22 Ottobre
Banche, un solo vincitore: Messina
Chi è il capo di Intesa ha dettato le condizioni per comprare le banche venete. La Germania critica l'intervento dello Stato. Voto, c'è una tabella per Renzi
Molto citato, poco raccontato, Carlo Messina è una di quelle sagome che non vorresti mai avere contro durante una trattativa. Il consigliere delegato di Intesa San Paolo è un duro, uno che nella stanza dei bottoni non ha bisogno di entrarci perché è lui il bottone e anche la stanza. Messina è il vincitore della partita di biliardo giocata sulle macerie delle due banche venete. Ha imposto le condizioni al governo, tenuto la barra dritta, lasciato che la Commissione Ue cuocesse nel suo brodo, ottenuto il totale appoggio di Bankitalia e quando la clessidra ha fatto cadere sul fondo il penultimo granello di sabbia, Messina aveva già vinto. Governo, Europa e Bankitalia hanno seguito le istruzioni del pilota di Banca Intesa, era suo il navigatore che dettava il percorso e suo è il sigillo su tutta l’operazione. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager, hanno fatto la parte dell’intendenza che segue le decisioni del generale. Il vero potere forte tra i poteri deboli, Messina.
Aiuto di Stato? Un favore fatto a Banca Intesa? Un’operazione che resta sulle spalle del contribuente? La Germania perde le staffe? No problem boys, tenete le pistole nella fondina e contate fino a dieci prima di accarezzare il calcio della Colt, perché Messina è un soggetto che funziona sul ciclo caldo-freddo senza mai far trasparire una goccia di sudore, e lui è nella fase Rhett Butler (“francamente me ne infischio”, finale di Via col vento) e la sua posizione di forza in questa storia di finanza con il vuoto a perdere è che senza l’arrivo dell’ambulanza di Intesa a quest’ora lo scenario sarebbe quello di un cumulo di macerie fumanti, con i mercati in fase profondo...
Molto citato, poco raccontato, Carlo Messina è una di quelle sagome che non vorresti mai avere contro durante una trattativa. Il consigliere delegato di Intesa San Paolo è un duro, uno che nella stanza dei bottoni non ha bisogno di entrarci perché è lui il bottone e anche la stanza. Messina è il vincitore della partita di biliardo giocata sulle macerie delle due banche venete. Ha imposto le condizioni al governo, tenuto la barra dritta, lasciato che la Commissione Ue cuocesse nel suo brodo, ottenuto il totale appoggio di Bankitalia e quando la clessidra ha fatto cadere sul fondo il penultimo granello di sabbia, Messina aveva già vinto. Governo, Europa e Bankitalia hanno seguito le istruzioni del pilota di Banca Intesa, era suo il navigatore che dettava il percorso e suo è il sigillo su tutta l’operazione. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager, hanno fatto la parte dell’intendenza che segue le decisioni del generale. Il vero potere forte tra i poteri deboli, Messina.
Aiuto di Stato? Un favore fatto a Banca Intesa? Un’operazione che resta sulle spalle del contribuente? La Germania perde le staffe? No problem boys, tenete le pistole nella fondina e contate fino a dieci prima di accarezzare il calcio della Colt, perché Messina è un soggetto che funziona sul ciclo caldo-freddo senza mai far trasparire una goccia di sudore, e lui è nella fase Rhett Butler (“francamente me ne infischio”, finale di Via col vento) e la sua posizione di forza in questa storia di finanza con il vuoto a perdere è che senza l’arrivo dell’ambulanza di Intesa a quest’ora lo scenario sarebbe quello di un cumulo di macerie fumanti, con i mercati in fase profondo rosso (musica dei Goblin per Dario Argento), il Governo spiaggiato a Palazzo Chigi a osservare in perfetta afonia da shock anafilattico la danza di Lady Spread e il Veneto in pieno movimento sussultorio da secessione proto-leghista. Messina ha giocato come un gambler che conosceva le carte degli altri. E ha vinto perché il tavolo era pieno di polli e lui era l’unico a conoscere fino in fondo la materia del gioco. Si è preso tutto il piatto della partita, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, mettendo sul tavolo una fiche da 1 euro. Un lavoro preciso al millimetro. A lui la gestione delle banche senza crediti radioattivi, allo Stato il problema dello smaltimento delle scorie. In un film dalla sceneggiatura asincrona, sarebbe la sagoma di Mr. Wolf: “Risolvo problemi”.
Romano, classe 1962, un ciuffo che passeggia dolcemente sulla fronte da sinistra verso destra, sopracciglia da dottor Spock, occhio tagliente d’ossidiana, cardigan grigio da gnomo della finanza, Messina è un prodotto concepito nel ventre dell’università Luiss, svezzato negli uffici della Banca nazionale del lavoro, temprato nell’officina incandescente del Banco Ambrosiano Veneto, curato e consigliato da Nanni Bazoli che lo condotto e introdotto nel ponte di comando di una delle poche istituzioni italiane che ancora funzionano e pesano in Europa: Banca Intesa. Chi gli ha detto no, conserva il ricordo dei suoi incisivi. Ha la fama di duro, ma non di cattivo, a lui non è mai stata appuntata la spilla di Mister Arrogance che fu il biglietto da visita di Alessandro Profumo. Non ci sono convergenze parallele in queste due storie. Profumo oggi si occupa di elicotteri (Leonardo), Messina vola decisamente più alto, è alla cloche di Intesa e oggi veste i panni del salvatore della Patria: “Era l'unica operazione possibile, lo scenario alternativo di un fallimento sarebbe stato gravissimo per lo Stato", ha lasciato scritto ai posteri in un’intervista stamattina a Repubblica. I soldi dallo Stato? “Nessun regalo”. Messa così, l’operazione si traveste da sacrificio, salvataggio della nave che affonda, soccorso in mare. Siamo in pieno Salvate il soldato Ryan con Messina che con sprezzo del pericolo respinge tutti i proiettili, attraversa le linee nemiche e riporta dalla famiglia in America il ragazzo che aveva già perso tutti i fratelli sul campo di battaglia dell’Europa. Non a caso sono i tedeschi a non averla presa benissimo. Tutto torna, tranne l’iperbolica impresa. Messina ha fatto un colpo da maestro, ma gli errori e gli orrori lo hanno lasciato con il campo libero e una sola opzione: vincere.
La praticaccia quotidiana della banca è il suo pane. Bastava dare un’occhiata alla sua storia per capire che mentre le svariate autorità parlavano di come tumulare e far ripartire le due banche venete senza chiudere una sola ora gli sportelli, Messina aveva già in tasca il contratto, le condizioni, la partita senza grande contropartita e la certezza di riportare le due banche venete in utile tra due anni. Una vita da Responsabile, quella del Messina: Responsabile della Pianificazione, Responsabile Servizio Pianificazione e Studi, Responsabile Direzione Controllo Direzionale (in Intesa BCI), Responsabile Direzione Pianificazione e Controllo, Responsabile Direzione Risk Management (Banca Intesa), Responsabile Area Governo del Valore, Chief Financial Officer e Direttore Generale, Direttore Generale Vicario, Responsabile dell’Area di Governo Chief Financial Officer, Consigliere delegato e Ceo. Sul cruscotto della sua automobile non ci sono i chilometri, ma i livelli in euro dei depositi e la capitalizzazione.
Come tutti quelli che dominano e parlano poco, decidono e lasciano che il salotto chiacchieri amabilmente, Messina insegna e ha il piumaggio dell’accademico: docente alla Luiss e all’Università di Ancona. Spirito pedagogico a parte, la Luiss è il luogo dove tutto cominciò, studio, ambizioni, amicizie. L’università romana controllata da Confindustria oggi nel piccolo capitalismo italiano ha un’influenza decisiva: là si fanno e disfano capitali e capitani. E la Bocconi? C’è anche quella, Messina è consigliere dell’università milanese, altro luogo dove le relazioni pesano quanto i voti. Dicono abbia doti diplomatiche inconsuete per un uomo che macina numeri e fogli excel. Può darsi, una cosa è certa: nella partita veneta lui ha ottenuto una Serenissima vittoria, ha l’appoggio totale di Bankitalia (ieri il titolare di List ha sentito in Bankitalia il vicedirettore generale Fabio Panetta dare piena fiducia e elogiare il management di Intesa) e in questa storia è in una posizione invidiabile: nessuno può dirgli no. Forse.
01
Ma la Germania non ci sta
Il problema per il generale Messina e soprattutto per le autorità italiane è a Berlino. Il sì della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager non risolve il problema politico che in queste ore sta alimentando tensioni nel Parlamento europeo. Come aveva anticipato l’altro ieri il titolare di List, a Berlino non hanno preso bene l’aiuto di Stato – lasciate perdere i formalismi, di questo si tratta in soldoni – e i parlamentari tedeschi sono sul piede di guerra. Non siete di fronte a un’ipotesi del titolare, ma a un fatto concreto. Prima pagina del Financial Times stamattina, titolo di taglio:
La chiusura e riapertura con soldi pubblici delle due banche venete è un problema politico. Il Financial Times ha anche un domanda e risposta che segnala l'entità e il peso del tema sul futuro dibattito politico nell'Eurozona. Insomma, dentro le regole sì, ma il pasticcio politico c'è. Ci sono tutti gli ingredienti per dare alla campagna elettorale tedesca quel tocco che mancava: il Club Med viola le regole europee, l’unione bancaria non s’ha da fare perché il contribuente tedesco non può pagare la finanza creativa degli italiani. E così sul piano politico siamo punto e a capo. E andare in Europa a chiedere la condivisione dei rischi per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sarà impossibile. Nein!
02
Sinistrati d'Europa (e d'Italia)
Sinistrati d’Europa e d’Italia. In questo quadro da Armageddon finanziario, l’Italia è alle prese con le sue scaramucce da titoli di un coda di un film già visto: Renzi è stato investito dal treno del voto locale, seduto sui binari dice che “le polemiche fanno vincere il centrodestra e il dibattito sulla coalizione non serve e addormenta gli elettori”. La parte dedicata al sonno è vera, l’altra è tutta da discutere. La realtà è che Renzi prima di essere investito dal treno, ha perso un treno. Quale? Quello della contemporaneità. E’ in buona compagnia, condivide l’appuntamento in ritardo con tutta la sinistra – e anche un pezzo della destra – in Europa e negli Stati Uniti. Ieri il Figaro ha sfornato dalla tipografia questa significativa prima pagina:
L’estinzione del Partito socialista francese. Non una boutade, ma una realtà imminente. In un’epoca di leader senza partito che travolgono tutto ciò che è partito – Macron in Francia, Trump negli Stati Uniti – Renzi ha scelto di guidare uno strano partito in perenne stato febbrile. Il risultato è che il partito perde voti, lui fa perdere voti e non si vede all’orizzonte una soluzione. Nel suo momento di massimo consenso Renzi invece di chiudere la baracca post-comunista e aprire un movimento nuovo di zecca, scelse la classica strategia dell’occupazione del fortino esistente. Solo che intorno al fortino non c’era acqua, ma il deserto politico o quasi. Il Pd è un partito ancora in piedi. Ma dorme. La contemporaneità ha già svoltato da un’altra parte. Dove? Seguite il titolare di List.
03
L'elettore con le mani libere
Benvenuti nell’epoca dell’elettore con le mani libere. La lezione del voto locale è che non esistono più territori che si possono considerare un impero eterno. Fine del monopolio, gli elettori cambiano idea rapidamente. Guardate questa istruttiva tabella dell’Istituto Cattaneo sui ballottaggi di domenica scorsa:
Serve altro? Sì, uno shampoo tonificante sul capo di Renzi e del Pd che ieri cantava vittoria. Il centrosinistra prima dei ballottaggi controllava 64 Comuni superiori ai 15 mila abitanti, dopo ne ha presi 34, è sceso dal 58,2 per cento del totale al 30,9 per cento. Come la chiamano i lettori di List questa?
04
Due miliardi di multa a Google
Il gran giorno è arrivato e il vigile urbano della concorrenza in Europa, ancora lei, Margrethe Vestager, ha sparato le palle di cannone più pesanti che aveva contro Google: 2,4 miliardi di euro di multa per l'abuso delle pratiche commerciali connesse al dominio del suo motore di ricerca. Sono argomenti che i lettori di List conoscono, il monopolio dei titani di internet è un problema enorme, la multa non risolve il tema di fondo: come si sta attrezzando l'Europa sul piano della ricerca tecnologica, della creazione di impresa. Non basta imporre regole e sanzioni, serve la creatività e il mercato. E questi per ora non si vedono.
05
Trump avvisa la Siria (e Putin)
Nel frattempo, là fuori, succedono un sacco di cose interessanti. E esplosive. Il Pentagono ha scoperto che Assad stava preparando un altro attacco chimico. La pressione degli Stati Uniti sul dittatore siriano si sta facendo sempre più intensa. La collisione con la Russia di Putin su questo punto è totale. Cosa succederà? Washington e Mosca devono trovare una exit strategy. Traduzione: stabilire una scadenza per Assad e trovare un suo sostituto che possa pacificare un paese dilaniato dalla guerra civile. Visti i precedenti in Afghanistan e in Iraq, siamo di fronte a quello che si definisce vaste programme.
06
Il matematico di Macron
Si chiama Cédric Villani, ha 43 anni, fa con i numeri tutto quello che non sa fare il titolare di List e molto altro ancora, insomma è un genio. Come mai si è buttato nell'avventura di En Marche! Lui risponde così a Science. Macron ha sottovalutato un problema: con l'arruolamento di Villani non potrà mai dire di aver fatto un calcolo errato. Nonostante il titolare di List ricordi sempre che in politica 2+2 non fa mai 4 ma 5 o 3. Ora con questa teoria provate a immaginare come fanno i loro calcoli elettorali Berlusconi e Renzi prima del voto. Piove, aprite l'ombrello. Cosa piove? Occhio al cielo stellato.
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(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.