8 Febbraio

Italia-Francia. Non tiriamo la giacca (pardon, il frac) alla storia

Evocare il precedente del 1940 non ha senso: Ciano consegnava all'ambasciatore francese una dichiarazione di guerra. Vera. Come andò allora, perché è andata così oggi. Marco Patricelli fa un viaggio nel tempo della diplomazia

di Marco Patricelli

Non è ben chiaro perché sia stato tirato in ballo il precedente del 1940 dopo la decisione del presidente della Repubblica francese di richiamare in patria il suo ambasciatore Christian Masset. «Per consultazioni», una formula che può significare tutto e niente, ma che comunque è un passo grave e ha un suo peso nelle fragili tele di ragno degli ambienti diplomatici e del diritto internazionale.

In epoca moderna e tra Paesi civili la diplomazia, lo dice il nome stesso, si fa con il fioretto da moschettiere e non con lo spadone del cavaliere corazzato medievale. Al di qua e al di là delle Alpi si è evocato che l’ultimo strappo italo-francese, cugini latini mai troppo in sintonia, risale al 1940, quando l’ambasciatore André François-Poncet riprese la via di casa concludendo anzitempo la sua missione.

Lo strano sarebbe stato se non l’avesse fatto, non essendo stato richiamato a Parigi «per consultazioni», bensì perché il 10 giugno Galeazzo Ciano, ministro degli esteri italiano (e per inciso genero di Mussolini, avendone sposato la figlia Edda), gli aveva notificato secondo protocollo la dichiarazione di guerra. Guerra vera, almeno nelle intenzioni mussoliniane, che però anticipava quella di parole, di proclami e di propaganda alla quale assistiamo in questi giorni, nei quali sembra essere stato smarrito non solo il tono solitamente vellutato della diplomazia, ma pure il senso della misura. Monsieur le président, in ambasce per una situazione in casa sua tutt’altro che idilliaca, ha avuto un rigurgito di grandeur transalpina convocando a Parigi il suo massimo rappresentante diplomatico a Roma. A forza di punzecchiature dirette e indirette tra Macron, Salvini e Di Maio su modi di governare, modi di amministrare, provocazioni di grana grossa, invasioni di campo e dichiarazioni avventate su affari interni e su problemi europei, l’Eliseo ha scelto...


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