29 Marzo
Commissione d'inchiesta sulle banche. Boomerang in arrivo
Nella scorsa legislatura fu il Partito democratico a promuoverla e alla fine a farne le spese. Questa volta a chi toccherà? I timori di Mattarella, la tutela di Bankitalia, le divisioni tra Cinque Stelle e Lega. Il cospirazionismo grillino e la realtà. Storia dell'inutilità delle commissioni parlamentari d'inchiesta
Quando vuoi fare un gran casino senza risolvere un bel niente, fai una commissione d'inchiesta. Nel Parlamento italiano è una regola aurea e ci sembrava strano che non si fosse ancora arrivati al dunque, visto che le Camere sono già ridotte allo stato vegetativo. Bisogna tenere occupati gli onorevoli, dare biada ai giornali, sparare ad alzo zero su qualcuno, dare un'altra bella distrazione all'opinione pubblica. Entertainment. Che si indaghi sulle banche, quale miglior obiettivo? La demagogia bancaria è genere che frutta voti e ormai in Italia c'è una categoria protetta a prescindere, quella dei "risparmiatori" - detto con tono grave e serioso, alzando un po' anche l'indice - dove dentro c'è di tutto: dallo speculatore ad alto rischio al cassettista mite, dall'avido depositante locale ammanicato con la cassa di risparmio, allo sprovveduto che compra quel che gli ha consigliato l'impiegato, a sua volta consigliato dal suo datore di lavoro. Tutti rimborsati, questa è la parola d'ordine. Se investi sul mattone - principale forma di risparmio degli italiani - e il prezzo cola a picco (come è successo), se il mercato immobiliare crolla per eventi, errori, distrazioni, manipolazioni che vanno al di là del fatto ordinario (è successo anche questo), nessuno viene rimborsato. C'è la tutela costituzionale, certo, ma nel corso degli ultimi anni è stata interpretata in modo a dir poco singolare (e le norme furono oggetto di grande discussione anche nei lavori dell'Assemblea Costituente). La banca è una catena, dunque che s'indaghi sulla banca, si sciolga la catena e la giustizia trionferà, funiculì funiculà.
L'ultima volta fu Matteo Renzi a darci dentro. Sperava di ribaltare il racconto collettivo sui salvataggi delle banchette e della bancona (il Monte dei Paschi). Aveva fatto male i suoi calcoli, grande presunzione mescolata a inesperienza, non sapeva che le commissioni d'inchiesta sono scazzottata...
Quando vuoi fare un gran casino senza risolvere un bel niente, fai una commissione d'inchiesta. Nel Parlamento italiano è una regola aurea e ci sembrava strano che non si fosse ancora arrivati al dunque, visto che le Camere sono già ridotte allo stato vegetativo. Bisogna tenere occupati gli onorevoli, dare biada ai giornali, sparare ad alzo zero su qualcuno, dare un'altra bella distrazione all'opinione pubblica. Entertainment. Che si indaghi sulle banche, quale miglior obiettivo? La demagogia bancaria è genere che frutta voti e ormai in Italia c'è una categoria protetta a prescindere, quella dei "risparmiatori" - detto con tono grave e serioso, alzando un po' anche l'indice - dove dentro c'è di tutto: dallo speculatore ad alto rischio al cassettista mite, dall'avido depositante locale ammanicato con la cassa di risparmio, allo sprovveduto che compra quel che gli ha consigliato l'impiegato, a sua volta consigliato dal suo datore di lavoro. Tutti rimborsati, questa è la parola d'ordine. Se investi sul mattone - principale forma di risparmio degli italiani - e il prezzo cola a picco (come è successo), se il mercato immobiliare crolla per eventi, errori, distrazioni, manipolazioni che vanno al di là del fatto ordinario (è successo anche questo), nessuno viene rimborsato. C'è la tutela costituzionale, certo, ma nel corso degli ultimi anni è stata interpretata in modo a dir poco singolare (e le norme furono oggetto di grande discussione anche nei lavori dell'Assemblea Costituente). La banca è una catena, dunque che s'indaghi sulla banca, si sciolga la catena e la giustizia trionferà, funiculì funiculà.
L'ultima volta fu Matteo Renzi a darci dentro. Sperava di ribaltare il racconto collettivo sui salvataggi delle banchette e della bancona (il Monte dei Paschi). Aveva fatto male i suoi calcoli, grande presunzione mescolata a inesperienza, non sapeva che le commissioni d'inchiesta sono scazzottata e cagnara. Così vi rimase intrappolato con Maria Elena Boschi in fase Etruria.
I banchieri si mostrarono decisamente più seri e preparati dei parlamentari. E d'altronde non ci voleva molto. Ora il copione si ripete. Altro giro, altra corsa, altra maggioranza, sempre una bella commissione d'inchiesta sulle banche.
Improvvisamente, il Capo dello Stato dopo la fase pechinese è entrato nel caveau di Bankitalia e ha detto: ma che vogliono fare questi ragazzi del governo? C'è l'autonomia di Bankitalia, bisogna pur tutelare l'istituzione e certo, il Parlamento ha le sue prerogative, ci mancherebbe, però non facciamoci del male. Così ieri ha incontrato al Quirinale il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e i presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Oggetto, tra i tanti, la commissione d'inchiesta sulle banche, che dovrebbe essere presieduta da Gianluigi Paragone, giornalista, rocker, non proprio un esperto di questione economico-finanziarie. Sul suo nome c'è disaccordo nella maggioranza, tanto per cambiare, e così pure nella composizione. La commissione è ancora sospesa in aria, serve la firma del Capo dello Stato, i presidenti delle Camere devono nominare i componenti e va eletto un ufficio di presidenza. Alla fine è venuto fuori che Mattarella è "perplesso". E si capisce, l'ultima Commissione banche non è stata certo un trionfo di equilibrio e competenza. Era stata istituita con l'intenzione di tutti i partiti di fare una mattanza politica dell'avversario. E così è andata. Questa parte con le stesse intenzioni e finirà ovviamente con esiti inattesi per chi ne sostiene la necessità e urgenza. Si tratta solo di attendere.
Da sinistra: Carmelo Barbagallo, Ignazio Visco e Pierferdinando Casini in Commissione Banche nella scorsa legislatura (Foto Ansa)Siamo sempre al gioco dell'oca, si punta su Bankitalia come diversivo politico. Fu Renzi a far confezionare in Parlamento una mozione di sostanziale sfiducia nei confronti del Governatore Visco, la cosa portò a uno scontro al fulmicotone con l'allora premier Paolo Gentiloni. Quest'ultimo si alleò con Mattarella, i due alzarono la diga su Visco che fu nominato di nuovo al vertice di Bankitalia. Furono grandi scintille. E un'altra sconfitta di Renzi. Il quale tentò poi di prendersi la rivincita nella commissione d'inchiesta sulle banche presieduta da Pierferdinando Casini. E Matteo prese un'altra legnata dai Boschi.
Per chi vuole farsi un'idea di cosa accadde, ecco un paio di puntate di RadioList molto istruttive. Si comincia con quella dedicata all'audizione di Giuseppe Vegas, allora presidente della Consob, che racconta delle sue frequentazioni con Maria Elena Boschi e il caso Etruria:
E si prosegue con l'audizione di Ignazio Visco dove si parla dei renziani preoccupati per gli "orafi di Arezzo". Esilarante.
Ci fermiamo qui, è più che sufficiente per sapere, per capire.
I penstastellati puntano al grande caos, è ovvio, intrisi di cospirazionismo, vedono nel caveau legioni di gnomi della finanza intenti a confezionare complotti. I leghisti dovrebbero andarci con i piedi di piombo, perché se si aprono le cassette di sicurezza delle banche venete, non è detto che non salti fuori improvvisamente un folletto ostile alla Lega. Prudenza e moderazione non sono la cifra stilistica della maggioranza, dunque la commissione banche si farà e sarà un sold out giornalistico sicuro, ci sarà da divertirsi parecchio sul piano del racconto, meno su quello del decoro delle istituzioni.
Abbiamo già il taccuino squadernato, quando si comincia? Nel frattempo, ripercorriamo la stravagante storia delle commissioni d'inchiesta. Tutto come sempre comincia con Caporetto. Quello che segue è un articolo che il titolare pubblicò sul Foglio il 26 dicembre 2015.
***
Mancavano i manifestanti al portone di Bankitalia. Sono arrivati. Lo scenario ora è completo. Quasi. Alla sceneggiatura del qualunquismo bancario manca la commissione parlamentare che studia, accusa, ausculta, prende le misure e visure. Commissione d’inchiesta o d’indagine? Dilemma. Con poteri della magistratura o senza? Rebus. Si vedrà. Al cronista in questo caso viene in mente il vecchio detto che circola in Transatlantico: quando si vuole insabbiare bene un caso, si fa una bella commissione d’inchiesta parlamentare. Così quando qualche giorno fa Renato Brunetta ha proposto di istituirne una per indagare su banche e risparmiatori e Matteo Renzi ha detto di non essere contrario all’idea (ma poi si vedrà) sul taccuino sono cominciati a piovere un po’ di ricordi. Si può fare la commissione sugli obbligazionisti (in)subordinati? Certo, occasione succulenta per chi fa il nostro mestiere, ma vedrete quale opera magna ne verrà fuori. Una commissione d’inchiesta (o d’indagine, fate voi) serve ad alimentare il caos, fare manovre da sottosopra (per esempio indicare l’exit al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco), portare in prima pagina un presidente che diventa protagonista per mesi (intere carriere sono state create così), scodellare rivelazioni e far bollire scoop di cartapesta. E poi c’è tutto il traffico dentro e fuori, i senatori e deputati, i segretari, i consulenti esterni. La commissione parlamentare mette in moto una macchina che voi umani non potete immaginare. L’argomento è perfetto: le banche e il povero risparmiatore mai stato investitore, al massimo investito. Il massimo per esprimersi ai minimi livelli.
La storia conferma con puntualità svizzera e beffardagine italiana il quadro. Qualche giorno fa è morto Licio Gelli, novantasei anni, nessuno ne ricordava l’esistenza. Ma quando è comparso il lancio d’agenzia sul passaggio all’altro mondo, zac! Sui giornali e i telegiornali sono comparsi titoli da strillone e pensosi commenti che avevano il tono del mistery: “Quanti segreti si è portato nella tomba…”. Ma come? Non aveva chiarito tutto la super commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 guidata da Tina Anselmi? Perbacco, come no? Anno 1981, venti senatori e venti deputati si spremono le meningi e compulsano i volumi di Sherlock Holmes sull’arte dell’investigazione, due legislature e tre anni di lavoro, una relazione conclusiva di Tina Anselmi, cinque relazioni di minoranza (Teodori, Pisanò, Matteoli, Ghinami, Bastianini), ventiquattro volumi di allegati per un leggerissimo totale di novantatré tomi, senza considerare gli indispensabili Indici. Quella che sui giornali di ieri fu la Verità della commissione Anselmi, diventa oggi il segreto sigillato nella bara di Gelli. Strepitoso testacoda dell’archivista.
È una storia lunga quella delle commissioni d’inchiesta, specialità del menù politico, sollazzo dei cronisti, un forno a legna sempre acceso, pronto all’ordinazione in sala, un cotto e mangiato del nostro costume nazionale e irrazionale. È il bisogno patrio della complicazione per evitare la spiegazione, il rapporto parlamentare come arma di distrazione di massa, un percorso di secolare inganno e meraviglia che comincia nel 1918 con la commissione sulla disfatta di Caporetto: 241 sedute dal 15 febbraio 1918 al 25 giugno 1919, 2.310 documenti e 1.012 testimoni. Due volumi pesantissimi furono consegnati al presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti. Tutto per scoprire (e coprire con pietoso coperchio istituzionale) che la dodicesima battaglia dell’Isonzo sotto il comando supremo del generale Luigi Cadorna era entrata di dritto e di rovescio nel guinness dei fiaschi militari: 13 mila morti, 30 mila feriti e 265 mila prigionieri. Queste, più o meno, le stime della storia. Sbandamento, fuga, massacro, “la madre di tutte le batoste”.
Caporetto è la biografia delle commissioni parlamentari, della loro proliferazione come arma non convenzionale, indice alfabetico da emicrania di una nazione analfabeta (d’andata ieri e di ritorno oggi) e senza sprezzo del ridicolo. L’elenco avrebbe fatto impazzire François Rabelais di buffonesca gioia. Perché pantagruelico è il menù delle commissioni parlamentari d’inchiesta. C’è un problema? Risolto! Si indaga con un collegio di deputati e senatori, tiratori scelti di una battaglia che ha sempre altri scopi rispetto agli alti scopi. Varata la Repubblica, se ne avviarono subito due, di commissioni, sulla disoccupazione e sulla miseria. Correva l’anno 1948, fu il preludio di una sinfonia dove ieri e oggi quasi s’odono i tromboni. I veri solisti dello spartito d’indagine. Prima legislatura, due commissioni così scontate non potevano bastare, si capì subito che occorreva impegnarsi di più, così arrivarono le commissioni speciali, diverse dalle investigative ma sempre usate con clamore e senza candore: per le alluvioni dell’autunno 1951, sulla Cassa per il Mezzogiorno, per istituire il Cnel, per i funerali di Vittorio Emanuele Orlando, per le locazioni, per l’ordinamento degli enti locali in Sicilia (l’isola diventerà fonte di un serial di inesauribile fantasia), sui provvedimenti speciali per la città di Napoli (altra saga immaginifica, giunta fino ai nostri giorni), arrivò prontamente quella sul debito pubblico e subitissimo fu istituita la commissione di vigilanza sulle radiodiffusioni, poi mutata in Rai e domani chissà. Neanche le onde elettromagnetiche sfuggirono al radar parlamentare. Ecco, questa è la partenza, il principio di tutto, da questa sorgente sulfurea salgono e scendono, su e giù per i rami della storia, tutte le altre commissioni. Un tripudio di invenzioni politiche e impolitiche che non ha rivali nella storia d’Oriente e d’Occidente. Essenza e distillato del nostro bizantinismo. La seconda legislatura fece partire l’inchiesta sulle condizioni dei lavoratori che affiancò quella sulla miseria, quella sulle ricompense al merito militare e civile, un’altra alluvione in autunno nel 1953 (in Calabria, altra lunga serie di morti e parole) alla quale si aggiunse in passerella quella sull’alluvione estate e autunno sempre del 1953, fece l’esordio la commissione speciale sulla città di Roma (telenovela giunta fino all’indimenticabile puntata marziana su Ignazio Marino), una sui provvedimenti straordinari per l’Abruzzo e ancora provvedimenti altrettanto straordinari per la Calabria.
È il giro d’Italia del disastro con l’assegno di risarcimento incorporato, il vedo, stravedo e provvedo, il ciclo economico dell’emergenza e del fondo assegnato in eterno, del dico, non vi dico ma soprattutto spendo. E votate, mi raccomando. La terza legislatura della Repubblica ha già un discreto allenamento sulla materia, l’ingranaggio di costruzione e costituzione del collegio pronto a tutto è oliatissimo. Signore e signori, italiani! il grande tema dell’oggi rimbalza dal passato come in ritorno al futuro, ecco la commissione d’inchiesta sull’Anonima banchieri, nota come “caso Giuffrè”, da Giovan Battista Giuffrè, ribattezzato il banchiere di Dio per i suoi agganci vaticani, impiegato di Imola che modestamente sapeva il fatto suo e non aveva bisogno dell’obbligazionista (in)subordinato per agire: garantiva un tasso di interesse del cento per cento e usava quello che divenne un classico della truffa: lo “Schema Ponzi”. Come funzionava (e funziona)? Una catena di Sant’Antonio di allocchi dove i primi investitori venivano rimborsati con i soldi versati dagli ultimi e quando i rimborsi superarono i versamenti…. crash! Il caso Giuffré fu un terremoto politico, il ministro delle Finanze Luigi Preti apre il caso per affondare – tramite Amintore Fanfani (toh! è subito Arezzo) il suo predecessore Giulio Andreotti, accusandolo di “mancata vigilanza”, in sostanza di aver coperto Giuffrè. Spuntò un memoriale. Falso. La verità? Che importava, si faceva politica anche così. Tra gli stangati, i Frati Cappuccini, naturalmente il Papa istituì una bella commissione d’inchiesta, cardinalizia. E’ la storia che si diverte a srotolare un anticipo del futuro: sono gli anni in cui nasce la commissione Antimafia (esordio nel 1962) ma già si profila all’orizzonte tutto il capitolo retorico sulla corruzione e come un razzo decolla la commissione sulla costruzione dell’aeroporto di Fiumicino.
Il domani, il nostro scintillante oggi, era già scritto, previsto, sottoscritto e, naturalmente rimborsato a piè di lista dal contribuente spesso ignaro, ma in fondo consenziente sul tran tran della spesa e della costruzione del debito. Italiani che alimentano un’alluvione di leggi e denari che corrono pericolosamente a valle. E le tragedie, immani. Eccolo, il disastro del Vajont, la commissione sulla strage fa la sua comparsa nella quarta legislatura, lavora cinque anni (dal 1963 al 1968, produce una relazione finale e due di minoranza. Sono trascorsi 52 anni da quella tragica notte del 9 ottobre 1953 e ancora si inseguono una, due, tre, tante verità sulla frana del Monte Toc e la tracimazione delle acque del bacino su Longarone: 1917 morti. Altro disastro, altra commissione d’inchiesta, quella sul terremoto del Belice. Il diluvio e il movimento tettonico, lo scroscio e il crollo, nessun tema può restare scoperto, ogni pagliuzza e trave sono sottoposte all’analisi dei parlamentari. Si battano i piatti e si alzino i tromboni, la quinta legislatura manda in scena la commissione d’inchiesta sulla criminalità in Sardegna e quella che aprirà una feconda stagione di spie, spioni, colpi di stato semiveri, semiseri e molto immaginari, ecco la commissione che indaga sullo scandalo Sifar e, naturalmente l’accompagnamento delle puntuali alluvioni del 1968.
Volete comparare l’opera di Ian Fleming su James Bond con il raccontone sul Sifar italiano, la schedatura italica, terreno di pascolo del giornalismo pistarolo a cui nulla sfugge? Una relazione di maggioranza, quattro di minoranza, altri due bei volumoni di storia patria e un vulcano di rivelazioni che continuano a seconda dell’archivio e del tomo. Siamo già in una fase che richiederà palazzi, stanze, biblioteche, futuri terabyte d’archiviazione. Calma e gesso, nella sesta legislatura entra nell’indice delle indagini senza fine e senza soluzione quella sulla “giungla retributiva”, un chiaro mai più senza che dà un colpo decisivo allo stato confusionale del contribuente italiano. La settima legislatura ha il suo disastro e l’automatica commissione: incidente all’Icmesa, l’inquinamento chimico di Seveso. Tripletta incredibile nell’ottava legislatura con tre commissioni d’inchiesta da abbonamento premium e serial tv garantito: Moro, Loggia P2, Sindona. Siamo nel 1978, annus horribilis, nel 1979 il Parlamento si trasforma nell’agenzia investigativa Pinkerton. Non manca un terremoto con relativa commissione incorporata, stavolta in Campania e Basilicata. E la corruzione? C’è sempre e trova risposta immediata e cura indefinita nello spazio e nel tempo. Ecco i parlamentari aprire i lavori della commissione d’inchiesta sui fondi neri dell’Iri. Vaste programme.
Siamo nella nona legislatura, partenza nell’anno 1983, i collegi d’indagine precedenti hanno funzionato così bene che viene formata con velocità supersonica la “Commissione parlamentare d'inchiesta sui risultati della lotta al terrorismo e sulle cause che hanno impedito l'individuazione dei responsabili delle stragi”. Epigrafe da tesi di laurea a Tubinga, stragi rigorosamente irrisolte. Al telefono i commessi rispondevano così alle chiamate, per dire della serietà e compostezza istituzionale: “Straaaaaaggiiiiiiii, dica!”. Ma no dai, stavolta si fa sul serio, non ci sono dubbi, il momento è grave, bisogna rifare la Repubblica! Allo scopo viene attrezzata anche una commissione che d’indagine non è ma va citata come nuovo inizio di un altro ciclo eterno, quello delle riforme istituzionali, la famosa commissione Bozzi, destinata suscitare fiumi di citazioni negli anni a venire e a non arrivare ad alcuna riforma. Al massimo tavoli. Rovesciati come in saloon. La sabbia nella clessidra è giunta al livello della targhetta del 1987, altro anno turbolento. A Atlanta, Stati Uniti, la filiale della Banca Nazionale del Lavoro concede prestiti a un dittatore iracheno chiamato Saddam Hussein. È in guerra con l’Iran, deve finanziare l’acquisto di armi, cerca soldi. Gli americani guardano dentro la cassaforte e scoprono che i soldi passano attraverso il manager della banca italiana, Christopher P. Drogoul. Il nome in codice dell’operazione è un’anticipazione della tarantella suonata dalla commissione di inchiesta in Italia: “Perugina”, come i baci. Cose che accadono all’estero, lontano dagli occhi, dal cuore e soprattutto dal bilancio dello Stato. A proposito di oltre confine, non disperate, nell’undicesima legislatura si fa una bella commissione sulla Cooperazione all’estero.
La dodicesima e tredicesima legislatura sono il canto del cigno della Prima repubblica e la nascita della seconda. Forse. Nel 1994 cambia lo scenario politico, i partiti storici sono stati decimati dalla magistratura, c’è un tal Di Pietro, c’è Berlusconi, c’è Bossi, resistono i post comunisti, bisogna dare un segnale di svolta e si torna a sventolare la bandiera dei temi sociali, perdinci. Il Senato apre i lavori d’indagine niente meno che su caporalato, ciclo rifiuti e sistema sanitario, alla Camera rispondono prontamente, non perdono un colpo, cribbio, con le investigazioni sull’Acna di Cengio. Montecitorio e Palazzo Madama puntano la lente sul dissesto di Federconsorzi, per liquidare meglio i resti della Dc, figuriamoci. Ottocento ex dipendenti ancora oggi cercano risarcimento. Tono minore, in ogni caso, rispetto all’impegno da detective del passato. Ma il riscatto pieno, il ritorno agli anni ruggenti arriva nella quattordicesima legislatura dove il centrodestra berlusconiano infila un triplete di commissioni da sballo mediatico: Mitrokhin, TeleKom Serbia e crimini nazifascisti. Le prime due avevano un camion di documenti sui quali riscrivere un pezzo di storia, la terza era un esercizio accademico. Il dossier Mitrokhin nel Regno Unito fece il botto, in Italia venne trattato come un feuilleton, salvo poi coprire con il segreto i documenti della commissione che oggi non sono disponibili neanche per gli studiosi. Stranezze. Lo scandalo Telekom Serbia invece aveva solida documentazione diplomatica, giri di soldi già tracciati, un conte come intermediario e altre sagome nell’ombra, depositi a San Marino, insomma un dossier eccellente per essere una cosa seria, ma in commissione accreditarono un teste, Igor Marini, che con i suoi racconti tanto finti e precisi da sembrare veri finì per portare la storia verso un epilogo grottesco. Fu un naufragio da manuale.
Il Senato in quel periodo, siamo nel 2001, esercitò il suo sapere sul fiume Sarno, sulle morti bianche, sull’uranio impoverito, sul sistema sanitario. C’era l’Italia da rivoltare, altro che, e i parlamentari erano pronti alla grande missione. Alla Camera si occuparono della morte di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, anche qui un risultato finale con molto rumore sui giornali ma zero tituli. Al grande polverone, seguì un periodo di più modesti obiettivi, di dimesso impegno, così la quindicesima legislatura lascia sul taccuino del cronista poche tracce, a meno che non si provi folgorazione per l’intrigante caccia parlamentare agli errori sanitari. La sedicesima legislatura non offre colpi di scena, fa il punto sulle morti bianche, non si entusiasma nessuno in redazione con relazioni sulla pirateria e la contraffazione. Così, trascinati dalla corrente come un gigantesco albero sradicato dalla storia, si arriva ai giorni nostri, dove si capisce che c’è un fermento, una gran voglia, un desiderio di ribalta, di cagnara, di zuffa politica inespressa, di sottovuoto spinto a cui dare sfogo creativo. Ma ancora non ci siamo, i fermenti non sono così potenti, è una diciassettesima legislatura che si apre al Senato sotto la guida di Pietro Grasso e le commissioni sono dunque un derivato del suo stato gassoso; una commissione sugli infortuni sul lavoro (riecco l’impegno sociale), una sulle intimidazioni agli amministratori locali, e la quanto mai puntuale commissione d’inchiesta sul rogo del traghetto Moby Prince, a soli 24 anni dalla collisione tra la nave passeggeri e la petroliera Agip Abruzzo al largo del porto di Livorno. Si sa, il parlamento in queste cose è tempestivo. Nell’impero di Laura Boldrini il recital è un po’ più vispo: pirateria e contraffazione, effetti dell’uranio impoverito, ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali, l’antimafia bindiana in versione extended, dove c’è la Boldrini ovviamente c’è un’indagine sui migranti e infine il flash back, la fenomenale macchina del tempo di Montecitorio in piena azione: la commissione d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Trentasette anni dopo. Ancora audizioni, ricostruzioni, rivelazioni. Se ne sentiva il bisogno. Aprite il taccuino, prendete appunti. A volte ritornano.
***
Stanno tornando. Il pasticcio è certo. Sarà uno dei motivi della fine anticipata della legislatura. La politica nel caveau.
Iscriviti per leggere l'articolo completo.
30 giorni gratis per te
Ti manca poco per entrare nel Club. Completa la registrazione
Ti abbiamo mandato una mail su . Per completare la registrazione, apri la mail che ti abbiamo mandato e fai clic sul link di conferma. Grazie!
INFORMATIVA PRIVACY RELATIVA AL SERVIZIO NEWSLIST
Ai sensi dell'art. 13 D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (“Codice privacy”), dell’art. 13 del Regolamento Europeo n. 679 del 2016 (il “Regolamento privacy”), del Provvedimento n. 229 del 2014 del Garante della Protezione dei Dati Personali (rubricato “Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l'uso dei cookie”), nonché della Raccomandazione n. 2 del 2001 adottata ai sensi dell’art. 29 della Direttiva n. 95/46/CE, List S.r.l. intende informare gli Utenti in merito all’utilizzo dei loro dati personali, dei log files e dei cookie raccolti tramite la navigazione nel Sito www.newslist.it (di seguito, il “Sito”).
- Titolare, Responsabili del trattamento dei dati e Responsabile della Protezione dei Dati
Il titolare del trattamento dei dati personali è List S.r.l. (di seguito, il “Titolare” o “List”), con sede legale Roma (00196), Via Ferdinando di Savoia n. 3, partita IVA 14403801005, email help@newslist.it.
L’elenco aggiornato dei Responsabili del trattamento, ove designati, può essere fornito su richiesta da parte degli Utenti.
Nel caso in cui venga nominato un Responsabile della Protezione dei Dati (ai sensi dell’art. 37 del Regolamento privacy), i dati identificativi dello stesso saranno resi noti mediante pubblicazione dei medesimi, integrando la presente informativa.
Il titolare del trattamento dei dati personali relativi al Sito è Legalitax Studio Legale e Tributario, con sede in Roma (00196), Via Flaminia n. 135.
- Categorie, natura e finalità dei dati trattati
List tratterà alcuni dati personali degli Utenti che navigano e interagiscono con i servizi web del Sito.
- Dati di navigazione
Si tratta di dati di navigazione che i sistemi informatici acquisiscono automaticamente durante l’utilizzo del Sito, quale l’indirizzo IP, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier), nonché i dettagli delle richieste inviate al server del Sito, e che ne rendono possibile la navigazione. I dati di navigazione potranno altresì essere utilizzati per compilare statistiche anonime che permettono di comprendere l’utilizzo del Sito e di migliorare la struttura dello stesso.
Infine, i dati di navigazione potranno eventualmente essere utilizzati per l’accertamento di attività illecite, come in casi di reati informatici, a danno del Sito.
- Dati forniti dall’Utente
L’eventuale invio di comunicazioni ai contatti indicati sul Sito comporta l’acquisizione dell’indirizzo e-mail e degli ulteriori dati personali contenuti nella comunicazione, previo rilasci di idonea informativa.
- Cookie
- Siti web di terze parti
I siti di terze parti a cui è possibile accedere tramite questo Sito non sono coperti dalla presente Privacy policy. Gli stessi potrebbero utilizzare cookie differenti e/o adottare una propria Privacy policy diversa da quella di questo Sito, relativamente ai quali quest’ultimo non risponde. Consigliamo pertanto di consultare di volta in volta la relativa informativa sull’utilizzo dei cookie e seguire le istruzioni per la disabilitazione degli stessi, qualora lo si desiderasse.
- Natura del conferimento dei dati
Fermo restando quanto indicato in relazione ai dati di navigazione e ai cookie, gli Utenti sono liberi di fornire i propri dati personali, ove richiesti nelle apposite sezioni del Sito; il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ricevere la fornitura dei servizi da loro richiesti.
- Modalità del trattamento
I dati personali sono trattati con strumenti automatizzati, con logiche strettamente correlate alle finalità stesse, e per il periodo di tempo strettamente necessario a conseguire gli scopi per cui sono stati raccolti.
Le informazioni raccolte sono registrate in un ambiente sicuro.
- Ambito di comunicazione dei dati
I dati personali degli Utenti saranno trattati dal personale incaricato di List. Inoltre, i loro dati personali potranno essere trattati da terzi, fornitori di servizi esterni, che agiscano per conto o a nome di List, debitamente nominati quali Responsabili del trattamento, e che tratteranno i dati in conformità allo scopo per cui i dati sono stati in origine raccolti.
- Diffusione dei dati
I dati personali non sono soggetti a diffusione.
- Diritti dell’interessato
Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
- la cancellazione, trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati personali trattati in violazione di legge.
Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.