13 Dicembre

Uno, nessuno, centomila Moscovici

Il Commissario Ue all'economia alla vigilia del vertice a Bruxelles con il ministro dell'Economia Tria (l'incontro è in corso) dice che la correzione del deficit proposta dall'Italia non basta. Ieri sera è stato silente, stamattina evoca perfino la procedura d'infrazione, cosa dirà nel pomeriggio? Una storia tra Pirandello e "cherchez la France"

L'uomo della strada comincia farsi una domanda che mai si sarebbe posto fino a poco tempo fa: cosa vuole Pierre Moscovici? Il Commissario Ue in un'intervista pubblicata da List qualche giorno fa ha detto una cosa che oggi torna utile ai fini di una valutazione sul suo comportamento erratico:

Mi sembra di essere diventato il nemico pubblico numero uno agli occhi di molti degli italiani che sostengono Matteo Salvini.

La sua frase è sbagliata, non solo quelli che sostengono Salvini, visto che, come ha confessato sempre Moscovici, pare che la sua figura non crei ondate di simpatia neppure tra i militanti del Partito democratico:

Posso citarvi un aneddoto. Quando sono andato a Roma a metà ottobre, dovevo incontrare Maurizio Martina, allora ancora segretario del Pd. Ha annullato l’appuntamento un quarto d’ora prima, dicendomi che non sarebbe stato prudente incontrarci nella sede del Pd. Come se il leader di un partito di centro-sinistra non fosse in grado di assumersi la responsabilità di incontrare il commissario socialdemocratico europeo, che sono io!

Moscovici corregge Moscovici. Se neppure la leadership illuminatissima del Pd vuole incontrarlo pubblicamente, una ragione ci sarà. È sempre Moscovici a darcela, in un altro passaggio dell'intervista: 

Faccio parte dell’Eurogruppo da sei anni. È il tipo di organismo - non istituzione -, il cui potere è immenso, e le cui decisioni hanno un impatto considerevole, ma sprovvista di qualsiasi forma di controllo, mediatico o parlamentare che sia. 

Moscovici in quell'intervista fa un'analisi in parte condivisibile sulle origini della crisi dell'Unione europea - sbaglia invece buona parte delle conclusioni, come capita ai socialisti - ma subito dopo averla concessa ai bravissimi Eléna Maximin e Gilles Gressani (animatori del Groupe d’études géopolitiquesun think tank indipendente fondato alla École Normale Supérieure di Parigi), ne ha dimenticato il contenuto. 

Subito dopo il vertice bilaterale di ieri tra la...


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