14 Marzo
Il cacciabombardiere che divide il governo
Un altro caso che mette a dura prova la politica estera. Un'audizione del capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica apre il caso F-35, incertezza politica e pagamenti in ritardo. Vertice a Palazzo Chigi tra Conte e la responsabile della Difesa, Trenta. Il comunicato: pagheremo e rivedremo la spesa militare. Salvini: onorare l'impegno. Un'indagine sulla "tavizzazione" delle relazioni internazionali
Abbiamo una crisi con gli Stati Uniti e gli alleati nella Nato anche sul programma dei cacciabombardieri F-35, siamo indietro nei pagamenti e all'orizzonte c'è un taglio alla spesa militare che già ci vede agli ultimi posti nella Nato. Improvvisamente a Palazzo Chigi c'è stato un vertice tra il Presidente del Consiglio e il ministro della Difesa. Emerge un altro impegno che rischia di non essere onorato. Solo che nel frattempo è successo qualcosa, la Lega dopo il viaggio di Giancarlo Giorgetti a Washington ha scoperto l'America e oggi è su posizioni più vicine alla Casa Bianca. Tanto che Matteo Salvini ha commentato:
Quando do una parola vado fino in fondo. Ritengo un danno per l'economia italiana ogni ipotesi di rallentamento e ravvedimento del programma di acquisto di F35. L'industria aeronautica italiana è un'eccellenza quindi riterrei un danno per l'economia italiana ogni ipotesi di rallentamento e ravvedimento. Se non lo facciamo noi lo fanno francesi e tedeschi. Non vedo perché fare un regalo ai nostri principali competitor.
E ancora una volta siamo alla divergenza tra i partiti della maggioranza su un dossier delicato di politica estera. Siamo alla "tavizzazione" delle nostre relazioni internazionali. Tutto questo avviene mentre a Palazzo Chigi stanno scrivendo il memorandum sull'accordo con la Cina, un dossier che avrebbe ricevuto il via libera di Sergio Mattarella, ma ha visto i soliti tira e molla nella maggioranza (vedere alla voce telecomunicazioni e non solo) e continua ad essere visto con sospetto dagli Stati Uniti e dalla stessa Unione europea. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Il fatto ha bisogno di essere incastonato in uno scenario più grande, quello della Nato e in uno più piccolo, anzi piccino, i rapporti all'interno del governo e la gestione del ministero della Difesa. Il vertice tra Conte e Trenta inoltre nasce da un fatto...
Abbiamo una crisi con gli Stati Uniti e gli alleati nella Nato anche sul programma dei cacciabombardieri F-35, siamo indietro nei pagamenti e all'orizzonte c'è un taglio alla spesa militare che già ci vede agli ultimi posti nella Nato. Improvvisamente a Palazzo Chigi c'è stato un vertice tra il Presidente del Consiglio e il ministro della Difesa. Emerge un altro impegno che rischia di non essere onorato. Solo che nel frattempo è successo qualcosa, la Lega dopo il viaggio di Giancarlo Giorgetti a Washington ha scoperto l'America e oggi è su posizioni più vicine alla Casa Bianca. Tanto che Matteo Salvini ha commentato:
Quando do una parola vado fino in fondo. Ritengo un danno per l'economia italiana ogni ipotesi di rallentamento e ravvedimento del programma di acquisto di F35. L'industria aeronautica italiana è un'eccellenza quindi riterrei un danno per l'economia italiana ogni ipotesi di rallentamento e ravvedimento. Se non lo facciamo noi lo fanno francesi e tedeschi. Non vedo perché fare un regalo ai nostri principali competitor.
E ancora una volta siamo alla divergenza tra i partiti della maggioranza su un dossier delicato di politica estera. Siamo alla "tavizzazione" delle nostre relazioni internazionali. Tutto questo avviene mentre a Palazzo Chigi stanno scrivendo il memorandum sull'accordo con la Cina, un dossier che avrebbe ricevuto il via libera di Sergio Mattarella, ma ha visto i soliti tira e molla nella maggioranza (vedere alla voce telecomunicazioni e non solo) e continua ad essere visto con sospetto dagli Stati Uniti e dalla stessa Unione europea. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Il fatto ha bisogno di essere incastonato in uno scenario più grande, quello della Nato e in uno più piccolo, anzi piccino, i rapporti all'interno del governo e la gestione del ministero della Difesa. Il vertice tra Conte e Trenta inoltre nasce da un fatto parlamentare singolare. Tutto ha una genesi bizzarra, a dimostrazione di come la politica dell'esecutivo sia a dir poco priva di coordinamento. Siamo all'improvvisazione in un settore dove improvvisare è vietato. È il mestiere delle armi, non una commedia.
01
Nato. L'Italia spende come l'Ungheria
Com'è la Difesa dell'Italia? Debole. Basta vedere quanto abbiamo speso nel 2018 nel settore, solo l'1,15 percento del Pil, siamo agli ultimi posti tra i Paesi membri della Nato, per la precisione è sestultima a pari merito con l'Ungheria. Il rapporto annuale della Nato presentato oggi parla chiaro, siamo lontani dall'obiettivo di spesa del 2 per cento del Pil entro il 2024.
Tutto questo si traduce in difesa dei nostri interessi strategici e protezione dei confini, non è come giocare a Risiko in casa. Una mappa per chiarire il concetto, operazioni marittime:
Questo significa far parte dell'Alleanza Atlantica. A meno che qualcuno nel governo non pensi di far vigilare la Russia e la Cina nel Mediterraneo di fronte alle nostre coste.
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Spalancare le porte alla Cina presenta qualche problema con l'Alleanza Atlantica, ammesso che per il governo sovranista questa sia davvero importante e non una presenza di cui si vorrebbe fare a meno. I problemi stanno montando e, come sempre, arrivano tutti insieme.
02
La Nato e il caso Huawei: valutiamo la minaccia
Huawei è considerata una minaccia per la sicurezza delle telecomunicazioni, gli Stati Uniti hanno detto chiaramente alla Germania che la presenza dell'azienda cinese nella rete tedesca condurrebbe a una diminuzione della condivisione delle informazioni di intelligence tra Washington e Berlino. In Italia Huawei sta realizzando la rete 5G, il governo dice che è tutto in ordine, ma forse bisognerebbe andare a chiedere lumi al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che oggi ha detto che la Nato prende "molto seriamente" le preoccupazioni sul ruolo di Huawei nella tecnologia del 5G e sta "valutando la minaccia". "Continueremo a consultarci e a valutare la questione, per verificare se la Nato ha un ruolo da giocare nell'affrontare gli aspetti legati alla sicurezza connessi a questo tipo di infrastrutture", ha aggiunto Stoltenberg.
Appunto sul taccuino del segretario generale della Nato: citofonare Palazzo Chigi. In questo scenario, l'Italia firmerà il 22 marzo un accordo con la Cina per sostenere il progetto della Belt and Road. Quando si dice il tempismo.
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Torniamo al caso F-35. Come nasce? L'altro ieri c'è stata un'audizione interessante in Parlamento, non se l'è filata quasi nessuno e in realtà è una testimonianza micidiale che ha aperto il problema del cacciabombardiere che divide il governo, un altro punto di discordia tra Italia e Stati Uniti e tra Cinque Stelle e Lega. Siamo alla fase del volo in battaglia e lo facciamo senza il supporto radar. Pericoloso.
03
F-35. Allarme Rosso
Il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare, il generale Alberto Rosso, è andato a dire la sua sullo stato dell'arte davanti alle Commissioni riunite della Difesa di Camera e Senato e quel che ha detto deve aver provocato un gong assordante per Elisabetta Trenta, ministro della Difesa in quota Cinque Stelle. Quando gli è stato chiesto un parere sul programma dei caccia F-35 il generale Rosso è entrato in fase top gun: “Ogni rallentamento o calo nel numero sarebbe preoccupante non solo per noi ma anche per l’industria nazionale, visto l’indotto economico che il programma porta”. Per Rosso non è solo una questione di strategia militare, ma anche di occupazione e di strategia di sorveglianza: "Il programma Joint Strike Fighter è uno strumento di cui non beneficia solo la Difesa, ma anche il governo e le istituzioni a livello politico per la qualità dei dati forniti. Sono aerei capaci di processare automaticamente una mole impressionante di dati, immagini e informazioni, operando una vera e propria fusione di dati disponibili e presentando al pilota la mappa dell’ambiente affidabile e continuamente aggiornata”. Rosso sul punto non ha peli sulla lingua: "Il JSF rappresenta per l’Aeronautica l’unica soluzione perseguibile. Qualsiasi alternativa sarebbe certamente costituita da mezzi più vecchi, superati, meno efficaci e più costosi”. Il generale Rosso ha anche rivelato che siamo indietro con i pagamenti per la modica cifra di 389 milioni di euro e ha spiegato che “a livello politico il numero di velivoli autorizzati in questa prima fase è di 28, noi ne abbiamo 11 e mezzo, ora siamo in attesa”. Chissà cosa pensa dell'audizione di Rosso il ministro Trenta.
04
F-35. Ora paghiamo e poi tagliamo
Una cosa è certa, qualcosa in queste ore ha agitato Palazzo Chigi, perché improvvisamente il premier Giuseppe Conte e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta hanno avuto un incontro e ne è venuto fuori questo comunicato surreale:
Si è appena concluso l’incontro tra il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro della Difesa Trenta. È stata un’occasione per vari aggiornamenti riguardanti i temi della difesa. In particolare, il colloquio ha riguardato anche il tema degli F35. Sono state già trasferite negli Stati Uniti le somme dovute per le commesse già completate e nei prossimi giorni verranno concretamente effettuati i pagamenti. Nei prossimi mesi tutti i comparti della difesa, sotto il coordinamento del Ministro Trenta, saranno chiamati a operare una ricognizione delle specifiche esigenze difensive dell’Italia, in modo da assicurare che le prossime commesse siano effettivamente commisurate alle nostre strategie di difesa, con l’obiettivo di garantire la massima efficacia ed efficienza operative in accordo con la collocazione euro-atlantica del nostro Paese.
Sintesi: eravamo morosi, paghiamo il debito e in futuro rifacciamo i conti. Che cosa vuol dire? Faranno un'altra analisi costi-benefici? L'Aeronautica militare come la Tav.
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D'altronde parliamo della responsabile della Difesa che qualche settimana fa aprì una crisi con il ministro degli Esteri Enzo Moavero quando annunciò i piani per il ritiro dall'Afghanistan senza aver informato preventivamente la Farnesina. Del piano non si parla più, anche perché tutto dipende da cosa faranno gli americani. Abbiamo notizie da Kabul.
05
L'America, i talebani e il ritiro dall'Afghanistan
Truppe americane in combattimento contro i Talebani nella provincia di Kunar, Afghanistan, nel 2011.Gli Stati Uniti stanno trattando il graduale ridimensionamento della missione in Afghanistan con i talebani. Due settimane di colloqui a Doha sembrano aver prodotto qualche risultato. L'Italia è interessata direttamente perché siamo presenti a Herat con un contingente di circa 900 uomini. I talebani hanno assicurato agli americani che il paese non tornerà ad essere un santuario di Al Qaeda che, per la prima volta, viene nominata esplicitamente nella bozza d'accordo. Le due figure chiave della trattativa sono per la parte americana il diplomatico di lungo corso Zalmay Mamozy Khalilzad e per i talebani Abdul Ghani Baradar, una figura chiave della storia dei talebani che ha trascorso quasi dieci anni in carcere in Pakistan. Fu arrestato dai servizi segreti pakistani nel 2010 e liberato alla fine del 2018 su richiesta degli Stati Uniti. La storia fa ampi giri, ma alla fine ritorna al mazzo di carte che fu l'origine della partita mortale tra Stati Uniti e Al Qaeda: Baradar era il vice del Mullah Mohammed Omar, il leader dei talebani ai tempi di Osama Bin Laden, figura di cui abbiamo scritto qualche giorno fa su List. Baradar è uscito dal carcere perché considerato un elemento fondamentale per i colloqui di pace, tanto da diventare il capo della delegazione a Doha. I sottosopra della storia.
Realpolitik. E il ritiro? I talebani chiedono agli Stati Uniti il ritiro in sei mesi, gli americani ragionano su un periodo di tre anni. Non possono abbandonare il paese con un governo debole a Kabul e il resto del paese in mano a gruppi che continuano a combattere contro le truppe americane.
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C'è altro? Dobbiamo tenere d'occhio la Brexit. La maratona a Westminster va avanti anche stasera.
06
Brexit. No a un secondo referendum
Che succede alla Brexit? Continua la maratona parlamentare, lo speaker della Camera dei Comuni, il poliedrico e elettrico John Bercow, ha ammesso quattro emendamenti promossi dall'opposizione o da Tory dissidenti alla votazione. Poi sarà la volta della mozione del governo che chiederà un rinvio breve della Brexit e, sorpresa, un terzo tentativo di ratifica dell'accordo proposto dalla premier, Theresa May.
Il secondo referendum. L'emendamento che proponeva l'estensione del termine della Brexit per tenere un secondo referendum è stato bocciato: 334 a 85, una maggioranza di 249 voti. A questo punto attendiamo la fine della serata con il taccuino aperto, poi faremo con calma la sintesi del Brexit Day.
Non avete mai visto all'opera John Bercow? Uno spettacolo: Order!
C'è ancora qualcuno convinto che la Brexit non sia uno spettacolo? Sintonizzatevi sul Bercow Channel, House of Commons. Buona serata.
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è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.