15 Dicembre

A passeggio nel regno del dispotismo

Vita e maschera di Galeazzo Ciano, la Russia del Solženicyn reazionario (meno male), un epistolario tra grandi e presunti opposti, la tirannia dei competenti e la satrapia del globalismo Made in China. La Biblioteca della Cittadella di Marco Gervasoni, un viaggio nella terra di mezzo dei regimi autoritari. Personaggi, figure, idee maligne, paginate di libri controvento

di Marco Gervasoni

Comodo sarebbe poter issare una barriera invalicabile tra «libertà» e «autoritarismo», tra sistemi impreziositi dalla prima e quelli schiacciati dal secondo. Ma ahimè non è mai stato così, e non lo è a maggiore ragione oggi. L’autoritarismo e il suo derivato, il dispotismo, sono sempre presenti  anche nelle democrazie liberali, e forse più lì,  giusta la lezione del nostro amato Tocqueville. E il despota non sempre, anzi quasi mai, veste i panni dei dittatori di una volta.

Che poi quelli d’antan potevano anche essere glamour e dandy. Come Galeazzo Ciano che, se non fu non despota, certo fu gerarca, e di primo lustro: ne narra la vita l’ultima biografia, scritta da uno storico della Sapienza, Eugenio Di Rienzo (Ciano. Vita pubblica e privata del «genero di regime» nell’Italia del ventennio nero, Salerno Editore, 34 euro 696 p.)

In quel misto di tragedia e di commedia italiana che fu il regime fascista, a Ciano toccò fin dall’inizio il ruolo della maschera del tengo famiglia e del raccomandato, elementi che pure il marziale rivoluzionarismo fascista non disdegnò. Divise già allora gli italiani, tra chi lo riteneva un cretino arrivista e chi invece nientemeno che il possibile successore di Mussolini. Dopo la tragica morte, e nell’Italia repubblicana, grazie soprattutto al successo dei suoi Diari, diventò invece una delle facce del fascismo «buono», soprattutto per la sua ostilità alla Germania. Diari che Di Rienzo però mostra essere poco attendibili, con la conclusione che Ciano fu assai meno frondista di quanto avesse voluto mostrare, probabilmente ai posteri, con i suoi taccuini. Resta da dire che alla fine il giovane uomo fu tuttavia assai più dotato di quanto i suoi detrattori non pensassero. 

Certo che se Ciano contribuì al sistema repressivo dell’Italia fascista, esso appare davvero piccola cosa rispetto...


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