26 Dicembre

Salvini è il politico del 2018. Ecco i rischi che corre nel 2019

Il leader della Lega ha vinto facile per merito proprio e anche demerito altrui. Ma l'anno in arrivo cela molti ostacoli. La prova del governo e quella del consenso. Un'indagine di Marco Gervasoni sul fenomeno politico, il costume nazionale, il rischio della sovra esposizione, la comunicazione social, il populismo di governo

di Marco Gervasoni

Per quanto abbia trovato sempre un po’ infantile l’usanza di decretare, a fine dicembre, l’uomo dell’anno, faccio un’eccezione e pure io mi sottometto al rito. E nomino il politico del 2018 certamente in Matteo Salvini, un premio che si aggiudica, un po’ perché i concorrenti erano cavalli sfiatati o sonnecchiosi ronzini, un po’ perché quesi meriti sono reali. 

Il capo leghista ha portato un partito moribondo a vincere de facto (assieme ai Cinque stelle) le elezioni. È riuscito a convincere la sua alleanza, il centrodestra, con i cui voti sono stati eletti anche numerosi deputati leghisti, a non opporsi alla ardita operazione del governo Frankenstein. Senza perdere consensi all’interno dell’alleanza, anzi prosciugando il bacino elettorale di Forza Italia, e a diventare il dominus assoluto nel centrodestra, quello che ha sostituito Berlusconi, senza congiure di palazzo, anche nel cuore dell’elettore del centro destra.

Nel governo Conte, nonostante  il suo partito sia in teoria un junior partner,  si è mosso come se avesse maggior aggio di Di Maio, e in alcuni dossier decisamente di più. La questione dell’immigrazione e della sicurezza per il momento è stata gestita con maestria, e con una politica giustamente severa e severamente giusta. Una parte non piccola della crescita registrata dai sondaggi viene da lì: molti italiani si fidano di Salvini su quel piano.

Dal punto di vista comunicativo egli occupa la scena ininterrottamente da mesi, ben prima della campagna del 4 marzo. Detiene la centralità mediatica e detta l’agenda politica, quando in passato era riuscito solo a Renzi per un breve periodo e a Berlusconi invece per uno lunghissimo, dal 1994 al 2011. Spesso le uscite, come erano quelle del Berlusconi d’antan, sono semplicemente provocazioni (in linguaggio social oggi diremmo «trollaggi») per tenere in caldo l’atmosfera quando la competizione si raffredda; vedi...


List è a portata di Tap

List ora è disponibile su App Store e Google Play

  • Scarica l'app da Apple Store
  • Scarica l'app da Google Play