17 Dicembre
Di Maio, Salvini e il gioco di Space Invaders
Bilancio, Commissione Ue, recessione. Il governo è dentro un videogame dove le schermate si fanno sempre più difficili. La manovra è notturna, ma la verità è diurna. Si tratta ancora con Bruxelles. Un viaggio nel 2018 e un salto nel 2019 in arrivo. Che farà Salvini? Speranze di vita del governo?
Il gioco dell'oca della politica scorre sul gameboard globale. Siamo a Space Invaders, dove ogni schermata è sempre più difficile, quasi impossibile. Se azzecchi la raffica, spesso è un colpo di fortuna e un millesimo di secondo dopo l'hai già dimenticata. Bilancio, Commissione Ue, recessione. Che slalom tra i marzianetti. I partitanti fanno finta che questo scenario non esista, ne parlano al limite per giustificare le proprie mosse - giuste o sbagliate - solo in funzione tattica, per difendersi o attaccare, ma la recessione è una possibilità concreta, soprattutto per il fanalino di coda della crescita europea: l'Italia.
Una materializzazione dello zero su zero nella crescita economica è tutt'altro che lontana. I grillini hanno inzeppato la manovra di spesa improduttiva e hanno mostrato il loro volto di forza anti-industria, Matteo Salvini vede all'orizzonte il segno meno e l'idea di doversi intestare una parte del rosso fisso non è proprio un regalo di Natale. Mangeranno il panettone, ma la Befana sarà gelida. Il calcolo di Salvini è una scommessa sulla crescita che non può esserci perché le cosiddette misure espansive (forse) nella versione reloaded del bilancio sono un assegno postdatato e la loro efficacia non è automatica, anzi manca proprio il supporto degli agenti esterni, cioè della crescita su scala mondiale.
La schermata del videogame sovranista del giugno scorso è sparita, sul monitor ne è comparsa un'altra, affollatissima di navicelle spaziali armate fino ai denti, molto più difficile da superare, con un sacco di alieni verdi che ti bombardano, ostica come quelle del mitico Space Invaders. Correva l'anno 1978...
Per quelli che hanno un colpo di gioia e malinconia per quegli anni di pionierismo del video game, il titolare consiglia un libro di Martin Amis, delizioso: L'invasione degli Space Invaders. È il racconto dell'alcolismo da schermata spaziale (e non solo) di un grande scrittore...
Il gioco dell'oca della politica scorre sul gameboard globale. Siamo a Space Invaders, dove ogni schermata è sempre più difficile, quasi impossibile. Se azzecchi la raffica, spesso è un colpo di fortuna e un millesimo di secondo dopo l'hai già dimenticata. Bilancio, Commissione Ue, recessione. Che slalom tra i marzianetti. I partitanti fanno finta che questo scenario non esista, ne parlano al limite per giustificare le proprie mosse - giuste o sbagliate - solo in funzione tattica, per difendersi o attaccare, ma la recessione è una possibilità concreta, soprattutto per il fanalino di coda della crescita europea: l'Italia.
Una materializzazione dello zero su zero nella crescita economica è tutt'altro che lontana. I grillini hanno inzeppato la manovra di spesa improduttiva e hanno mostrato il loro volto di forza anti-industria, Matteo Salvini vede all'orizzonte il segno meno e l'idea di doversi intestare una parte del rosso fisso non è proprio un regalo di Natale. Mangeranno il panettone, ma la Befana sarà gelida. Il calcolo di Salvini è una scommessa sulla crescita che non può esserci perché le cosiddette misure espansive (forse) nella versione reloaded del bilancio sono un assegno postdatato e la loro efficacia non è automatica, anzi manca proprio il supporto degli agenti esterni, cioè della crescita su scala mondiale.
La schermata del videogame sovranista del giugno scorso è sparita, sul monitor ne è comparsa un'altra, affollatissima di navicelle spaziali armate fino ai denti, molto più difficile da superare, con un sacco di alieni verdi che ti bombardano, ostica come quelle del mitico Space Invaders. Correva l'anno 1978...
Per quelli che hanno un colpo di gioia e malinconia per quegli anni di pionierismo del video game, il titolare consiglia un libro di Martin Amis, delizioso: L'invasione degli Space Invaders. È il racconto dell'alcolismo da schermata spaziale (e non solo) di un grande scrittore che si faceva piccolo, ripiegato su se stesso, sognante e agguerrito in sala giochi.
Ok, sembra una divagazione, ma non lo è. Il videogame della politica e dell'economia anche oggi è figlio dell'Oriente, ieri era il Giappone a produrre bene e immaginario, oggi è la Cina. Anche il futuro di Di Maio e Salvini si materializza prima a Pechino. Non lo sanno, ma lo scopriranno presto. Un'anticipazione di quello che attende il governo è su questo numero di List. Allacciate le cinture, seguite il titolare.
01
Manovra notturna, verità diurna
Il vertice notturno di Palazzo Chigi è servito a dire che "le coperture ci sono" (siamo sempre in deficit) e in realtà ancora non c'è quella che in gergo viene chiamata "ciccia", cioè i provvedimenti tecnici che devono sostanziare la manovra, per quanto possibile. Un nuovo bilancio dunque è stato inviato alla Commissione Ue che avrebbe fatto sapere di volere più tempo per esaminarne il contenuto e "il dialogo con l'Italia continua". Stamattina c'è stata una conversazione telefonica tra il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, e i commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. Come nella vecchia finanziaria, alla fine hanno approvato "la copertina", ma è il tavolo tecnico a decidere che cosa c'è e ci sarà nella manovra. Il cambiamento qui è uguale al prima e più di prima. Di Maio e Salvini dicono che non ci sono rinunce, tutti si dichiarano "ottimisti" (sull'esito finale con Bruxelles) ma vi saranno delle evidenti "diluzioni", si gioca sul fattore tempo, e in realtà anche la stessa formulazione di "rinuncia" è sbagliata per una semplice ragione: quello che c'era prima non c'è mai stato sul piano sostanziale, la manovra era da riscrivere dal mese di ottobre, quando è apparso chiaro che la congiuntura economica stava rallentando più in fretta del previsto. Il mercato punta su un accordo con la Commissione Ue, lo spread naviga a quota 270 punti base:
Il deficit presentato a Bruxelles è a quota 2.04 per cento, anche quel numero va letto in profondità, bisogna capire cosa c'è dentro e senza il documento si possono leggere solo i fondi di caffè. Attendiamo. La manovra è notturna, la verità è diurna.
02
Il testacoda dell'automobile
Anche il Parlamento dovrà attendere, visto che il testo va in Commissione bilancio domani alle 9,30, mentre lo sbarco in aula, attualmente atteso alle 17 di domani, ci sarà venerdì prossimo. È il segno della doppia difficoltà da affrontare: avere un via libera della Commissione Ue, far quadrare gli interessi dei partiti della maggioranza.
La zona del compromesso ha un "buco nero" nel caso dell'ecotassa, un colossale pasticcio. È sparita quella sulle auto a idrocarburi, ma è rimasto un demagogico e dannoso (per i tempi e i modi) incentivo sull'auto elettrica. Stamattina Di Maio annuncia che "è confermato l'ecosconto fino a 6.000 euro per le macchine elettriche e non inquinanti e solo chi deciderà di acquistare un suv diesel o a benzina o una "super car" extralusso pagherà qualcosa in più". Manca la sigla di "anche i ricchi piangono". Questo sarebbe dare una mano al fattore più importante della nostra industria? È una cambiale che Salvini paga a Di Maio e conferma che i Cinque Stelle non sanno quello che fanno, inseguono slogan che non abitano sulla Terra. È anche un cedimento della Lega il cui prezzo si vedrà nei prossimi mesi, sulla produzione industriale. Lo abbiamo già scritto su List, a futura memoria, che giocando con il settore dell'automobile si rischia di finire contro un muro. Il bene più tassato, l'auto, continua ad essere ipertassato. Il cambiamento qui è continuismo. In peggio.
03
Produttori e assistiti
Sul piano politico, non c'è rottura ma grande distanza tra Di Maio e Salvini. Fanno fatica a stare insieme per motivi che abbiamo già ampiamente affrontato, ma entrambi per ora non hanno via d'uscita. L'unico governo possibile va avanti in uno scenario (im)possibile. Quando Giancarlo Giorgetti ha detto che il reddito di cittadinanza al Nord che lavora "non piace", si è aperto il conflitto del paese diviso che Cinque Stelle e Lega invece dovrebbero riunire (il new deal di cui non sono capaci per assenza di pensiero strategico, sono tattici, anche qui siamo in pieno continuismo). La rupture è solo quella dell'elettorato. Di Maio ha subito innescato la macchina della propaganda grillina per rispondere così all'uomo-macchina del governo, questo è il risultato:
Non è il conflitto tra Nord e Sud, ma tra produttori e assistiti. Il sistema rischia di passare da una transizione a uno stallo per assenza di alternative, non c'è niente all'opposizione e niente ci sarà per un bel po' di tempo, devono fare la traversata nel deserto. L'unica evoluzione del quadro politico avverrà per distacco, separazione, smottamento delle due forze che oggi governano insieme in stato di necessità, siamo nella schermata dell'emergenza istituzionale, il tratto caratteristico del 2018.
***
Che scenario ci lascia in eredità? Andiamo in profondità, fase palombaro. Speriamo di risalire in superficie.
04
Lo scenario globale del 2018
Il 2018 si sta spegnendo e chiude un biennio di straordinario cambiamento. Il Big Bang è cominciato nel maggio del 2016 con la Brexit; è proseguito in novembre con l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca; si è allargato all'Italia con il crac di Matteo Renzi nel referendum costituzionale di dicembre; si è proiettato nel 2017 con l'ascesa di Emmanuel Macron alla guida della Francia; ha certificato l'instabilità della Germania con un voto zoppo per la Cdu-Csu e la Spd alle elezioni federali e l'ingresso della destra nazionalista di AfD nel Bundestag per la prima volta dal Dopoguerra; ha accelerato il passo con la rivoluzione del voto del 4 marzo 2018 in Italia, ha travolto il quieto vivere della socialdemocrazia in Svezia (ancora senza governo, dal settembre scorso), ha messo la Germania di fronte alla crisi del format della Grosse Koalition nelle elezioni regionali in Baviera e in Assia, dettando alla Cancelliera Angela Merkel la rinuncia a guidare il partito e - prima volta nella storia - scegliere al ballottaggio il suo successore al vertice della Cdu.
Siamo di fronte a shock di enorme portata nel quadro dell'Occidente ai quali vanno aggiunti la tessera Euroasiatica con il poker di Putin in Russia e il suo quarto mandato presidenziale; l'intarsio medio orientale con la crisi della Turchia islamista di Erdogan, paese cerniera tra Europa e vicino Oriente; le tensioni crescenti tra Arabia Saudita e Iran con una guerra aperta e un disastro umanitario di cui non parla nessuno in Yemen; l'eterna transizione della Libia, dove si misura direttamente l'interesse nazionale dell'Italia; infine, il titanico scenario orientale con l'impero celeste di Xi Jinping in Cina, un presidente al quale l'ultimo congresso del Partito comunista cinese ha dato la facoltà di restare al potere finché lo vorrà; il ritorno sulla scena del Giappone di Shinzo Abe e la corsa industriale dell'India nel Sud Est Asiatico.
05
Tre risultati per il voto europeo
La complessità di questo scenario è oggi immensa perché il mondo dal crollo del Muro di Berlino (1989) a oggi è paradossalmente più instabile rispetto ai tempi della Guerra Fredda, tanto che l'avanzata della democrazia e della globalizzazione è in fortissimo rallentamento. Il 2018 chiude un capitolo importante di questa storia, mentre il 2019 sarà un nuovo inizio, in particolare in Europa dove a maggio si vota per il Parlamento di Strasburgo. All'orizzonte - comunque vada a finire - c'è un altro shock. Gli scenari possibili sono tre:
- Una vittoria dei partiti nazionalisti, con conseguente fine delle cessioni di sovranità degli Stati all'Europa e ridefinizione di tutto il quadro di potere e delle politiche della Commissione Ue, l'organo di governo;
- Una tenuta dei partiti popolari con due esiti finali sul tavolo delle opzioni: un'alleanza tra il Ppe e ciò che resta del Pse, più altri spezzoni di riformismo in caduta libera, oppure una nuova formula di governo tra Popolari e Populisti, un blocco neo-pop-conservatore, spostato a destra, per ripensare l'Unione, tornare all'originario progetto;
- Un Parlamento "appeso", dove le maggioranze sono risicate, l'instabilità è alta e il risultato finale è quello del non-governo e dell'implosione finale.
La campagna elettorale europea è appena cominciata e su di essa incombe subito, nei primi giorni di gennaio 2019, il voto del Parlamento inglese sulla Brexit, il trattato tra Bruxelles e Londra che regola l'uscita del Regno Unito dall'Europa. Se Westminster dovesse dire no, saremmo di fronte a uno scenario di No Brexit, una terra sconosciuta, un viaggio in un luogo senza mappe. Big Bang.
Siamo dentro una nebulosa, un'esplosione di gas stellari.
06
Separati da industria e innovazione
Quello che invece è chiaro sul piano della politica interna è la netta separazione tra Cinque Stelle e Lega sui temi dell'industria e dell'innovazione, il cuore del problema. I grillini inseguono l'isola di Utopia, un'Arcadia dove l'uomo si nutre senza produrre scorie e tutti sono beati in diretta social, mentre i leghisti sono figli del pragmatismo lumbard che misura il ferro e pesa il cemento. Siamo così giunti al paradosso di un governo che alimenta spesa corrente, fa interventi diretti nel capitale delle aziende (Tim ieri, Alitalia oggi), ma è ostile a quegli investimenti in reti e infrastrutture senza i quali è destinato a fare crac. Di fronte a tutto questo la Lega oggi non apre una crisi di governo, cerca di consolidare il suo consenso, ma la domanda sul taccuino è automatica: quanto può durare?
07
Cina, recessione e profezie di Keynes
È sempre il grande quadro a dominare. Il numero delle vendite al dettaglio in Cina (+ 8,1 per cento, potete immaginare di che grandezze stiamo scrivendo) è il più basso degli ultimi 15 anni, la produzione industriale (+ 5,9 per cento) è la peggiore degli ultimi 33 mesi, un segnale chiaro del raffreddamento rapido della crescita, nonostante lo stimolo del governo all'economia con l'iniezione di liquidità nelle banche e un piano di spesa pubblica per le infrastrutture. Cina. Grandi numeri. Grandi problemi. Quanto all'altro titano, l'America, la manifattura gode di buona salute, ma Wall Street (polmone finanziario dello sviluppo e del risparmio americano) ha già cominciato una robusta correzione di rotta dei prezzi azionari. Infine la Germania, cuore della produzione europea, ha una crescita poco più che piatta e la Francia è in preda a una crisi istituzionale con Macron che è pronto a sfondare il muro del deficit al 3 per cento. E l'Italia dovrebbe superare questo mare in tempesta con Di Maio e Toninelli al timone della decrescita infelice? Dov'è il salvagente? Dite che a lungo termine matureranno e diventeranno forza di governo? Forse, ma come diceva John Maynard Keynes, nel lungo periodo siamo tutti morti.
08
Speranze di vita del governo
È in questo quadro che va fatta un'analisi sulla speranza di vita del governo. Può continuare l'avventura, ma il prezzo da pagare è alto, soprattutto per la Lega. Evaporata la crescita, a Palazzo Chigi rischiano di imbarcare l'acqua gelata della recessione. A Di Maio interessa il reddito di cittadinanza, i Cinque Stelle hanno una base identitaria che non si cura di cosa c'è là fuori perché non è investita dal problema della concorrenza, della competizione, del mercato, cercano reddito disponibile subito; ma per Salvini è un'altra storia, deve rispondere al suo elettorato che in buona parte è ceto imprenditoriale del Nord e non solo. Sono elettori che non vivono di assistenza, ma di produzione e lavoro. Se chiudono l'attività, non andranno a chiedere il reddito di cittadinanza, ma diranno a Salvini di rompere l'alleanza e andare al voto anticipato. Vivremo un 2019 interessante. Forse troppo.
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gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.