4 Febbraio

Divisi alla meta. Una storia italiana

Le rasoiate, punzecchiature, dissidi tra Di Maio e Salvini non sono una novità nella storia politica delle diarchie italiane. Battaglie (vere), scelte politiche, l'intreccio delle personalità inconciliabili in un racconto di Marco Patricelli che comincia con le alchimie di Camillo Benso di Cavour e quelle dei suoi generali litiganti sul campo

di Marco Patricelli

Cercare nella storia un avversario politico che rese la vita impossibile a un Otto von Bismarck o a un Winston Churchill o a uno Charles de Gaulle, logorandone l’azione, è inutile. Erano uomini di potere che il potere lo gestivano incarnando il senso di identità nazionale e gli interessi del loro Paese (oltre i loro, naturalmente), senza distinguo e senza consentire rivalità dannose. Statisti, insomma, entrati nella storia universale e non a caso: con loro, non ce n’era per nessuno, altro che litigi e baruffe ai quali siamo abituati nel Bel Paese.  Se infatti spostiamo la prospettiva verso la Penisola, i parametri della leadership saltano come i tappi di spumante a capodanno.

Rasoiate, punzecchiature, sottintesi espliciti che rimbalzano in questi giorni tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio non sono uno psicodramma a luci gialloverdi ma la riproposizione di un copione da commedia dell’arte, invenzione italiana che si rinnova da sempre sul teatrino della politica. Lasciandosi alle spalle le esperienze pre-unitarie, con le contrapposizioni tra Chiesa e Impero, bianchi e neri, guelfi e ghibellini, Franza o Spagna («purché se magna»), comuni e comunelli, caratteri distintivi della polverizzazione di quel sentimento nazionale amalgamato a fatica e con scarsi risultati dal Risorgimento, dal fascismo e dalla Repubblica, la diarchia del potere ha accompagnato, con guerre intestine spacciate per paci di facciata e con esiti sciagurati, la nostra storia moderna e contemporanea.

Il felpato capitano meneghino e il suo incravattato dioscuro partenopeo, spuntati fuori dall’uovo delle elezioni di marzo, sono dilettanti rispetto a fior di rivali che hanno contrassegnato l’Italia creata a tavolino dalle alchimie di Camillo Benso conte di Cavour e dai Savoia. La prima guerra unitaria, la terza di indipendenza, era vinta prima ancora di combatterla, poiché l’Austria è disposta a cedere il Veneto gratis pur di evitare...


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