15 Dicembre
Il Governatore, la diseguaglianza e i Robot
L'intervento del Governatore di Bankitalia sulla globalizzazione, la distribuzione della ricchezza e gli shock della contemporaneità. Pubblicati i dati sulle previsioni macroeconomiche per l'Italia: il Pil rivisto ribasso per il 2018, invariato per il 2019. Il costo degli interessi sui titoli di Stato annulla gli effetti della manovra sulla crescita
In che mondo viviamo? Farsi grandi domande fa bene, induce a riflettere, pensare davvero alle cose che contano, non perdere di vista il quadro e non finire soprattutto per guardare fisso la cornice e pensare che quella sia l'opera d'arte. Vale anche e soprattutto per gli economisti, sempre più lontani dalle scienze sociali, chini sui fogli elettronici che non raccontano la storia. Cominciamo da un paio di numeri sull'Italia, poi lasciamo che sia il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, a interpretare quello che sta accadendo con un suo intervento. La visione di un banchiere centrale, quelli che qualcuno chiama "masters of the universe". Definizione "ampiamente esagerata" avrebbe detto Mark Twain. Partiamo dai numeri sul Belpaese.
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Bankitalia ha pubblicato le nuove proiezioni macro economiche per l'Italia. Cosa dicono? Che il Prodotto interno lordo per il 2018 viene ritoccato al ribasso a 0.9 per cento, mentre resta invariato all'1 per cento nel 2019. Ecco la tabella:
L'asterisco sulla previsione del Pil nel 2018 rimanda a questa nota: * La stima non include le informazioni di contabilità nazionale diffuse il 30 novembre, dopo la chiusura dell'esercizio previsivo; considerando queste informazioni la stima di crescita per il 2018 è pari allo 0,9 per cento.
Il quadro è quello che conosciamo e raccontiamo da mesi, il finale d'anno è più duro rispetto ai primi otto mesi del 2018, mentre le stime sul 2019 allo stato attuale sembrano ottimistiche, visto soprattutto il quadro esterno. In ogni caso, come spiega Bankitalia, "sulla base di queste ipotesi, la crescita dell’economia italiana si manterrebbe attorno all’1,0 per cento annuo in tutto il triennio 2019-20212 . Gli effetti sull’attività economica delle misure espansive contenute nella manovra di bilancio sarebbero contrastati dai più elevati tassi di interesse fin qui registrati e attesi, che conterrebbero l’espansione della domanda interna".
Bankitalia ricorda che...
In che mondo viviamo? Farsi grandi domande fa bene, induce a riflettere, pensare davvero alle cose che contano, non perdere di vista il quadro e non finire soprattutto per guardare fisso la cornice e pensare che quella sia l'opera d'arte. Vale anche e soprattutto per gli economisti, sempre più lontani dalle scienze sociali, chini sui fogli elettronici che non raccontano la storia. Cominciamo da un paio di numeri sull'Italia, poi lasciamo che sia il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, a interpretare quello che sta accadendo con un suo intervento. La visione di un banchiere centrale, quelli che qualcuno chiama "masters of the universe". Definizione "ampiamente esagerata" avrebbe detto Mark Twain. Partiamo dai numeri sul Belpaese.
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Bankitalia ha pubblicato le nuove proiezioni macro economiche per l'Italia. Cosa dicono? Che il Prodotto interno lordo per il 2018 viene ritoccato al ribasso a 0.9 per cento, mentre resta invariato all'1 per cento nel 2019. Ecco la tabella:
L'asterisco sulla previsione del Pil nel 2018 rimanda a questa nota: * La stima non include le informazioni di contabilità nazionale diffuse il 30 novembre, dopo la chiusura dell'esercizio previsivo; considerando queste informazioni la stima di crescita per il 2018 è pari allo 0,9 per cento.
Il quadro è quello che conosciamo e raccontiamo da mesi, il finale d'anno è più duro rispetto ai primi otto mesi del 2018, mentre le stime sul 2019 allo stato attuale sembrano ottimistiche, visto soprattutto il quadro esterno. In ogni caso, come spiega Bankitalia, "sulla base di queste ipotesi, la crescita dell’economia italiana si manterrebbe attorno all’1,0 per cento annuo in tutto il triennio 2019-20212 . Gli effetti sull’attività economica delle misure espansive contenute nella manovra di bilancio sarebbero contrastati dai più elevati tassi di interesse fin qui registrati e attesi, che conterrebbero l’espansione della domanda interna".
Bankitalia ricorda che nel "2019-2020 gli effetti negativi sull’attività economica derivanti dal profilo più elevato dei tassi di interesse osservati e attesi, oltre che da un’espansione più contenuta della domanda estera, compensano quelli di segno opposto riconducibili agli interventi contenuti nella manovra di bilancio e al calo delle quotazioni del greggio".
Ancora la nota della Banca centrale ricorda che "i rischi al ribasso che circondano queste proiezioni sono però assai elevati. Quelli provenienti dal contesto internazionale sono associati principalmente a ulteriori irrigidimenti delle politiche commerciali. Sul piano interno, resta elevata l’incertezza connessa agli interventi della politica di bilancio e alle possibili ripercussioni sui mercati finanziari e sulla fiducia di famiglie e imprese: ulteriori aumenti dei tassi di interesse sui titoli pubblici, una più rapida trasmissione alle condizioni di finanziamento del settore privato o un più marcato deterioramento della propensione all’investimento delle imprese metterebbero a rischio la prosecuzione della crescita".
Andrà così? Potrebbe anche essere peggio, per andare meglio il governo dovrebbe lavorare intensamente sul settore degli investimenti. Pensano al reddito di cittadinanza e alla riforma delle pensioni. Un paese per vecchi e assistiti.
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Che facciamo ora? Dietro i numeri ci sono almeno in teoria dei ragionamenti più profondi, di scenario. Il governatore di Bankitalia oggi è intervenuto all'Accademia dei Lincei sul tema della globalizzazione e diseguaglianza. Sono argomenti che seguiamo con grande attenzione su List. Potete scaricare l'intervento integrale di Ignazio Visco dall'archivio di List. Quello che segue è un ampio stralcio dell'intervento. L'analisi è condivisibile. Resta solo un problema: se questo percorso economico ha condotto a questo scenario, perché quando si invoca di cambiare strategia, imboccare una nuova strada e dimensione, scatta una reazione di rifiuto perfino a discutere sul come fare?
Ricchi, poveri e globalizzati
di Ignazio Visco
La fine della guerra fredda ha avviato un periodo di forte apertura e integrazione economica internazionale e di rapido progresso tecnico che non ha precedenti per intensità e per ampiezza. Il suo tratto distintivo è l’eccezionale riduzione non solo dei costi dei movimenti tra paesi di persone, beni, servizi e capitali, ma anche e soprattutto dei costi di comunicazione, che hanno favorito la trasmissione di tecnologie, informazioni e idee. Si è arrivati a parlare, non senza qualche esagerazione, di “inizio del mondo piatto” e di “fine della distanza”.
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Tra il 1990 e il 2017, in particolare, il prodotto mondiale è aumentato di oltre due volte e mezzo mentre il volume del commercio internazionale è più che quadruplicato, accrescendo il suo peso sul prodotto dal 17 a quasi il 30 per cento. Lo sviluppo economico registrato in alcune aree del mondo è stato marcato, così come il miglioramento delle condizioni di vita.
Negli ultimi 25 anni la popolazione mondiale è aumentata di 2,2 miliardi di persone, per oltre il 90 per cento nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Ciò nonostante i progressi ottenuti nella lotta contro la povertà sono stati straordinari: il numero di persone in condizioni di povertà estrema (definita da un reddito o una spesa per consumi minore di 1,9 dollari al giorno ai prezzi del 2011) è diminuito di 1,1 miliardi. L’obiettivo di dimezzare la quota di popolazione che vive in tali condizioni, fissato per il 2015 negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio concordati nel 2000 in ambito ONU, è stato conseguito con cinque anni di anticipo. In alcune macroregioni, quali quella dell’Asia dell’Est e del Pacifico e quella dell’Europa e dell’Asia centrale, si è già raggiunto l’obiettivo, fissato per il 2030, di portare la quota di povertà estrema al di sotto del 3 per cento.
Il tasso di mortalità infantile dei bambini di età inferiore a 5 anni si è ridotto al di sotto del 40 per mille a livello globale nel 2017, meno della metà di quello del 1990. Grazie a questo risultato, agli altri progressi ottenuti nel campo medico e al generale miglioramento delle condizioni economiche, la “speranza di vita” (ossia la vita media attesa alla nascita) è salita da 65 a 72 anni, con punte di oltre 82 anni in diversi paesi, tra cui l’Italia.
Lo sviluppo economico è stato di gran lunga più rapido nelle economie emergenti e in via di sviluppo che in quelle avanzate. Nelle prime il prodotto è quasi quadruplicato tra il 1990 e il 2017, aumentando di oltre sette volte in Asia, mentre nelle seconde è quasi raddoppiato. Per effetto di queste dinamiche il peso dei paesi emergenti e in via di sviluppo sul prodotto mondiale (calcolato alla parità del potere d’acquisto con i dati del Fondo monetario internazionale) è cresciuto da meno del 40 per cento nel 1990 a circa il 60 nel 2017; quello delle economie asiatiche è salito dal 12 al 32 per cento. Il peso della sola Cina, che nel 1980 era appena la metà di quello dell’Italia, nel 1999 ha superato quello del Giappone, nel 2010 quello dell’intera area dell’euro e nel 2014 anche quello degli Stati Uniti, divenendo il più elevato al mondo.
La crescita assai più rapida dei paesi emergenti e in via di sviluppo ha ridotto i divari di reddito tra paesi e la disuguaglianza a livello globale; in parallelo è però cambiata la distribuzione dei redditi all’interno dei singoli paesi, nella maggior parte dei casi nella direzione di una maggiore disuguaglianza. Come ha efficacemente osservato François Bourguignon, la disuguaglianza mondiale si è “internalizzata”: a una minore distanza di reddito tra americani e cinesi si è in parte sostituito un allargamento dei divari tra i ricchi e i poveri sia negli Stati Uniti sia in Cina.
Queste tendenze hanno determinato una ricomposizione della distribuzione globale del reddito, ben sintetizzata dal famoso “grafico dell’elefante” di Branko Milanović, che mostra il ritmo di crescita del reddito reale ai diversi percentili della distribuzione registrato a partire dal 19884 : è stato particolarmente basso per la popolazione più povera, che si trova soprattutto nell’Africa sub-sahariana, e per le classi medie dei paesi avanzati; è stato invece molto elevato per la popolazione dei principali paesi emergenti, così come per la popolazione più ricca, concentrata nei paesi avanzati.
A livello mondiale le disuguaglianze non sono diminuite dopo la crisi finanziaria globale del 2007-08 e, specialmente in alcuni paesi avanzati, hanno continuato ad ampliarsi anche durante la ripresa. Negli Stati Uniti, ad esempio, la quota del reddito complessivo afferente all’1 per cento più ricco della popolazione è aumentata di 5 punti percentuali tra il 1988 e il 2014, al 20 per cento, di cui circa 1 punto dal 2008.
Le disuguaglianze tra individui hanno una natura multidimensionale: non riguardano solo la sfera del reddito, ma anche quelle della ricchezza, dell’istruzione, della qualità del lavoro e persino della salute; nella media dei paesi OCSE, ad esempio, oggi un venticinquenne laureato può aspettarsi di vivere ben otto anni in più di un suo coetaneo non laureato. Le disuguaglianze si accompagnano, inoltre, a un grado di mobilità sociale intergenerazionale particolarmente basso e addirittura in calo negli ultimi anni6 . Si è diffuso il timore che le generazioni future avranno livelli di vita inferiori rispetto a quello dei loro padri.
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L’ampliamento delle disuguaglianze di reddito in molti paesi avanzati si è riflesso in tre principali fenomeni, tra loro strettamente connessi: il calo della quota di reddito afferente al fattore lavoro, registrato in numerosi paesi (ma non in Italia); l’aumento del differenziale di salario tra le occupazioni più qualificate e quelle meno qualificate; la crescita della quota delle posizioni lavorative collocate agli estremi opposti della distribuzione dei salari, a cui si fa comunemente riferimento con il termine di “polarizzazione” delle occupazioni.
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A questi fenomeni strutturali di lungo periodo si sono aggiunte le conseguenze della recessione seguita alla crisi finanziaria globale. In molti paesi avanzati quest’ultima ha determinato un aumento della quota delle famiglie che vivono in condizioni di povertà, accentuando il disagio sociale e accrescendo l’esigenza di interventi redistributivi. In Italia, secondo la misura di povertà assoluta dell’ISTAT, tale quota è quasi raddoppiata negli ultimi dieci anni, giungendo a sfiorare il 7 per cento.
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Il progresso tecnologico e la globalizzazione offrono grandi opportunità di sviluppo ma presentano, soprattutto nel breve-medio periodo, rischi per la disponibilità di lavoro, l’equilibrio nella distribuzione di reddito e ricchezza, la stessa coesione sociale. Questi rischi sono tali da mettere in dubbio la sostenibilità dei ritmi di crescita registrati negli scorsi decenni. A queste preoccupazioni si aggiungono quelle connesse con l’impatto ambientale dell’attività economica e con le sfide poste dalle tendenze demografiche: l’invecchiamento della popolazione nelle economie avanzate e il forte aumento della popolazione nei paesi più poveri.
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La sostituzione massiccia del lavoro con il capitale può avere rilevanti effetti negativi per l’occupazione. Sono timori espressi anche in tempi remoti – ad esempio da David Ricardo nel XIX secolo – e riaffiorati negli ultimi anni, specialmente in seguito ai risultati raggiunti nello sviluppo, con la diffusione dell’automazione e della digitalizzazione nella produzione delle merci, del cosiddetto machine learning e dell’intelligenza artificiale, che consentono di automatizzare anche lavori che si basano sull’elaborazione di dati e informazioni, in cui si riteneva che il contributo dell’uomo fosse decisivo.
Si pone potenzialmente un duplice problema, di domanda aggregata e di equità. Se la rivoluzione tecnologica porterà a una forte riduzione, anche transitoria, dei redditi da lavoro, chi comprerà i beni e i servizi prodotti con tecniche sempre più automatizzate? Paradossalmente, questi interrogativi suggeriscono la possibilità che al rapido progresso degli ultimi decenni faccia seguito una fase di prolungato ristagno, con conseguenze non dissimili da quelle dell’ipotesi della stagnazione secolare riemersa negli scorsi anni.
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Nello stesso tempo, sarà socialmente sostenibile che i frutti del progresso vadano solo a beneficio di pochi? Le imprese globali alla frontiera dell’innovazione tecnologica – tra cui le cosiddette “Big Tech”, ossia Amazon, Apple, Facebook e Google – si trovano nella posizione migliore per sfruttare l’integrazione delle economie, avvantaggiandosi dell’accesso a mercati molto ampi. Possono abbattere i prezzi con investimenti in tecnologia, sfruttando le economie di scala e le differenze tra paesi nel costo del lavoro a parità di qualificazione del lavoratore. La possibilità di produrre a prezzi più bassi può avvantaggiare i consumatori, ma la costituzione di “posizioni dominanti” può impedire che la riduzione dei costi si traduca in quella dei prezzi.
Un altro vantaggio competitivo delle imprese “Big Tech” (che appartiene anche, in misura per ora minore, alle imprese “FinTech”) è l’enorme patrimonio di informazioni personali di cui esse dispongono. Questo pone delicati problemi di sicurezza informatica nonché di gestione e trattamento dei dati. Sono questioni che vanno al di là della sola tutela della privacy, come abbiamo visto in questi anni con il coinvolgimento di alcune di queste imprese in veri e propri “attacchi alla democrazia”, con la diffusione di notizie false o manipolate. In futuro altri attacchi potrebbero dar luogo a “crisi informatiche” − con l’interruzione dei servizi di pagamento, frodi finanziarie su larga scala, la sospensione della fornitura di energia elettrica − le cui conseguenze sarebbero persino peggiori di quelle delle crisi “tradizionali” che hanno origine nel sistema economico.
Un’altra fonte di preoccupazione, davanti alla quale gli Stati nazionali sono individualmente impotenti, è quella relativa alla sostenibilità ambientale dello sviluppo economico – la capacità di crescere senza compromettere il futuro del nostro pianeta. Secondo l’ultimo rapporto del gruppo intergovernativo incaricato di studiare i cambiamenti climatici in ambito ONU, stiamo già sperimentando le conseguenze del riscaldamento globale con l’innalzamento del livello degli oceani, lo scioglimento del mare artico, la perdita di biodiversità ed eventi naturali estremi più intensi e più frequenti; date le tendenze attuali la temperatura supererebbe i valori preindustriali di oltre 1,5 gradi già nel 2040, con conseguenze catastrofiche21. Per scongiurare questa eventualità le emissioni di gas serra dovrebbero dimezzarsi entro il 2030 e azzerarsi intorno al 2050. Sono obiettivi per i quali non vi sono veri limiti tecnologici; quello che davvero manca, al momento, è solo una forte volontà politica per definire e attuare strategie che consentano di conciliare sviluppo economico e tutela dell’ambiente.
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Anche in Italia, come negli altri paesi avanzati, sono necessari interventi che possano contrastare la perdita di posti di lavoro e l’aumento delle disuguaglianze. Gli interventi tradizionali di tipo redistributivo non devono sostituirsi alle riforme strutturali da anni al centro del dibattito economico e politico ma possono affiancarle, contribuendo a mitigare i costi della transizione. Le opportunità di lavoro si creano assicurando una crescita sostenuta e duratura; non basta un semplice sollievo congiunturale. Per questo è anche necessario garantire la stabilità finanziaria, soprattutto riducendo il peso del debito pubblico sulla nostra economia.
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.