13 Dicembre
Il destino incrociato di Giuseppe e Theresa
Il primo ministro inglese ieri sera ha superato il voto di fiducia e sacrificato il proprio futuro politico per salvare la Brexit. Conte è il mediatore tra i due leader della maggioranza e cerca di salvare la legge di bilancio con un patto con Juncker. La partita tra Londra, Roma e Bruxelles. Due capi di governo, due nazioni, un'Europa in crisi
La storia ha sempre un gran gusto nello scegliere i suoi personaggi. In certi momenti la sua sceneggiatura diventa più lenta e lascia che a prendere le decisioni più grandi siano le figure meno brillanti, dei semplici traghettatori da un'epoca all'altra improvvisamente diventano il centro di tutto, lo snodo del racconto, l'elemento chiave che apre un altro capitolo della vicenda umana.
Basta andare a vedere la storia esemplare dei Presidenti americani per rendersi conto di questo ciclo di alto e basso, di alto che manca tragicamente la missione e di basso che spiazza tutti e si prende sulle spalle il peso della storia. E così il piccolo e sottovalutato Harry Truman, l'uomo di Independence, si trovò di fronte alla responsabilità di sganciare la Bomba Atomica sul Giappone, finire la guerra e cominciare la ricostruzione, mentre il celebrato, elegante, colto John Fitzgerald Kennedy con un governo di superstar riuscì nell'impresa di impantanare l'America nella guerra del Vietnam.
01
Storia parallela di Giuseppe e Theresa
Ieri sera abbiamo avuto due prove di questo gioco della storia con le figure di quella che il poeta latino Orazio chiamava "aurea mediocritas", il virtuoso gioco del né troppo né poco, il giusto mezzo. Theresa May e Giuseppe Conte si sono trovati a svolgere una partita parallela: con la propria maggioranza all'interno e con l'Unione europea all'esterno. La May ha domato con la forza e la saggezza di una grande donna la rivolta dei Tories contro l'Europa, lo ha fatto sacrificando sulla scacchiera se stessa, la Regina, ma con quella mossa flessibile e elegante come il gioco di Boris Spassky ha impedito (per ora) lo scacco matto all'accordo tra Londra e Bruxelles sulla Brexit. Giuseppe Conte è l'uomo del caso, né santo né eroe, una carta nel mazzo piazzata per "coprirne" altre due (Salvini e Di...
La storia ha sempre un gran gusto nello scegliere i suoi personaggi. In certi momenti la sua sceneggiatura diventa più lenta e lascia che a prendere le decisioni più grandi siano le figure meno brillanti, dei semplici traghettatori da un'epoca all'altra improvvisamente diventano il centro di tutto, lo snodo del racconto, l'elemento chiave che apre un altro capitolo della vicenda umana.
Basta andare a vedere la storia esemplare dei Presidenti americani per rendersi conto di questo ciclo di alto e basso, di alto che manca tragicamente la missione e di basso che spiazza tutti e si prende sulle spalle il peso della storia. E così il piccolo e sottovalutato Harry Truman, l'uomo di Independence, si trovò di fronte alla responsabilità di sganciare la Bomba Atomica sul Giappone, finire la guerra e cominciare la ricostruzione, mentre il celebrato, elegante, colto John Fitzgerald Kennedy con un governo di superstar riuscì nell'impresa di impantanare l'America nella guerra del Vietnam.
01
Storia parallela di Giuseppe e Theresa
Ieri sera abbiamo avuto due prove di questo gioco della storia con le figure di quella che il poeta latino Orazio chiamava "aurea mediocritas", il virtuoso gioco del né troppo né poco, il giusto mezzo. Theresa May e Giuseppe Conte si sono trovati a svolgere una partita parallela: con la propria maggioranza all'interno e con l'Unione europea all'esterno. La May ha domato con la forza e la saggezza di una grande donna la rivolta dei Tories contro l'Europa, lo ha fatto sacrificando sulla scacchiera se stessa, la Regina, ma con quella mossa flessibile e elegante come il gioco di Boris Spassky ha impedito (per ora) lo scacco matto all'accordo tra Londra e Bruxelles sulla Brexit. Giuseppe Conte è l'uomo del caso, né santo né eroe, una carta nel mazzo piazzata per "coprirne" altre due (Salvini e Di Maio) è diventata il "punto necessario" senza il quale non c'è il gioco al tavolo di Bruxelles dove ieri ha presentato un bilancio "nuovo" (è sempre quello vecchio) con il rapporto tra deficit e Pil che passa dal 2.4 per cento al 2.04 per cento. Magie tutte italiane, il cilindro e il coniglio di Conte. Sta di fatto che questo improbabile statista è l'elemento che compensa, media, fa sfogare i geyser della maggioranza, senza Conte il governo sarebbe saltato da un pezzo.
Due personaggi, May e Conte, due governi, un tempo storico e uno spazio di gioco, l'Europa. Andiamo a scoprire le pagine di questa storia. Seguite il titolare di List.
02
Conte evita il patatrac con l'Unione
Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte ieri sera a Bruxelles (Foto Ansa).Dopo il pranzo al Quirinale è volato a Bruxelles, ha abbracciato Jean-Claude Juncker e dopo qualche ora è uscito dall'incontro sorridente con un nuovo-vecchio numeretto: 2.04. Giuseppe Conte ha compiuto la sua missione - a rovinarla in seguito ci penserà Luigi Di Maio - ma il premier ha fatto bene la sua parte. Mentre Cinque Stelle e Lega bombardavano la Commissione Ue, lui ha tenuto aperto il canale di comunicazione (cosa che fa con Angela Merkel) e alla fine con quella vecchia volpe di Juncker un negoziato si chiude sempre. Moscovici e Dombrovskis hanno abbozzato, tutti sono ben contenti di chiudere la partita senza scassare il quadro politico e inoculare un virus sui mercati. La partita di Bruxelles Conte l'ha vinta, resta da vedere come Di Maio e Salvini prenderanno la faccenda del numeretto. Il 2.04 significa che a Palazzo Chigi dovranno fare una correzione di oltre 7 miliardi su una manovra di 36 miliardi.
Di Maio non sa cosa sia un bilancio dello Stato, ma è terrorizzato dall'idea di una diretta Facebook in cui annuncia che il reddito di cittadinanza è tagliato (così ragiona), Salvini che è dotato di un pragmatismo lumbard ha già fatto un passo indietro con la riforma fiscale, rimettere mano a quota 100 è un tema delicato. Nessuno vuole rinunciare a niente, ma la correzione s'ha da fare per mantenere l'impegno preso da Conte con Bruxelles. Al Senato la manovra andrà completamente riscritta per far atterrare in emendamenti quei 7 miliardi di correzione e bisogna capire in che cosa consisteranno le dismissioni. Il vertice di maggioranza ieri sera a Palazzo Chigi non ha messo in discussione l'operazione diplomatica di Conte a Bruxelles, ma il come fare è sospeso in aria. Oggi Conte sarà di nuovo a Bruxelles per il Consiglio europeo. L'agenda è sulla Brexit, ma è un'occasione per continuare a parlare con gli altri leader europei in maniera felpata, à la Conte. Siamo passati da De Gasperi a Conte e d'altronde dopo Berlusconi tutto è diventato possibile.
03
La saggia Theresa
Theresa May ieri a Downing Street mentre fa la sua dichiarazione alla stampa (Foto Ansa)La storia di Theresa May è sempre quella di una sagoma che non t'aspetti: ha vinto la battaglia sulla fiducia, ha mostrato la tempra di una vera combattente, ha usato lo scettro del primo ministro e nello stesso tempo la ha ceduto. Ha superato il voto di sfiducia innescato dalle 48 lettere degli hard Brexiteers ottenendo 200 voti contro 117 (ne servivano 158), ha sconfitto Boris Johnson sullo scatto finale ma la maratona alla fine sarà di BoJo. Il governo è salvo, l'accordo sulla Brexit è in ogni caso da rivedere altrimenti non passa in Parlamento. Sul piano politico, lo scontro tra la May e i Tories euroscettici è stata un'operazione di grande levatura, un campo aperto dove si muovevano i carri armati, chi ha visto Fury sa di cosa parliamo, chi non lo ha visto, lo veda: "Gli ideali sono pacifici, la storia è violenta".
Un terzo dei parlamentari conservatori ha votato contro la May, il partito è diviso, ma il regime change per ora non c'è. May ha dovuto assicurare che non si ricandiderà alla guida del partito e del governo, ha detto a chiare lettere che la missione è solo una: realizzare la Brexit, dare seguito al voto del referendum. In questo passaggio vi è l'essenza della democrazia inglese, rispettare la volontà popolare. E qui sta anche la differenza culturale tra l'establishment cosmopolita, senza patria e confini, che sarebbe pronto a gettare nel cestino quel referendum infischiandosene delle conseguenze nel rapporto tra governanti e governati, e chi fa politica sul suolo d'Inghilterra, laburisti compresi. Con tutti i limiti, sono di gran lunga migliori e più responsabili i politici.
***
Theresa e Giuseppe oggi si ritroveranno insieme al Consiglio europeo. Si parlerà di Brexit.
04
Il Consiglio europeo fa il punto sulla Brexit
È l'ultimo appuntamento dell'anno, i capi di stato e di governo si faranno gli auguri, il 2018 è stato l'anno della grande crisi dell'Unione europea, con una serie di strappi enormi, primo fra tutti quello della Brexit, con un accordo conveniente per l'Unione a breve termine ma forse un domani letale. Vedremo. L'agenda preparata dal presidente del Consiglio, Donald Tusk, è la seguente, ecco la lettera di invito al vertice:
Ci incontreremo giovedì e venerdì per l'ultimo Consiglio europeo dell'anno.
Vista la gravità della situazione nel Regno Unito, vorrei iniziare dalla Brexit. L'intenzione è quella di ascoltare la valutazione del primo ministro del Regno Unito, dopodiché ci incontreremo a 27 per discutere della questione e adottare le conclusioni del caso. Poiché il tempo stringe, discuteremo anche dello stato dei preparativi in vista di un mancato accordo. Oltre alla Brexit, terremo una discussione sul bilancio dell'UE per il periodo 2021-2027 (il quadro finanziario pluriennale). Nei mesi scorsi i lavori sono proseguiti a un ritmo sostenuto e propongo dunque di puntare al raggiungimento di un accordo il prossimo autunno. Per quanto riguarda il Vertice euro, dobbiamo adottare quelle decisioni concrete che abbiamo promesso lo scorso giugno. Sulla scorta dei risultati della riunione dell'Eurogruppo, dovremmo approvare le decisioni relative alla riforma del MES e all'unione bancaria. Per continuare a rafforzare l'UEM, propongo di incaricare i ministri delle finanze di lavorare a uno strumento di bilancio della zona euro. Dopo lo scambio di opinioni con il presidente del Parlamento europeo Tajani, che si terrà giovedì alle ore 15.00, il cancelliere Kurz presenterà una panoramica dei progressi compiuti nell'attuazione delle conclusioni. Discuteremo poi del quadro finanziario pluriennale e adotteremo conclusioni. Al termine della sessione pomeridiana, il primo ministro May ci aggiornerà in merito alla Brexit.
Dopo la pausa in cui informeremo la stampa, discuteremo di relazioni esterne e adotteremo conclusioni sulla politica estera, compresi l'inasprimento della situazione nel Mar d'Azov e il vertice UE-Lega degli Stati arabi. La cancelliera Merkel e il presidente Macron riferiranno in merito all'attuazione degli accordi di Minsk con l'obiettivo di prorogare le sanzioni. Dopo il pranzo ci riuniremo nella configurazione "Articolo 50" per adottare conclusioni sulla Brexit. Venerdì riprenderemo i lavori a 28 per adottare conclusioni in materia di mercato unico, cambiamenti climatici, migrazione, disinformazione, lotta contro il razzismo e la xenofobia e consultazioni dei cittadini. Infine, si uniranno a noi il presidente della Banca centrale europea Draghi e il presidente dell'Eurogruppo Centeno per il Vertice euro in formato inclusivo.
Tutto chiaro, il tema vero resta la Brexit. Per tradurla con Gordon Gekko: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
***
Che facciamo? Andiamo in America. Chiavi sul cruscotto, accensione. Andiamo in casa di General Motors. Per capire dove va il mondo, bisogna andare in automobile.
05
Mary Barra ha un problema: General Motors è americana
Sergio Marchionne provò in tutti i modi a convincerla a fare la fusione tra General Motors e Chrysler, lei rifiutò, disse no a tutti gli assalti del manager di FCA. Marchionne ci ha lasciato prima di vedere compiuta tutta la sua opera di visionario (che enorme perdita, quanto pesa la sua assenza proprio in questi giorni) Mary Barra è sempre alla guida di GM ma la sua gestione da Dominatrix è entrata in una fase delicatissima: annunciando un piano con 14.800 licenziamenti tra Canada e America, in un momento di crescita dell'economia e di utili per la sua azienda, Barra è finita sotto il fuoco di Repubblicani e Democratici. Era logico, ma di questi tempi l'esito scontato non conduce per forza al business as usual e si va avanti. Barra e GM non hanno considerato a fondo il contesto storico. Secondo una ricostruzione del Wall Street Journal, il numero uno di GM ha provato a fare un tour dei poteri di Washington ricevendo una serie di "attenzione" e freddezza. Trump avrebbe provato "fastidio", il Presidente non digerisce (e si capisce) il fatto che dopo aver dato ai produttori di auto americane facilitazioni fiscali, regolatorie, sui carburanti e il nuovo Nafta con il Messico e il Canada, sia stato ripagato da GM con un feroce piano di ristrutturazione che punta a risparmiare 6 miliardi l'anno chiudendo quattro fabbriche negli Stati Uniti e una in Ontario, Canada. A tutto questo pacchetto d'auguri bisogna aggiungere il fatto GM nel 2009 fu salvata dalla bancarotta dal governo americano con un bailout di quasi 50 miliardi di dollari. Denaro degli americani. Interessante no? È il capitalismo 2.0, il metodo Silicon Valley che ha contagiato anche la manifattura. C'è solo un dettaglio trascurato in questa storia: Michigan e Ohio, cuore della produzione dell'auto americana, sono due swing states e nel 2020 come sempre saranno decisivi. Barra decide per la sua azienda, ma lasciarle anche il potere di decidere chi va e chi non va alla Casa Bianca forse può essere interessante, ma è decisamente troppo. La battaglia è appena cominciata. È politica e si combatte in automobile. Alla fine, la fabbrica del Novecento è sempre il centro di tutto.
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Restiamo in fabbrica, saliamo ancora in questo viaggio, entriamo nella fabbrica cinese.
06
Xi Jinping cambierà (forse) il Made in China 2025
La politica di Trump otterrà (forse) un risultato: far cambiare a Xi Jinping il piano Made in China 2025. Ci sarà una maggiore apertura alle imprese straniere, almeno questo fanno trapelare i cinesi che si preparano a un intenso negoziato sul commercio con gli Stati Uniti dopo la tregua siglata al G20 in Argentina. Andrà così? Nessuno ha la certezza, Xi Jinping deve calibrare ogni sua mossa, ma non può certo fare a meno di aprire all'America.
Il piano Made in China 2025 è un micidiale strumento che punta a fare della Cina un produttore tecnologico d'eccellenza e naturalmente di massa. Chi sono i soggetti vulnerabili rispetto alla produzione cinese? Ecco un grafico di Merics che spiega tutto:
La Germania e i paesi cacciavite (Ungheria e altri), la Corea del Sud e il Giappone in Asia, sono i paesi travolti nella prima ondata, poi si arriva alle altre economie dei paesi avanzati. La chiave di tutto è l'automazione, la robotizzazione della società industriale cinese:
Questa è la mappa della guerra tra i titani, la posta in gioco è la supremazia nel mondo. Corriamo verso il mondo descritto dal grande Isaac Asimov in I, Robot. No, non pensate a un replicante di Di Maio.
***
Come chiudiamo questo numero mattutino di List? Con un video che sta per toccare un milione di visualizzazioni su YouTube. Musica, maestro.
07
Hola (I Say)
L'album si chiama Atlantico, l'artista è Marco Mengoni, qui canta in coppia con Tom Walker, voce stupenda, l'incipit della canzone è un gioiello.
I used to be a little better at dancing on my own
before you put your arms round me
swept the world beneath my feet
And I was
Just a dreamer living easy, not a penny to my h0me
drink away the lonely days, that was till you came my wayAnd you said “hola, hola”
Don’t remember anymoreAnd you said “hola, hola”
but I’m sure that wasn’t all.
Sta arrivando Natale, si vede, si sente. Buona giornata.
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.