4 Aprile
Il governo e la trappola di Tsipras
Cosa farà l'esecutivo con i numeri dell'economia in caduta libera e la prossima legge di bilancio? Passo indietro o caos? Un'indagine di Lorenzo Castellani sulla rotta della rivoluzione di Palazzo Chigi che rischia di finire come quella della Grecia
di Lorenzo Castellani
Il dibattito pubblico è spesso dominato da pseudo-eventi che lasciano depositare sul fondo le più importanti questioni. Il rapporto dell’Ocse è in sé uno pseudo-evento. Se ne è parlato molto sui giornali, ma non aggiunge nulla di nuovo a ciò che si sapeva: il paese non cresce e rischia di descrescere; è il peggiore d’Europa nell’andamento economico finanziario; la stessa Ocse raccomanda riforme che nessun governo, né quello in carica né quelli ipotetici delle opposizioni, sarebbe in grado di fare.
Sono anni che il Paese, quando è chiamato al voto, rigetta riforme à la Monti. Il paziente Italia rifiuta la cura prescritta dalle istituzioni sovranazionali. La maggioranza degli italiani ha votato proprio per rovesciare la logica della disciplina dell’economia mainstream e della tecnocrazia internazionale. Si può essere d’accordo o meno, ma è un fatto incontestabile. Così come è chiaro che questo governo non può rimangiarsi quota 100 e reddito di cittadinanza.
Per l’appunto, nulla di nuovo sotto il sole.
Di conseguenza più che sulle analisi ci si dovrebbe soffermare sulle conseguenze dello stallo economico poiché le implicazioni politiche rischiano d’essere pesanti. La "trappola di Tsipras" è in agguato, pronta a scattare. Perché? Ripercorriamo brevemente la storia politica del governo giallo-verde.
I due partiti anti-establishment hanno ribaltato il sistema politico italiano e poi si sono alleati siglando un contratto di governo. La divisione delle politiche è stata cartesiana e senza reciproche interferenze: tasse, sicurezza ed immigrazione alla Lega, spesa sociale e lavoro al Movimento Cinque Stelle. I temi di Salvini, sondaggi ed elezioni regionali alla mano, hanno intercettato un consenso molto superiore a quello del suo alleato. Inoltre un momento chiave della vita del governo giallo-verde lo si è avuto con la legge di Bilancio: la contrattazione è stata feroce, lo spread è salito sopra 300, la Commissione ha cercato...
di Lorenzo Castellani
Il dibattito pubblico è spesso dominato da pseudo-eventi che lasciano depositare sul fondo le più importanti questioni. Il rapporto dell’Ocse è in sé uno pseudo-evento. Se ne è parlato molto sui giornali, ma non aggiunge nulla di nuovo a ciò che si sapeva: il paese non cresce e rischia di descrescere; è il peggiore d’Europa nell’andamento economico finanziario; la stessa Ocse raccomanda riforme che nessun governo, né quello in carica né quelli ipotetici delle opposizioni, sarebbe in grado di fare.
Sono anni che il Paese, quando è chiamato al voto, rigetta riforme à la Monti. Il paziente Italia rifiuta la cura prescritta dalle istituzioni sovranazionali. La maggioranza degli italiani ha votato proprio per rovesciare la logica della disciplina dell’economia mainstream e della tecnocrazia internazionale. Si può essere d’accordo o meno, ma è un fatto incontestabile. Così come è chiaro che questo governo non può rimangiarsi quota 100 e reddito di cittadinanza.
Per l’appunto, nulla di nuovo sotto il sole.
Di conseguenza più che sulle analisi ci si dovrebbe soffermare sulle conseguenze dello stallo economico poiché le implicazioni politiche rischiano d’essere pesanti. La "trappola di Tsipras" è in agguato, pronta a scattare. Perché? Ripercorriamo brevemente la storia politica del governo giallo-verde.
I due partiti anti-establishment hanno ribaltato il sistema politico italiano e poi si sono alleati siglando un contratto di governo. La divisione delle politiche è stata cartesiana e senza reciproche interferenze: tasse, sicurezza ed immigrazione alla Lega, spesa sociale e lavoro al Movimento Cinque Stelle. I temi di Salvini, sondaggi ed elezioni regionali alla mano, hanno intercettato un consenso molto superiore a quello del suo alleato. Inoltre un momento chiave della vita del governo giallo-verde lo si è avuto con la legge di Bilancio: la contrattazione è stata feroce, lo spread è salito sopra 300, la Commissione ha cercato d’imporsi non solo sui saldi ma anche sulla tipologia di provvedimenti. Ha prevalso il compromesso: il governo è stato costretto a contenere l’aumento del deficit al 2%, ma ha difeso il suo programma. Tuttavia, congiuntura economica mondiale e scelte non stanno giocando a favore dell’esecutivo che ha cercato di mantenere tutte le promesse nella singola legge di bilancio con un approccio “di tutto un po’”, una miscellanea di micro-politiche. Il rischio dell’inefficacia della manovra era elevato anche per il complicarsi del quadro internazionale, lo abbiamo sempre scritto qui, e i fatti lo confermano. Serviva un approccio americano e repubblicano fatto tutto da tagli di tasse ed investimenti, sfruttando al massimo quel poco deficit che si poteva fare, magari eliminando gli odiati 80 euro di Renzi per trovare ulteriori risorse, come suggerito dal titolare di List ed i suoi apprendisti stregoni.
Oggi siamo allo stallo, con il Pil che probabilmente finirà in negativo e con 23 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare. Cosa succede?
Esistono tre tipi di rivoluzione. Quella che raggiunge gli obiettivi che si era prefissata, come la Rivoluzione inglese del 1688 e quella americana; quella che eccede i propositi che si era data degenerando in un altro regime, è il caso della Rivoluzione francese; e poi esistono le rivoluzioni futili, quelle che rovesciano un ordine per restare impigliate in se stesse e nei resti di quello stesso ordine. La rivoluzione populista sembra ricadere pienamente in questo terzo caso. Questo scenario è quello che possiamo chiamare la "trappola di Tsipras". Il leader greco (nella foto Ansa in apertura di List con Giuseppe Conte e Emmanuel Macron, ndr) godeva di un forte sostegno popolare, non al livello dei due partiti che oggi governano l’Italia, ma comunque solido, ha portato i greci in piazza e al voto del referendum per rigettare le condizioni imposte dalle istituzioni europee, ha vinto nelle urne ma è poi stato costretto, di fronte al potere politico, economico e finanziario dei mercati e dell’Europa continentale, ad accettare condizioni e riforme imposte dalla Troika. Si è messo in trappola da solo ed è un rischio che corre anche questo governo.
Cosa farà politicamente l’esecutivo di fronte alla prossima legge di bilancio? Ci sono due vie. La prima è quella del compromesso al ribasso ossia allinearsi ai vincoli dell’Europa, ai suggerimenti delle istituzioni internazionali e rassicurare i mercati con il rischio di rimangiarsi gran parte di ciò che si era promesso. La seconda è aprire un altro scontro ancor più forte di quello dello scorso autunno con l’Unione Europea. Il rischio, in questo caso, è un salto nel vuoto con risalita dello spread e pressioni sovranazionali molto forti che, vista la tempra di gran parte dell’esecutivo, potrebbero essere difficili da sopportare. In ogni caso il costo politico da pagare rischia di essere molto elevato: o il passo indietro o il caos. O, nella peggiore delle ipotesi, prima il caos e poi il passo indietro, ovvero la trappola di Tsipras.
Viene da chiedersi se esiste una via di mezzo. Si potrebbero, ad esempio, ridiscutere alcune misure, come gli 80 euro ed il sistema di tax expenditures, ed impostare una manovra contrattata con Bruxelles ma che punti tutto su investimenti infrastrutturali e soprattutto in tagli fiscali a favore di imprese e lavoro. Tuttavia, il clima politico potrebbe non essere dei migliori. Se la crisi elettorale dei Cinque Stelle sarà confermata dalle Europee, Di Maio e soci dovranno difendere alacremente il programma originario, mentre Salvini, seppure possa permettersi una posizione più moderata, dovrà cercare in ogni modo di mantenere il consenso guadagnato in questi mesi se vuole giocarsi la vittoria piena alle prossime politiche. Inoltre, a Via XX Settembre da anni i ministri dell’Economia giocano solamente il ruolo di stopper delle idee più spericolate dei leader politici in carica. Nel ministero più importante si susseguono buoni tecnocrati o accademici che però risultano politicamente deboli e dalle soluzioni puramente ragionieristiche. Da quasi un decennio non si vede una regia o almeno una strategia per il Paese che parta dagli uffici del MEF. Un deficit di leadership che rischiamo di pagare a caro prezzo.
In conclusione, siamo di fronte ad una politica a tutto acceleratore che non ammette frenate e preferisce contemplare il rischio dello schianto. Il sentiero è, dunque, molto stretto. La trappola di Tsipras è in agguato e al suo interno due lame affilate fendono l’aria: la credibilità dei due partiti nei confronti degli elettori e l’affidabilità internazionale dell’Italia, che incide direttamente sulla nostra capacità economica.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
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10. Limitazione di responsabilità
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garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
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l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
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Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.