15 Novembre

Brexit. Il divorzio più costoso del mondo

Analisi del documento di 585 pagine che regola la separazione tra Regno Unito e Unione europea. Theresa May rischia tutto, il sì del governo di ieri sera nasconde una profonda divisione (9 ministri contrari) e il passaggio parlamentare è delicatissimo. Juncker ha lavorato con grande abilità, l'accordo impone condizioni molto dure a Londra

Il governo inglese ha dato il via libera alla bozza d'accordo tra Regno Unito e Unione europea per la Brexit. Theresa May ha centrato l'obiettivo, ha convinto i sostenitori della linea dura con Bruxelles a appoggiare (formalmente) l'accordo, un risultato storico ma ancora a rischio, fragile e con il peso di un passaggio parlamentare da brividi. La May ieri sera ha spiegato con franchezza che si tratta di un appoggio ottenuto facendo leva sul realismo, "sull'interesse nazionale", ma trovato in condizioni "difficili". La BBC ieri sera ha parlato addirittura di nove ministri contrari, tra gli oppositori vi sarebbero la ministra del Lavoro Esther McVay, il segretario al Commercio Liam Fox, il responsabile degli Affari Esteri Jeremy Hunt, il segretario alla Difesa Gavin Williamson, quello dello Sviluppo internazionale Penny Mordaunt. Non sono escluse le dimissioni, i contraccolpi per il governo May sono tutti da scoprire. È l'eterna battaglia dei Tories. Il governo dell'Irlanda del Nord ha espresso soddisfazione, gli scozzesi come sempre sono contrari e guardano al soldo. Oggi ci saranno le dichiarazioni di Theresa May a Westminster, House of Commons. Ieri sera il premier britannico non ha nascosto le difficoltà, ma ha difeso fieramente il suo lavoro.

Ecco la dichiarazione integrale del primo ministro: 

Il governo ha appena avuto un lungo, dettagliato e appassionato dibattito sul progetto di accordo e sulla dichiarazione politica di massima sulle nostre future relazioni con l'Unione europea.

Questi documenti sono il risultato di migliaia di ore di duri negoziati da parte di funzionari britannici e di molte, molte, molte riunioni che io e altri ministri abbiamo tenuto con i nostri omologhi dell'Unione europea.

Sono fermamente convinta che il progetto di accordo di ritiro sia stato il migliore che si potesse negoziare, e spettava al governo decidere se proseguire i colloqui.

Le scelte di fronte a noi sono state difficili, in...


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