31 Ottobre

Apple e la vita (tua) catturata dalla macchina

La presentazione dei nuovi modelli, lo show del totem tecnologico, il frasario di Cook, l'incubo in anticipo, la rivolta di Bernanos. Un diario con il Mac acceso. In cerca di un'umana via di fuga

La presentazione dei "nuovi" prodotti Apple alla Brooklyn Academy of Music è un istruttivo esempio di una narcosi collettiva che scambia la tecnologia per un totem e il capitalista per uno stregone. Un'ora e trenta di presentazione che comincia con la mela morsicata di Apple che cambia forma in un cuore che batte, le immagini di una New York icona del sogno dove le vite - sempre sorridenti, non c'è mai più un dramma - delle persone sono "fuse" con i prodotti Apple, il cuore di I Love NY che s'affianca idealmente al logo dell'azienda, il palcoscenico che s'illumina... dovrebbe uscirne un Gandhi (che fu usato non a caso nel primo spot storico di Apple):

Erano altri tempi, l'umano troppo umano non s'era ancora dissolto, c'era una rivoluzione e non la restaurazione, la dissipazione della trimestrale era un'eventualità. Realizzata. E così oggi ti ritrovi con Mister Tim Cook che viene applaudito prima di aver pronunciato qualcosa, qualsiasi essa sia, rigorosamente in tenuta Silicon-Casual, le mani giunte, a ringraziare il pubblico ("thank you") per il tributo ammaestrato che riceve par défaut. Lui non si chiede perché, Egli in fondo lo sa, è una questione di venerazione e stock option. Cribbio, siamo a New York, dunque immersi nella "vibrant community", dice il Cook-0-matic in modalità Banalistan. Gordon Gekko l'avrebbe sbranato con un discorso sul denaro, il capitalismo, una cosa come questa. Ma in fondo fu lui a dire che "è tutta una questione di soldi e il resto è conversazione". 

Al Silicon-imbonitore basta pronunciare parole come "speciale", "straordinario", "incredibile", "leggendario" e superlativi annessi - tecnica mutuata dall'originale, Jobs - per apparire dritto in un mondo al rovescio che da tempo ha perso la sintassi in favore dell'emoticon. D'altronde, sono i distruttori del dibattito pubblico - pensare in maniera articolata può essere un problema - non si possono perdere nanosecondi in raffinatezze...


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