29 Dicembre

Fascismi veri e immaginari

La Biblioteca della Cittadella di Marco Gervasoni. Il fascismo che c'era e che non c'è, l'etichetta pronta per l'avversario, l'antifa permanente, le lezioni del pensiero conservatore di Russell Kirk, l'avventura della destra in Francia e quella indisciplinata e anarcoide degli italiani

di Marco Gervasoni

E se invece di Salvini, Mattarella o Soros l’uomo dell’anno fosse Benito Mussolini? Basta entrare in una libreria, accendere la tv o sfogliare i giornali per scorgere la Buonanima in copertina di saggi e romanzi, nei documentari, oppure sentirne evocare il ritorno in articolesse di ex direttori sabaudi  sulla «minaccia nera». La questione è seria e ci parla di noi, più che di un fenomeno come il fascismo, per sempre finito nel 1945. Se allora terminò il fascismo, che poi secondo Renzo De Felice era figlio della sinistra, non è finita la destra: il conservatorismo ha anzi una strada di fronte a sé.

Naturalmente tutta la sinistra (o ciò che ne rimane) e le sue appendici sono saltate sul carro del ritorno del fascismo, da cui però non erano mai scese: fascisti avevano già chiamato De Gasperi, Fanfani, Craxi, Berlusconi, persino Renzi, oltre va da sé Truman, Eisenhower, De Gaulle, Nixon, Reagan, Thatcher, Bush jr. E sul carro degni indignati ci stavano e ci stanno in bella vista anche molti storici di professione. Ma per fortuna ci sono eccezioni, come quella di un professore dell’università di Bologna, Alberto De Bernardi, autore di molti volumi sul fascismo, già direttore dell’Istituto della storia della resistenza, quindi non sospetto di simpatie salviniste. Eppure nel suo libretto (Fascismo e antifascismo. Storia, memoria e culture politiche, Donzelli, 173 p. 17 euro) egli spiega bene come il fascismo sia morto nel 1945 e come l’antifascismo, sopravvissuto per molti decenni, risponda a logiche ben più strumentali di quanto il suo discorso moralisteggiante voglia far credere. A De Bernardi, Salvini e Trump non piacciono: ma nulla hanno a che vedere con il fascismo. Gustosi i passaggi in cui l’autore ridicolizza le pagine di Umberto Eco sull’Ur fascismo, il fascismo eterno: una baggianata pazzesca....


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