20 Aprile

La Liberazione d'Italia e una lezione americana

Il 25 aprile non è ancora una festa che unisce, ma divide. La guerra di Secessione americana e la difficile impresa di una memoria condivisa. La storia oggetto delle manipolazioni dei partiti e dei politici, i dati reali sulla Resistenza e il contributo decisivo degli Alleati. Un viaggio di Marco Patricelli tra passato e presente

di Marco Patricelli

Il nodo gordiano della condivisione del 25 aprile come Festa della Liberazione sta nella componente della guerra civile che suggella il periodo 1943-1945, dopo una guerra sbagliata e pure malamente perduta dalla parte dei totalitarismi. Nessun Alessandro Magno può sciogliere quel nodo, con la spada o senza, perché su quelle due parole, “guerra civile”, si è dapprima stesa una cappa ideologica che la negava, poi un’altrettanto tenace blindatura propagandistico-partitica, che a distanza di tre quarti di secolo ne fa elemento di spaccatura e non di identità nazionale.

Viene da chiedersi che festa è una festa parziale, in cui si parla di vincitori e vinti, di buoni e cattivi, non in chiave storica oggettivizzata ma come espressione contemporanea di pulsioni soggettive e di militanza politica, spesso strumentali. L’Italia non ha un 14 luglio da festeggiare come la Francia (1789), e neppure un 4 luglio come gli Stati Uniti (1777), date nelle quali tutti si riconoscono e che tutti celebrano. Può contrapporre sul calendario una debole festa della Repubblica, il 2 giugno, e appunto il 25 aprile, che però riaccende contrasti mai sopiti, poiché la guerra civile, anche se ammantata dalla più nobile riverniciatura di guerra di Liberazione, crea ferite e lacerazioni difficili da sanare. Questo aspetto deve essere non solo storicizzato, sfrondando visioni addomesticate e di parte, ma preliminarmente compreso.

Negli Stati Uniti non c’è nessuna festa nazionale per celebrare la fine della guerra di secessione (12 aprile 1861- 9 aprile 1865) e la conseguente riunificazione, passaggio indispensabile per l’American Way of Life e la creazione di una superpotenza che ha tenuto (e in parte tiene) nelle sue mani i destini del mondo.

I soldati dell'Unione in trincea vicino al fiume Rappahannock, Fredericksburg, poco prima della battaglia, il 3 maggio del 1863. Fu uno degli scontri più sanguinosi della Guerra di Secessione, caddero 18 mila uomini. 

Sono passati più...


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