25 Maggio

Il mercatone elettorale e la scacchiera del voto

Un fallimento rompe il silenzio della campagna per il voto europeo: 1800 persone senza lavoro. La politica internettiana e la realtà dell'occupazione che svanisce via social. Si va alle urne domani, ecco i pezzi sulla scacchiera italiana. Stampa e Regime e tre libri per fermare il tempo

Il fallimento. Mercatone Uno ha spezzato il giorno del silenzio elettorale. Parlano tutti sui social, il governo promette di intervenire, l'opposizione attacca, tutti se infischiano della norma e della consuetudine, segno che anche questa è vecchia e da archiviare come un ferrovecchio pre-internettiano. 

Parla Luigi Di Maio, ministro del Lavoro: 

E naturalmente parla anche Matteo Salvini, ministro dell'Interno:

Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi. 

Così come Nicola Zingaretti, segretario del Pd: 

Seguono a ruota tutti gli altri. "Coprire lo spazio" è la strategia. C'è qualcosa di terribile nella comunicazione politica contemporanea, costretta a parlare anche quando bisognerebbe far seguire il silenzio e dare corpo ai fatti. 

Milleottocento dipendenti a casa e la notizia del mesto "the end" appresa via social. La realtà è un colpo di bit in faccia, un pixel che spezza l'anima, lo specchio in frantumi del proprio quotidiano vai e viani per il latte e il pane, altro che cuoricini e like. Lo spaesamento del mondo contemporaneo che viaggia sui cavi del world wide web, masse d'anonimato che soffrono davanti allo schermo con l'illusione della compagnia distopica di "amici" che non possono esserlo per "transfer" digitale. Il licenziamento. 

***

Si vota, la parola domani passa agli elettori, in Italia e in Europa. È stata una campagna elettorale dura, in apparenza priva di senso, certamente priva degli argomenti che servivano per disegnare un futuro dell'Unione europea, dare ai cittadini una visione del domani. Tutto questo lo abbiamo evidenziato tante volte, ma nel caotico farsi e disfarsi del dibattito, nella nullificazione (del senso) e nella lotta tra i partiti, qualcosa alla fine emerge, occorre liberarsi dal rumore e concentrarsi sulle parole dette e soprattutto non dette. Proviamo a leggere le mosse sui pezzi...


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