo Castellani.
02
Brexit? Una sveglia per l'Europa
di Lorenzo Castellani
Carl Schmitt, il più controverso e influente giurista del secolo scorso, ricostruiva nella sua opera “Il Nomos della Terra” la storia del Continente europeo dividendo le nazioni europee tra le potenze di mare e le potenze di terra. Mentre le potenze di terra come Francia e Germania si erano costruite come nazioni e fatte spazio nella storia attraverso la spada e l’ufficio, cioè l’esercito e la burocrazia, una potenza di mare come il Regno Unito si era assicurata il ruolo, durato tre secoli, di potenze egemone su scala mondiale attraverso la propria politica commerciale e la stabilità delle proprie istituzioni. Era stata la capacità britannica di solcare il mare con le navi mercantili, di stimolare i commerci attraverso la costituzione delle prime società per azioni, di effettuare con pragmatismo e ordine conquiste coloniali su scala mondiale ad aver costruito l’Impero più esteso dell’età moderna.
Qui risiede la prima grande scissione dell’Europa moderna: tra l’impero britannico proiettato verso il mondo dal commercio e proteso ad utilizzare l’esercito più in via difensiva che espansiva e l’Europa centrale capace, invece, di estendere il proprio potere solo attraverso i potenti gangli dello Stato quali esercito, burocrazia, diritto e impresa pubblica. È una frattura politica, giuridica, economica e culturale che mette a confronto il mercante e il soldato, il contratto e il diritto pubblico, il globo e la nazione, il mare e la terra. Si delinea una crepa istituzionale tra l’isola e il continente che non sarà più colmata. Una frattura in cui la grande potenza di mare sviluppa le due rivoluzioni industriali promosse grazie alla certezza del suo diritto, ad uno Stato centralizzato solido e capace di finanziare le guerre, alla propensione al commercio con le sue oltre cento colonie prima e con le cinquantadue nazioni del Commonwealth poi.
Un secondo momento di rottura nella dialettica tra l’isola britannica e il continente può essere rinvenuto nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale quando la ex terra madre costruirà, pur cedendo lo scettro di nazione più influente al mondo, una relazione speciale con gli Stati Uniti d’America. L’humus culturale dei due paesi, nonostante l’eccezionalità americana dal punto di vista territoriale, politico ed economico, restava fortemente omogeneo e le due nazioni insieme costituiranno quello che Geminello Alvi chiamerà l’estremo Occidente, ovvero un sistema fondato sull’individualismo, sul profitto e sul consumo destinato a dominare il ventesimo secolo, a sconfiggere gli autoritarismi europei e a disegnare un nuovo capitalismo contemporaneo a partire dagli anni settanta.
È questa eredità, qui brevemente riassunta e semplificata, a condizionare fin da principio il rapporto tra il Regno Unito e l’Unione Europea. Istituzioni europee che nascono, per l’appunto, con un Regno Unito assente e che vedono il proprio nocciolo duro concentrato nell’Europa centrale e mediterranea. Solo nel 1972, infatti, il popolo britannico sceglierà di unirsi alla Comunità Economica Europea, nel 1986 confluirà nell’Atto Unico Europeo con Margaret Thatcher mentre nel 1992 rifiuterà l’ingresso nella moneta unica. E’ possibile identificare un fil rouge nella conduzione del rapporto del Regno Unito con l’Unione Europea così sintetizzabile: uniti nel libero mercato, divisi nelle istituzioni politiche.
Il resto della storia è ben conosciuto e non è scevro di errori da parte delle istituzioni europee come, ad esempio, il repentino allargamento ai paesi dell’Est Europa nel 2004 che sarà foriero di una massiccia immigrazione verso quelle nazioni, come il Regno Unito, con un mercato del lavoro flessibile. Un tema, quello dell’immigrazione da est, che risulterà uno dei pilastri vincenti della battaglia per il Leave.
Da ultimo, merita una riflessione anche la questione della sovranità. Il Leave vince il referendum con slogan “Take back control”, riprendiamoci la sovranità sulla regole e sui confini, ripristiniamo l’antica sovreignity of Parliament. Se altrove il sovranismo profuma di caricatura, per il Regno Unito la storia è diversa. Il parlamento di Westminster è la più antica istituzione rappresentativa al mondo, la sua storia è stata forgiata dalla Magna Charta (1215) e dal Bill of Rights (1688), cioè i due documenti fondamentali per la storia del costituzionalismo liberale europeo perché segnano la primazia del Parlamento sul potere assoluto della Corona. Una tradizione istituzionale e giuridica forte, da ottocento anni unica e indipendente, ha determinato una reazione coriacea, e di respingimento, all’imposizione di regole dall’esterno, come quelle che vengono da Bruxelles.
Resta difficile ancora oggi prevedere quale sarà l’esito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea in termini politici, istituzionali ed economici. Chi scrive è pronto a scommette che vertici politici britannici e istituzioni europee alla fine troveranno un accordo non troppo sconveniente per entrambi poiché le minacce globali e le incognite internazionali riposano altrove. La Brexit resterà un grande campanello per l’Unione Europa perché un progetto istituzionale fin troppo grandioso e politicamente rischioso, la costruzione di una entità semi-statuale sovranazionale con 28 diversi Stati Membri, ha perso la sua principale potenza di mare, il suo estremo occidente e il suo pezzo di storia costituzionale più virtuoso. E se è certamente vero che il Regno Unito deve ricostruire la sua missione europea e globale alla luce dei risultati della Brexit, lo stesso vale per le potenze di terra che oggi gestiscono, non senza minori affanni e ancor più clamorosi fallimenti, la politica dell’Unione Europea.
***
Gong. Lo ha sentito, Castellani. E anche noi qui a List. Suona per l'Europa, per l'Occidente, per l'Italia. Ah, il Belpaese, avvolto in una bolla mediatica in cui nella gerarchia delle notizie domina la cronaca nera, gli omicidi, le violenze, gli stupri, il razzismo di andata e di ritorno, uno splatter quotidiano, un incubo in cui il popolo perde di vista il mondo che sta tutto là intorno e corre alla velocità della luce verso il futuro, quello che succede là fuori, la realtà, questa ostinata signora che non abbiamo voglia di vedere e di ascoltare. I marziani sono già in Italia, sono sui giornali e nelle tv dove lo spazio per il dibattito alto sparisce nel sangue, nel voyeurismo basso impaginato per produrre clic compulsivi. Tanti auguri. Allacciate le cinture, torniamo a casa.
03
Il racconto italiano
Avete visto cosa succede là fuori? Si sta disegnando un nuovo ordine mondiale tra guerre economiche, crisi nucleari, fame, carestie, migrazioni e cambiamenti climatici. Gli Hedge Fund di tutto il mondo stanno comprando acqua, non vi dice niente tutto questo? I giornali italiani, che abbiamo evocato poco fa, restituiscono una nazione intenta a parlare d'altro, alla fine nella mente restano stampate le parole chiave impaginate: "Stragi" (Il Fatto); "Accoglienza/Insofferenza" (Libero); "Stupratori" (La Verità); "Stupro" (Il Tempo); "Dissanguata" (Il Giornale); "Vaccini/Rivolta" (La Stampa); "Ius Soli/Paura" (Repubblica); "Zanzara tigre" (Il Messaggero); "Uccide/fidanzata" (Il Mattino); "Uccisa a 16 anni" (Il Gazzettino); "Roma/Sangue" (Corriere della Sera). Sembra il racconto di un paese fuori dal mondo. Forse lo è. In Parlamento sono sintonizzati con la realtà? Facciamo un breve giro in Transatlantico.
04
Transatlantico
Affondato lo Ius Soli (Graziano Delrio e altri non sono d'accordo, parola chiave: "Paura") il Pd deve provare a sciogliere il nodo della legge elettorale e poi andare al voto. L'agenda però presenta un paio di passaggi che potrebbero essere ricchi di sorprese e in ogni caso produrranno effetti di lungo periodo, ecco il calendario:
- 24 settembre. Elezioni in Germania. Angela Merkel dovrebbe conquistare il quarto mandato, un record. Da quel momento riparte tutta la partita sulla riforma della governance europea e sarà guidata da Germania e Francia.
- 15 ottobre. Legge di stabilità. Il governo presenta la legge di stabilità alle Camere. Siamo in pieno ciclo di spesa elettorale, ma i soldi a disposizione nel bilancio sono pochi. Preparatevi ai buchi da coprire in futuro.
- 22 ottobre. Referendum in Lombardia e Veneto. Gli elettori del Nord votano per il Nord. Un passaggio che darà carburante alla campagna elettorale della Lega.
- 5 novembre. Voto in Sicilia. Qui Matteo Renzi si gioca un pezzo del suo futuro. La Sicilia è sempre stata passaggio delicatissimo nella vita politica dei leader. Ricordate il cappotto (61 a zero) del centrodestra alle elezioni politiche del 2001. Il favorito per la vittoria alle prossime elezioni regionali. Il Movimento 5Stelle viene dato al secondo posto. Se Renzi perde (male), cosa accade nel Pd?
Questi passaggi sono tutti stretti e detteranno il ritmo ai leader di partito, ne cambieranno le priorità. Il partito con il problema più grande - come sempre - è quello che ha lo scettro, che governa, il Partito democratico. La leadership di Renzi sta entrare in un periodo ad alto voltaggio. Chi resterà fulminato? Wait and see. Ci sono dichiarazioni di giornata che val la pena di riportare sul taccuino? Giusto un paio, eccole:
- Il sangue di Grillo. Se sui giornali c'è il sangue, perché non dovrebbe esserci anche sul Blog di Grillo? Eccolo qua: "Questo è sangue, è una una sacca di sangue, la cosiddetta sacca di sangue. Questa sacca di sangue cosa vi fa venire in mente? Qualcosa di meraviglioso: salvare una vita per esempio, oppure ti può far venire in mente trasmettere una malattia, dipende dalla vostra percezione. La vostra percezione è molto importante. Fatevi una domanda: come percepite il futuro? Guardate che questa è la vita, questa vita, la vita esiste come un modello dinamico, che si evolve, gira, il sangue pulsa, fa muovere un sacco di cose, la mente ogni tanto si ferma. La nostra mente ogni tanto si ferma ed ha dei blocchi e non riesce ad andare avanti ma qui c'è tutto, il condensato di tutto, di quello che è il nostro MoVimento". È partita la campagna elettorale di Grillo: donate il sangue.
- Orfini: non ho paura. Il presidente del Pd risponde a Delrio: "Cerchiamo di evitare almeno noi di strumentalizzare la vicenda dello ius soli, che è una cosa seria e riguarda la vita e i diritti di centinaia di migliaia di persone. La situazione è abbastanza semplice: nei mesi in cui sono stato reggente del Pd dopo le dimissioni di Renzi da segretario spiegai con chiarezza che l'unico modo per approvare lo ius soli al Senato è mettere la fiducia. Senza non ci sono i numeri dato che una parte della maggioranza, che pure aveva votato il testo alla Camera, ha cambiato opinione. Il Pd vuole approvarlo e già allora chiesi al governo di valutare se ci fossero le condizioni per mettere la fiducia. A luglio il presidente del Consiglio Gentiloni ha confermato la sua ferma volontà di approvare la legge e ha chiesto di rinviare a dopo l'estate la discussione impegnandosi a lavorare per costruire il consenso necessario. Nei giorni scorsi il nostro gruppo al Senato ha rinviato la discussione in aula e ha fatto non bene, ma benissimo. Portare in aula il testo senza la garanzia che venga posta la fiducia significa ammazzare lo ius soli. Quella garanzia ad oggi ancora non c'è. Quindi quella scelta non è un atto di paura, ma di assoluto buon senso che serve a non far naufragare la possibilità di approvarla. Ai ministri che chiedono lodevolmente di accelerare suggerisco di lavorare più rapidamente per sciogliere il nodo fiducia. Perché è proprio a loro che compete questa decisione". Orfini non ha il dono della sintesi, la fa il titolare di List: non abbiamo i voti (e abbiamo paura).
Che si fa? Si resta a Montecitorio. Il titolare di List ha un appuntamento.
05
L'agenda del titolare di List
Alle ore 14 il titolare di List sarà alla Camera dei deputati, in Commissione Esteri, per un seminario di studio dedicato alla crisi nucleare in Corea del Nord. Introduzione del presidente della Commissione, Fabrizio Cicchitto, relazioni di Antonio Fiori, professore aggiunto presso la Korea University di Seoul; Giampiero Massolo, Presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI); Franco Venturini, editorialista di politica internazionale del Corriere della Sera; Ettore Greco, Vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) e del titolare di List. Qui potete seguire la diretta web. C'è altro sul taccuino? Parecchio, ecco gli appuntamenti che contano
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Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.