5 Marzo
Comunisti veri e immaginari
È cominciata l'Assemblea Nazionale del Popolo in Cina, crescita economica inferiore alle attese. Il presidente della Camera Fico in Russia, oggi parla alla Duma. Il Pd ritorna in gioco e prova a dividere Cinque Stelle e Lega con un segretario in stile Botteghe Oscure
Che cosa sta succedendo? Ecco le prime note sul taccuino stamattina. La notizia più importante viene dalla Cina, sono cominciati i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo; c'è il governo di un fenomeno (di carta) che è nei guai seri, l'esecutivo di Justin Trudeau in Canada; abbiamo politici italiani che vanno e vengono tra America e Russia, Giorgetti che sogna un governo con una linea unica e Fico che parla alla Duma; la partita tra Salvini e Di Maio ora ha il terzo incomodo, Zingaretti. Facciamo un primo giro di giostra.
01
L'anno del Dragone
Crescita robusta, ma inferiore alle attese, mano tesa (ma con realismo) agli Stati Uniti sul commercio, spesa militare ancora sostenuta. Questo sarà il 2019 della Cina.
- La crescita nel 2019. Sono cominciati i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il Parlamento cinese, discorso d'apertura del primo ministro, Li Keqiang. La Cina prevede nel 2019 una crescita del 6-6.5 per cento, si tratta di una stima leggermente inferiore a quella degli analisti, ma c'è un aspetto positivo: Pechino vuole rallentare le continue iniezioni di liquidità per gonfiare la crescita, preferisce un tasso di sviluppo inferiore ma costante, non continui stimoli straordinari che a lungo andare finiscono in una gigantesca bolla. È un segnale di maturità;
- La guerra del container. Pechino chiede agli Stati Uniti un incontro "a metà strada" con gli Stati Uniti nei colloqui sui dazi. Zhong Shan, ministro del commercio, li ha definiti "difficili" all'apertura dei lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo;
- La spesa militare. La Cina prevede un aumento del budget destinato alla Difesa del 7,5 per cento nel 2019, rispetto allo scorso anno. La strategia di espansione continua.
La Cina marcia ancora e se così non fosse avremo un problema globale. C'è un altro grande paese che ha seri problemi di stabilità. Chi l'avrebbe mai detto, Justin Trudeau, il premier che piace...
Che cosa sta succedendo? Ecco le prime note sul taccuino stamattina. La notizia più importante viene dalla Cina, sono cominciati i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo; c'è il governo di un fenomeno (di carta) che è nei guai seri, l'esecutivo di Justin Trudeau in Canada; abbiamo politici italiani che vanno e vengono tra America e Russia, Giorgetti che sogna un governo con una linea unica e Fico che parla alla Duma; la partita tra Salvini e Di Maio ora ha il terzo incomodo, Zingaretti. Facciamo un primo giro di giostra.
01
L'anno del Dragone
Crescita robusta, ma inferiore alle attese, mano tesa (ma con realismo) agli Stati Uniti sul commercio, spesa militare ancora sostenuta. Questo sarà il 2019 della Cina.
- La crescita nel 2019. Sono cominciati i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il Parlamento cinese, discorso d'apertura del primo ministro, Li Keqiang. La Cina prevede nel 2019 una crescita del 6-6.5 per cento, si tratta di una stima leggermente inferiore a quella degli analisti, ma c'è un aspetto positivo: Pechino vuole rallentare le continue iniezioni di liquidità per gonfiare la crescita, preferisce un tasso di sviluppo inferiore ma costante, non continui stimoli straordinari che a lungo andare finiscono in una gigantesca bolla. È un segnale di maturità;
- La guerra del container. Pechino chiede agli Stati Uniti un incontro "a metà strada" con gli Stati Uniti nei colloqui sui dazi. Zhong Shan, ministro del commercio, li ha definiti "difficili" all'apertura dei lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo;
- La spesa militare. La Cina prevede un aumento del budget destinato alla Difesa del 7,5 per cento nel 2019, rispetto allo scorso anno. La strategia di espansione continua.
La Cina marcia ancora e se così non fosse avremo un problema globale. C'è un altro grande paese che ha seri problemi di stabilità. Chi l'avrebbe mai detto, Justin Trudeau, il premier che piace alle classi in progress, sta ballando la rumba giudiziaria.
02
Canada. Trudeau è un fenomeno. Di guai
Trudeau ha un problema: se stesso. Il ministro del Tesoro canadese, Jane Philpott, ha annunciato le dimissioni. Lo scandalo delle ingerenze del premier Trudeau sui procedimenti giudiziari riguardanti la Snc-Lavalin sta decimando l'esecutivo. "Devo attenermi ai miei valori fondamentali, alle mie responsabilità etiche, agli obblighi costituzionali", ha spiegato la Philpott. E così siamo a quota tre uscite dall'esecutivo dopo le dimissioni del suo consigliere Gerald Butts e del ministro della Giustizia, Jody Wilson-Raybould, colei che ha svelato le pressioni le minacce dell'entourage di Trudeau. Come possa stare in piedi il governo è un mistero.
***
D'altronde, noi ne abbiamo uno che litiga tutti i giorni, ma è là e nessuno pare in grado di schiodarlo.
03
Giorgetti d'America e il Fico in Russia
Giorgetti fa l'americano. "Da questo mio viaggio negli Usa ho ricevuto conferma a quello che pensavo: qui vogliono un governo italiano credibile, con una linea unica, ed è quello che noi dobbiamo dare nei prossimi mesi". Così ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio incontrando i giornalisti a Washington. Con una linea unica? Come sul Venezuela? O sulla Russia? Se è vero quello che dice Giorgetti, bisogna cambiare il governo.
Dal Giorgetti d'America al Fico di Russia è questione di un attimo. Oggi Roberto Fico parla alla Duma. La terza carica dello Stato terrà il suo discorso di fronte al Parlamento della Russia. È la prima volta per un presidente della Camera. Abbiamo il taccuino squadernato per prendere religiosamente nota delle lezioni di geopolitica del Togliatti pentastellato.
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Nel frattempo, una ripassata al dossier dei rapporti tra Italia e Russia è utile, soprattutto se ripensate dopo averlo letto a quanto ha dichiarato Giorgetti.
04
L'Italia vicina a Putin e l'America lontana
Il Presidente della Camera Roberto Fico è a Mosca, domani terrà un discorso alla Duma. Il 30 gennaio scorso la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha parlato di fronte al Consiglio della Federazione Russa evocando "lo spirito di Pratica di Mare". La seconda e la terza carica dello Stato hanno visitato la Russia nel giro di un mese.
Le relazioni tra Roma e Mosca sono da sempre intense, speciali. Anche durante la Guerra Fredda i nostri rapporti con la Russia erano solidi, sul piano storico non c'è alcuna sorpresa, siamo in una dimensione di continuità con il passato e queste relazioni sono state coltivate dai governi di qualunque colore e partito. Continua a leggere l'articolo su List.
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Dalla Duma russa andiamo al Parlamento italiano. Si sono riaperti un po' di giochi, l'elezione di Zingaretti ha scongelato il Pd. Vedremo quanto dura, ma il fatto c'è. Nota politica.
05
Zingaretti. La strategia delle Botteghe Oscure
A che punto è il gioco? I pezzi sulla scacchiera si muovono esattamente nella direzione prevista: Zingaretti e Salvini sono "i due nemici", Di Maio fa manovre di avvicinamento chiedendo al Pd di votare il salario minimo, tutto va come da copione. I Cinque Stelle hanno bisogno di allentare la morsa del boa constrictor leghista e cominciano a tastare i nuovi confini aperti del Pd, Zingaretti lascia fare, fingendo di non cogliere l'offerta di Di Maio, mentre attacca la Lega sul suo terreno, il Nord, l'industria, l'innovazione. Si tratta della classica tattica di dividere gli avversari, portarne uno dalla tua parte, lasciare quello considerato più pericoloso da solo e poi colpirlo con il tuo nuovo alleato.
Non è il disegno che si compie in un giorno e potrebbe non andare a finire così, ma come abbiamo scritto su List subito dopo la netta vittoria di Zingaretti nel voto delle primarie, il cambio di rotta c'è, la situazione che era stata cristallizzata da Renzi in perenne fase popcorn ora è fluida e non si guarda la scena ma si prova a andare in scena, i pezzi sono tornati a muoversi sulla scacchiera. L'arroccamento renziano non poteva durare ancora, un partito che tiene i suoi voti in congelatore rinuncia a un'opzione di gioco, in questo caso addirittura a partecipare alla competizione. La segreteria di Zingaretti è più che mai old style, di un soffuso grigiore, il personaggio è quanto di più lontano dal brillante leader ultramoderno che sognano "i Competenti" della bolla di Twitter, ma in questo momento il Pd ha bisogno di qualcosa di "normale", "stabile", "affidabile", niente colpi di genio, semplicemente un po' di praticaccia della politica e qualche idea perfino banale. Zingaretti sa perfino stare nei salotti, si nota poco, parla lo stretto necessario, si esprime tacendo, è una saponetta perfetta quando la situazione richiede di sparire e non di apparire. In questo scenario iperbolico, è uno che può funzionare. Non per vincere con un trionfo domani, ma per rimettere in moto il processo politico che altrimenti assicurava a un solo leader e a un solo partito - Salvini e la Lega - una posizione di rendita e uno scenario win win. Qualsiasi cosa succedesse, Salvini poteva contare sul veto del Pd ai grillini e aveva sempre in mano due opzioni: continuare a governare con Di Maio e soci, oppure andare al voto anticipato e procedere con l'incasso. La situazione è cambiata.
Il neoeletto segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ieri a Torino in Piazza Castello dopo l'incontro con il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino (Foto Ansa)Naturalmente il leader leghista non è un allocco, ha capito benissimo il rischio che corre, Salvini sa che non potrà a sua volta restare fermo a lungo. Se Zinga muove il pezzo e spara, il Capitano deve rispondere con un'altra bordata (e infatti i due hanno cominciato). Salvini deve anche guardarsi le spalle da Di Maio, al quale non sembra vero di poter avere un'uscita di sicurezza insperata, un'altra carta nella manica, un "complice" se non per l'oggi almeno per il domani. Salvini ora deve di volta in volta togliere la maschera a Di Maio e a sua volta indossarla. Deve anche cominciare a calcolare i tempi. Domande su domande si accumulano nella sua mente e qualche certezza si sta solidificando: sa che più tempo passa e più Zingaretti si rafforza; sa che le settimane giocano a favore del segretario del Pd perché l'economia va male; sa che i grillini ora cominceranno ad essere meno docili nei suoi confronti perché lo credono più debole, guardingo, sospettoso, con lo spettro di un ribaltone dietro l'angolo. Psicologicamente Salvini da ieri è più solo, più calcolatore, più attento a cogliere l'attimo per cercare il voto anticipato o anche solo immaginarlo come exit strategy teorica. E sa anche che improvvisamente ha davanti a lui il limite di espansione del centrodestra: Berlusconi. Forza Italia è un bacino di voti residuo, non sufficiente a colmare il vuoto che lo separa dalla soglia di governabilità, Fratelli d'Italia è un partito piccolo, poco sopra la soglia dello sbarramento. Salvini incontra il suo limite nell'assenza di un partner forte alla sua "sinistra", qualcosa di meno aspro, scartavetrato, più aperto e non dogmatico come la Lega. Tutto questo è assente in Salvini e Berlusconi è un ex leader. Questo è il problema del centrodestra.
L'appuntamento per le elezioni europee diventa sempre più interessante (forse troppo): la Lega resta il partito che guida la corsa e Salvini il personaggio del momento, il Movimento Cinque Stelle anche negli ultimi sondaggi continua a perdere voti, mentre il Pd dà primi segni di ripresa. Se il partito di Zingaretti dovesse superare i Cinque Stelle a fine maggio (traguardo non impossibile), sarebbe Di Maio a dover chiedere le elezioni anticipate, perché il Governo Frankenstein lo sta consumando e allora meglio interrompere e provare dopo il voto un altro format con il Pd. Non sono tempi in cui si tira a campare per non tirare le cuoia. Se tiri a campare, muori.
Naturalmente Zingaretti potrebbe dire no a una mossa lampo ribaltonista, potrebbe lasciar andare i suoi avversari, farli trottare nella terra arida e pericolosa del governo, far cuocere nel loro brodo Di Maio e Salvini e provare a fare una lunga corsa all'opposizione. C'è solo un problema: servono grandi polmoni e il Pd non li ha e neppure può correre il rischio di lasciar cadere la nota positiva delle primarie. I suoi militanti chiedono qualcosa di concreto, subito. Opposizione, senza dubbio, ma anche segni tangibili di riscatto, a cominciare dalle elezioni in Basilicata, in Piemonte e nel voto europeo. Tutti in meno di tre mesi. Sono i tempi compressi della politica contemporanea. Zingaretti non può permettersi la traversata nel deserto, lasciare che Lega e Cinque Stelle si consumino nelle loro contraddizioni e passare all'incasso al prossimo giro perché Salvini e Di Maio potrebbero prenderlo a sua volta in contropiede e correre ai ripari, consolidare le posizioni, occupare tutto il potere (cosa che stanno facendo), correggere la politica economica (cosa non semplice), accentuare il profilo delle riforme sociali, andare allo scontro con l'Europa e tentare l'avventura della legislatura. Questo per Zingaretti sarebbe un problema perché il mondo cambia troppo rapidamente e lo scenario economico che oggi è avverso alla maggioranza, domani potrebbe tornare positivo. Zingaretti è arrivato al momento giusto, ma per restare in sella deve giocare in fretta le sue carte. E dunque subito va in zona Tav, in Piemonte, per mettere sotto pressione il governo giallo-verde, essendo la sua mente quella di un funzionario di partito rimetterà in pista il rapporto con i sindacati che saranno pure ammaccati, ma muovono pur sempre milioni di persone. Il suo programma è quello di una sinistra se volete retrò, ma è quello che serve in questo momento per riorganizzare tutta l'area che si muove in rigoroso disordine sparso e poi vedere le carte dei pentastellati.
In questo gioco le forze che spingono verso la soluzione penta-democratica sono tante: era la carta favorita dal Quirinale, va ricordato con onestà; poi l'establishment buro-statale resta ancora tutto legato al mondo del Pd; la grande impresa - a cominciare da Confindustria - ha il cuore che batte da quella parte, la Chiesa di Bergoglio ci metterebbe la firma. L'idea è che il Pd possa temperare le follie grilline, metterle in ordine, dare loro un senso politico, somministrare il calmante ai bollori dell'ala casinista, insomma, telecomandare i Cinque Stelle fino a riassorbirli. Per fare tutto questo non serve un Renzi che gonfia il petto e sputa in faccia il nemico, basta un grigio Zingaretti, uno più che ordinato, uno che sembra uscito da Botteghe Oscure, uno che legge i discorsi della vittoria con il ritmo di un automa, uno che porta a termine il lavoro senza lasciare dietro se stesso solo macerie.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con un brevissimo esempio di partigianeria che accusa di partigianeria il nemico.
07
Fox News, la Casa Bianca e i media liberal
Trump è Trump. Amato, odiato, phonato, esagerato, sopra e sotto. Trump, a che ora è l'impeachment?! In America la maggior parte dei giornali - quasi tutti - sono contro la presidenza in maniera smaccata. Nessun problema, è il gioco che funziona così. Obama era cool e Bush ovviamente un buzzurro texano. Hillary era vincente al cento per cento e Trump uno che sarebbe uscito fuoristrada in poco tempo con Melania a incerottarlo a Miami. Poi è successo che ha vinto, è andato alla Casa Bianca, non è caduto dopo due anni e allora vai con il tiro a segno. Anche qui, niente di nuovo. Trump poi non fa nulla per evitare di finire nel mirino. Anzi fa di tutto per esserci. Fox News è pro Trump, anche questa non è una novità. II New Yorker, cioè quanto di più radical chic ci sia sulla faccia della terra, fa questo servizio su Fox News:
Quindi Fox News è partisan, anzi è propaganda. Il New Yorker no. Se attacchi Trump sei da Pulitzer, se lo sostieni sei un agit prop. In realtà sono due posizioni che si annullano a vicenda per eccesso di pregiudizio morale da una parte e dall'altra. Anche nel nostro mestiere viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Buona giornata.
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gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.