14 Aprile
Battaglia a Tripoli. L'Egitto appoggia Haftar
Incontro al Cairo tra il generale e il presidente egiziano Sisi. Appoggio totale all'azione militare contro il governo di Sarraj. Haftar ha perso almeno 100 uomini nell'avanzata in Libia. L'Italia? È rimasta sola con il Qatar e ha commesso errori con la Turchia
Che succede? Il ministro Tria ha escluso la tassa patrimoniale (vuol dire che qualcuno a Palazzo Chigi ci sta pensando) ed esclude anche una manovra correttiva (e vedremo allora cosa faranno nella prossima legge di Bilancio). Il ministro dell'Economia ha ostentato sicurezza, ma la realtà del dibattito emerso nella riunione del Fondo monetario a Washington è ben diversa rispetto alle sue parole. C'è questa distanza abissale tra il detto e il fatto, tra quel che si racconta e la realtà, è una bolla, prima o poi scoppierà. In questa dimensione di ipertrofia parolaia sguazzano tutti, maggioranza e opposizione. Matteo Salvini naturalmente continua il suo personale show di annunci, dunque la flat tax "va fatta subito, già a partire da quest'anno", poi a giugno arriva la pistola elettrica per le forze dell'ordine e visto che ci siamo due o tre randellate anche all'alleato di governo e Virginia Raggi, sindaco di Roma, perché "non occorre uno scienziato per portare via la monnezza e svuotare i cestini". Questo è quel che passa la giornata italiana, si può tranquillamente sorvolare, i fatti reali - anche quelli che riguardano l'Italia - sono altrove. Cominciamo con l'agenda della settimana e poi andiamo in Libia.
01
L'agenda della settimana
Quali sono i fatti che pesano? Sono tutti nell'urna e nel portafoglio:
Si vota in Indonesia. Sfida tra il presidente uscente Widodo (che è il favorito) e Prabowo Subianto (dato in recupero). Perché è importante l'Indonesia? È il più grande paese islamico del mondo.
Ballottaggio in Ucraina. Si va al secondo turno il 21 aprile. Nel primo turno Petro Poroshenko, il candidato dell'establishment occidentale, è stato travolto dal successo del comico Volodymyr Zelensky. Non dovrebbe esserci partita, Zelensky viaggia nei sondaggi al 60 per cento. Un altro contrappasso per chi pensa che la storia si scriva a tavolino. L'Ucraina è un...
Che succede? Il ministro Tria ha escluso la tassa patrimoniale (vuol dire che qualcuno a Palazzo Chigi ci sta pensando) ed esclude anche una manovra correttiva (e vedremo allora cosa faranno nella prossima legge di Bilancio). Il ministro dell'Economia ha ostentato sicurezza, ma la realtà del dibattito emerso nella riunione del Fondo monetario a Washington è ben diversa rispetto alle sue parole. C'è questa distanza abissale tra il detto e il fatto, tra quel che si racconta e la realtà, è una bolla, prima o poi scoppierà. In questa dimensione di ipertrofia parolaia sguazzano tutti, maggioranza e opposizione. Matteo Salvini naturalmente continua il suo personale show di annunci, dunque la flat tax "va fatta subito, già a partire da quest'anno", poi a giugno arriva la pistola elettrica per le forze dell'ordine e visto che ci siamo due o tre randellate anche all'alleato di governo e Virginia Raggi, sindaco di Roma, perché "non occorre uno scienziato per portare via la monnezza e svuotare i cestini". Questo è quel che passa la giornata italiana, si può tranquillamente sorvolare, i fatti reali - anche quelli che riguardano l'Italia - sono altrove. Cominciamo con l'agenda della settimana e poi andiamo in Libia.
01
L'agenda della settimana
Quali sono i fatti che pesano? Sono tutti nell'urna e nel portafoglio:
Si vota in Indonesia. Sfida tra il presidente uscente Widodo (che è il favorito) e Prabowo Subianto (dato in recupero). Perché è importante l'Indonesia? È il più grande paese islamico del mondo.
Ballottaggio in Ucraina. Si va al secondo turno il 21 aprile. Nel primo turno Petro Poroshenko, il candidato dell'establishment occidentale, è stato travolto dal successo del comico Volodymyr Zelensky. Non dovrebbe esserci partita, Zelensky viaggia nei sondaggi al 60 per cento. Un altro contrappasso per chi pensa che la storia si scriva a tavolino. L'Ucraina è un esperimento di rivoluzione incoraggiata e assistita che è finito in farsa.
Si vota in India. La più grande democrazia del mondo sta votando, 900 milioni di persone. Siamo alla seconda di sei fasi di voto. Lo spoglio comincerà il 23 maggio e durerà tre giorni. Il premier Narendra Modi ha ingaggiato una mini-guerra con il Pakistan e ha perfino abbattuto un satellite con un missile (creando un problema potenziale per la Stazione spaziale internazionale) per mostrare la sua forza. È il favorito.
Macron parla alla nazione. Domani alle 20 il presidente francese, Emmanuel Macron, annuncerà in un discorso alla nazione. Finito il Grand Débat, Macron si fionda nella campagna elettorale europea. L'Eliseo ha anticipato che saranno annunciati "cambiamenti profondi", in particolare sul fisco.
Wall Street. È stagione di bilanci, attenzione alle banche. Questa settimana presentano i risultati Goldman Sachs, Citigroup, Bank Of America, Morgan Stanley. Sul monitor di List ci sono Netflix e Ibm, immaginario e innovazione.
Numeri dell'economia. Martedì diluvio di numeri: escono i dati sul mercato del lavoro nel Regno Unito, la produzione industriale negli Stati Uniti, il sondaggio ZEW sull'economia della Germania, grande attesa per i dati della Cina su prodotto interno lordo, produzione industriale e vendite al dettaglio. Mercoledì dati sul commercio internazionale americano e l'indice Pmi della manifattura in Giappone. Giovedì liste di disoccupazione e vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Venerdì i numeri dei nuovi permessi per costruire in America.
Dati economici italiani. Ecco il calendario Istat: martedì i numeri sui permessi nelle costruzioni; mercoledì dati su inflazione, commercio estero e produzione nelle costruzioni; giovedì fatturato e ordinativi nell'industria; venerdì i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese. Sono tutti temi che non fanno parte del dibattito politico, si parla d'altro.
***
Continuiamo il nostro giro nei fatti che pesano, che contano. Andiamo in Libia.
02
L'Egitto appoggia la guerra di Haftar
Niente di buono per l'Italia dalla Libia. Il generale Haftar è andato a trovare il presidente Al Sisi al Cairo e ne è uscito con l'appoggio egiziano alla sua operazione militare su Tripoli. Il premier Giuseppe Conte ha costituito un'unità di crisi, ma si tratta di una mossa disperata. Per dare un'idea della situazione: facciamo sponda con il Qatar, un ottimo partner dell'Italia, ma in questo caso un mediatore che non serve perché è un avversario di Haftar e dei suoi principali sponsor nel Medio Oriente: Arabia Saudita, Egitto e Emirati. L'Italia parla con tutti, si dice, ed è vero, ma parlare con tutti e dire a tutti "siamo amici" in politica estera significa essere ambigui e inaffidabili. Mentre la Francia usa la sua potenza e le sue strutture della Difesa per giocare un ruolo "attivo" in Libia - in tutta l'Africa, oltre la sua tradizionale sfera d'influenza coloniale - l'Italia cos'altro mette in campo? La buona volontà? A giudicare dai risultati non solo non basta, ma è stata pure male indirizzata: ci siamo fatti "sorprendere" dalle colonne d'artiglieria motorizzata di Haftar, da mesi le truppe del generale conquistavano territorio libico, quando è arrivato alle porte di Tripoli non avevamo neppure un numero di telefono utile da chiamare per avere sostegno. Appena firmata l'intesa con la Cina, a Palazzo Chigi si sono accorti che ci servivano gli americani. Sorry boys, chiedete aiuto a Pechino.
Il generale Haftar e il presidente egiziano Al Sisi oggi a Il Cairo (Foto Ansa)Così il generale Haftar è andato al Cairo e ha incassato il via libera dell'Egitto, l'appoggio dell'attore regionale più importante. Così la nota della presidenza egiziana "conferma il sostegno agli sforzi per combattere il terrorismo e i gruppi estremisti e le milizie per ottenere la sicurezza e la stabilità per i cittadini libici in tutti i territori libici e per consentire la creazione di uno stato civile stabile e sovrano". Bastava ripercorrere la storia dell'Egitto dalle rivoluzioni arabe a oggi per capire come girava questa sceneggiatura. La Fratellanza musulmana dopo la caduta di Morsi è stata repressa, decine e decine di suoi esponenti sono stati processati e condannati a morte. Al Sisi appoggia Haftar per mille ragioni, questa è la prima.
Non potendo contare sull'Egitto e l'Arabia Saudita (che come abbiamo scritto nei precedenti numeri di List è un finanziatore di Haftar), l'Italia ha al suo fianco il solo Qatar, cioè il soggetto più isolato dell'area. In teoria a quel punto dovremmo cercare di coinvolgere al nostro fianco la Turchia. Ma qui si esalta tutta l'inettitudine diplomatica del governo e del suo duumvirato (Di Maio/Salvini). Ci serve (anche) il sostegno turco per non perdere la Libia? Ottimo, allora Salvini che fa? Dichiara che "la Turchia non è e non sarà mai Europa. Il processo di adesione va cancellato, va definitivamente interrotto". La frase il ministro infelpato l'ha pronunciata qualche giorno fa, mentre incontrava alcuni leader dei partiti sovranisti europei del Nord Europa. Va bene per chi fa politica nella Foresta Nera, il problema è che il nostro spazio d'azione non è in Baviera, ma nel Mediterraneo. E qui siamo rimasti soli, con Tripoli che vibra di fronte ai colpi di mortaio e mitragliatrice. A volte bisogna saper tacere.
Un portavoce del governo libico, Muhannad Younis, ha detto che il premier Sarrraj "non accetterà nessun cessate il fuoco se le forze di Haftar contineranno ad attaccare la capitale". Tregua solo se le milizie di Haftar torneranno alle "precedenti posizioni". Non tira aria di pace, parlano gli artiglieri: "I colloqui in merito ad una soluzione politica basati sulle solite vecchie regole sono ormai sorpassati, vengono documentate tutte le continue violazione del diritto internazionali commesse dalle forze di Haftar, in modo da procedere ad un'azione legale internazionale". In queste condizioni, ne resterà solo uno in piedi. Chi?
03
La battaglia di Tripoli
Battaglia a Ain Zara. Le forze del governo di Tripoli contro quelle del generale Haftar (Foto Ansa).La situazione sul campo è quello di una guerra vera, sempre più cruenta, ecco il bollettino, terribile:
Cento morti. È di almeno "100 morti" il bilancio dei caduti tra i combattenti dell'esercito di Haftar. La notizia viene da fonti dell'ospedale Al Jalaa di Bengasi e sono state citate dalla tv libica Al Ahrar. L'opedale ha allestito un campo medico sul fronte a sud di Tripoli.
Caccia abbattuto. La contraerea del governo di Tripoli ha abbattuto a Wadi Rabii, nel sud-est della capitale, un caccia dell'esercito del maresciallo Khalifa Haftar, così riferiscono alcuni media libici.
Ospedali e scuole bombardati. La Missione dell'Onu in Libia (Unsmil) ha denunciato il bombardamento di scuole e strutture mediche, avvertendo che si tratta di un "crimine contro l'umanità". L'Ufficio delle Nazioni unite per gli affari umanitari ha segnalato che dall'inizio degli scontri nei pressi di Tripoli sono state colpite otto ambulanze.
Sfollati. È salito a circa 16 mila il numero delle persone costrette a lasciare le loro case nell’area di Tripoli. Sono i numeri forniti dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) aggiornati a ieri, 13 aprile, secondo cui 2.000 sfollati si contano solo nelle ultime 24 ore.
Aiuti. I partner umanitari forniscono assistenza “laddove possibile” e finora sono state aiutate circa 4.000 persone. A Tripoli sono stati istituiti 15 punti di raccolta per l'aiuto degli sfollati.
Immigrati detenuti. Oltre mille rifugiati e migranti sarebbero intrappolati nei centri di detenzione di Gharyan (dove mancherebbe l'acqua potabile) e Qasr bin Ghashir, vicino ai luoghi dove si combatte.
***
Che facciamo ora? Restiamo nel continente africano, aggiornamenti da Algeri e Khartoum.
04
Università chiuse in Algeria
Gli studenti algerini hanno chiuso oggi le università e la protesta continua a andare ben oltre le dimissioni del presidente Bouteflika. Milioni di persone chiedono un regime change totale, non era in discussione solo la figura dell'autocrate che da vent'anni governava l'Algeria, ma tutto il sistema che ha con lui guidato il paese. Secondo Agenzia Nova "l’Università della Scienza e della Tecnologia di Bab Ezzouar, la più grande università, è chiusa da questa mattina: gli studenti hanno infatti occupato l’ingresso dell’ateneo della capitale e sbarrato le porte. Gli studenti della Facoltà di Medicina dell’Università centrale, così come quelli di Bab Ezzouar, hanno proclamato uno sciopero di una settimana. La stessa cosa hanno fatto anche la maggior parte delle altre università algerine. La stampa locale sottolinea che la mossa degli studenti potrebbe contribuire a dare una dimensione politica al movimento popolare che dal 22 febbraio ha portato in piazza milioni di algerini, ma che finora non ha saputo trovare un consenso attorno a un leader". Una cosa è certa, il capo dello Stato ad interim, Abdelkader Bensalah, ha un compito duro: portare il paese in pace alle elezioni presidenziali del 4 luglio. Ogni venerdì la protesta si allarga e la repressione della polizia diventa sempre più dura, questo fine settimana sono stati arrestati 108 manifestanti.
In Sudan come in Algeria il potere è nelle mani dell'esercito dopo l'arresto del presidente Omar Bashir, in carica da trent'anni. I militari hanno sospeso la costituzione e dichiarato che ci sarà una transizione di due anni. Difficile pensare che la situazione di stallo possa durare a lungo, la protesta a Khartoum continua. Il Consiglio militare ha già incontrato gruppi d'opposizione che chiedono l'apertura del governo ai civili, il rilascio di detenuti, riforme subito, il ministro della Difesa Ahmed Awad ibn Auf si è dovuto dimettere a sole 24 ore dalla sua nomina al vertice della transizione. Il suo successore, Abdul Fatah al Burhan, ha servito come capo dell'esercito dal febbraio 2018, ha revocato lo stato d'emergenza, ma questo non gli basterà a fermare la protesta. Ha due strade possibili: aprire il governo ai civili o usare il pugno di ferro.
05
Russiagate. La settimana del report di Mueller
Non c'è ancora la data e l'ora, ma da domani ogni giorno è buono per la pubblicazione del rapporto sul Russiagate. Si attende il via libera del ministro della Giustizia, William Barr, bisogna decidere quali punti sono da considerare top secret e non divulgabili. Lo staff di Barr, il suo vice Rod Rosenstein e gli uomini del team di Mueller sono al lavoro.
Sono 400 pagine che non vediamo l'ora di leggere e analizzare. A Washington i Democratici sperano di trarne qualche vantaggio politico, ma non sarà facile. La storia è diventata un boomerang per i Dem, quando Mueller ha messo il naso dentro i rapporti tra i lobbisti e i paesi dell'Est ha scoperto un filo elettrico che portava al giro dei Clinton e Obama. Così il grande studio di lobbisti fondato da John e Tony Podesta (il primo è stato il responsabile della campagna presidenziale di Hillary Clinton) ha dovuto chiudere i battenti perché pescato con le mani nella marmellata dell'Est Europa, mentre l'altro ieri Gregory Craig, ex consigliere di Barack Obama, è finito sotto indagine per i suoi rapporti non dichiarati con l'Ucraina. Un contrappasso micidiale.
06
Assange, il Russiagate (e il gatto)
Il Russiagate si incrocia con l'arresto di Julian Assange a Londra. Gli Stati Uniti hanno chiesto l'estradizione del fondatore di Wikileaks, abbiamo pubblicato l'atto d'accusa. Wikileaks compare nel radar di Mueller quando i documenti dei Democratici vengono pubblicati sul sito. L'azione di hackeraggio sarebbe opera di un team di agenti del servizio segreto russo, dunque si considera che in quel momento l'organizzazione guidata da Assange agisca in collegamento con il Cremlino. A che scopo? Certo, Assange è un ricercato dalla giustizia americana, poteva avere l'interesse a cercare la benevolenza dell'amministrazione Trump, ma troppe cose non tornano in questa storia. Abbiamo un po' di documenti da leggere, ci torneremo presto.
Un mistero, almeno uno, è stato svelato. Sui social dopo l'arresto di Assange impazzava la domanda: dov'è finito il gatto di Julian? Si affacciava alla finestra dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, eccolo qui:
Assange lo aveva liberato prima, è al sicuro:
Wikileaks dice che si riuniranno insieme presto, in libertà. Vedremo, questa storia è ancora tutta da scrivere.
***
Nel frattempo, Trump ha (ri)cominciato a trollare la Federal Reserve.
07
Trump ha un problema con la Fed
Non è la prima volta, non sarà l'ultima. Ciò che è inusuale (un presidente americano che critica la Federal Reserve pubblicamente) con Trump diventa abituale. Fa parte del suo gioco, lui è contro "the swamp", la palude di Washington, di cui la Fed ovviamente in questo immaginario fa parte. L'attuale presidente della Fed, Jerome Powell, l0 ha scelto lui, ma anche questo per The Donald è un dettaglio.
Dunque per Trump "se la Fed avesse fatto bene il suo lavoro, cosa che non è avvenuta, la Borsa sarebbe salita da 5 mila a 10 mila punti in più, e il Pil sarebbe oltre il 4% invece del 3% con l'inflazione quasi a zero. La stretta monetaria è stato un assassinio, doveva essere fatto l'opposto". Jerome Powell sta vivendo tempi interessanti. Forse troppo.
***
C'è un paese che oggi vota, la Finlandia. Ci interessa? Sì e tra poco capiremo perché.
08
Finlandia. I socialdemocratici battono (per un soffio) il Finns
Un testa a testa e poi la vittoria (e la sconfitta) di un soffio. Il Partito socialdemocratico in Finlandia arriva al primo posto (17,7 per cento), ma davvero per "un'incollatura", al fotofinish, con il Finns, il partito dei Veri Finandesi che arriva secondo (17,5 per cento). Per la prima volta i socialdemocratici avranno il primo ministro, Antti Rinne, fatto che non accadeva dal 1999. Il voto è stato un processo al modello di governo finlandese, hanno messo troppa austerità dove c'era troppo welfare e alla fine il sistema è andato in testa coda e gli elettori hanno cambiato pagina. Fuori i centristi del primo ministro Juha Sipilä (poco sopra il 15 per cento dei voti, il 5,5 per cento in meno rispetto alle elezioni del 2015), dentro la sinistra e i populisti, entrambi all'opposizione. Sono andati bene anche i Verdi, oltre il 10 per cento dei consensi, mentre l'Alleanza di sinistra arriva all'8,4 per cento. A distanza il Partito popolare svedese e i cristiano-democratici, con risultati inferiori al 5 per cento dei voti.
Il governo? L'incarico di formarlo andrà al socialdemocratico Rinne e ci sarà un esecutivo largo. Si navigherà a vista perché il partito dei Veri Finlandesi ha 39 seggi in Parlamento e fare coalizioni che tengono in Europa è diventato difficile ovunque. Salvini ha esultato per l'affermazione del Finns che è alleato della Lega nelle elezioni europee. Siamo sempre al punto: l'avanzata c'è, il governo no. Basterà questo per abbattere il muro di Bruxelles? No.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con una leggenda: Tiger Woods. Golf.
09
Golf. Il ritorno di Tiger Woods
Tiger Woods ha vinto il Masters Tournament a Augusta, in Georgia, e indossa la Green Jacket 14 anni dopo. Woods non vinceva in un evento del grande slam dal 2008 (US Open). Il grande italiano Francesco Molinari dopo una splendida serie di colpi è crollato al quinto posto. Woods ha portato a 81 i suoi successi sul PGA Tour, uno in meno del recordman Sam Snead. Con il titolo ha ricevuto un assegno di 2.070.000 dollari su un montepremi di 11,5 milioni di dollari e la “giacca verde”
Chi è che ha detto che il golf non è uno sport? Guardate questo eccezionale momento:
Il primo Hole-In-One di Bryson DeChambeau. Si chiama talento. Ce ne vuole tanto nella vita. Ah, certo, non per diventare ministro in Italia. Ci beviamo sopra, è l'ora del Gin Martini. Buona serata.
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mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.