29 Gennaio

Ne resterà solo uno

Da qui a un anno è possibile una scissione nel Movimento Cinque Stelle? E possono convivere Di Maio e Di Battista? Un'indagine di Lorenzo Castellani su tattica, strategia, dilemmi, limiti e futuro di un partito che è di fronte a un passaggio delicato: non solo le elezioni europee e il programma di governo, c'è il voto sull'autorizzazione a procedere contro Salvini

di Lorenzo Castellani

Si discute molto sulla stampa delle divisioni tra i due partiti della coalizione di governo. Materiale buono per alimentare le narrazioni dei grandi giornali che si concentrano sui distinguo tra Lega e Cinque Stelle, spesso per dimostrare come questi ultimi siano ben più moderati e dialoganti su tematiche come l'immigrazione ed il rapporto con l'Unione Europea rispetto al partito di Salvini. 

Eppure se c'è una forza in difficoltà nel dibattito politico quella è proprio il Movimento Cinque Stelle. Nelle ultime settimane i grillini hanno, da un lato dovuto prendere tempo sulla TAV rimandando la decisione ai risultati dell'analisi costi-benefici condotta dagli esperti nominati dal Ministro dei Trasporti che sarà pubblicata nelle prossime settimane, e dall'altro hanno cercato di legittimare la politica del governo sull'immigrazione addossando la colpa alla Francia. Infine, negli ultimi giorni hanno dichiarato di voler votare contro il proprio partner di governo per il procedimento aperto dalla magistratura sugli atti del ministro dell'Interno relativamente all'opposizione allo sbarco della nave della marina militare Diciotti, che si è verificato lo scorso agosto.

I Cinque Stelle appaiono confusi e, soprattutto, sempre più divisi al loro interno. L'ala governativa capeggiata da Luigi Di Maio appare sempre più sdraiata sulle posizioni della Lega. La linea sull'immigrazione è vacua e, di fatto, appaltata a Salvini; sul piano economico, dopo l'approvazione del reddito di cittadinanza e del decreto dignità, non esistono altre idee; sul fronte della politica internazionale è fallito l'approccio ai gilet gialli e languono gli interlocutori europei; sulle infrastrutture si rischia lo sgretolamento delle politiche Nimby da sempre patrocinate dal Movimento; la democrazia diretta è oramai un vago ricordo. 

Nel frattempo è tornato sulla scena Alessandro Di Battista, una delle figure più rappresentative del movimentismo grillino. L'ex deputato ha il carisma del politico di razza e con una serie di interviste...


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