6 Novembre
Si vota. È il primo tempo della sfida per la Casa Bianca
America 2018. Le elezioni di Midterm ci daranno indicazioni sulla battaglia del 2020. Le previsioni dicono che Trump perderà la Camera e manterrà il Senato, ma siamo su un terreno dove ogni risultato è teoricamente possibile. Il voto è un'altra fase della Grande Ondata del nazional-populismo cominciata nel 2016
Il governo ha chiesto la fiducia sul decreto sicurezza (domani il voto al Senato); la partita tra la Commissione Ue e il governo italiano è sempre tesa (Valdis Dombrovskis ha detto che si valuta la procedura d'infrazione, tanti auguri a tutti); Banca Intesa ha battuto le stime e presentato al mercato 833 milioni di utili (altro punto a favore della stabilità del quadro italiano); domani il Consiglio direttivo della Bce deciderà chi andrà al vertice dell'organismo della Vigilanza della banca centrale (è una sfida tra il presidente dell’European banking authority, l'economista italiano Andrea Enria, e il vice-governatore della Banca centrale irlandese Sharon Donnery); il governo ha rimosso il presidente dell'Asi, l'Agenzia spaziale italiana, e pare che questo non fosse un passo concordato tra la Lega (la decisione è del ministro dell'Università e ricerca, Marco Bussetti) e i Cinque Stelle, l'ormai solita non-ordinaria amministrazione del governo giallo-verde.
Sono notizie importanti, ma nessuna tra queste può competere con le elezioni di Midterm.
Gli americani stanno votando, è l'appuntamento che ogni Presidente teme perché la storia è sempre contro chi occupa la Casa Bianca. Sono rarissimi i casi in cui il partito al potere guadagna seggi. La storia dunque dice che Trump perderà (forse).
01
Storia delle elezioni di Midterm
La sintesi è questa, non ha bisogno di grandi commenti. Il partito del Presidente ha quasi sempre versato il sangue in una sfida che per l'America fa parte di un bilanciamento dello scenario politico: oggi ti do lo scettro (elezioni presidenziali), domani ti limito i super poteri (elezioni di medio-termine). È un sistema che alla fine ha sempre funzionato.
Per il biondo phonato della Casa Bianca mantenere il controllo della Camera è una missione da stunt-man (ma in fondo tutta la sua presidenza finora è un esercizio acrobatico), mentre sul Senato i Repubblicani - questo dicono gli ultimi sondaggi - hanno buone possibilità di...
Il governo ha chiesto la fiducia sul decreto sicurezza (domani il voto al Senato); la partita tra la Commissione Ue e il governo italiano è sempre tesa (Valdis Dombrovskis ha detto che si valuta la procedura d'infrazione, tanti auguri a tutti); Banca Intesa ha battuto le stime e presentato al mercato 833 milioni di utili (altro punto a favore della stabilità del quadro italiano); domani il Consiglio direttivo della Bce deciderà chi andrà al vertice dell'organismo della Vigilanza della banca centrale (è una sfida tra il presidente dell’European banking authority, l'economista italiano Andrea Enria, e il vice-governatore della Banca centrale irlandese Sharon Donnery); il governo ha rimosso il presidente dell'Asi, l'Agenzia spaziale italiana, e pare che questo non fosse un passo concordato tra la Lega (la decisione è del ministro dell'Università e ricerca, Marco Bussetti) e i Cinque Stelle, l'ormai solita non-ordinaria amministrazione del governo giallo-verde.
Sono notizie importanti, ma nessuna tra queste può competere con le elezioni di Midterm.
Gli americani stanno votando, è l'appuntamento che ogni Presidente teme perché la storia è sempre contro chi occupa la Casa Bianca. Sono rarissimi i casi in cui il partito al potere guadagna seggi. La storia dunque dice che Trump perderà (forse).
01
Storia delle elezioni di Midterm
La sintesi è questa, non ha bisogno di grandi commenti. Il partito del Presidente ha quasi sempre versato il sangue in una sfida che per l'America fa parte di un bilanciamento dello scenario politico: oggi ti do lo scettro (elezioni presidenziali), domani ti limito i super poteri (elezioni di medio-termine). È un sistema che alla fine ha sempre funzionato.
Per il biondo phonato della Casa Bianca mantenere il controllo della Camera è una missione da stunt-man (ma in fondo tutta la sua presidenza finora è un esercizio acrobatico), mentre sul Senato i Repubblicani - questo dicono gli ultimi sondaggi - hanno buone possibilità di farcela. E per Trump sarebbe una mezza vittoria.
02
Camera e Senato. Le previsioni finali
Questo è il quadro finale di FiveThirtyEigth per la Camera:
E questo è il quadro per il Senato - il ramo del Parlamento che fa le nomine, la camera alta - qui i Repubblicani dovrebbero vincere:
Questa, la teoria dei sondaggi, poi c'è la praticaccia del voto. Sono possibili sorprese? Certamente, come ricorda lo stesso Nate Silver, siamo in un campo altamente instabile, quello della scelta elettorale, le variabili sono tantissime. I Repubblicani possono vincere tutto, così come gli stessi Democratici. O finire in un pari e patta con l'assimetria di Camera e Senato (ma pari non è, il Senato pesa di più). Questo significherebbe che i margini di errore dei sondaggi fatti finora sarebbero più ampi e sistematici di quelli fisiologici. Sarebbe un epic fail dei sondaggisti.
03
L'irrazionale. The Political Brain
Chi va a votare ha in testa un'idea chiara o confusa, ma quasi sempre imperscrutabile. Per chi volesse approfondire il tema, il titolare di List consiglia questo splendido libro di Drew Westen, The Political Brain:
È qui che entrano in gioco i fattori che spesso cambiano il destino di un'elezione, la sorpresa. L'irrazionale. Che in realtà non ha nulla di sorprendente, se non il fatto che non è stato previsto, ma scorre come un fiume carsico sotto il terreno visibile della campagna elettorale. Le elezioni di Midterm hanno un tasso di prevedibilità dato dalla lunghissima serie storica (che per per List ha un valore ben più alto di qualsiasi sondaggio), ma con un personaggio come The Donald, con questo Partito Democratico (in cerca d'autore e ancora appeso a Obama), con questo Partito Repubblicano (diviso e disarticolato da Trump) e con lo scenario attuale dell'America (una nazione dove la battaglia politica è più che mai polarizzata), con questo sistema dei media (autoreferenziale) anche l'impossibile va tenuto in gran conto. Stanotte vedremo come andranno le cose (il titolare da mezzanotte in poi commenterà il voto nella serata speciale condotta da Enrico Mentana, su La7), cosa avranno deciso gli americani. Referendum su Trump? Certo che è anche questo, ma non dimenticate mai che si tratta di un voto "locale", qui più che mai contano il candidato e il contesto territoriale.
04
RadioList. L'obbligo di essere un impero
L'irrazionalità del voto presidenziale del 2016 è sempre là, è un elemento persistente della politica americana, il neo jacksonismo di Trump, il suo essere naturalmente anti-sistema, contro the swamp, la palude. Quello che ci diranno le elezioni di Midterm riguarda in realtà soprattutto la sfida del 2020, quella per la Casa Bianca, il destino di un impero oggi riluttante, ma obbligato a dominare per non implodere su stesso. Forza globale, azione globale. Su RadioList potete ascoltare l'indagine sul voto condotta dal titolare e Dario Fabbri, analista di Limes.
Se il quadro è questo, potremmo dire che i giochi in fondo sono fatti e possiamo andare avanti, andare a nanna e archiviare la pratica notturna. No, non è così, siamo di fronte a un riassetto della politica globale.
05
La Grande Ondata
In realtà queste elezioni di Midterm sono ancor più interessanti di quelle del 2014 (c'era Obama e vinsero i Repubblicani) perché sono l'ultimo appuntamento della Grande Ondata cominciata due anni fa. Ecco la cronologia, le spallate della storia:
- Il referendum sulla Brexit (23 giugno 2016) che ha avviato un effetto a catena sullo scenario politico dell'Anglosfera;
- L'elezione di Donald Trump (8 novembre 2016), uno shock che sta cambiando la curvatura dello spazio politico globale;
- La vittoria strepitosa di Emmanuel Macron (7 maggio 2017), un candidato del sistema contro il sistema tradizionale, la fine della storia del Partito socialista francese;
- Il voto in Germania (24 settembre 2017) con la vittoria zoppa di Angela Merkel e l'ingresso della destra di AfD nel Bundestag per la prima volta dal dopoguerra;
- Il big bang in Italia (4 marzo 2018) con l'ascesa del Movimento 5Stelle e la Lega "nazionale" di Salvini, il primo esperimento di governo populista in un'economia avanzata;
- Il voto in Svezia (9 settembre 2018) con il crac del sistema socialdemocratico più avanzato del mondo e la comparsa di una destra nazionalista (i Democratici svedesi);
- Le elezioni in Baviera (14 ottobre 2018), con il crollo della CSU e la vittoria di Verdi e AfD, il peggior risultato del partito che ha sempre dominato la scena politica bavarese, nel land più ricco della Germania, con 600 miliardi di euro di prodotto interno lordo;
- Le elezioni in Assia (28 ottobre) con il crollo di CDU e SPD (oltre 20 punti sotto rispetto al 2013) in una regione dove a Francoforte svetta l'Eurotower della Banca centrale europea;
- La rinuncia nel day after del voto in Assia della Cancelliera Angela Merkel alla presidenza della CDU, il fatto più importante della politica europea del 2018, l'avvio di un post Merkel che in realtà è un post tutto.
***
Il voto di Midterm di oggi in America va inquadrato in questo scenario, c'è un fil rouge da seguire per provare a leggere cosa ci attende nel 2019 e nel 2020. La storia è una partita che si gioca sulla longue durée, mentre nel breve termine si producono gli shock che poi accelerano o rallentano l'ondata.
Si fermerà? List ha da tempo avviato una riflessione sullo scenario politico, i suoi elementi volatili o persistenti, la nostra valutazione è che siamo di fronte a un radicale mutamento della mappa politica in tutto l'Occidente, una trasformazione che riguarda anche e soprattutto i partiti tradizionali, conservatori e socialdemocratici. In un panorama polarizzato, cambiano programmi e linguaggio. Chi non aggiorna il software è destinato ad essere scollegato dalla rete della contemporaneità. Su questo tema per noi fondamentale ci sono molte fonti da studiare, sulla scorta di un libro appena uscito in Inghilterra, abbiamo cominciato una discussione sul populismo e la nazione. Il primo contributo è di Lorenzo Castellani.
06
Il populismo cambierà anche gli altri partiti
Un dibattito di List innescato dalle pagine del libro "National Populism" di Goodwin e Eatwell. Il fenomeno è destinato a durare e a cambiare i connotati delle destre moderate. Tutti i miti da sfatare, la crisi dei liberal e dei media, l'ascesa della domanda di comunità, protezione, sovranità e stabilità del lavoro e del reddito. Lorenzo Castellani fa il primo giro di giostra
di Lorenzo Castellani
Dopo anni di negazione e sottovalutazione cresce sempre di più il numero di intellettuali e accademici che intende prendere sul serio la rivolta populista di questi anni. A questa lista si aggiungono anche Roger Eatwell e Matthew Goodwin con il loro nuovo libro National Populism. The revolt against liberal democracy.
Lavoro molto atteso nel mondo britannico poiché gli autori sono due dei massimi esperti nello studio delle cosiddette far-right anglo-americane, i movimenti nazionalisti di destra. Eatwell e Goodwin non hanno deluso le aspettative poiché National Populism chiarisce alcuni punti fondamentali dell’analisi sui nuovi movimenti politici che stanno avanzando elettoralmente in tutto il mondo occidentale. Già il titolo introduce un nuovo elemento: non si parla più soltanto di populismo, termine vacuo, indefinito e oramai consunto dalla stampa mainstream, ma di nazionalismo, concetto ben più serio e determinato sia storicamente che culturalmente. È il sovranismo, il richiamo della comunità, il controllo dei confini, la definizione delle identità a guidare la rivolta contro l’establishment liberal e non viceversa. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Il populismo si alimenta - e a sua volta alimenta - un immaginario che naviga sulla Rete, usa i mezzi di comunicazione tradizionali e la fabbrica dei social network dove si mixano la professionalità dei comunicatori, l'abilità dei leader. Questa varietà di strumenti colpisce obiettivi prima non raggiunti dalla propaganda tradizionale, risveglia masse inerti e le mette in movimento. L'errore, la possibilità della caduta, in questo ambiente di relazioni, clic, vite private e pubbliche che si mescolano, che si misurano con il like, è sempre in agguato. La democrazia accelerata catapulta i leader al successo ma li consuma con più rapidità. Costruire una leadership oggi è un mestiere a cui non basta solo il tocco magico, lo stato di grazia, è un mestiere. Nelle ultime 48 ore, questo rovescio della comunicazione, ha toccato con forza anche il più abile di tutti i nuovi social-leader: Matteo Salvini.
07
Salvini e il controllo del Selfistan
Viviamo un tempo in cui i leader emergono e si inabissano in un attimo. Le ascese e discese sono fatte di dettagli che si accumulano, si manifestano con passo felpato, emettono deboli segnali, bagliori in lontananza, cigolii remoti. Nell'era dell'istante, la comunicazione viene divorata, consumata, buttata e dimenticata.
Matteo Salvini è un leader contemporaneo, pienamente immerso in questo mare di comunicazione. La sua leadership è indiscutibile, come il suo talento. Sei mesi dopo esser salito al potere, il suo consenso è quello di chi è politicamente in uno stato di grazia. Non ha davanti alcuna opposizione, domina il partner di governo, Luigi Di Maio, i sondaggi lo proiettano su cifre che furono dell'antica Dc. Paradossalmente, in quest'epoca di immaginario compulsivo, le sue sono anche le condizioni più difficili per governare. Quando si è troppo sicuri dei propri mezzi, qualcosa finisce per andare storto.
Un tipetto di Ajaccio che ci sapeva fare con l'artiglieria, la politica e le donne (esattamente in quest'ordine) disse a Waterloo: "Wellington è un pessimo generale. Prevedo la vittoria entro l'ora di pranzo". La battaglia andò come sappiamo e Napoleone Bonaparte, un genio che faceva tremare il mondo, chiuse la sua era imperiale. L'amata Giuseppina lo tradiva e lo faceva impazzire, mentre la sua armata lo adorava, il suo peggior nemico era... Napoleone, se stesso.
L'eccesso di confidenza in Salvini si è manifestato l'altro ieri sul palcoscenico dell'immaginario, il social network. Prima con uno scatto sorridente su Instagram durante la sua missione nel Nord alluvionato, poi con un inatteso batticuore tra le lenzuola. Improvvisamente, con un colpo di vento e un battito di ciglia, Salvini ha perso il controllo del Selfistan.
Vediamo la sequenza, è una storia di comunicazione, di immaginario e di politica da tenere bene a mente. Quel che si definisce un caso esemplare. Questo è il selfie pubblicato su Instagram da Salvini (900 mila follower). Scenario, le acque di Venezia. Destinazione, le terre alluvionate del Nord, Belluno.
Lo sguardo si concentra sull'immagine. Salvini sorride. Primo errore. Ma il segnale che qualcosa è sfuggito nella comunicazione emerge chiaramente se si legge il testo con attenzione. Salvini usa i punti esclamativi. Secondo errore. Salvini usa l'emoticon che strizza l'occhio. Terzo errore. Siamo di fronte a un'immagine del leader completamente fuori contesto. Il registro stilistico dell'uomo forte che decide viene mixato con l'ironia che in questo caso diventa una sgrammaticatura del testo e del sotto testo. Dettagli? Può darsi, ma una serie di dettagli alla fine compone un quadro.
Cosa è accaduto? Nel momento grave a Salvini è mancato il self-control istituzionale, la moderazione, qualità che Salvini conosce certamente ma non esercita per temperamento. Siamo di fronte a un eccesso di confidenza, il personaggio in pixel che imprigiona la persona. Il dettaglio è talmente rilevante che Salvini compie un altro errore: torna sulla vicenda e cercando di ridurla a un fatto inesistente, rafforza la sensazione di imbarazzo. Ecco il secondo selfie, sempre su Instagram:
La scena è completamente diversa: prato verde, elicottero dei vigili del fuoco, giubbotto scuro, uno sguardo sereno, non un plateale sorriso, siamo in una versione del leader più "contenuta". Il testo che accompagna l'immagine però è ancora sopra le righe e la chiusura è un plateale "me ne frego, penso agli italiani e continuo a lavorare!". Sempre con il punto esclamativo. L'uso dei social media - di cui Salvini è indubbiamente abilissimo utilizzatore - amplifica tutto. Anche gli errori.
Il destino si diverte a intrecciare le situazioni e così, accanto a quella istituzionale, ecco comparire la vicenda personale che inesorabilmente diventa anche politica per una serie di coincidenze. Elisa Isoardi, sempre sul palcoscenico di Instagram (211 mila follower) fa scoppiare il botto:
L'immagine è una pallottola d'argento. Bang. L'intimissimo diventa pubblico. Siamo dentro quel canone classico che cominciò nel 1854 con questa frase di Alexandre Dumas padre: "Il y a une femme dans toute les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis: Cherchez la femme". Cherchez la femme. Tadà, ecco Elisa Isoardi che dice "addio" a Matteo Salvini. In sala comando a questo punto s'accendono tutte le spie rosse: lui ha perso il controllo, lei ha il controllo. Il timbro del The End sulla storia lo piazza la Dama e non il Capitano con una frase del poeta-bricoleur-cantante Gio Evan e un nodo non sciolto in "quello che avremmo dovuto darci ancora". Salvini si ritrova allo scoperto. Situazione di massimo pericolo per un leader politico perché si entra nel campo minato dell'immaginario del potere e del cuore.
L'adieu della Isoardi arriva mentre si discute di nomine Rai e oplà, accoppiare l'instagrammata al risiko dell'entertainment è un fatto rapido come un tocco di mascara. Siamo nel campo di una feroce battaglia politica e l'instagrammata della Isoardi diventa un'arma da taglio. Così il dem no limits Michele Anzaldi prende l'ascia, entra in fase boscaiolo e dice che "sembra un pizzino per le nomine Rai". Il riferimento è alle voci che descrivono Casimiro Lieto, l'autore del programma della Isoardi, la "Prova del cuoco", come candidato alla direzione di Rai 2. Anche questo episodio sembra un fatto del tutto insignificante, ma l'informazione-spettacolo è ben più importante dei telegiornali, insieme al settore strategico della fiction - presidiato dal 2012 come una fortezza da Eleonora "Tinni" Andreatta - è quello che crea l'immaginario di un paese, la cultura che si sedimenta, il potere del sofà televisivo.
Siamo allo Zenit e al Nadir della politica: l'immaginario. Il Selfistan è una giungla piena di tigri. Salvini è ancora in stato di grazia, ma per mantenerlo devo farlo diventare un mestiere.
***
Come chiudiamo questo numero serale di List? Sorridiamo, Guido Ciompi ha un debole per Luigi Di Maio. Il leader dei Cinque Stelle ha bisogno di aggiornare la sua enciclopedia dei capi di Stato. Ha trasformato in Ping il nome del Presidente della Cina, Xi Jinping. Poteva andare peggio e aggiungere un Pong. Ciompi ne trae le inevitabili conseguenze tipografiche.
08
Luigi Ping
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stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.