11 Dicembre

Tre inquadrature di Macron

Le dita sempre più rigide e aperte che puntellano il tavolo con ritmo traditore, l'inquadratura che non riesce a superare la sensazione di distacco. Maite Carpio legge il discorso in tv del Presidente della Francia attraverso le immagini, le parole, le cose, la regia di un problema politico

di Maite Carpio

Davanti alla tv c'è un uomo teso che legge un gobbo in un momento politico molto difficile con tre inquadrature “corrette”. Vediamole.

  • Una larga molto istituzionale, dove il tavolo, la finestra, le tende, le luci sono più grandi di lui, comme la France. 
  • Un piano americano, dove colpiscono le mani che si muovono impacciate sul tavolo;
  • Un piano più corto dove la telecamera - che tradisce sempre! - ci fa vedere un uomo troppo impostato, freddo e distante, colpito dall’enormità che porta addosso. 

Macron ieri sera aveva due compiti. Il primo: superare l’arroganza che lo ha caratterizzato nel suo primo anno di presidenza. È riuscito a dire ai francesi che sono dei fannulloni! Degli italiani si disse che erano dei bamboccioni (anche mammoni!), dei fannulloni e, naturalmente, che non sapevamo votare. Ma toccare ai francesi la questione dell’orario lavorativo, quando il problema di molti e che non arrivano alla fine del mese, è stato da parte di Macron un suicidio politico. Non solo. Ha parlato di francesi “che non valgono niente” (i “deplorabili” di Hillary Clinton, frase che le valse la sconfitta nella  campagna contro Trump) e di gente “refrattaria alle riforme”. Non certo il clima migliore per aumentare la tassa sui carburanti, diminuire il limite di velocità a 80km ora (il che farebbe incavolare pure un giapponese) o rifiutarsi di considerare la possibilità di una patrimoniale sulle grandi fortune. 

Insomma, provare a superare le macerie di una comunicazione disastrosa (è sparita pure Brigitte che prometteva tanto!) non era facile. Il giovane rottamatore francese so-tutto-io ha dovuto cambiare il tono e fare un mea culpa come non si era mai visto prima. C'è un passaggio nel secondo atto dove addirittura si cosparge il capo di cenere e dice “so che a volte vi ho ferito con le mie parole”. Che per il Presidente della Francia...


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