19 Aprile
La linea politica di Mattarella
Il Presidente della Repubblica intervistato dalla rivista Politique Internationale. Euroscettici: a forza di denigrare l'Ue hanno mobilitato gran parte della popolazione. Il sovranismo: non minaccia l'esistenza dell'Unione. Immigrazione: è mancata la solidarietà. I terroristi italiani e Parigi: troveremo un accordo
L'azione diplomatica del Quirinale per riavvicinare le posizioni tra Italia e Francia va avanti. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella qualche settimana fa ha concesso un'intervista a Richard Heuzé, pubblicata da "Politique Internationale" con il titolo "Francia-Italia: una relazione indistruttibile". Pubblichiamo ampi brani del testo dell'intervista tradotta e diffusa dal Quirinale. Buona lettura.
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Richard Heuzé: La crisi diplomatica.
Sergio Mattarella: L’indomani dell’aggressione di Mussolini, della guerra e poi del comune impegno nella Resistenza, la riconciliazione con la Francia è stata una tappa fondamentale verso il reintegro dell’Italia nella comunità internazionale. A quel tempo soltanto pochi paesi erano disposti ad ascoltare ciò che aveva da dire la nuova Italia repubblicana. La vicinanza fra i due Ministri degli Esteri, Carlo Sforza e Georges Bidault, ha permesso la realizzazione, nel 1948, di un progetto di Unione doganale fra Parigi e Roma che andava ben al di là del Trattato di pace del 1947. Tale Unione ha preceduto l’adesione dell’Italia alla NATO, nel 1949, e al Consiglio d’Europa, ancora una volta con l’appoggio di Parigi.
I paesi latini aspiravano a svolgere un ruolo importante nella costruzione di un nuovo ordine europeo che, a quel tempo, cercava ancora la sua strada fra l’entente cordiale franco-britannica e il modello di un’Europa carolingia, oscurata dal millenario antagonismo fra Berlino e Parigi.
Ma il dialogo culturale fra la Francia e l’Italia non risale certo al dopoguerra: è stato alimentato per tutto il XIX secolo da intensi scambi fra intellettuali. Ad esempio Victor Hugo ha intrattenuto un’intensa corrispondenza con Angelo Brofferio, uno dei protagonisti del Risorgimento, che lo scrittore francese definiva “avvocato del popolo” e “atleta della libertà”.
In una delle sue lettere a Brofferio, che gli offriva asilo in Piemonte, Victor Hugo, esiliato a partire dal colpo di stato di Luigi-Napoleone Bonaparte, lanciava l’idea di un “grande parlamento federativo continentale”....
L'azione diplomatica del Quirinale per riavvicinare le posizioni tra Italia e Francia va avanti. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella qualche settimana fa ha concesso un'intervista a Richard Heuzé, pubblicata da "Politique Internationale" con il titolo "Francia-Italia: una relazione indistruttibile". Pubblichiamo ampi brani del testo dell'intervista tradotta e diffusa dal Quirinale. Buona lettura.
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Richard Heuzé: La crisi diplomatica.
Sergio Mattarella: L’indomani dell’aggressione di Mussolini, della guerra e poi del comune impegno nella Resistenza, la riconciliazione con la Francia è stata una tappa fondamentale verso il reintegro dell’Italia nella comunità internazionale. A quel tempo soltanto pochi paesi erano disposti ad ascoltare ciò che aveva da dire la nuova Italia repubblicana. La vicinanza fra i due Ministri degli Esteri, Carlo Sforza e Georges Bidault, ha permesso la realizzazione, nel 1948, di un progetto di Unione doganale fra Parigi e Roma che andava ben al di là del Trattato di pace del 1947. Tale Unione ha preceduto l’adesione dell’Italia alla NATO, nel 1949, e al Consiglio d’Europa, ancora una volta con l’appoggio di Parigi.
I paesi latini aspiravano a svolgere un ruolo importante nella costruzione di un nuovo ordine europeo che, a quel tempo, cercava ancora la sua strada fra l’entente cordiale franco-britannica e il modello di un’Europa carolingia, oscurata dal millenario antagonismo fra Berlino e Parigi.
Ma il dialogo culturale fra la Francia e l’Italia non risale certo al dopoguerra: è stato alimentato per tutto il XIX secolo da intensi scambi fra intellettuali. Ad esempio Victor Hugo ha intrattenuto un’intensa corrispondenza con Angelo Brofferio, uno dei protagonisti del Risorgimento, che lo scrittore francese definiva “avvocato del popolo” e “atleta della libertà”.
In una delle sue lettere a Brofferio, che gli offriva asilo in Piemonte, Victor Hugo, esiliato a partire dal colpo di stato di Luigi-Napoleone Bonaparte, lanciava l’idea di un “grande parlamento federativo continentale”. Se ne trova una descrizione più precisa in Actes et paroles, dove lo scrittore annuncia la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Mi permetta di citarne un passo: “L’Allemagne serait à la France, la France serait à l’Italie ce qu’est aujourd’hui la Normandie à la Picardie et la Picardie à la Lorraine. Plus de guerre, par conséquent plus d’armée. Plus de frontières, plus de douanes, plus d’octrois... Une monnaie continentale (…) [qui] résorberait toutes les absurdes variétés monétaires d’aujourd’hui. (…) Liberté d’aller et de venir, liberté de s’associer, liberté de posséder, liberté d’enseigner, liberté de parler, liberté d’écrire, liberté de penser, liberté d’aimer, liberté de croire...” (1) Quale migliore descrizione?
(1)“La Germania sarebbe per la Francia, la Francia sarebbe per l’Italia, quello che è oggi la Normandia per la Piccardia e la Piccardia per la Lorena. Niente più guerre, di conseguenza niente più eserciti. Niente più frontiere, dogane, dazi …Una moneta continentale (…) (che) riassorbirebbe tutte le assurde varietà monetarie di oggi. (…) Libertà di andare e venire, libertà di associarsi, libertà di possedere, libertà di insegnare, libertà di parlare, libertà di scrivere, libertà di pensare, libertà di amare, libertà di credo …”)..
R.H.: Cancellate le conseguenze della crisi diplomatica tra Italia e Francia?
S.M.: Assolutamente. Il Forum economico che si è tenuto il 1° marzo a Versailles, e che ha riunito le organizzazioni degli imprenditori dei nostri due paesi, la Confindustria e il Medef, ha dimostrato che i nostri rapporti di lavoro non hanno subito lacerazioni.
R.H.: Il Trattato di Aquisgrana del 22 gennaio 2019 con la Germania rafforza il Trattato dell’Eliseo del 22 gennaio 1963. L’Italia deve adombrarsene?
S.M.: Facciamo un passo indietro. Con la Dichiarazione Schuman del maggio 1950 è stato avviato, con il leale sostegno della Repubblica Italiana, un dialogo tra Germania e Francia. Quella Dichiarazione costituisce il fondamento su cui si è basata la costruzione europea, che ha preso avvio con la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) per sfociare nell’Unione Europea così come la conosciamo oggi. In questo processo, ha svolto un ruolo decisivo la profonda convergenza di vedute tra Schuman, De Gasperi e Adenauer.
Siamo lieti che la Francia e la Germania, due paesi amici, alleati e membri fondatori dell’Unione – al pari dell’Italia – abbiano deciso di rinsaldare i loro legami al servizio di questo grande disegno europeo. E spero che ciò avrà ricadute positive su tutta l’Europa. Non pensiamo neanche per un attimo che la riaffermazione di quel rapporto rispecchi la minima tentazione egemonica o prefiguri l’instaurazione di un direttorio ai vertici dell’Unione.
R.H.: La questione di membri delle Brigate Rosse ricercati dalla giustizia italiana e accolti in Francia.
S.M.: Penso che i nostri due paesi, tanto vicini per cultura giuridica e per storia, sapranno trovare un accordo su una questione delicata come quella delle estradizioni. Vede, il nostro paese ha sofferto molto durante quelli che si sogliono definire gli “anni di piombo”. Siamo riusciti a sconfiggere il terrorismo senza mai derogare in alcun modo alle regole della democrazia e alle garanzie di diritto. In particolare, non abbiamo mai fatto ricorso alla legislazione di emergenza. Ecco perché oggi l’esigenza di giustizia è così fortemente sentita dal popolo italiano.
R.H.: Le elezioni europee.
S.M.: Sono quarant’anni che il Parlamento europeo è eletto a suffragio universale diretto, ma, per la prima volta, stiamo assistendo a una vera e propria campagna elettorale pan-europea nel senso pieno del termine. Non si tratta cioè di 27 campagne elettorali separate, bensì di un unico dibattito in un’unica arena, cui prendono parte leader e partiti politici di tutti i paesi. I temi della campagna rispecchiano sempre meno le questioni nazionali. La gente si interessa sempre più a ciò che accade negli altri paesi dell’Unione ed è consapevole di condividere un destino comune. Lungi dal provare estraneità, come vorrebbero far credere alcuni, gli europei provano un senso di appartenenza crescente. E paradossalmente, all’origine di questo rinnovato interesse vi sono i movimenti euroscettici. A forza di denigrare le istituzioni e le politiche europee, sono riusciti a mobilitare nuovamente gran parte della popolazione.
R.H.: Il risveglio della mobilitazione.
S.M.: I dibattiti si stanno svolgendo in spazi considerati finora come appartenenti alla “sfera riservata” della diplomazia: la questione dei missili a medio raggio, il riarmo nucleare, le regole del commercio internazionale, la politica africana, le migrazioni, la finanza internazionale… L’Europa si sta costruendo dal basso. L’organismo sociale europeo in formazione comprende sensibilità che trascendono i confini nazionali e si apprestano a esprimersi tramite quell’esercizio democratico comune che è l’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo. Non è un caso che l’Articolo 1 del Trattato di Maastricht esorta a realizzare una “unione sempre più stretta” fra i paesi membri. Questo obiettivo è in via di realizzazione.
R.H.: Si parla molto di crisi del multilateralismo...
S.M.: E’ vero che certe organizzazioni sono invecchiate e rispecchiano rapporti di forze ormai scomparsi. Ma la crisi è conseguenza delle politiche dei principali attori sulla scena internazionale più che dell’inadeguatezza degli strumenti multilaterali stessi. Non dimentichiamo che questi strumenti, a cominciare dall’ONU, hanno svolto un ruolo prezioso all’indomani della scomparsa della “cortina di ferro”. Durante questo periodo è stato possibile raccogliere i “dividendi della “pace” del dopo-guerra fredda. Dal canto suo, l’Unione europea, con l’allargamento ai paesi dell’Europa Europa centrale e orientale, ha realizzato il sogno dell’unità del continente.
E’ chiaro che la scelta cui siamo oggi di fronte oggi non è cambiata: bisogna permettere agli Stati di agire a piacimento e piegarsi alla legge del più forte, o bisogna invece istituire un sistema di regole condivise che rispetti l’esistenza e l’uguaglianza di tutti gli Stati? Ovviamente, io sono favorevole a questa seconda soluzione. Occorre dar vita a una vera comunità internazionale che non sia al servizio delle politiche di potenza, bensì degli interessi dei popoli che la compongono, e aprire la strada a quello che definirei un “multilateralismo efficiente”. Di qui la necessità che gli Stati si raggruppino in seno a insiemi più vasti, sul modello dell’Unione europea o delle organizzazioni che vediamo formarsi, non senza difficoltà, in altri continenti. Comunque sia, è chiaro che il vuoto politico che risulterebbe dal trionfo dell’unilateralismo esporrebbe il mondo a tensioni premonitrici di conflitti potenzialmente devastanti.
R.H.: Il vento del sovranismo.
S.M.: Vi è un gran numero di paesi che si trovano in situazioni senza precedenti. Ma non credo che questi cambiamenti possano avere conseguenze sul funzionamento del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo, e meno ancora minacciare l’esistenza dell’Unione. La logica storica che sottende all’integrazione è più forte di tutte le polemiche, di tutte le contestazioni e di tutte le deviazioni. Tanto più che stiamo assistendo all’emergere di una nuova generazione di giovani europei che sono al tempo stesso francesi ed europei, italiani ed europei, tedeschi ed europei, i quali viaggiano per tutta l’Europa in piena libertà, una libertà a cui non vogliono rinunciare. Ecco perché ho fiducia nel futuro, nonostante le difficoltà, che non vanno ignorate, ma neanche esagerate.
R.H.: La solidarietà tra i popoli europei e l’ondata di immigrazione in Italia.
S.M.: Si tratta di una questione che chiama in causa la coscienza europea. Che la solidarietà sia mancata è un fatto di cui non si può che prendere atto. La maggior parte dei governi ha reagito in funzione di preoccupazioni elettorali interne, e ciò ha impedito loro di dare una risposta comune a questo fenomeno senza precedenti. Naturalmente, non è stato così in tutti i paesi. La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha dato prova di un notevole coraggio, anche sul piano elettorale. Altri si sono rifiutati di fare checchessia. In ogni caso, questo episodio ha mostrato la necessità di una risposta collettiva alla tratta di esseri umani. Tale risposta deve poggiare sull’apertura di vie regolari di accesso all’Europa e richiede un impegno molto saldo e immediato al fine di garantire lo sviluppo dei paesi da cui provengono i flussi migratori. Ciò che stiamo facendo è ancora insufficiente, e ciò che abbiamo fatto per l’Africa è del tutto inadeguato. Da qui a trent’anni, gli africani saranno 2 miliardi e mezzo, a fronte di 700 milioni di europei. Questo problema deve essere affrontato di petto adottando una politica europea comune. Non possiamo ignorarlo né fingere che non esista.
R.H.: La crisi migratoria ha indebolito i valori fondativi dell’Unione?
S.M.: Ancora una volta, poniamoci in una prospettiva storica. Questi flussi migratori, soprattutto per la loro intensità, hanno costituito un fenomeno nuovo per l’Unione europea. Avevamo a disposizione degli strumenti classici, come la politica dell’asilo, fino ad allora praticata in un contesto politico, economico e sociale completamente diverso. Ma non siamo stati in grado di analizzare e anticipare le conseguenze della destabilizzazione di un certo numero di paesi del Medio Oriente né della crisi umanitaria dell’Africa. Curiosamente, a livello globale, le questioni demografiche sono da vari decenni al centro di un ampio dibattito e di riflessioni politiche approfondite, in particolare in seno all’ONU, mentre in Europa, che pure è il continente più esposto sul breve periodo, sono relegate in secondo piano.
L’intreccio tra difesa dei confini esterni dell’Unione e quella dei confini nazionali non ha certo migliorato la situazione. Di qui l’impossibilità di giungere a un accordo che definisse una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo.
Dobbiamo quindi lavorare, con rapidità ed energicamente, a soluzioni veramente europee: canali di migrazione legali; misure per combattere i trafficanti di esseri umani; mezzi per migliorare le condizioni di vita nei paesi di provenienza. Non bisogna perdere di vita il fatto che le migrazioni non si dirigono mai verso un solo paese dell’Unione, ma verso l’Europa nel suo complesso. Ripeto: soltanto una soluzione europea può consentirci di padroneggiare un fenomeno che rischia di scuotere il continente. Questo sarà uno dei temi principali della prossima legislatura europea.
R.H.: Sanzioni contro i paesi membri che rifiutano la solidarietà e mettono in discussione i valori fondanti dell’Unione europea.
S.M.: Innanzitutto, una parola sull’Unione europea. Essa viene spesso confrontata a una prova di equilibrio su una bicicletta. Un ciclista, per abile che sia, non può resistere a lungo facendo surplace. Il successo dell’Unione dipende dalla sua capacità di andare avanti. Di tanto in tanto subisce una battuta d’arresto. E’ stato così nel 1954 per la Comunità europea di difesa, e più recentemente, nel 2005, per il progetto di Trattato costituzionale. Ecco perché il cantiere del completamento dell’architettura europea non si deve fermare. Bisogna anzi farlo ripartire, tenendo conto dell’opinione dei cittadini. Gli strumenti esistono; sono previsti dai trattati. Si tratta di porli in opera al fine di raggiungere decisioni politiche.
Ciò detto, per tornare alla Sua domanda, le sanzioni rientrano nel diritto europeo. I principi fondamentali dell’Unione sono sanciti dai trattati e questi ultimi prevedono delle procedure volte a garantirne un’applicazione equa e omogenea. Ma vi è un altro interrogativo: quali valori vogliamo proteggere? La libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti umani, il primato del diritto… in breve, valori che riguardano le persone e i popoli, e non certo la conservazione di ipotetici “spazi vitali”, né gli interessi nazionalistici o l’antagonismo fra comunità. Guardiamoci da coloro che vorrebbero ribaltare questo approccio!
R.H.: Il dopo Brexit e le economie maggiori della Ue.
S.M.: In Europa, l’integrazione economica è ormai una realtà. Lo è, in larga misura, sul piano dei servizi finanziari, della ricerca, delle tecnologie d’avanguardia, dei settori industriali. Per giunta, mi preme ricordare che l’Italia è per dimensioni la seconda economia manifatturiera dell’Ue. Spetta ai paesi più grandi promuovere un percorso di integrazione per soddisfare l’economia europea nel suo insieme più che le priorità dei singoli paesi.
Di tanto in tanto, tornano a galla velleità di “direttorio”: dobbiamo respingerle senza esitazione. Tutti sono chiamati a contribuire, altrimenti rischiamo di non condurre in porto le riforme di cui l’Unione ha bisogno, oppure produrre risultati che non sarebbero certamente un passo avanti.
Di fronte alla globalizzazione, che non cessa di guadagnare terreno, vi è una volontà comune di stabilire norme internazionali in materia di economia circolare, di gestione sostenibile delle risorse, di ambiente e di clima, di tutela della privacy, di diritti dei lavoratori? E di far sì che tali norme migliorino la qualità di vita delle persone e rendano la concorrenza più trasparente e più leale? L’Unione europea ha svolto un ruolo di primo piano in un certo numero di ambiti. Deve forse rinunciare a quest’ambizione per sprofondare nella contemplazione delle realtà nazionali e del loro passato?
Gli europei sono chiamati a compiere scelte difficili se vogliono trovare un equilibrio tra confronto globale e concorrenza interna. Ciò vale per i “campioni” europei dell’industria e dei servizi. E vale anche per le imprese dette OTT, over the top, particolarmente interessate dalla direttiva sui diritti d’autore che dovrebbe essere adottata a breve.
R.H.: Europa e Africa.
S.M.: Promuovere lo sviluppo economico e sociale dei paesi africani è un dovere morale e storico. Ma è anche nell’interesse dell’Europa, tenuto conto delle pressioni migratorie, della necessità di garantire la stabilità di quella regione del mondo, pur nel rispetto dei principi e dei valori che animano l’Unione europea. Ciò che avviene alle porte della nostra casa comune – le crisi politiche o militari, le conseguenze delle catastrofi naturali o del cambiamento climatico – ci colpisce direttamente. Facciamo parte dello stesso spazio geopolitico e per questo dobbiamo, insieme, esigere che i popoli esercitino una responsabilità comune al fine di favorire l’integrazione delle giovani generazioni nei processi di sviluppo sociale, economico e politico. L’Unione ha compiuto alcuni passi nella direzione giusta, in particolare con la creazione del fondo fiduciario per l’Africa. Ma occorre fare molto di più e incoraggiare un dialogo più serrato fra l’Unione europea e l’Unione africana. Non ci riusciremo certo continuando a procedere in ordine sparso.
R.H.: L’Europa si interessa abbastanza al Mediterraneo?
S.M. - La risposta è no. E altrettanto si potrebbe dire dell’Alleanza Atlantica. L’Unione europea deve esercitare appieno il suo peso politico per creare le condizioni per la pace e la stabilità, lo sviluppo e il rispetto dei diritti umani. Il Mediterraneo non deve tornare ad essere, come al tempo della “guerra fredda”, il teatro delle rivalità fra potenze regionali o globali, soprattutto se queste potenze sono paesi europei. Numerose iniziative europee – dall’Unione per il Mediterraneo ai partenariati di vicinato – si sono gradualmente arenate senza che si facesse nulla per impedirlo. E’ un grave errore cui occorre rimediare.
R.H.: Unione europea, Russia e sanzioni.
S.M.: L’Italia condivide la posizione di molti suoi partner europei, quella di un “doppio binario”: da un lato la fermezza, per mezzo di sanzioni, per esprimere chiaramente la nostra opposizione a ogni violazione manifesta del diritto internazionale; dall’altro il dialogo, al fine di incoraggiare Mosca ad adottare un atteggiamento più responsabile. Dalla lotta contro il terrorismo alla sicurezza, dalle migrazioni al cambiamento climatico, molti sono gli ambiti in cui la Russia svolge un ruolo di primo piano. Non dobbiamo avere paura di un confronto franco e aperto, sempre sottolineando che le sanzioni sono un modo per esortarla a riconciliarsi rapidamente con la comunità internazionale.
R.H.: Il dovere della memoria.
S.M.: Per le nostre società, l’antisemitismo è un vero e proprio veleno. Agisce come un virus estremamente pericoloso, in grado di infiltrarsi nel tessuto sociale delle democrazie. Un virus che malauguratamente, nonostante gli sforzi delle società europee, non è mai stato completamente debellato. La lotta contro l’oblio e la valorizzazione della memoria sono gli unici anticorpi in grado di sconfiggere le terribile malattia di antisemitismo. Ricordate queste parole di Primo Levi, iscritte all’ingresso del memoriale di Berlino dedicato agli ebrei d’Europa assassinati: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”. Ecco perché occorre instancabilmente preservare la memoria, raccontare, spiegare e non dimenticare. Perché questo virus, anche quando lo si crede sconfitto, rimane latente, come constatiamo ahimè in questo momento. Nel dicembre 2018 abbiamo allestito al Quirinale una piccola esposizione per ricordare l’adozione delle leggi razziali da parte di Mussolini nel 1938. A ottant’anni di distanza il messaggio non ha perso nulla della sua attualità.
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stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.