9 Novembre
La correzione europea? Un suicidio
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria boccia la proposta della Commissione Ue. L'Italia deve fare la sua riunificazione: colmare il divario tra Nord e Sud. Cari patrioti, c'è un problema: Tim è in rosso. Il petrolio è in fase Orso, il prezzo del Brent a 70 dollari, per ora vince il barile di Trump
Il balletto tra Commissione Ue e Governo italiano va avanti e nessuno può dire come andrà a finire. La maggioranza litiga, fa pace, va avanti. Le polemiche sulla prescrizione si sono placate con un disaccordo risolto con un rinvio. Il Movimento Cinque Stelle fa fatica a entrare nei panni della forza di governo, questo ormai è chiaro. Ma quale sarebbe l'alternativa? Non ne hanno una a breve e andare al voto anticipato per Di Maio è un rischio. Lega e Cinque Stelle sono condannati a stare insieme per la semplice ragione che il Governo Frankenstein è l'unico (im)possibile su piazza. Dopo le elezioni europee, vero spartiacque ravvicinato della legislatura, ognuno farà le sue valutazioni. Poi c'è il mercato - che anche oggi è rimasto a guardare sulla finestra dei 300 punti di spread, c'è lo squilibrio dell'Unione europea rispetto al contesto storico, c'è il gioco globale con gli Stati Uniti già in rampa di lancio per le elezioni presidenziali del 2020. È in questo intervallo temporale tra il voto per Straburgo (2019) e quello americano per la Casa Bianca (2020) che si incastona l'esperimento del governo populista in Italia. Questo è lo scenario da guardare e proiettare sui fatti di oggi, quello che conta. Seguite il titolare di List.
01
Manovra suicida
L'autoscontro tra Commissione Ue e Italia si arricchisce ogni giorno di più di dialoghi che sembrano usciti da un film hollywoodiano sulla finanza. Giovani Tria, ministro dell'Economia, oggi dopo l'incontro con il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, l'ha messa giù così: "Evitare la procedura di infrazione vorrebbe dire fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, cioè andare a un deficit dello 0,8 per cento che per un'economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio. Non credo che la Commissione si aspetti una reazione di questo tipo, anche se formalmente rispettosa delle regole di bilancio"....
Il balletto tra Commissione Ue e Governo italiano va avanti e nessuno può dire come andrà a finire. La maggioranza litiga, fa pace, va avanti. Le polemiche sulla prescrizione si sono placate con un disaccordo risolto con un rinvio. Il Movimento Cinque Stelle fa fatica a entrare nei panni della forza di governo, questo ormai è chiaro. Ma quale sarebbe l'alternativa? Non ne hanno una a breve e andare al voto anticipato per Di Maio è un rischio. Lega e Cinque Stelle sono condannati a stare insieme per la semplice ragione che il Governo Frankenstein è l'unico (im)possibile su piazza. Dopo le elezioni europee, vero spartiacque ravvicinato della legislatura, ognuno farà le sue valutazioni. Poi c'è il mercato - che anche oggi è rimasto a guardare sulla finestra dei 300 punti di spread, c'è lo squilibrio dell'Unione europea rispetto al contesto storico, c'è il gioco globale con gli Stati Uniti già in rampa di lancio per le elezioni presidenziali del 2020. È in questo intervallo temporale tra il voto per Straburgo (2019) e quello americano per la Casa Bianca (2020) che si incastona l'esperimento del governo populista in Italia. Questo è lo scenario da guardare e proiettare sui fatti di oggi, quello che conta. Seguite il titolare di List.
01
Manovra suicida
L'autoscontro tra Commissione Ue e Italia si arricchisce ogni giorno di più di dialoghi che sembrano usciti da un film hollywoodiano sulla finanza. Giovani Tria, ministro dell'Economia, oggi dopo l'incontro con il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, l'ha messa giù così: "Evitare la procedura di infrazione vorrebbe dire fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, cioè andare a un deficit dello 0,8 per cento che per un'economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio. Non credo che la Commissione si aspetti una reazione di questo tipo, anche se formalmente rispettosa delle regole di bilancio". Il non credo di Tria va letto esattamente al contrario: è esattamente quello che chiede la Commissione europea. In uno scenario simile - e abbiamo visto i segnali chiari di rallentamento dell'economia - per il governo significa andare dritti verso una dura recessione. Ecco perché Tria "intende confermare" la manovra "nei suoi pilastri fondamentali" ma nel predisporre la risposta alla Ue, che sarà inviata entro martedi' insieme al nuovo Documento programmatico di bilancio, ha bisogno ancora di tempo per valutare se confermare o modificare le stime. "I termini sono stati posti sempre in modo molto ristretto e ci si deve consentire di rispondere in modo documentato ristimando tutte le nostre previsioni e vedere se e' necessario cambiarle o confermarle. Se riusciremo manderemo la risposta prima, altrimenti rispetteremo i tempi". Il bilancio italiano non verrà cambiato nelle linee fondamentali. Che cosa farà la Commissione Ue? Aprirà la procedura di infrazione. Passi indietro? Il negoziato continua, dietro le quinte si cerca l'accordo, ma lo spazio s'è ristretto ulteriormente dopo i risultati elettorali in Germania. Un accordo "largo" con l'Italia verrebbe sfruttato contro il governo Merkel in Germania e negli altri paesi del Nord. L'Unione europea si è letteralmente incartata sui modelli econometrici. È il segno più evidente della crisi. Si corre verso il voto di maggio 2019 con il pilota automatico, rotta verso il Big Bang.
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In questo scenario, ci sono altri numeri che confermano quanto applicare la ricetta brussellese sia una missione impossibile. A pagare, alla fine, sarebbero i soliti noti: classe media e poveri. L'Italia ha bisogno di una riunificazione.
02
Riunificare l'Italia
I dati sulla crescita sono la scoperta dell'acqua calda, l'Italia è all'ultimo posto nella produzione da anni. I numeri del Rapporto Svimez sul Mezzogiorno dicono che bisogna colmare con urgenza il divario nel paese. Il ruolo del reddito di cittadinanza, degli investimenti pubblici, il fondamentale rilancio dell'istruzione
"Crescita, l'Italia in maglia nera", titola a tutta pagina oggi Repubblica. Perbacco, che notizia, questi giallo-verdi sono davvero un disastro. Ripasso delle puntate precedenti, dati incrociati del Fondo monetario internazionale, ecco la produzione italiana dal 1980 a oggi comparata con quella mondiale e quella delle economie avanzate, occhio alla curva verde:
Non basta? Ok, giochiamo con i numeri, proviamo a fare un'altra elaborazione, un confronto con Francia, Germania e Spagna... Continua a leggere l'articolo su List.
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Nel mondo della finanza internazionale, nel frattempo, riemergono fantasmi e scandali, la lezione della Grande Crisi non è stata colta.
03
L'affaire malese di Goldman Sachs
Lo scandalo scoppiato sul fondo di investimento 1Malaysia Development Bhd, dove secondo il Dipartimento della Giustizia americano si sono consumate operazioni di riciclaggio e malversazione per miliardi di dollari, sta scuotendo il santuario della finanza mondiale, Goldman Sachs. Secondo il Wall Street Journal, Lloyd Blankfein, l'ex numero di Goldman, si incontrò due volte con Jho Low, il finanziere al centro delle operazioni illecite, uno dei due appuntamenti si tenne quando Goldman già sapeva che Low era inaffidabile.
Goldman ha assistito il fondo 1MDB nella raccolta di più di 6,5 miliardi di dollari attraverso tre emissioni obbligazionarie nel 2012 e 2013. L'operazione ha fatto incassare alla banca di investimento circa 600 milioni di dollari. Più della metà della somma raccolta è stata presumibilmente distratta dal Low e da altri complici in un plot concepito dallo stesso Low. La linea di difesa di Goldam è che non poteva sapere cosa ne sarebbe stato fatto del denaro raccolto. Due ex manager di Goldman Sachs in Asia sono sotto accusa.
Stiamo parlando di fatti avvenuti dopo la Grande Crisi che mettono in serio dubbio le misure prese per evitare la violazione delle regole sulla trasparenza e qualità delle operazioni finanziarie.
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In Italia invece abbiamo un caso antico, è riemerso il tema del futuro di Telecom. Un sempre verde della storia economica del Belpaese. Cambiano gli azionisti, l'impresa resta sempre poco cavalleresca.
04
Cari patrioti, c'è un problema: Tim in profondo rosso
Una svalutazione dell'avviamento di 2 miliardi di euro che porta a una trimestrale con 800 milioni di rosso. I conti di Tim presentati oggi sono riassunti in queste due cifre e il mercato ne ha preso atto con un ribasso del titolo in Borsa del 4 per cento. La lotta tra gli azionisti francesi e il gruppo di controllo dell'azienda è destinata a diventare sempre più aspra e infatti Vivendi - primo socio del gruppo con il 23,9 per cento del capitale, ha subito aperto il fuoco dicendo di essere "estremamente preoccupati per il basso livello delle azioni" causato dal "deterioramento dei risultati rispetto al piano industriale". Vivendi picchia dura sulla nuova governance e sul fondo Elliot affermando che i numeri presentati oggi "mostrano la totale disorganizzazione della società e il fallimento della nuova governance da quando Elliot ha assunto il controllo" dell'azienda il 4 maggio scorso. Vivendi "deplora" inoltre "la decisione del consiglio di amministrazione di non convocare l'assemblea per procedere al rinnovo dei revisori"; una scelta, quella "degli amministratori della lista di Elliott", che mette "a rischio la società, sebbene tale nomina avrebbe dovuto essere effettuata da diversi mesi. Questo atteggiamento irresponsabile è una nuova prova dell'attuale governance di Elliott".
Siamo di fronte a una battaglia durissima in una delle principali aziende italiane. Bisogna qui ricordare che lo Stato italiano in un'operazione enfaticamente presentata come scelta di "capitalismo patriottico" intervenne acquistando una quota di Tim (pari al 4,262 per cento) attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Con l'idea di difendersi dai francesi, oggi l'investimento di CDP (che ha il risparmio postale degli italiani) registra una perdita monstre di oltre 200 milioni di euro su 640 milioni investiti nell'acquisto della quota azionaria. Il 10 maggio l'azione di Tim valeva 0,80 euro, oggi ha chiuso a 0,52 euro, le azioni di Tim in sei mesi hanno perso il 38 per cento del valore e la capitalizzazione è passata da 12,8 a 8 miliardi di euro.
Saranno stati anche "patrioti" ma sul piano della gestione del rischio dell'investimento siamo ben lontani da quella che si definisce scelta virtuosa. Bisogna inoltre ricordare che - toh, che coincidenza - Vivendi era ed è avversario di Mediaset, cioè di un attore politico come Berlusconi. L'intervento in CDP fu deciso in chiusura di legislatura dal governo Gentiloni (con Carlo Calenda a sostenere la bontà dell'operazione) e con motivazioni che nulla avevano a che fare, come si è visto, con la qualità del piano industriale. Il nuovo governo non solo porta avanti questa linea interventista - e ne vedremo i frutti con Alitalia, allacciate le cinture - ma la considera un pilastro della sua politica industriale di cui in realtà non v'è traccia, se non l'idea vaga che bisogna tappare i buchi e per il resto c'è la Divina Provvidenza. Stop allo straniero Bolloré, dentro un fondo americano con la CDP e vai con le perdite. Provate a indovinare alla fine chi paga.
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Che facciamo? Pensiamo in grande, andiamo al fondo del barile, che non è un modo per raschiarlo, ma per capire cosa accade intorno a noi.
05
Petrolio in fase Orso
Per capire come va (e non va) l'economia, per sapere come sono messi i pezzi sulla scacchiera della geopolitica bisogna sempre tenere d'occhio il prezzo del petrolio (e del gas). È entrato in fase Orso, scendendo a 70 dollari al barile, il prezzo più basso dallo scorso aprile. Questo è l'andamento del future Brent Crude a gennaio 2019:
Sul piano del gioco geopolitico, il vincitore per ora è Trump: voleva un prezzo basso e il mercato va giù. Ma siamo di fronte a un'inversione di marcia che dipende solo in parte dall'azione americana sui mercati, anche se va in ogni caso tenuto conto dell'aumento della produzione in Iraq, non casuale, innescato proprio da Washington. Gli effetti delle sanzioni sull'Iran per ora ora sono stati assorbiti, altri paesi colmano il gap di prodotto di Teheran. A questo punto tutti si attendono una mossa dal cartello dei produttori dell'Opec, ma puntare sul rialzo del prezzo potrebbe essere un'arma a doppio taglio, i produttori americani di shale oil infatti potrebbero trarne vantaggio e aumentare i volumi. La Russia, il vero giocatore a tutto campo sul mercato (fuori dall'Opec ma alla fine fa il prezzo con l'Arabia Saudita nel format di Opec+), vuole evitare di favorire ancora Trump. Alla fine, è una partita che anche sul mercato del petrolio si gioca sempre tra loro, come ai vecchi tempi: Stati Uniti e Russia.
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Sono giochi decisamente più interessanti di quelli tra Salvini e Di Maio, tra Renzi e il resto del Pd. Come chiudiamo questo numero serale di List? Ci siamo occupati di geopolitica, di mercati aperti e chiusi, dunque stiamo sul tema dei confini. Guido Ciompi ha un'idea sulla chiusura delle frontiere.
06
Frontiere
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altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.