25 Novembre

"We are friends". Ma Bruxelles usa il pilota automatico

Dopo la cena tra Juncker e Conte a Bruxelles, le posizioni restano distanti. La Commissione Ue vuole meno spesa in bilancio, il governo italiano quella spesa la vuole tutta. Posizioni lontane perché il vero tema non è quello dei saldi, ma delle politiche economiche. Lorenzo Castellani spiega perché a Bruxelles (e Francoforte) è valida una sola teoria: quella del pilota automatico

"We are friends". Sono amici, non ci sono dubbi, ma l'accordo appare lontano. La cena di Bruxelles è finita come doveva finire, con un brindisi tra Juncker e Conte per il domani. Il presidente della Commissione Ue e il premier italiano sono concordi sulla necessità di evitare il crash, ma al dunque non emergono, almeno per ora, proposte concrete. L'Unione vuole meno spesa nel bilancio, il governo italiano quella spesa la vuole tutta. "Il governo vuole un dialogo costruttivo ma non c'è alcuna intenzione di cambiare i punti chiave della manovra", dice Conte. Traduzione: né lui né Juncker ieri hanno trovato una soluzione. Il governo italiano ha due settimane di tempo per rispondere alle raccomandazioni fatte dalla Commissione Ue, poi tutto andrà all'Ecofin e infine al Consiglio dei capi di Stato e di governo. Per ora, siamo all'antipasto e abbiamo una sola certezza: dopo la cena, ci vorrà un pranzo. L'autoscontro tra Bruxelles e Roma in realtà ha una domanda fondamentale alla quale l'Europa risponde con imbarazzo perché siamo al nocciolo della sovranità: contano i saldi o si vogliono pilotare le politiche degli Stati? Ah, il "pilota automatico". Lorenzo Castellani spiega cosa è e perché alla fine la questione è sempre politica e non (solo) economica. Buona lettura.

Il pilota automatico e lo scettro (dimezzato) delle nazioni

di Lorenzo Castellani

Dello scontro tra governo italiano e Commissione Europea è stata data per lo più una interpretazione economicista. L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte avrebbe peccato di una eccessiva deviazione dal percorso stabilito per ridurre il debito pubblico italiano e la Commissione, nel suo ruolo di guardiano, avrebbe bocciato la manovra per ragioni puramente economiche. E’ evidente che numeri e denari siano parte di questo gioco, sarebbe quantomeno disonesto negarlo, ma pare altrettanto chiaro che sotto la superficie dell’economia si muovano forti correnti...


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