9 Novembre
Power Merkel
La cancelliera prepara la trasformazione della Germania in superpotenza globale. Un'intervista con il suo piano per l'Europa. La partita comincia oggi con il vertice sulla Libia. Il Risiko d'Occidente. E non è solo economia
Che cosa è la Germania? Un'isola. È lo spostamento di Heartland verso Occidente, il cuore pulsante di un continente vecchio e in cerca d'autore dopo la fine di Yalta. Intorno alla Germania c'è un mare di nazioni confinanti e non che dipendono dai rifornimenti che arrivano dall'isola. La Germania è sempre stata guerra e pace, vita e morte, croce e delizia dell'Europa. Ha perso la guerra e vinto la pace: prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, Guerra Fredda. La sua storia possente non è remota come quella dell'Italia con le aquile dell'impero romano che non volano più. La Germania di ieri è presente nello spirito della filosofia e della tecnica, nell'ordine e nel razionalismo, nell'ombra delle fronde della Foresta Nera.
Angela Merkel è la regina di questa terra galleggiante, il leader carismatico di un sistema che ha il suo centro politico a Berlino, il forziere a Francoforte, la catapulta sul mare a Amburgo, l'officina della storia e della cultura a Monaco di Baviera. È la sua trasformazione ad aver dato all'Europa il suo volto attuale, è il titano dell'industria e del commercio. Le fasi storiche della Germania sono ondate. Quella cominciata con la caduta del Muro di Berlino nel 1989 è finita con l'elezione di Donald Trump in America. Oggi ne sta per cominciare un'altra, di segno diverso, con la Germania non più sotto l'ala dell'America, ma pronta a volare da sola. Verso dove?
Angela Merkel è in piena campagna elettorale, il 24 settembre si vota, insegue il suo quarto mandato (un record che per ora è detenuto dal gigante, Helmut Kohl) è super-favorita, deve attendere l'esito delle urne ma nella sua mente c'è un piano per accelerare la trasformazione della Germania in potenza globale. Oggi a Parigi nel vertice internazionale sulla Libia ne avremo un primo esempio,...
Che cosa è la Germania? Un'isola. È lo spostamento di Heartland verso Occidente, il cuore pulsante di un continente vecchio e in cerca d'autore dopo la fine di Yalta. Intorno alla Germania c'è un mare di nazioni confinanti e non che dipendono dai rifornimenti che arrivano dall'isola. La Germania è sempre stata guerra e pace, vita e morte, croce e delizia dell'Europa. Ha perso la guerra e vinto la pace: prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, Guerra Fredda. La sua storia possente non è remota come quella dell'Italia con le aquile dell'impero romano che non volano più. La Germania di ieri è presente nello spirito della filosofia e della tecnica, nell'ordine e nel razionalismo, nell'ombra delle fronde della Foresta Nera.
Angela Merkel è la regina di questa terra galleggiante, il leader carismatico di un sistema che ha il suo centro politico a Berlino, il forziere a Francoforte, la catapulta sul mare a Amburgo, l'officina della storia e della cultura a Monaco di Baviera. È la sua trasformazione ad aver dato all'Europa il suo volto attuale, è il titano dell'industria e del commercio. Le fasi storiche della Germania sono ondate. Quella cominciata con la caduta del Muro di Berlino nel 1989 è finita con l'elezione di Donald Trump in America. Oggi ne sta per cominciare un'altra, di segno diverso, con la Germania non più sotto l'ala dell'America, ma pronta a volare da sola. Verso dove?
Angela Merkel è in piena campagna elettorale, il 24 settembre si vota, insegue il suo quarto mandato (un record che per ora è detenuto dal gigante, Helmut Kohl) è super-favorita, deve attendere l'esito delle urne ma nella sua mente c'è un piano per accelerare la trasformazione della Germania in potenza globale. Oggi a Parigi nel vertice internazionale sulla Libia ne avremo un primo esempio, contenuto, prudente, ma già con il tratto dell'opera in fieri. Il Vecchio Continente sganciato dalla navicella americana, deve trovare la sua rotta. Sarà Merkel a tracciarla, non altri. Potrà di volta in volta trovare un accordo con Parigi, ma alla fine sarà Berlino a dettare l'agenda. La Germania sarà potenza non solo economica, ma militare. Un'intervista di Merkel pubblicata qualche giorno fa da Handelsblatt, il quotidiano economico più prestigioso della Germania (i giornali da quelle parti il prestigio l'hanno conservato), offre un quadro chiaro del piano della cancelliera, il titolare di List l'ha riassunto in punti, eccoli:
- Trump. Abbiamo opinioni diverse, ma ha vinto una dura battaglia elettorale. Non gli hanno offerto la presidenza su un piatto d'argento. Aveva dieci sfidanti tra i repubblicani, ha vinto secondo la legge elettorale americana. È stato eletto democraticamente e merita rispetto. Quando si incontrano diversi politici di diversi paesi, non è una questione di amicizia, ma di interessi;
- Il mandato. Quando incontro queste persone io non sono Angela Merkel, ma il cancelliere della Repubblica Federale della Germania che ha un chiaro mandato degli elettori;
- L'inizio. Dodici anni fa fui fortunata, godemmo di un periodo di quiete e sviluppo tra il 2005 e il 2007, ebbi il tempo di imparare i fondamentali del governo;
- La crisi finanziaria. Richiese tutto il nostro impegno. Per la prima volta nel 2008 sperimentammo i colpi e la forza della globalizzazione. Abbiamo avuto la crisi dell'euro, la sfida dell'Ucraina, la guerra civile in Siria e la conseguente crisi dei rifugiati. È stata una fortuna avere tempo nei primi anni, per poter meglio affrontare questi problemi;
- L'agenda. Cerco di farmi guidare dall'agenda e anche dagli eventi. Integrazione dei lavoratori immigrati - facevamo poco per integrare gli stranieri di seconda e terza generazione - e agenda dell'innovazione sono un esempio;
- L'ascesa di Trump. Dobbiamo vedere la sua ascesa come conseguenza del malessere di una parte della popolazione americana. Non è una coincidenza che una personalità come la sua sia salita in vetta. Negli Stati Uniti pensano che qualcosa debba fondamentalmente cambiare. In questi termini, l'elezione è una svolta;
- La svolta americana. Gli americani hanno combattuto per la libertà per decenni e sono emersi vittoriosi dalla Guerra Fredda contro il sistema sovietico. Si è parlato di fine della storia. Ma questo trionfo della libertà ha prodotto un ordine mondiale che nessuno aveva previsto nel 1990. L'avanzata della Cina e di molti paesi in Africa e in Europa. La popolazione americana si è chiesta: "Cosa vuol dire tutto questo per noi?". E le guerre in Afghanistn, in Libia e in Siria hanno dimostrato che non è facile vincere una campagna militare. I risultati hanno cominciato a far riflettere;
- Globalizzazione e paura. Gli americani hanno cominciato a provare paura perché gli effetti della globalizzazione non sono stati bilanciati con il welfare;
- La distanza con Trump. Nell'amministrazione americana pensano che per loro tornare grandi significhi ridurre qualcun altro. Io non penso che questa sia una visione accurata. Tutti possono vincere con la globalizzazione. Un'America che guarda solo a se stessa non può essere una grande America;
- La Cina. Per me l'ascesa della Cina è un ritorno alla normalità. La Cina nei millenni è stata una guida;
- La Russia. Non sono d'accordo con tutto quello che il presidente della Russia. Ma se ci mettiamo nella loro prospettiva i fatti sono questi: noi abbiamo sconfitto Hitler;
- La Germania. Siamo 80 milioni, non siamo importanti per la Cina e l'India per questa ragione, ma perché siamo economicamente forti e e dobbiamo continuare ad esserlo. In Germania parliamo molto di redistribuzione, ma non abbastanza di produzione. I nuovi sviluppi della digitalizzazione che vengono dall'Asia e dall'America devono preoccuparci;
- L'industria. C'è stato un tempo in cui eravamo la farmacia del mondo, poi siamo diventati una potenza dell'automobile. La nostra industria dei macchinari era la migliore del mondo. Andiamo ancora bene nelle ultime due industrie, ma avevamo inventato anche il primo computer e il primo player MP3. E tutto questo è svanito, non solo in Germania, ma in tutta Europa. Come confrontarsi con la digitalizzazione è di enorme importanza per la nostra prosperità;
- Corea del Nord. Lo dico molto chiaramente. Non c'è una soluzione militare per la Corea del Nord e l'Unione europea può giocare un forte ruolo di mediazione;
- Europa-America. L'Europa deve prendere nelle sue mani il proprio destino, l'Europa è troppo divisa sulla politica estera, abbiamo un'economia e una moneta comune, ma non una politica estera. Basta guardare alla nostra politica sulla Cina, insoddisfacente;
- La Difesa. È un tema che abbiamo in comune con gli Stati Uniti, ma l'Europa non può sedersi e aspettare che gli altri risolvano i suoi problemi. L'Europa deve formulare bene i suoi interessi;
- Energia. Lo shale gas ha cambiato gli interessi strategici degli Stati Uniti. Abbiamo nella porta di casa tanti conflitti, in particolare nel mondo islamico. È un errore credere che qualcuno a migliaia di chilometri da noi si preoccupi dei vicini dell'Europa e dell'Africa quali noi siamo;
- Spesa per la Difesa. Dal punto di vista degli Stati Uniti è inaccettabile che la Germania spenda solo l'1.2 per cento del suo prodotto interno lordo nel settore della Difesa. C'è una discussione in corso e non ha niente a che vedere con Trump. Credo che chiunque sia d'accordo sul fatto che le nostre forze armate debbano essere ben equipaggiate, noi abbiamo deciso un obiettivo di spesa del 2 per cento.
È l'intervista di un capo di stato che conosce i problemi della contemporaneità, un leader di valore assoluto che non teme di essere anche impopolare (pensate alla sua decisione di accogliere un milione di siriani), che non nasconde ma rivendica l'aumento della spesa militare, che ha compreso la rivoluzione americana, il significato storico dell'elezione di Donald Trump e si prepara ad aprire un nuovo secolo europeo. Come sarà? Il titolare di List non legge i fondi di caffè (pur bevendone moltissimi), ma l'intervista di Merkel a Handelsblatt riconcilia con la politica, riafferma la forza della competenza e della visione. Provate a confrontarla con i coriandoli carnevaleschi della chiacchiera estiva del Belpaese, avrete un quadro chiarissimo: sarà Angela Merkel a guidare la trasformazione non solo della Germania, ma dell'intera Europa. L'Italia? Tranquilli, non si discute di produzione e innovazione, ma stanno cercando proprio in queste ore il modo più creativo per fare del buco di bilancio una voragine (vedrete tutto nei prossimi giorni). Andiamo avanti nella nostra esplorazione del presente, continuiamo il nostro viaggio nel Grande Disegno della storia, Daniela Coli ha aperto il suo risiko.
01
L'inverno dell'Occidente
Come a Westeros, l’inverno sta arrivando e dovremo abituarci al caos.The Donald non si è presentato come un presidente accomodante, ma rivoluzionario: il muro col Messico, la guerra economica alla Cina, i Ttp aboliti, i transgender fuori dall’esercito, il Muslim ban, l’impero tedesco da rottamare.
Sono stati mesi vissuti pericolosamente per il 45° presidente degli Stati Uniti. Che invece di spengnere gli incendi, sembra più a suo agio nell'attizzarli. In questo bombastico agosto siamo passati dal fire and fury sulla Nord Corea, alleata della Cina, per le minacce nucleari all’isola di Guam, agli scontri razziali di Charlottesville, all’annuncio, lunedì, di inviare nuove truppe in Afghanistan, dove la guerra dura da 16 anni, e anche in Pakistan, perché alimenta terrorismo contro l’India. A occhio l’intervento ha l’obiettivo di accerchiare la Cina con l’aiuto dell’India e data la non felice posizione geopolitica cinese, più l’inesperienza bellica, forse l’operazione ha qualche chance.
Trump è imprevedibile, ma l’imprevedibilità può essere una qualità per il Washington Post, visto che Obama metteva sempre tutti al corrente dei suoi programmi e mancava nell’elemento sorpresa. Per molti Trump, dopo l’uscita di Bannon, è ostaggio dei generali: Kelly, capo dello staff, Mad Dog Mattis, capo del Pentagono, e McMaster, consigliere della sicurezza. Però i generali, a cominciare da Mattis, li ha voluti Trump, e forse dovremo valutare il tweet sibillino di Niall Ferguson che non è Trump a cadere nelle trappole dei media, ma il contrario.
Abbiamo anche avuto altre sorprese: Mattis ha incontrato Poroshenko in Ucraina, che ha chiesto di entrare nell’Ue e nella Nato, e Trump taglia i fondi all’Egitto perché Al Sisi, accolto calorosamente alla Casa Bianca e complimentato a Ryad, non rispetta i diritti umani. Reuters ha informato che russi e americani continuano a telefonarsi e informarsi per ogni operazione in Siria. Niente di nuovo, ordinario warfare.
Niente di nuovo nell’Occidente americano rottamato da Trump. Gli europei dovranno occuparsi del cortile africano e il caos è una scala, come dice il cinico lord Baelish Ditocorto. Il caos è un pozzo per chi cade, ma è una scala per chi sale: il caos è un’opportunità. Bisogna essere svegli. Il ministro britannico per il Medio Oriente Alistair Burt si è subito precipitato al Cairo all’inizio della settimana per discutere di cooperazione militare e di sostegno tecnico- economico per il paese di Al Sisi. E il segretario di Stato Boris Johnson è andato a Tripoli a incontrare al Sarraj e a Bengasi per incontrare Haftar. C’era già stato nel maggio scorso. Mentre l’Italia precipitava nel pozzo del giallo Regeni e ritirava l’ambasciatore dall’Egitto, il Regno Unito ha investito 7 miliardi di sterline in Egitto in diversi settori e in luglio ha lanciato un programma per modernizzare gli impianti energetici. Sostegno e finanziamenti all’Egitto sono arrivati anche dalla Francia di Hollande, che agli egiziani ha venduto anche le due navi da guerra Mistral costruite per i russi e poi non consegnate per l’embargo per l’Ucraina. Senza contare i rapporti dell’Egitto con l’Arabia saudita e la cessione delle due isole di Tiran e Sanafir per consolidare l’asse egiziano-saudita-israeliano e normalizzare i rapporti tra Israele e mondo arabo, come auspicato da Trump al summit di Ryad.
Quindi, mentre l’Italia si isolava per il caso Regeni, puntando tutto sull’elezione di Hillary per avere la guida di una missione Onu in Libia, inglesi, francesi, sauditi, russi e anche israeliani puntavano su un’altra soluzione. L’Italia ha protestato per l’incontro a Parigi in luglio tra Macron, Haftar e al Sarraj - quasi avesse chissà quale mandato coloniale in Libia - e poi ha finalmente rimandato l’ambasciatore al Cairo il 15 agosto. Già al G20 di Amburgo Macron ha sostenuto, come Boris Johnson, la necessità di politiche di pianificazione familiare per l’Africa, di modernizzazione della società ed economia africana, perché solo così l’Africa può uscire dal terzo mondo e si può fermare il racket dei migranti insostenibile per l’Europa e il terrorismo.
Perché l’Italia abbia giocato così male questa partita, si può capirlo dal lungo articolo sul giallo Regeni pubblicato dal New York Times dopo l’invio dell’ambasciatore al Cairo il 15 agosto. Sergio Romano sul Corriere della Sera ha spiegato che l’articolo del NYT si basava su informazioni anonime di ex agenti della Cia di Obama, che affermavano di avere dato al governo Renzi prove inconfutabili sulla responsabilità diretta egiziana nella morte del ricercatore e che l’articolo faceva parte della guerra del NYT a Trump, che aveva accolto calorosamente al Sisi alla Casa Bianca, considerato un alleato importante a Ryad. Mentre l’Eni scopriva l’importante giacimento Zohr in Egitto, l’Italia si è fatta dunque risucchiare nei tentativi obamiani di destabilizzare il governo al Sisi, dopo il fallimento dell’arab spring della Fratellanza musulmana di Morsi. Le arab spring miravano alla distruzione del Sykes-Picot, degli stati nazionali arabi e africani, hanno destrutturato Medio Oriente e Africa, producendo dalla Siria alla Libia distruzione e terrorismo.
In altri termini, l’Italia della Seconda Repubblica è rimasta la Bulgaria della Nato, illusa di avere ottenuto dagli Usa una specie di supplenza nel Mediterraneo in funzione anti-britannica e anti-francese, senza rendersi conto di non avere alcuna sovranità sulle basi americane in Italia. Dallo scacco di Sigonella di Craxi, una vicenda che ebbe ripercussioni gravi sul regime change della Prima Repubblica, allo scacco di dovere bombardare la Libia. Inutile prendersela con Sarkozy e Cameron o con Macron e Bojo: alla base della nostra debolezza, mista a spavalderia naïf, c’è la precisa scelta politica ed economica di non dotarsi di un esercito moderno, né dell’energia nucleare, come la Francia e la Gran Bretagna, che risale alla Prima repubblica, al machiavellismo di Stenterello e alle lobby che la cementarono e su cui dovremo tornare a riflettere per non essere travolti dall’inverno che sta arrivando.
Daniela Coli
Chi è l'autore. Daniela Coli insegna storia della filosofia politica all'università di Firenze, autore di libri e saggi su Croce e Gentile, si è poi concentrata sul pensiero e la storia inglese, in particolare su Hobbes.
***
Che si fa? Dopo questa cavalcata nell'inchiostro ad alta densità di Daniela Coli, torniamo alla cronaca, facciamo un salto in Italia, sono usciti di dati Istat sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Non sono male, ma vanno letti con attenzione, lasciando perdere la propaganda dei partitanti di destra e sinistra. Seguite il titolare di List.
02
La fiducia cresce. Anche la mortalità delle imprese
I dati Istat pubblicati stamattina sono buoni, eccoli: "Ad agosto 2017 l'indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta passando da 106,9 a 110,8, rafforzando i segnali di miglioramento emersi nei mesi precedenti; anche l'indice composito del clima di fiducia delle imprese registra un aumento spostandosi da 105,6 a 107,0. In questo caso l'indice si colloca sui valori medi rilevati nel 2007". È naturalmente partita a razzo la macchina dei tweet, quell'incontenibile chiacchiericcio in 140 caratteri che ha ridotto la politica a un luna park. I numeri, come sempre, vanno letti con attenzione, hanno bisogno di un contesto e di un confronto, ma viviamo il tempo dell'immediatezza e così ecco la lestissima Maria Elena Boschi festeggiare i Mille Giorni di Renzi, sempre con lo sguardo rigorosamente indietro a una storia che si è chiusa con un colossale crac nel voto referendario:
Cosa dice la nota di accompagnamento Istat? Andiamo alla voce imprese:
- Con riferimento alle imprese, nel mese di agosto i diversi settori economici mostrano segnali eterogenei. In particolare, il clima di fiducia aumenta nel settore manifatturiero e in quello dei servizi passando, rispettivamente, da 107,8 a 108,1 e da 105,1 a 107,0; invece nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio l’indice è in diminuzione (da 131,1 a 128,4 e da 108,8 a 105,3, rispettivamente).
- L’analisi delle componenti dei climi di fiducia delle imprese evidenzia, nel comparto manifatturiero, un aumento delle attese sulla produzione in presenza di un lieve peggioramento dei giudizi sul livello degli ordini e di una diminuzione del saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino. Nel settore delle costruzioni, sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sull’occupazione presso l’impresa sono in peggioramento.
Come vedete, se mettiamo in fila i numeri, li spacchettiamo e diamo loro una prospettiva, il miracolo svanisce. Ci sono preoccupazioni per il futuro e in settori chiave come quello delle costruzioni, componente fondamentale per il prodotto interno lordo. E poi c'è il contesto, senza il quale siamo all'aria fritta. L'Istat ha pubblicato il 24 agosto scorso i dati sulla natalità e mortalità delle imprese nel 2015, ecco un grafico che spiega tutto:
Come vedete, dal 2011 a oggi il tasso di mortalità è in costante ascesa e il risultato netto fotografato da Istat è il seguente: "Per il sesto anno consecutivo i processi di natalità e mortalità delle imprese hanno determinato un tasso netto di turnover negativo (-1,6%), pari a quello registrato nel 2014". Attendiamo l'evoluzione dal 2016 al 2017, ma intanto registriamo sul taccuino questi dati. A futura memoria.
E poi cari lettori di List, il titolare ha sempre un punto ben annotato sul taccuino: "Non è tutto economia". Nonostante il nostro amico Gordon Gekko dica sempre "che è tutta una questione di soldi e il resto è conversazione", c'è sempre altro a determinare le scelte degli elettori. Cosa? Facciamo un viaggio nello Zeitgeist, lo spirito del tempo, con uno che ama incrociare la mazza ferrata dell'economia con la spada della storia e lo scudo della filosofia, Lorenzo Castellani.
03
Economia? Io tengo d'occhio lo Zeitgeist
Caro Titolare,
credo che oltre ad un problema di interpretazione dei dati economici, come ben evidenziato da List, esista sotto la superficie dei numeri un ben più profondo problema legato all’evoluzione del rapporto tra economia e dinamiche politiche. Chi interpreta con euforia quei dati, Renzi, il governo, la maggioranza e anche molti giornali (e giornalisti), continua a commettere un errore: considerare la crescita economica come un elemento politico a favore dei partiti tradizionali e della capacità di resistenza delle istituzioni dell’Unione Europea alla pressione populista. Chi scrive ritiene che questa interpretazione sia un abbaglio economicista, per cui tutto viene ridotto a numeri, volto a ignorare l'incedere della storia e dello Zeitgeist, lo spirito del tempo.
Per capire questo errore di prospettiva basta esaminare i casi politici più recenti per rendersene conto: Trump ha vinto con un'economia americana in crescita e una disoccupazione in contrazione, nel Regno Unito la Brexit è arrivata nel paese che più cresceva in Europa in quel momento e in Francia i socialisti al governo sono collassati nel voto nonostante il Pil fosse tornato a crescere in misura maggiore rispetto agli anni precedenti. Certo sarebbe altrettanto da sprovveduti negare che l'andamento economico non incida sulla stabilità politica, tuttavia non si possono ridurre le cause dei risultati elettorali solo all’economia come ben spiegano, in un libro ricco di misurazioni quantitative intitolato “Democracy for realists”, i due politologi americani Christopher Achen e Larry Bartels.
Esistono dei fattori irrazionali, emotivi, identitari, e fattori culturali, di percezione, di missione, che paiono segnare una stanchezza fisiologica dei popoli nei confronti della democrazia e, di conseguenza, le loro scelte elettorali anti-sistema. Si pensi alle reazioni che suscitano temi come l'immigrazione, la contestazione della conoscenza scientifica e della affidabilità dell'informazione o tematiche di decoro e sicurezza pubblica; questi sono argomenti rispetto ai quali le ragioni economiche non valgono più nulla (o quasi) quando si scende nell'arena della politica.
I regimi occidentali appaiono vuoti o meglio svuotati da ideologie, partiti, religioni e il potere si mostra desacralizzato in tutti i suoi aspetti, e quindi più debole perché meno legittimato. Insomma, per usare il paradosso di Bockenforde, formidabile storico teutonico, lo Stato liberale secolarizzato poggia su presupposti che non è in grado di garantire. Per questo le lancette dell’orologio della storia segnano una probabile transizione dei sistemi politici, i quali sembrano divenire sempre più indipendenti dagli andamenti economici. Se l'uomo occidentale ha perso i grandi concetti su cui fondare il patto della comunità politica, come Paolo Prodi notava nel suo ultimo libro "Homo Europaeus", e questo effetto lo conduce a sostituire in continuazione i giocatori al tavolo politico, allora perché dovrebbe avere fiducia verso una flebile ripresa economica?
Perché questa dovrebbe favorire a prescindere i vecchi partiti (o leader) di cui la gran parte degli elettori si è già mostrata stanca indipendentemente dai numeri dell’economia? Molto del futuro politico e culturale delle nostre democrazie passa dalla comprensione di queste dinamiche, forse è bene che qualcuno riapra i libri di storia e politica, e non solo i report di previsioni economiche.
Lorenzo Castellani
Chi è l'autore. Lorenzo Castellani (1989), ha conseguito un PhD in Political History presso IMT Alti Studi Lucca ed è stato visiting researcher presso il King's College di Londra. Nel 2016 è stato direttore scientifico della Fondazione Luigi Einaudi e ha pubblicato "Il potere vuoto. Le democrazie liberali e il ventunesimo secolo" (Guerini e Associati). Oggi insegna European Institutional History presso la Luiss Guido Carli ed è Postdoc Research Fellow presso l'Einaudi Institute for Economics and Finance. Il suo ultimo libro è "Fine della politica? Populismo, tecnocrazia, multiculturalismo." (Historica, 2017).
***
Lo spirito del tempo, quello che negli Stati Uniti sembra giocare a un ritorno al passato. Oppure è fermo, come all'università di Berkeley, dove pensano ancora di essere in pieno Sessantotto. Bravi ragazzi, di destra e di sinistra, soprattuto di fuori (di testa) andiamo a vederli da vicino, gli AntiFa e i suprematisti e tutta quest'accozzaglia di incendiari.
04
Quattordici arresti a Berkeley
Ce l'hanno con Trump e fanno di tutto per far capire che non sono d'accordo. Così una manifestazione - sempre pacifica nelle dichiarazioni - si è risolta in uno scontro tra fazioni di estremisti. Il Los Angeles Times fa la cronaca qui. Il voto per loro - quello che ha evidenziato Angela Merkel nell'intervista a Handelsblatt - non esiste. Sono Resistenti e si scontrano con altri gruppi dell'impazzito quadro politico americano, le destre suprematiste. Sono minoranze di un'America che ha grande spazio sul sistema dei mainstream media, ma gli Stati Uniti francamente sono (anche) un'altra cosa. Cosa? Guardate questa storia per immagini, andiamo in Texas dove l'uragano Harvey ha provocato un'inondazione storica.
05
L'America è questa
Il Texas è stato sommerso dalla pioggia scaricata dal passaggio di Harvey. È uno scenario incredibile che offre però la visione di un'altra America, dove tutto quello che abbiamo letto sul paese diviso, lacerato, sull'orlo della guerra civile, sparisce. È un altro racconto, eccolo:
Lo sceriffo di Harris County salva due bambini dall'inondazione. E sorridono.
Salvare i cuccioli. Sfidare l'alluvione.
La via di Dickinson sommersa e le barche che salvano le persone dall'annegamento.
C'è un altro paese. È una grande nazione che di fronte alla catastrofe non si divide in bianchi e neri, sostenitori di Trump e avversari di Trump. Nella devastazione, sono tutti sommersi e salvati: americani.
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l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.