7 Novembre
Di Maio, l'investito
Il 24 settembre la Germania vota, Angela Merkel è vicina alla conquista del quarto mandato. Lo stesso giorno, il Movimento 5Stelle indicherà il nome del suo candidato premier, il favorito è Luigi Di Maio. Scopri le differenze
Il 24 settembre è una data importante per l'Europa. Sull'agenda del titolare di List c'è un doppio appuntamento. Numero uno: si vota in Germania, Angela Merkel cerca uno storico quarto mandato da cancelliera; numero due: il Movimento 5Stelle indicherà il suo candidato alla presidenza del Consiglio, l'investito da Grillo è Luigi Di Maio, dunque verrà scelto Di Maio.
La tentazione di prendere la Settimana Enigmistica, metterci sopra le figurine di Angela e Luigi e fare il giochino "scopri le differenze" è grande. Il titolare di List cede, perché la questione dell'investito è notevole.
Angela Merkel è nata nella Germania Est nel 1954, ha studiato fisica all'università di Leipzig, è stata due volte ministro con Helmut Kohl, è stata segretaria generale della CDU, è cancelliera della Germania dal 22 novembre del 2005, prima donna a ricoprire quella carica, nel corso della sua carriera ha battuto alle elezioni prima Gerhard Schröder nel 2005, poi Frank-Walter Steinmeier nel 2009 e Peer Steinbrück nel 2013. La stessa sorte degli altri sfidanti toccherà con grande probabilità anche a Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo. Alla fine del terzo mandato di Angela Merkel, la Germania è la quarta economia del mondo, il rapporto tra debito e prodotto interno lordo è al 64.7 per cento, la disoccupazione è al minimo storico dalla riunificazione (3.8 per cento), le casse di Berlino hanno un surplus più grande di quello della Cina (280.5 miliardi vs 149.3). Una superpotenza.
Luigi Di Maio è nato a Avellino nel 1986, la sua scheda personale sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5Stelle alla voce esperienza recita: "Steward presso la tribuna autorità dello stadio San Paolo di Napoli, assistente regista di Ernesto Dello Jacono (allievo di Eduardo De Filippo), tecnico/riparatore computer hardware, agente commerciale, manovale presso un'impresa edilizia, cameriere". Nel 2013 partecipa alle parlamentarie...
Il 24 settembre è una data importante per l'Europa. Sull'agenda del titolare di List c'è un doppio appuntamento. Numero uno: si vota in Germania, Angela Merkel cerca uno storico quarto mandato da cancelliera; numero due: il Movimento 5Stelle indicherà il suo candidato alla presidenza del Consiglio, l'investito da Grillo è Luigi Di Maio, dunque verrà scelto Di Maio.
La tentazione di prendere la Settimana Enigmistica, metterci sopra le figurine di Angela e Luigi e fare il giochino "scopri le differenze" è grande. Il titolare di List cede, perché la questione dell'investito è notevole.
Angela Merkel è nata nella Germania Est nel 1954, ha studiato fisica all'università di Leipzig, è stata due volte ministro con Helmut Kohl, è stata segretaria generale della CDU, è cancelliera della Germania dal 22 novembre del 2005, prima donna a ricoprire quella carica, nel corso della sua carriera ha battuto alle elezioni prima Gerhard Schröder nel 2005, poi Frank-Walter Steinmeier nel 2009 e Peer Steinbrück nel 2013. La stessa sorte degli altri sfidanti toccherà con grande probabilità anche a Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo. Alla fine del terzo mandato di Angela Merkel, la Germania è la quarta economia del mondo, il rapporto tra debito e prodotto interno lordo è al 64.7 per cento, la disoccupazione è al minimo storico dalla riunificazione (3.8 per cento), le casse di Berlino hanno un surplus più grande di quello della Cina (280.5 miliardi vs 149.3). Una superpotenza.
Luigi Di Maio è nato a Avellino nel 1986, la sua scheda personale sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5Stelle alla voce esperienza recita: "Steward presso la tribuna autorità dello stadio San Paolo di Napoli, assistente regista di Ernesto Dello Jacono (allievo di Eduardo De Filippo), tecnico/riparatore computer hardware, agente commerciale, manovale presso un'impresa edilizia, cameriere". Nel 2013 partecipa alle parlamentarie del Movimento 5Stelle e ottiene 189 voti, viene candidato alla Camera e eletto. Dal 21 marzo è vicepresidente di Montecitorio. L'investito, Di Maio, sarà probabilmente il candidato premier del Movimento 5Stelle, dovrebbe guidare un paese che è la nona economia del mondo, è appena uscito da una durissima recessione (ma è pronto a tornarci), ha un rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo stabilmente oltre il 131 per cento, la disoccupazione è all'11.3 per cento (quella giovanile al 35.5 per cento), il surplus commerciale dell'Italia è di circa 50 miliardi di euro. Un paese che ha qualità ed è profondamente malato.
Ora, cari lettori di List, scoprite le differenze tra Germania e Italia, il divario tra quello che voteranno i tedeschi e quello che presenterà come suo miglior esponente politico la prima forza politica italiana, secondo gli ultimi sondaggi. Da una parte abbiamo Angela Merkel, il più forte statista in attività sulla faccia della terra; dall'altra Luigi Di Maio, di cui scoprire la capacità e il quid è quasi impossibile per assenza di requisiti sufficienti. Il 24 settembre la Germania sceglierà il cancelliere, il Movimento 5Stelle comunicherà al popolo la figura che dovrebbe guidare il nuovo governo.
Com'è il futuro? Giudicate voi. Quelli che hanno preceduto Di Maio sono peggiori? Non sono Merkel, questo è certo, ma il caso dell'investito Di Maio è interessante perché fa emergere il problema dei grillini di lotta e di (futuro, forse) governo, la sua classe dirigente.
Il Comune di Roma ne è la prova: puoi vincere le elezioni, ma con questa selezione da quattro amici al bar perdi automaticamente la sfida del governo. Virginia Raggi docet. Quella esperienza dovrebbe essere un memento per Beppe Grillo - la scelta sarà sua - ma la sensazione è che il fondatore del Movimento 5Stelle sia preoccupato di chiudere in fretta la partita interna per la premiership senza badare a "dettagli" come la capacità e il merito del candidato a Palazzo Chigi. Di Maio è chiaramente unfit, ma nella mediocrazia italiana si sta realizzando il sottosopra dell'ignoranza al potere. Ieri ha dichiarato che il Movimento 5Stelle presenterà in anticipo la squadra di governo. Siamo alla propaganda, neppure negli Stati Uniti e nel Regno Unito il team viene presentato prima per la semplice ragione che bisogna contare i voti, stabilire le alleanze e poi verificare se ci sono le condizioni materiali (i numeri) per portare avanti un programma di governo. I ministri vengono nominati dopo proprio per questo motivo, sono frutto di un processo di selezione e accordo a cui i Cinque Stelle - perfino in caso di vittoria netta - non possono sfuggire. Basta guardare il procedimento di nomina dei ministri secondo la Costituzione, articolo 92: ""Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". Sotto questo articolo si cela una prassi parlamentare che prevede l'incarico al presidente del Consiglio da parte del Presidente Repubblica, passaggio che viene preceduto dalle consultazioni dei gruppi parlamentari, dei presidenti delle Camere degli ex presidenti della Repubblica. L'incaricato, dopo un'esplorazione nel suo partito e nei gruppi parlamentari, scioglie la riserva, torna dal Capo dello Stato che a sua volta procede con il decreto di nomina del presidente del Consiglio e dei ministri. Tutto questo Di Maio nel suo racconto lo salta a piè pari, egli è investito, e pare che questo basti per risolvere ogni problema della nazione.
Il new normal è questa mediocrità. È un tema che non riguarda solo il Movimento 5Stelle, ma l'intera classe politica italiana. Basta dare un'occhiata al drafting legislativo (come si scrivono le leggi) e leggere i verbali delle assemblee per rendersi conto del livello rasoterra a cui sono giunte le istituzioni.
01
I gommoni della Raggi
Il dibattito pubblico è ridotto a uno sloganificio senza agenda, un rumore sui social network che funziona finché si è all'opposizione, ma diventa un boomerang quando si passa al governo. Il caso Roma è la prova più clamorosa. Guardate questo tweet di Virginia Raggi:
Correva l'anno 2015, i grillini stavano preparando la lunga marcia (senza aver letto Mao) verso il Campidoglio, il sindaco della Capitale era Ignazio Marino, ribattezzato SottoMarino, indubbiamente un incapace, tanto da andare a sbattere contro il suo partito che a Roma era (è) allo stato gassoso. Ieri la Capitale è stata bloccata da un acquazzone. Il sindaco ha raccomandato ai cittadini di restare a casa. Notevole sviluppo programmatico rispetto al 2015 del Marino galleggiante. Due anni dopo, la Raggi che fa, si dimette e gonfia il canotto per andare a casa?
Questo è il punto che a un uomo intelligente come Grillo non dovrebbe sfuggire, la responsabilità di passare dalla protesta alla proposta, dal vaffa all'idea di governo. È Di Maio la risposta? Non è una valutazione preventiva su di lui, tutti possono crescere, farsi le ossa, cadere, rialzarsi e imparare, ma è semplicemente la fotografia di quello che in questo momento NON c'è nel Movimento 5Stelle. Quando Berlusconi dominava la scena politica - e molto peserà ancora, vedrete - si denunciavano i pifferai, oggi siamo alle scie chimiche e al canto delle sirene. Esistono? No, ma Renzi le usa come argomento retorico contro i grillini, un po' poco per battere comunque una forza politica che mantiene un alto consenso soprattutto per demerito altrui. Che fa Renzi? Seguite il titolare di List.
02
Renzi tra gufi e sirene
L'uso dei format è entrato nella testa dei politici, la loro versione redux del racconto è una ripetizione ossessiva di schemi. Qualcuno ha detto loro che così "entrano nella testa degli elettori". Può darsi, ma ne escono anche molto velocemente. Il consumo di leadership dell'epoca contemporanea ne è la prova. Solo un paese serio come la Germania resiste (non a caso è quello che ha preso misure severe contro le fake news dei social network e dove i giornali "di qualità" sono rimasti tali di nome e di fatto) a questo logoramento (caso Merkel), il resto dello scenario è un mucchio di macerie fumanti e leader senza partito che hanno intuito lo spirito del tempo, lo Zeitgeist, ma sono ancora da scoprire sul piano delle capacità di governo della nazione (Macron e Trump).
Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum costituzionale avrebbe dovuto cambiare passo, registro e contenuti del suo discorso politico, ma i fatti dicono che siamo lontani dall'ideale: la sua comunicazione è disordinata, prevedibile, senza respiro. Non è casuale, è una sua scelta. La sua timeline di Twitter ne è la prova: mancano riferimenti alti, zero apertura al mondo, è purtroppo l'immagine di un politico che lotta ma non pensa, non è lo status di un leader politico. I suoi appuntamenti pubblici ne fanno emergere la ripetizione dei temi e le formule da giardino zoologico della politica. Così accanto ai gufi Renzi ora ha messo anche le sirene. Il problema è che non siamo tra le sublimi pagine del Manuale di Zoologia fantastica di Jorge Luis Borges e Margarita Guerrero.
Siamo invece nel campo della lotta politica che usa schemi di gioco ripetitivi. Renzi ne fa sta facendo un uso continuo, è un segno di stanchezza creativa. L'altro ieri per attaccare il Movimento 5Stelle ha ricordato che tra loro c'è chi crede alle sirene e ribadito che le sirene non esistono. Una bimba delusa in sala ha esclamato "no". Lasciamo perdere il terreno di contesa mitologico-marina scelto dal segretario del Pd, una battuta detta una volta può avere una sua ragion d'essere, ma Renzi ci è tornato anche ieri in Umbria e ha mostrato un punto di debolezza: "Voi state pagando lo stipendio a una deputata che crede che nel mare ci siano sirene, cioè esseri metà donna e metà pesce. La notizia è questa, non la mia battuta. Sembra che io abbia distrutto i sogni di una bambina, ma vi rendete conto che mi devo giustificare io e nessuno bada al fatto che lei crede alle sirene?". Cosa significa tutto questo? Che Renzi ha bisogno di riscrivere la sceneggiatura del suo discorso politico. Possibile? Certo, basta volerlo e soprattutto ascoltare. Nel suo staff c'è uno che sa come si fa, Francesco Nicodemo, Renzi dovrebbe leggere il suo libro e lasciar perdere quello che ha scritto lui.
03
Disinformazia e politica
Nicodemo lavora alla Comunicazione di Palazzo Chigi, ha curato anche il messaggio di Renzi, come tutti quelli che si occupano di significato e significante nel mondo della politica, ha il problema di spiegare ai politici che farsi capire dal popolo non significa essere sciatti, ma al contrario avere un livello di raffinatezza superiore, uno stile e un contenuto alto. Il suo libro, Disinformazia, è un viaggio nel mondo della cosiddetta post-verità (termine talmente abusato da diventare un coperchio buono per coprire tutte le pentole), parte da "sua maestà la televisione", esplora Facebook come "nuovo spazio pubblico", intercetta il problema dell'algoritmo "come bussola" e tocca il punto terminale, il corto-circuito della comunicazione contemporanea: essere tutti "chiusi nelle stanze delle false certezze". Molto bene, ma...
Il titolare di List a tutto questo fa precedere un altro problema: la scuola (comincia oggi, per la cronaca), l'educazione, il sapere. Stormi di ignoranti si bevono qualsiasi pozione magica online e offline e questo non è il problema del mezzo e del messaggio, è il microchip dell'uomo - il cervello - che ha bisogno di essere nutrito. Questo dovrebbe essere il compito principale dei governanti: elevare gli standard di vita dei governati sul piano materiale e intellettuale. "Dubito, quindi sono", scrive Nicodemo. Vero ma il problema non si risolve né con il fact-checking (che è un intervento post-) né con la denuncia delle teorie del complotto. Serve fertilizzante per i neuroni.
Le fake news sono un problema antico: nel 1835 il New York Sun pubblicò "la grande burla della luna", uno dei falsi più famosi della storia, i falsi esistono da quando l'uomo ha cominciato a comunicare, quanto alle teorie cospiratorie, può essere utile la lettura di un volume di Mark Fenster intitolato Conspiracy Theories che passa in rassegna quelle ben radicate nella sotto-cultura americana.
Ce ne sono per tutti i gusti, di teorie cospiratorie, in questa data - 11 settembre - basta ricordare quelle uscite sull'attacco di al Qaeda alle Torri Gemelle, una peggio dell'altra, ma dotate di fascinazione per gli ingenui e quelli che dopo il tramonto vedono i vampiri aggirarsi in giardino. Sul tema specifico, il 9/11 e la paranoia cospiratoria, dalla biblioteca del titolare di List piove un altro pregevole volume di PopularMechanics, intitolato "Debunking 9/11 Myths", che smonta una a una tutte le fantasticherie sull'attentato a New York.
Il debunking, il fact-checking sono strumenti utili, ma come dicevamo arrivano dopo e invece la faccenda riguarda il prima. Declinato sul piano della comunicazione - dunque del sapere tout court e della politica - questo significa che bisogna rifare la scuola ad ogni livello di istruzione, la scena digitale è permanente e con un livello di penetrazione senza pari e un'esperienza sensoriale che con la realtà virtuale sarà totale. Sarà vedere, toccare, immergersi in un Altro Spazio. Sembrerà reale. E non lo è. Provate a immaginare le conseguenze sui caratteri fragili o poco istruiti. Nicodemo con Disinformazia ha fatto un lavoro di analisi, ma dovrebbe far seguire questo suo bel libro da un altro volumetto per dummies, una guida passo dopo passo, un blueprint per insegnare ai politici come non banalizzarsi in rete, cioè evitare la trappola in cui sta cadendo Matteo Renzi.
Il mezzo sarà anche il messaggio, ma questa non è una buona scusa per passare da soggetto a oggetto, trasformarsi in un telefonino (dis)umano che diffonde vero, falso e soprattutto nulla. Michele Magno, la sagoma più filosofante di List, ha due o tre idee in proposito. Leggiamolo insieme.
04
Il postino, il web e il populismo
di Michele Magno
Caro Titolare,
diceva Ennio Flaiano che, se il medium è il messaggio (Marshall McLuhan), è il postino che dobbiamo leggere, non le sue lettere. Fuor di battuta, basta possedere il medium, ossia avere buone risorse comunicative, per disporre del messaggio - e dunque manipolare e ingannare a proprio comodo. Dopo la Brexit e la vittoria di Donald Trump, l'Oxford Dictionary ha scelto "post-truth", post-verità, come parola internazionale dell'anno. Ma almeno da un quindicennio c'è un vero boom degli studi "sull'èra dell'impostura", tra libri, articoli, convegni, workshop, conferenze. Basta leggere un aureo volumetto della filosofa Franca D'Agostini (Menzogna, Bollati Boringhieri, 2012) per farsene un'idea.
Ora, che l'esplosione del Web sia coeva all'avanzata di movimenti e partiti populisti in tutto l'Occidente è un dato di fatto, e forse non è una pura coincidenza. Tuttavia, occorrerebbe una volta per tutta spogliare il concetto di populismo dalle connotazioni valutative che ne hanno fatto una "dirty word", una parolaccia, restituendogli la sua originaria funzione descrittiva. Il politologo inglese Paul Taggart lo ha definito "servitore di molti padroni", perché "il populismo è stato uno strumento dei progressisti, dei reazionari, degli autocrati, della sinistra e della destra". E gli attribuisce "un'essenziale capacità camaleontica, nel senso che acquisisce sempre il colore dell'ambiente in cui si manifesta" (Il populismo, Città aperta, 2002). In altri termini, il populismo è al massimo una "ideologia debole", nelle cui manifestazioni storiche sono tuttavia ricorrenti alcuni elementi distintivi: primo tra tutti l'appello diretto al popolo, senza cioè mediazioni istituzionali, contro le élite.
Ciò premesso, i social network amplificano semplicemente o favoriscono il populismo? Per rispondere alla domanda bisogna tenere presente che la lotta politica condotta a suon di bugie su Internet è avvantaggiata da tre fattori: la possibilità dell'anonimato; la possibilità di raggiungere rapidamente un vastissimo numero di persone: il fenomeno delle cascate informative (la bufala che diventa virale). Siamo quindi ben lontani da quella cyberdemocrazia - nemica di ogni oligarchia intellettuale e di ogni establishment - immaginata da Nicholas Negroponte e da altri profeti della Rete come Gianroberto Casaleggio.
Non voglio dire che l'uso massivo del personal computer ci rende inevitabilmente stupidi o più bugiardi, come sosteneva anche Umberto Eco. Riflettiamo però su un punto. Mentre agli albori della cultura digitale si pensava che la nuova trasparenza e le nuove opportunità di partecipazione avrebbero dato un colpo decisivo alle concentrazioni di potere e ai vertici di gestione delle conoscenze, oggi tutti sanno che il flusso delle informazioni è governato da tre o quattro gruppi dominanti, i quali possono decidere la sistematica violazione della verità fattuale, o almeno rendere difficile lo smascheramento del falso. In questo senso, non c'è da stupirsi se il "Chiunque" trionfatore del Web si può trasformare in un professionista della provocazione. Giochi di parole di dubbio gusto, attacchi personali, evocazioni sospette, volgarità gratuite, sindrome del complottismo, odio per i "diversi" e i "poteri forti", diffidenza per le scoperte scientifiche, non sono forse i grandi attori del teatro populista?
***
Stiamo navigando in pieno mare Magno, cerchiamo la terraferma. Dove andiamo? In Cina, saliamo in automobile. Seguite il titolare di List.
05
Pechino accende l'auto elettrica
La Cina sta studiando misure per far diventare il parco auto circolante totalmente elettrico. Quando? Non si sa, ma le parole di Xin Guobin, vice ministro dell'industria, riportate dall'agenzie Xinhua non possono passare inosservate: "Queste misure porteranno profondi cambiamenti nello sviluppo dell'industria". Se si muove la Cina, cambia tutto. Per sempre. Addio motore a scoppio e benzina. Guardate questo grafico pubblicato da Bloomberg:
Ventotto milioni di veicoli, questi sono i numeri della Cina. Sì, cambierà tutto e per queste ragioni la corsa all'auto elettrica ha subito un'improvvisa accelerazione. I costruttori stanno cercando di anticipare il futuro e i governi sono diventati i veri game changer del settore dell'auto. Perfino Aston Martin passerà alla produzione ibrida e così anche Porsche con l'elettrico. Ci interessa? Altro che, la più grande industria italiana si chiama Fiat-Chrysler e sta cercando proprio la sua via verso l'auto elettrica. Il grande rompicapo di Sergio Marchionne. Lo risolverà? Wait and see.
Torniamo sull'acqua o, meglio, sulla terra alluvionata, tra Italia e Stati Uniti. Prendiamo il gommone della Raggi.
06
Livorno, Nogarin e l'allerta arancione
Sei morti, due dispersi e lo scaricabarile tra istituzioni. Siamo in Italia, a Livorno, città alluvionata in una notte. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha detto che "anche con l'allerta arancione si possono prendere provvedimenti". L'accusa è diretta al sindaco di Livorno, il pentastellato Filippo Nogarin, che risponde così: "Arancione e rosso a casa mia sono due cose diverse. Essendo stata diramata un'allerta arancione non ho avvisato la cittadinanza". Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha provato a invitare i due litiganti alla calma: "Le istituzioni devono collaborare senza polemiche. Alle vittime va la solidarietà del Paese intero, invito tutti a collaborare tra istituzioni senza polemiche, mettendo al centro l'interesse della comunità. Bisogna pensare al lavoro di soccorso e di ricostruzione, di questo ha bisogno Livorno e il Paese". Buonanotte Gentiloni, là fuori se le suonano a colpi di clava. È inutile, anche gli ottimisti debbono prenderne atto: non ce la possiamo fare.
In Florida come se la cavano? Hanno anche loro Rossi e Nogarin? Lezioni americane.
07
Irma e lo show di Weather Channel
Una buona notizia: l'uragano Irma (nella foto della Nasa, mentre passa sulla Florida) ha perso potenza quando è arrivato a terra. I danni sono enormi, ma l'organizzazione dell'evacuazione dei residenti ha funzionato. Questo non ha fermato la potentissima macchina informativa di Weather Channel che dà del tu agli uragani. Sul New York Times un servizio racconta come funziona e perché è un modello incredibile di organizzazione. Settanta inviati sul posto, 1.3 milioni di spettatori quando soffia il vento e infuria la bufera, Ci vuole coraggio, guardate qui in che comoda posizione si trova Mike Bettes durante il passaggio di Irma a Naples, Florida:
Sono immagini che abbiamo visto tante volte al cinema e invece... eccoci qua, fuori dalla fiction. L'America è reale e il suo mito si rigenera. In fondo, eravamo tutti americani. Eravamo. L'11 settembre 2001.
08
9/11. Iniziò tutto con l'assassinio di Massoud
L'11 settembre 2001 iniziò 48 ore prima, in Afghanistan. Il 9 Settembre 2001 Ahmad Shah Massoud (sopra, nella foto Ansa), il capo delle forze antitalebane, il “leone del Panjshir”, l'ultimo ostacolo di fronte a Osama Bin Laden, viene ucciso. Un blitz di due miliziani kamikaze, una falsa intervista, una carica esplosiva piazzata nella telecamera, flash, fine di Massoud. È l’accelerazione della long war, la lunga guerra che non vogliamo vedere. Il destino gioca a dadi con le coincidenze, i nomi, le biografie, le città tentacolari di ieri e di oggi. Quell'assassinio fu il preludio del piano di Osama Bin Laden e dei suoi successori. Cambiano le sigle, ma l'obiettivo è sempre quello: distruggere l'Occidente, questa parola che racchiude il seme della libertà, imperfetta, ma unica. Massoud era un guerriero che amava il suo paese, fece la sua guerra contro i sovietici e i talebani. Colto, elegante, dotato di carisma, amatissimo dai suoi soldati. La perdita di questa figura è stata una tragedia per il futuro dell'Afghanistan.
L'11 settembre 2001 è uno shock della contemporaneità, apre un tempo nuovo, fa riemergere un'antica sfida, lo scontro di civiltà teorizzato da Samuel Huntington in un libro molto citato e poco letto. Quel giorno, eravamo tutti americani. Sedici anni dopo, siamo in pochi. Si fa fatica perfino a chiamare le cose con il loro nome, guerra.
L'11 settembre 2001 va ricordato. E studiato. Con pazienza e umiltà. Il titolare di List vi propone quattro libri. Per non dimenticare.
Ghost Wars è il formidabile racconto di Steve Coll sull'America e l'Afghanistan, dall'invasione sovietica fino a Bin Laden, tutto quello che la Cia ha fatto, nel bene e nel male. The Looming Tower di Lawrence Wright è essenziale per capire l'evoluzione del terrorismo islamista, la nascita di al Qaeda e la grande tragedia del 9/11. I documenti della commissione d'inchiesta parlamentare, The 9/11 Commission Report, sono la base di tutto, senza non si possono capire gli eventi, l'incredibile sequenza di errori e la strategia dei terroristi. Terrore al servizio di Dio è un libro sconvolgente, è l'analisi del documento che gli attentatori dell'11 settembre 2001 hanno fatto ritrovare sui luoghi da cui erano partiti, la loro Guida spirituale. Nei primi tre libri i riferimenti alla figura di Massoud sono continui, era la figura chiave di un futuro diverso per l'Afghanistan. Fu inascoltato e lasciato solo. Fu quello il più grande errore commesso dagli Stati Uniti.
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pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.