24 Aprile
Medio Oriente e America. I due pianeti dell'energia
World Energy. Gli imperi del del gas e del petrolio. Il racconto della geopolitica dell'energia. La rivoluzione nella produzione americana, la trasformazione rapida dei Paesi del Golfo. Un viaggio di Francesco Gattei, la mappa, la storia e le regole del gioco. Il Medio Oriente avrà sempre un vantaggio, domineranno ancora le grandi riserve
L'ultimo numero di World Energy è dedicato ai Paesi del Golfo, regno del gas e del petrolio, epicentro del gioco geopolitico mondiale. WE esplora la trasformazione rapida di questi paesi, sistemi che sono già dentro l'era della transizione del gas e stanno cambiando il proprio modello di crescita e sviluppo. Quest'area del mondo è in competizione con l'America per la produzione di petrolio. Francesco Gattei ci racconta Texas e Medio Oriente, i due pianeti della galassia energetica di ieri, oggi e anche domani.
di Francesco Gattei
Nella galassia petrolifera esistono due pianeti: uno in Texas e l’altro in Medio Oriente, sin dai tempi più antichi. Ma alla fine sarà la penisola arabica, a dare continuità produttiva e a riservare ancora ampie sorprese in termini di nuove scoperte. Il Medio Oriente è la Goldilocks zone dell’industria petrolifera. Come in astronomia esiste una fascia ideale per la vita, in funzione della distanza dal sole e della possibile presenza di acqua liquida, anche nel mondo degli idrocarburi esistono delle condizioni ideali: la possibilità di un lungo processo di sedimentazione di materiale organico in ambiente privo di ossigeno e la disponibilità di ampie trappole geologiche dove contenere gli idrocarburi. E queste condizioni si sono manifestate in Medio Oriente quando, nel Giurassico, la regione si trovava in prossimità dell’equatore e si bagnava nel mare di Tetide. Le prove di una presenza petrolifera erano ampie sin dai tempi antichi. Dall’esistenza del fuoco perenne presso Kirkuk a Baba Gurgur (non a caso il Padre dei Fuochi Eterni in lingua curda) che arde da 4000 anni ed è menzionato anche nelle Storie di Erodoto. Dall’uso di bitume nei muri e nelle strade della città di Babilonia (e forse anche alla base della torre di Babele). Dalla presenza di infiltrazioni in superfice di idrocarburi al di qua e di là...
L'ultimo numero di World Energy è dedicato ai Paesi del Golfo, regno del gas e del petrolio, epicentro del gioco geopolitico mondiale. WE esplora la trasformazione rapida di questi paesi, sistemi che sono già dentro l'era della transizione del gas e stanno cambiando il proprio modello di crescita e sviluppo. Quest'area del mondo è in competizione con l'America per la produzione di petrolio. Francesco Gattei ci racconta Texas e Medio Oriente, i due pianeti della galassia energetica di ieri, oggi e anche domani.
di Francesco Gattei
Nella galassia petrolifera esistono due pianeti: uno in Texas e l’altro in Medio Oriente, sin dai tempi più antichi. Ma alla fine sarà la penisola arabica, a dare continuità produttiva e a riservare ancora ampie sorprese in termini di nuove scoperte. Il Medio Oriente è la Goldilocks zone dell’industria petrolifera. Come in astronomia esiste una fascia ideale per la vita, in funzione della distanza dal sole e della possibile presenza di acqua liquida, anche nel mondo degli idrocarburi esistono delle condizioni ideali: la possibilità di un lungo processo di sedimentazione di materiale organico in ambiente privo di ossigeno e la disponibilità di ampie trappole geologiche dove contenere gli idrocarburi. E queste condizioni si sono manifestate in Medio Oriente quando, nel Giurassico, la regione si trovava in prossimità dell’equatore e si bagnava nel mare di Tetide. Le prove di una presenza petrolifera erano ampie sin dai tempi antichi. Dall’esistenza del fuoco perenne presso Kirkuk a Baba Gurgur (non a caso il Padre dei Fuochi Eterni in lingua curda) che arde da 4000 anni ed è menzionato anche nelle Storie di Erodoto. Dall’uso di bitume nei muri e nelle strade della città di Babilonia (e forse anche alla base della torre di Babele). Dalla presenza di infiltrazioni in superfice di idrocarburi al di qua e di là del Golfo.
Ma la ricerca nella regione non fu scontata. Mentre in Iran il potenziale petrolifero fu accertato ad inizio del secolo e quello iracheno nel 1927 (proprio a Baba Gurgur), le prospettive di scoperte più a sud apparivano limitate. I tecnici inglesi che scandagliavano la regione consideravano la penisola arabica priva di greggio, inadatta alla genesi di petrolio, tanto da scommettere di bere ogni goccia di petrolio rinvenuta a sud di Bassora. Qualcuno aveva però una prospettiva diversa: si trattava del maggiore dell’esercito neozelandese Frank Holmes, che credeva nell’esistenza di un grande campo petrolifero dal Kuwait lungo la costa della penisola arabica. Holmes, che si fidava più del suo naso che delle mappe geologiche dell’epoca, non sbagliò di tanto la previsione. Le sue ricerche aprirono le scoperte dei grandi campi in Bahrain ed in Kuwait. Ma non riuscì ad individuare il grande campo che aveva prefigurato e che si chiama Ghawar, in Arabia Saudita. È il giacimento più grande del mondo e copre, in lunghezza, la distanza tra Milano e Venezia. Da solo produce il 5 percento della produzione mondiale. Ma oltre a Ghawar ci sono molte altre gemme nel Golfo. Seguendo una direttrice che scorre lungo la penisola arabica ci sono centinaia di campi Giant sia ad olio che a gas che fanno di questa regione l’Eldorado degli idrocarburi.
Nella galassia petrolifera c’è tuttavia un altro pianeta dove esistono le condizioni ideali per la generazione di idrocarburi: gli Stati Uniti, e in particolare il Texas. Anche qui le testimonianze petrolifere sono antiche: il conquistatore spagnolo De Soto aveva raccontato dell’uso di bitume nella canoe dei nativi, che usavano anche il greggio come medicinale. Ma le aspettative di scoperte significative in Texas, durante il primo boom petrolifero americano tra Pennsylvania e California, erano più ridotte. Solo la perseveranza di un altro geologo amatoriale e con un nome da romanzo di Tolkien, Patillo Higgins, permise la scoperta dell’enorme ricchezza di quello che sarebbe diventata la capitale del greggio a stelle e strisce. Il pozzo di Spindletop nel 1901 diede vita a quel fenomeno che gli yankees chiamano Gusher, l’eruzione incontrollata di greggio, scenografica e pericolosa. E fece cadere il prezzo da 2 dollari a 25 cents al barile. Il campo, che produceva 100 mila barili giorno, la metà dell’intera produzione USA, fu cannibalizzato da migliaia di rig e si esaurì in pochi anni. Da allora le scoperte si estesero in tutto lo stato, muovendosi da East (altro Giant, East Texas ed altro tracollo dei prezzi) ad Ovest. Qui nel 1923 fu scoperto uno dei più grandi giacimenti del mondo. Il pozzo, su cui non si nutrivano troppe aspettative, era stato denominato Santa Rita 1 invocando la protettrice delle imprese impossibili.
Il campo nel West Texas rivelò in realtà una serie di strati geologici che come un gigantesco millefoglie coprono una distesa tra Texas e New Mexico di circa 500 km di lunghezza per 400 km di larghezza e che sono definiti come il bacino del Permiano. Il Permiano è alla base di quello che oggi è la rivoluzione energetica americana, quella del tight oil e che ha riportato la declinante industria petrolifera a nuovi record di produzione. Infatti dopo aver prodotto dai giacimenti tradizionali (gli strati più cremosi del millefoglie), con la tecnica del fracking si sta estraendo il greggio contenuto negli spessori più duri, che per decenni erano risultati non economici. Secondo l’USGS, l’agenzia governativa che stima il potenziale minerario americano, il Permiano conterrebbe fino a 46 miliardi di barili di petrolio, 20 miliardi di NGL e 280 tcf (trilioni di piedi cubi) di gas, raddoppiando il totale conosciuto negli Usa e rivaleggiando con i primi giacimenti del golfo. E così il Texas che produceva 1 milione di barili/g solo dieci anni fa, oggi ne produce 4 milioni. Se fosse nell’OPEC sarebbe il terzo produttore dopo l’Arabia Saudita e l’Iraq. La produzione USA di tight oil (che raccoglie i contributi anche di grandi giacimenti in North Dakota e del New Messico) ammonta a circa 6,7 milioni b/g, più della metà dell’intera produzione americana. L’esistenza di questo secondo pianeta petrolifero è tuttavia anche il fattore più destabilizzante del mercato del greggio. Infatti le regole operative di questo mondo sono terribilmente diverse rispetto alle modalità tradizionali dell’industria.
Il sistema petrolifero statunitense esprime in pieno lo spirito animale del capitalismo americano: un modello parcellizzato, dove convivono migliaia di operatori, da Exxon ai cosiddetti strippers, che producono qualche decina di barili giorno dal giardino di casa. La produzione è regolata storicamente dalla Rule of Capture, un principio della Common Law inglese che parifica il petrolio alla selvaggina. Così come un cinghiale è di proprietà di chi riesce a catturarlo, così anche il greggio che scorre sotto la superficie diventa di proprietà di chi lo estrae. Da qui la corsa a produrre, magari mettendo il pozzo al limite del confine del vicino per “catturare” il greggio limitrofo e massimizzare la produzione per non rischiare di perderla. Insomma l’equivalente del Far West, tutti contro tutti, con l’impossibilità di gestire ordinatamente la produzione (e spesso determinando uno sfruttamento eccessivo del giacimento per la necessità di produrre senza limiti e con poca attenzione al lungo termine).
Anche oggi i produttori americani sono migliaia e non fanno della disciplina produttiva una virtù. Pur non rischiando più la “cattura”, infatti le rocce tight hanno una bassa permeabilità e l’olio fluisce con maggiore difficoltà, la crescita avviene ancora in maniera frenetica e disordinata tanto che i prezzi possono crollare per l’eccesso di produzione. Ne consegue il freno all’attività, il calo dell’output che determina un nuovo rialzo dei prezzi. Fino ad una nuova fase di rimbalzo, eccesso, crollo. Nel 2016 la produzione è scesa di 400 mila barili/giorno per il calo dell’attività dopo che il prezzo del petrolio era sceso sotto i 30 dollari. Due anni dopo è salita di 1,2 milioni di barili, quando il prezzo è rimbalzato ad oltre 70 dollari. Ora è in corso un nuovo rallentamento. Insomma il tight oil USA è un animale dal battito frenetico, capace di accelerare e frenare in pochi mesi. E le attività hanno una dimensione unica, non replicabile. Nel solo Permiano vengono perforati 5000 pozzi in media all’anno, che si cumulano ai già esistenti 180.000 mila. Un numero che fa impallidire i 18.000 pozzi di tutto il Medio Oriente. Ma il numero dei pozzi tra le due regioni nasconde un’ulteriore differenza che rende il modello USA strutturalmente fragile. I pozzi a tight oil hanno una produzione media di 500 barili al giorno e declinano rapidamente (in un anno la produzione è del 50 percento più bassa). Insomma sono l’equivalente di una gigantesca scatola di fiammiferi, apparentemente infinita, ma che richiede una continua attività di rimpiazzo.
Si stima che il 60 percento dei pozzi perforati ogni anno, nelle regioni del tight oil, siano dedicati a gestire il declino produttivo. Le basse produttività e l’alto declino determineranno a tendere un limite fisico alla crescita della produzione USA: quando il numero di nuovi pozzi da perforare nell’anno sarà superiore alle location da perforare o alla capacità di farlo, la crescita si fermerà. Come per tutti i campi petroliferi, la traiettoria produttiva è sempre una parabola. La scatola di fiammiferi farà sempre meno luce. Siamo, per ora, lontani dal punto di flesso, ma le fonti più accreditate, come l’Agenzia Internazionale dell’Energia, stimano un plateau della produzione USA da metà della prossima decade.
Nell’altro pianeta, sul Golfo, le modalità operative sono molto diverse: la produzione è in mano ad un pugno di National Oil Companies, in Joint Ventures con alcune società straniere. La produzione di greggio è enorme (il 20 percento del totale mondiale nella sola penisola arabica) e la produttività dei singoli pozzi, spesso nell’ordine delle 10-20 mila barili al giorno, e il basso declino annuale (4-5 percento) rendono più programmabile e stabile la gestione. Qui i campi producono per decenni o per secoli (solo per dare una idea, dei 5 pozzi di scoperta e delineazione di Ghawar, 4 sono ancora in produzione dopo quasi 70 anni di attività). Un ulteriore fattore chiave della regione è il suo ruolo di riserva in caso di crisi. Infatti in pochi paesi (Arabia Saudita, Kuwait ed EAU) è mantenuto un eccesso di capacità, una riserva di produzione attivabile a breve termine, per assorbire eventuali shock di offerta.
Oggi questo ammontare è il 3 percento della domanda mondiale, tre milioni di barili/giorno che possono essere messi in produzione in 90 giorni e mantenuti per un periodo indefinito. In assenza di questi volumi, e in caso di shock, si dovrebbe aspettare che la perforazione in USA vada a compensare gli eventuali ammanchi. È probabile che si formerebbero colli di bottiglia nella attività di drilling e fratturazione. I prezzi salirebbero probabilmente alle stelle e la caduta della domanda sarebbe l’effettivo fattore di bilanciamento del mercato. In conclusione, nonostante la grande attenzione e l’enfasi che viene dedicata alle performance dei barili americani, il mondo petrolifero continuerà a ruotare attorno alle grandi riserve del Medio Oriente. Il rinascimento della produzione USA è un fenomeno importante ma temporaneo. Assicura una percezione di abbondanza ma non scongiura il rischio di spike di prezzo. Richiede uno sforzo continuo per sviluppare una capacità di produzione fragile ed effimera. L’altra parte della galassia, quella convenzionale della penisola arabica, resterà fondamentale per dare continuità produttiva, a minor costo e potrà riservare ancor ampie sorprese in termini di nuove scoperte (l’esplorazione negli ultimi quarant’anni è stata limitata).
Ci stiamo abbuffando di fast food: hamburger e Coca Cola. Un metodo pratico e veloce per accumulare calorie. Ma non è una dieta equilibrata. Torneremo (non troppo in là nel tempo) a qualcosa di più tradizionale.
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(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.