7 Novembre
Marchionne e l'auto di Trump
Il numero uno di Fiat-Chrysler pensa all'addio e al futuro del gruppo. La famiglia Agnelli esce dal business? Parte lo scorporo (Magneti Marelli). E poi? L'auto è privata, ma gli affari di Detroit sono sempre della Casa Bianca
Vende, scorpora o rilancia? Il mercato si chiede quali saranno le mosse di Sergio Marchionne. Il manager "imported from Chieti" è a un bivio: il gruppo Fiat-Chrysler ha bisogno di un partner per proiettarsi nel futuro e questo domani sta prendendo corpo attraverso varie ipotesi. Stamattina FCA su richiesta della Consob ha emesso una nota di chiarimento sui rumors accesi dalla notizia che i cinesi di Great Wall sono interessati all'acquisto del marchio Jeep:
Il testo è come sempre in questi casi asciutto, ma ha un punto - parliamo di comunicazioni che muovono il mercato - di estremo interesse che conferma che molto sta bollendo in pentola tra Detroit e Torino: "FCA riceve talvolta contatti in merito a possibili operazioni strategiche...". Marchionne è in movimento e gli altri player del mercato hanno un interesse verso i marchi più prestigiosi di FCA. La vicenda di Great Wall non si è concretizzata, nonostante la conferma dell'interesse dei cinesi giunta attraverso Automotive News, ma è chiaro che Cina o no il gruppo deve accelerare su una nuova strategia. Intanto, ci sono un paio di elementi certi e altri che galleggiano, in attesa di scegliere la rotta. Stiamo parlando del dossier più importante per l'industria italiana. Per List è il primo punto dell'agenda, Parlamento e governo sono spiaggiati. Vediamolo. Seguite il titolare.
Sergio Marchionne. Il manager sta per cominciare l'ultimo tratto della sua avventura alla guida della Fiat. Un viaggio spettacolare, cominciato il salvataggio della Fiat e culminato con l'acquisto della Chrysler. L'anno prossimo sarà l'ultimo al vertice. Marchionne ha un obiettivo che è non solo industriale, ma biografico: arrivare nel 2018 alla piena occupazione e lasciare il gruppo FCA con questo risultato. Un fatto da lasciare ai posteri. È un imperativo categorico per la sua storia di italiano che è...
Vende, scorpora o rilancia? Il mercato si chiede quali saranno le mosse di Sergio Marchionne. Il manager "imported from Chieti" è a un bivio: il gruppo Fiat-Chrysler ha bisogno di un partner per proiettarsi nel futuro e questo domani sta prendendo corpo attraverso varie ipotesi. Stamattina FCA su richiesta della Consob ha emesso una nota di chiarimento sui rumors accesi dalla notizia che i cinesi di Great Wall sono interessati all'acquisto del marchio Jeep:
Il testo è come sempre in questi casi asciutto, ma ha un punto - parliamo di comunicazioni che muovono il mercato - di estremo interesse che conferma che molto sta bollendo in pentola tra Detroit e Torino: "FCA riceve talvolta contatti in merito a possibili operazioni strategiche...". Marchionne è in movimento e gli altri player del mercato hanno un interesse verso i marchi più prestigiosi di FCA. La vicenda di Great Wall non si è concretizzata, nonostante la conferma dell'interesse dei cinesi giunta attraverso Automotive News, ma è chiaro che Cina o no il gruppo deve accelerare su una nuova strategia. Intanto, ci sono un paio di elementi certi e altri che galleggiano, in attesa di scegliere la rotta. Stiamo parlando del dossier più importante per l'industria italiana. Per List è il primo punto dell'agenda, Parlamento e governo sono spiaggiati. Vediamolo. Seguite il titolare.
Sergio Marchionne. Il manager sta per cominciare l'ultimo tratto della sua avventura alla guida della Fiat. Un viaggio spettacolare, cominciato il salvataggio della Fiat e culminato con l'acquisto della Chrysler. L'anno prossimo sarà l'ultimo al vertice. Marchionne ha un obiettivo che è non solo industriale, ma biografico: arrivare nel 2018 alla piena occupazione e lasciare il gruppo FCA con questo risultato. Un fatto da lasciare ai posteri. È un imperativo categorico per la sua storia di italiano che è emigrato in Canada, si è fatto duramente da solo, ha raggiunto il successo e ha sempre immaginato di lasciare un esempio, un segno positivo in una patria dove per tanti non è mai stato profeta. Se non si comprende questo tratto del carattere di Marchionne, è impossibile leggerne le mosse future. Il titolare di List ha un conoscenza diretta di questo tema. In termini puramente aziendali, per Fiat in un certo momento, dopo l'acquisto di Chrysler e con il mercato USA che macinava record di vendita, sarebbe stato conveniente delocalizzare la produzione. In Italia c'erano due fabbriche di troppo. Marchionne - e John Elkann - hanno tenuto aperti gli stabilimenti, dato una missione da manifattura top class a Melfi e aspettato con pazienza che dopo quello americano ripartisse anche il mercato europeo. Quella fase oggi però è finita, il settore dell'automotive sta accelerando verso un altro scenario, lo anticipa e si adegua ad altri stili di consumo e mobilità.
La famiglia Agnelli. Secondo alcuni analisti di Wall Street - l'ultimo è stato Jefferies Group con una nota agli investitori mercoledì scorso - si sta facendo strada l'uscita progressiva della famiglia dal business dell'automobile. "Marchionne ha reso di nuovo ricchi gli Agnelli - racconta una fonte tripla A di List nel settore - ma senza di lui tutto sarà più difficile e FCA ha davanti sfide per le quali ancora non è attrezzata". Da Torino tutti dicono che un'uscita della famiglia è impensabile, che John è concentrato sul futuro del gruppo, ma sul mercato circolano note delle banche di investimento che raccontano una storia meno netta. Quale?
Cessione o scorporo? La nota di Jefferies Group citata dal titolare di List apre uno scenario in cui non vi sarebbero grandi obiezioni su un takeover cinese, anche in considerazione del fatto che Chrysler in passato ha già avuto due passaggi di capitale in mani estere. Il punto chiave è nelle operazioni di scorporo del piano di Marchionne e la domanda che innescano: sono sufficienti? Il successo dell'operazione di quotazione di Ferrari è considerato un modello, la stessa che verrà fatta con Magneti Marelli e sul tavolo c'è anche l'idea di procedere nella medesima direzione con i marchi Maserati e Alfa Romeo. Ma il centro di tutto resta il marchio premium più forte, quello globale, riconosciuto e riconoscibile che ha avuto un successo straordinario: Jeep. Guardate questo grafico pubblicato dal Wall Street Journal, è la valutazione fatta da Goldman Sachs sul valore disgiunto delle varie unità del gruppo:
Valutati separatamente, i marchi di FCA valgono tre volte l'intera capitalizzazione del gruppo. Non solo, Jeep supera il market cap complessivo attuale. Questo è il rompicapo che deve risolvere Marchionne: procedere con uno scorporo delle varie unità o cercare un'altra strada. Quale?
Cassa e investimenti. Dice Gordon Gekko: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione". È esattamente questo il passaggio delicato anche per FCA: lo scorporo delle aziende sarebbe sufficiente a finanziare gli investimenti per riconvertire la produzione, fare ricerca e sviluppo nel settore dell'elettrico e della guida autonoma? Il mercato sta accelerando verso questo scenario e Marchionne deve lasciare l'azienda l'anno prossimo dopo aver messo a punto un piano quinquennale nuovo di zecca. È una guerra tra titani, dove lo sviluppo tecnologico e il cambiamento rapido degli stili di consumo stanno plasmando un nuovo scenario. Che auto compreranno (la compreranno? siamo sicuri?) i giovani di oggi che si stanno affacciando sul mercato? E cosa succederà nei paesi - la Cina, il Regno Unito, i paesi del Nord Europa - in cui sta maturando una politica governativa di conversione della mobilità verso l'elettrico? Ecco perché molti vedono nei cinesi la soluzione ideale: aprono le porte dell'Oriente e hanno la cassa per gli investimenti. C'è solo un lieve problema sottovalutato da tutti. Quale? L'America, Donald Trump.
La macchina della Casa Bianca. È questa la parte meno frequentata dagli analisti finanziari, bisogna conoscere un po' di storia e filosofia, misurare le pulsazioni dello Zeitgeist, lo spirito del tempo. L'automobile è sempre stata un affare seguito da vicino dalla Casa Bianca, fin dalla nascita del motore a scoppio, tutti i presidenti se ne sono occupati. Il primo a viaggiare su un'automobile fu Theodore Roosevelt e da allora la storia dei presidenti ha viaggiato su tre mezzi: le quattro ruote, l'elicottero Marine One e l'Air Force One. In un numero di Aspenia (la rivista dell'Aspen Institute) di qualche tempo fa, il titolare di List ricordò l'azione intensa di Franklin Delano Roosvelt sui produttori durante gli anni della Grande Depressione, eccoli gli anni Trenta che ritornano in questo flashback: "Ogni crisi ha il suo presidente e la automobile. Il 21 gennaio del 1938 Franklin Delano Roosevelt incontra a Washington i leader dell’industria dell’auto per discutere un tema che al cronista non suona per niente nuovo: la creazione di posti di lavoro, gli eccessi nella concessione di finanziamenti agli acquirenti, la corsa senza garanzia del credito al consumo per l’automobile. Il crash del Ventinove è là, con la sua strage di speranze, l’occupazione sfiammata come foglie d’erba secca dal fuoco, la miseria, il frutto di un sogno avvelenato, il denaro facile di Wall Street. FDR cerca di rinvigorire il New Deal, chiede agli industriali posti di lavoro stabili e buona gestione, senza eccessi finanziari e storture del mercato. Al tavolo con il presidente Roosevelt ci sono Edsel Ford (Ford), William S. Knudsen e John J. Schuman Jr. (General Motors), B. E. Hutchinson (Chrysler), Alvan Mackulay (Packard Motor Corp.) e una serie di esponenti delle società che concedono credito".
La storia ritorna, con altri protagonisti, ma il suo nocciolo duro pulsa sempre. Obama con un intervento monstre dello Stato americano salvò durante la grande crisi del 2008 l'industria automobilistica e Marchionne riuscì nella sua impresa grazie al rapporto consolidato con la Casa Bianca. L'auto è privata, ma l'affare è sempre di Stato.
Donald Trump ha costruito la sua scalata alla presidenza su questo pilastro: l'automobile americana, la manifattura americana, il made and buy american tradotto nello slogan America First. Potrebbe mai diventare cinese la Chrysler con un presidente che con il segretario al Commercio Wilbur Ross sta aprendo una guerra commerciale con Pechino? Difficile. Il problema è che con Trump è anche possibile. Attendiamo con pazienza sulla riva del Potomac. Che si fa? Saliamo in automobile. Tesla!
01
Elon Musk ha un problema
Il geniale inventore di Tesla ha un problema in casa: l'uscita di un paio di manager di punta per divergenze sul progetto di guida autonoma. Self driving e seggiolino eiettabile. Le porte girevoli nell'industria americana sono un film consueto, ma su questo punto dell'agenda di Musk si stanno addensando dubbi. In un gruppo di cento persone che lavora allo sviluppo dell'auto che fa tutto da sola, c'è un problema di guida, l'Autopilot team ha bisogno di una ricarica. Il problema è superabile, i talenti non mancano e Musk è il numero uno, l'anima della sua azienda. Chi è Musk? Un acceleratore di realtà. Scarica qui il suo ritratto, scritto e impaginato con lo stile di List. Dove si ferma il pilota automatico? Ci fa scendere a Termini.
02
Benvenuti a Termini
A che punto è la notte in Italia? Senza bisogno di scomodare Shakespeare, possiamo dire che batte un sole cocente e gli effetti sul cervello della politica sono evidenti. A Roma - Città Eterna, Caput Mundi - nella zona della Stazione Termini ieri c’è stata una scena da guerriglia urbana.
Fiamme e idranti. Poliziotti e migranti. Lo sgombero di piazza Indipendenza - di fronte alla redazione romana del Sole 24Ore, a un tiro di schioppo dal Corriere dello Sport e da quella che fu la sede storica di Repubblica - è diventato un caso. Sono finiti sotto accusa sempre i soliti pre-destinati alla gogna, i poliziotti, “gli sbirri”. E’ dai tempi di Pasolini che va in scena questo spettacolo e fu lo scrittore a mettere in luce la rivoluzione del mondo al rovescio:
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti.
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.
La storia è andata avanti a tal punto da far evaporare la geniale intuizione di Pasolini: ieri in piazza Indipendenza c’erano poliziotti e ultimi della terra, una scena pazzesca, il ruggito dell’assurdo: divise, furgoni, idranti, caschi, bombole a gas, manganelli, sbandati, rifugiati, clandestini, violenti, fantasmi, mamme e bimbi piangenti. Roma. Stamattina abbiamo assaporato l’esito di questo “scontro di civiltà”: gli agenti sotto accusa, la propaganda dei partitanti e un dettaglio che sfugge come una saponetta impazzita: quel palazzo in via Curtatone era occupato dal 2013. Si fa in fretta a dire è tutta colpa del sindaco Virginia Raggi. E diventa facile dire che la polizia ha fatto del suo peggio. Troppo facile, auto-assolutorio.
Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, stamattina su Repubblica ha la reazione di quello che non ci sta a esser preso per i fondelli. Gabrielli dice che la frase del poliziotto (“se serve spezzagli un braccio”) è grave, ma poi suona la campana per tutti. Durante il periodo della gestione straordinaria di Roma - nella Capitale tutto è straordinario, anche l’ordinario - Gabrielli era prefetto e Tronca commissario in Campidoglio. Cosa fece la coppia? “ Era previsto da una delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?”. Ottima domanda. Perfetta per un’indagine della polizia.
Nel frattempo, tutti si sono dimenticati del dettaglio, l’occupazione dell’edificio - un esempio di architettura razionalista, vincolato dalla Soprintendenza - che viene da lontano. Indisturbata, tollerata, una soluzione all’italiana, il provvisorio che diventa permanente e il proprietario, il Fondo Omega, che negli uffici che un tempo furono della Federconsorzi si ritrova circa 500 migranti, alcuni dei quali con lo status di rifugiato. Lo Stato? Un caso da ectoplasma. A Roma nell’ottobre del 2013 il sindaco si chiama Ignazio Marino, è stato eletto con un’alleanza di sinistra-sinistra, la Capitale è un paradiso dell’alter-mondismo. Tutto è nel limbo. Il 14 luglio del 2015 il caso finisce in Parlamento, Barbara Saltamartini presenta un’interrogazione dove riepiloga la vicenda e chiede lumi al governo, il ministro dell’Interno è Angelino Alfano.
Ignazio Marino nel frattempo diventa SottoMarino e in ottobre cola picco. In Campidoglio arriva il Commissario Francesco Paolo Tronca e si mettono a punto gli atti per lo sgombero e la sistemazione dei migranti in altra sede.
Passano un po' di mesi, Tronca lascia, il voto consegna la guida del Comune a Virginia Raggi, sindaco del Movimento 5Stelle. La nuova giunta parte in ritardo e con una crisi incorporata all'assessorato al Bilancio (Marcello Minenna se ne va, il primo della serie). Il governo Renzi va in testacoda sul referendum e in dicembre cade. Arriva Gentiloni. Altro giro, altra corsa, al Viminale esce Alfano (che va a vestire i panni del Kissinger di Agrigento al ministero degli Esteri) entra Marco Minniti. Altri mesi scorrono e infine si arriva al punto: il palazzo di via Curtatone viene sgomberato e la polizia finisce sotto accusa. È una storia di inesorabile semplicità resa impossibile dall’ufficio complicazioni della politica italiana. Domanda sul taccuino del titolare di List: di chi è la colpa?
Di tutti e di nessuno, è cominciato il tiro a segno nel luna park. D'altronde, lo stesso meccanismo lo abbiamo visto in azione durante il terremoto di Ischia, si chiama scaricabarile. Tranquilli, ora c'è la ricostruzione e la messa in sicurezza. Sicuri? Il titolare di List ha ricevuto una letterina molto "listosa". Anzi no, prima il titolare ha una correzione da fare: ieri ha attribuito per errore a Roberta Lombardi una frase di Paola Taverna: "A Roma c'è un complotto per farci vincere". Fuori Lombardi, dentro Taverna. Ora tutto torna, tranne il complotto.
03
Il fabbricato senza fascicolo
Caro Titolare,
mi guadagno da vivere vendendo case in legno (antisismiche) nella capitale dei palazzinari. Non mi fregio di alcun titolo di esperto, ma ho solo un po' di esperienza sul campo. Uno dei motivi per cui non si mette in sicurezza il patrimonio immobiliare di questo paese non è perché non ci sono "soldi pubblici" per la messa in sicurezza. Il problema è un altro: il patrimonio immobiliare italiano, pubblico e privato - che garantisce il nostro debito pubblico - è sovrastimato. Infatti, uno dei motivi per cui non è mai stato adottato il cosiddetto fascicolo del fabbricato è che di colpo il proprietario della casetta a Capri o dell'appartamento al Fleming o nel quartiere radical chic di Milano scoprirebbe che la propria abitazione - che magari ha un valore teorico di mercato di 5000 euro/mq - in realtà non vale nulla, anzi probabilmente è solo un costo, perché andrebbe fatto un costosissimo adeguamento sismico, altrimenti al primo terremotino sarebbe una Casamicciola. Lo stesso varrebbe anche per i palazzi dei mille e mille enti pubblici che affollano il nostro paese. Stiamo parlando di 40 milioni di vani, secondo il compianto Aldo Loris Rossi o di 8 milioni di case, secondo l'ordine degli architetti, a rischio concreto di crollo. Un ultimo dato: secondo il Sole 24Ore, il 70 per cento delle scuole italiche ha lesioni strutturali.
E allora meglio non dirlo. A noi stessi e a chi detiene il nostro debito pubblico. Purtroppo la realtà è costosa. E purtroppo prima o poi presenterà il conto.
Gianmario Mariniello
Si dirà che il nostro lettore è pessimista, che in fondo tutto si farà e le cose andranno a posto, ma il dubbio che ci sia qualcosa di storto sul piano antropologico resta. C'è altro? Draghi.
04
Draghi of Thrones
Il titolare di List ricorda a tutti che l'unico gioco che davvero fa la differenza oggi nell'economia è il gioco delle banche centrali. Il libro consigliato è quello di Mohamed A. El-Erian, "The only game in town".
Esaurita la parte pedagogica, non ci resta che attendere di capire cosa hanno in testa i banchieri centrali riuniti a Jackson Hole per il simposio annuale organizzato dalla Federal Reserve di Kansas City. Gli analisti attendono un segnale da Draghi sul programma di quantitative easing e l'alleggerimento dei titoli di stato nel portafoglio della Bce. Tra poco sapremo. Forse no. Wait and see. Altro? Sempre Draghi.
05
Game of Thrones (e il nucleare)
Ok, qui a List siamo concentrati sull'uso strategico del tosaerba nella guerra psicologica, ma un articolo di Scientific American ha catturato l'attenzione del titolare: come si usano i draghi in battaglia? Morivate dalla voglia di saperlo, è chiaro, in ogni caso con la science fiction c'è poco da scherzare, nelle pagine e nelle visioni dei migliori autori c'è il futuro (che poi diventa presente). Pare che i draghi abbiano parecchio da insegnare sulla guerra nucleare. Il titolare ci crede. Basta avere molta fantasia e una certa passione per la strategia e la teoria dei giochi. No, non è l'effetto del Gin Martini. Leggete libri di fantascienza. Aiuta a tenere allenata la mente. E a vedere gli alieni intorno a voi.
06
25 agosto. La Casa Brucia
Nel 1814 gli inglesi entrano bruciano la Casa Bianca. Alla fine hanno perso.
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stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.