30 Maggio
Crisi, voto, premiership. L'agenda di Salvini (e Mattarella)
Soluzioni e acceleratori della crisi di governo. Il Quirinale è l'orologiaio e cerca di regolarne il tempo, il leader della Lega attende il voto online su Di Maio e prepara il piano B: se i Cinque Stelle si avvitano, elezioni anticipate a settembre. Come si fa la transizione
Che succede? La crisi c'è, il governo sta in piedi (per un po'). Ieri abbiamo anticipato l'entrata in scena di Sergio Mattarella, cosa regolarmente avvenuta. Il Presidente della Repubblica ha cominciato a "pilotare" la crisi (per quanto possibile in questa fase), ha ricevuto il premier Giuseppe Conte, ne ha raccolto il solito ottimismo, gli ha ricordato che bisogna rispondere con argomenti convincenti ai rilievi della lettera della Commissione Ue sul debito e i conti pubblici (e occhio allo spread), ha cominciato a pesare lo scenario e studiare le opzioni in caso di ulteriore accelerazione improvvisa (vedere alla voce Cinque Stelle). Conte a sua volta ha parlato con Salvini e Di Maio, entrambi non vogliono la crisi ora, ma sanno benissimo che il passaggio è come un magazzino di nitroglicerina con un elefante che vi gioca dentro e i fatti sono più forti della loro volontà. Il voto di domenica, la vittoria schiacciante della Lega, ha disegnato un altro scenario, ieri Salvini ha annunciato che parlerà oggi con il ministro dell'Economia Giovanni Tria sui contenuti della risposta da inviare a Bruxelles, cioè un'attività che è propria del presidente del Consiglio. Conte dice di non sentirsi commissariato? Lo è, inesorabilmente. Il leader della Lega è un premier de facto ed è questo dato di realtà politica, sostanza e non teoria, a imporre prima o poi una soluzione: la premiership piena di Salvini.
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La crisi. Soluzioni e acceleratori
Il Movimento Cinque Stelle è in pieno psicodramma da day after. Oggi i militanti voteranno sulla piattaforma Rousseau per "confermare" (notare la scelta lessicale, "confermare", non bocciare, mandare a casa, dimissionare, etc.) il ruolo di capo politico di Luigi Di Maio. L'assemblea dei parlamentari ieri è finita come doveva finire, grandi abbracci a Luigi e todos caballeros. Chi ha fatto Bingo con il seggio parlamentare - basta leggere le biografie...
Che succede? La crisi c'è, il governo sta in piedi (per un po'). Ieri abbiamo anticipato l'entrata in scena di Sergio Mattarella, cosa regolarmente avvenuta. Il Presidente della Repubblica ha cominciato a "pilotare" la crisi (per quanto possibile in questa fase), ha ricevuto il premier Giuseppe Conte, ne ha raccolto il solito ottimismo, gli ha ricordato che bisogna rispondere con argomenti convincenti ai rilievi della lettera della Commissione Ue sul debito e i conti pubblici (e occhio allo spread), ha cominciato a pesare lo scenario e studiare le opzioni in caso di ulteriore accelerazione improvvisa (vedere alla voce Cinque Stelle). Conte a sua volta ha parlato con Salvini e Di Maio, entrambi non vogliono la crisi ora, ma sanno benissimo che il passaggio è come un magazzino di nitroglicerina con un elefante che vi gioca dentro e i fatti sono più forti della loro volontà. Il voto di domenica, la vittoria schiacciante della Lega, ha disegnato un altro scenario, ieri Salvini ha annunciato che parlerà oggi con il ministro dell'Economia Giovanni Tria sui contenuti della risposta da inviare a Bruxelles, cioè un'attività che è propria del presidente del Consiglio. Conte dice di non sentirsi commissariato? Lo è, inesorabilmente. Il leader della Lega è un premier de facto ed è questo dato di realtà politica, sostanza e non teoria, a imporre prima o poi una soluzione: la premiership piena di Salvini.
01
La crisi. Soluzioni e acceleratori
Il Movimento Cinque Stelle è in pieno psicodramma da day after. Oggi i militanti voteranno sulla piattaforma Rousseau per "confermare" (notare la scelta lessicale, "confermare", non bocciare, mandare a casa, dimissionare, etc.) il ruolo di capo politico di Luigi Di Maio. L'assemblea dei parlamentari ieri è finita come doveva finire, grandi abbracci a Luigi e todos caballeros. Chi ha fatto Bingo con il seggio parlamentare - basta leggere le biografie della truppa parlamentare - non ha alcuna intenzione di andare a casa, quel biglietto della lotteria per molti non ci sarà più. Questo non significa che la crisi frena, tutt'altro, c'è grande agitazione, Roberto Fico fa lo statista (pure questa abbiamo visto) e Dibattista è là, sul trespolo, come un falco. Come andrà la votazione? Nessuno lo sa, finora è andata sempre nella direzione voluta dalla Ditta, dunque immaginiamo che Di Maio sarà confermato e la navigazione del governo riprenderà in un mare agitatissimo con Salvini nella parte dell'idrovora (di voti) finché a un certo punto accadrà l'inevitabile: il voto anticipato.
In Senato ci sono solo 4 voti di scarto, "l'incidente" è dietro l'angolo. E il Movimento in ogni caso può salvare Di Maio ma non se stesso dal declino, è immerso in una situazione in cui è combattuto dalla volontà di spartire il potere e non perdere l'identità di partito anti-sistema. Troppo. Come abbiamo visto con il risultato del voto europeo, come ha spiegato Maite Carpio su List, si tratta di una missione impossibile, perché il problema non è Di Maio, è il non-partito.
Come si risolve la crisi? La Prima Repubblica offre tante soluzioni - il titolare ne ha parlato ieri a Radio24, ospite di Oscar Giannino - e sono tutte più che praticabili. La politica della cosiddetta Terza Repubblica ha molto da imparare dalla Prima. I governi finiscono, la legislatura no, questa è la regola. Esistono governi di scopo, con missione limitata e durata pre-stabilità, governi del Presidente, soluzioni di traghettamento verso il voto, balneari, autunno-inverno, easy to fit, facili da indossare. L'agenda ha un solo grande impegno: la legge di Bilancio. Un appuntamento da 30 miliardi. Fatto questo, superato il 2019, si va a votare nei primi mesi del 2020. Tutto questo si può fare in maniera ordinata, con la testa sulle spalle, anche perché - piaccia o meno - lo spread è un costo reale per gli italiani che lavorano non un'invenzione. Si può anche andare avanti con questo governo in versione reloaded, sempre con un po' di saggezza, basta rivedere la formazione dell'esecutivo, mandare a passeggio una serie di ministri improbabili (e la lista la potete fare voi, senza sbagliare un colpo), buttare nella mischia ministeriale qualcuno che conosce la materia e la politica, poi il contratto va riscritto alla luce della storia contemporanea, dell'agenda interna e soprattutto internazionale, quel documento sul quale si basa il patto di maggioranza non solo è inadeguato (dov'è la crescita?) ma è ampiamente superato dalla cronaca che ogni giorno raccontiamo su List.
Acceleratori della crisi? Oggi è attesa la sentenza di primo grado nel processo al viceministro leghista Edoardo Rixi, imputato per le "spese pazze" alla Regione Liguria, i pentastellati torneranno a chiedere le dimissioni. Cosa farà Salvini? Se il voto à la Rousseau dovesse mai dire a Di Maio di lasciare l'incarico - evento che appare improbabile, ma siamo obbligati a tenerlo sul tavolo come possibilità - allora Salvini potrebbe essere costretto a sbaraccare l'alleanza siglata con Di Maio per aprire lo scenario di un sottosopra immediato con voto brevi manu, a settembre, sempre che Mattarella non abbia già allevato un coniglio nel cilindro del Colle e lo tiri fuori alla bisogna. Chi comanda? La soluzione ancora non c'è, ma il potere del tempo (e dello scioglimento delle Camere) è nelle mani del Quirinale, è Mattarella l'orologiaio della crisi.
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Intanto, là fuori la realtà viaggia a velocità ipersonica con strappi e decolli a razzo. Allacciate le cinture.
02
Fiat-Chrysler, Renault (e Giappone). Auto e bandiera nazionale
Stati Uniti-Francia-Giappone (e un po' di Italia). Il gioco di relazioni dell'operazione di fusione (per ora è un piano di lavoro) tra il gruppo Fca e Renault è questo, un gorilla game globale, diventare più grandi in un mercato dove le dimensioni sono se non tutto una gran parte della sfida. Si può essere molto innovativi (Tesla) ma alla fine essere piccoli in questo mondo significa finire stritolati (Tesla). E si può essere giganti pieni di grandeur (Renault) ma non esserlo abbastanza per reggere il passo di carica e innovazione dei primi (Renault), mentre essere né troppo grandi (Fca) né troppi piccoli è una condizione di estremo pericolo (Fca), come pensare solo alla propria identità (Nissan) e dimenticare lo spazio planetario del mercato può essere un orgoglio che poi tradisce (Nissan). La fusione proposta da Fca a Renault ha una logica e certo, anche dei lati tutti da scoprire (mai viste fusioni che non "tagliano" qualcosa), ma il mercato dell'automobile non ha alternative: produrre poche auto, non avere volumi, in questo mondo significa morire. Se ci mettiamo dentro il cambiamento degli stili di consumo - si metteranno su strada sempre più flotte collettive e non proprietà di singoli automobilisti - la senescenza di mercati come quello europeo, la realtà rombante dell'automazione e dell'intelligenza artificiale applicata alla mobilità, la rotta è tracciata.
Le resistenze sono visibili, i dubbi emergono: i giapponesi non vogliono entrare nella dimensione dell'europeizzazione o americanizzazione del loro marchio, cioè dell'identità nazionale nipponica; i francesi a loro volta giocano sul tavolo della Francia che compete a livello globale ma resta sempre e per sempre la France; gli unici che appaiono con una vocazione "cosmopolita" sono gli ameritalians di Fca, perché l'operazione di diluizione dell'identità italiana nel gruppo è accelerata dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, perché John Elkann appartiene a un'altra generazione e non possiede quel velo di nostalgia e sapere filosofico che nutriva il manager cresciuto nel Nord America e nato Chieti, perché il nuovo numero uno si chiama Mike Manley e non appunto Marchionne, perché se hai il marchio di Chrysler sulla carta intestata e le tue fabbriche sono negli Stati Uniti, allora fai parte della potente famiglia chiamata Corporate America e non puoi far riferimento certo alla trattativa con Maurizio Landini che oggi guida la Cgil e viene dalla fiammeggiante Fiom. La cultura nazionale, le biografie personali, il gioco geopolitico in questa storia sono tutto. È chiaro che Renault guarda all'interesse della Francia, ai piani dell'Eliseo, alle ambizioni di Macron - un leader giovane che con l'uscita di scena di Angela Merkel ha la chance di incidere profondamente nella politica dell'Unione - che sono proiettate in Europa e nel resto del mondo e si specchiano nel discorso che il presidente appena eletto fece sulla spianata del Louvre, un discorso da neo-gollista: "La Francia è tornata". Come è chiaro che parliamo di un progetto in diretta competizione con il titano dell'auto tedesca, un sistema industriale formidabile che oggi è il gioiello di Angela Merkel, il cuore della manifattura della Germania. Il Sol Levante è l'automobile giapponese, la sua capacità di penetrazione nei mercati globali, la stagione di un nuovo impero con Naruhito, il drago motorizzato di Shinzo Abe, l'organizzazione della fabbrica che divenne una parola, il "toyotismo", il rituale del made in Japan che si specchia nelle ferree regole aziendali, una dimensione di intrigo nipponico che esiste sempre nelle sue consuetudini che disegnano mappe di potere (leggere Sol Levante di Michael Crichton), ascese e cadute improvvise (il caso di Carlos Ghosn è da leggere in questa chiave), perciò Nissan e Mitsubishi non possono leggere il piano industriale e finanziario senza vedere fantasmi, ombre, desideri di supremazia straniera, accettare chiavi in mano la proposta di Fca e Renault e considerarla ineludibile. No, perché sulla carrozzeria dell'auto di Tokyo è stampata a fuoco la bandiera dell'impero, il Giappone.
Così è logico che Hiroto Saikawa, numero uno di Nissan (che ha il 15 per cento di Renault - senza diritti di voto - che a sua volta possiede il 40 per cento di Nissan), dica ai cronisti "potrebbero esserci opportunità, ma le voglio valutare da vicino, con gli interessi di Nissan in mente". Traduzione: non ci opponiamo alla fusione, ma non la spingiamo. E noi siamo il Giappone. Come è logico che anche il numero uno di Misubishi, Osamu Masuko, la prende larga: "Se avessero avuto l'intenzione di lasciarci fuori non sarebbero venuti fin qui per spiegarci la loro posizione". I giapponesi ascoltano. Sono ancora un impero, nella mente, e si comportano come tali. In competizione, ma con un obiettivo chiaro, l'interesse nazionale.
Tutta l'operazione ha lo scopo di creare il primo gruppo mondiale dell'auto, con la forza dell'innovazione che apporterebbe proprio Nissan su ibrido, elettrico puro, la presenza sui mercati orientali che hanno tassi di crescita nuovi e non solo sostituzioni del parco auto esistente. Poi c'è sempre il non detto ma presente dietro le quinte, le lacrime e il sangue delle fusioni che diventano razionalizzazioni, ristrutturazioni, "esuberi". Persone che vanno a casa, stabilimenti che prima o poi chiudono. D'altronde, la via dell'automazione brulica proprio in questo settore, le applicazioni sono fuori e dentro l'abitacolo, al volante e nel motore c'è già l'algoritmo. Ecco perché anche in Francia il dossier viene guardato con diffidenza, per il suo impatto sociale, e Le Monde parla di "matrimonio problematico" con "svantaggi che in questa fase superano i benefici" e la mossa di Fca - di machiavellica intelligenza - viene commentata dai vertici di Peugeot, il gruppo francese rivale, come un'operazione "opportunistica" che il gruppo Fca ha lanciato come un insperato salvagente a una Renault in difficoltà con i partner giapponesi dopo l'arresto di Carlos Ghosn a Tokyo.
Holding con sede in Olanda, fusione 50/50, presenza globale, unione delle piattaforme produttive, innovazione e sbarco in Oriente. Funzionerà? Non lo sappiamo. In questo campo di relazioni e interessi, i francesi e i giapponesi hanno chiaro l'interesse nazionale, dietro c'è lo Stato, con le sue ramificazioni, la sua influenza, il suo potere. La differenza, il dato visibile di questa storia - e fa impressione - è che dietro Fca vi è certamente l'America e altrettanto certamente non c'è l'Italia.
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Mercati rapidi, democrazia lenta, inceppata. Un esempio di disfunzionamento? Andiamo in Israele.
03
Israele. Parlamento sciolto, si torna a votare
Le elezioni sono sempre una scommessa, nel caso di Israele e Benjamin Netanyahu l'azzardo si ripete: la Knesset ieri sera ha votato (74 deputati favorevoli, 45 contrari) lo scioglimento dell'assemblea e il ritorno al voto il 17 settembre prossimo. Netanyahu non è riuscito a formare il governo (gli servivano 61 deputati) e si riparte da zero dopo la vittoria nel voto dello scorso 9 aprile. L'intesa con il nazionalista Avigdor Lieberman, leader del partito ultra-nazionalista russofono Yisrael Beitenu, è fallita ed è stato lo stesso partito del premier uscente, il Likud, a spingere verso le nuove elezioni. Il parlamento israeliano è frammentato, Netanyahu ha un problema: trovare un'intesa prima di andare al voto. A meno che non voglia tornare alle urne una terza volta. Anche questo è un caso di inceppamento della democrazia.
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A proposito di democrazia inceppata, in America è ripartita la rumba del Russiagate, è un capitolo della grande storia delle elezioni presidenziali del 2020.
04
Russiagate. Mueller chiude il caso e riapre l'intrigo politico
Il procuratore speciale Robert Mueller ha sentito il bisogno impellente di fare una dichiarazione sul Russiagate e in due minuti ha fatto il suo gioco di fumo e specchi per mettere altra legna nel camino della politica americana. Mueller nel Russiagate ha prodotto quella che si chiama "indagine aperta": Donald Trump non è né colpevole né innocente - surreale conclusione - ma tanto basta ad alimentare l'ipotesi dell'impeachement e agitare le giornate dei Democratici, alla ricerca di un'arma con cui fermare la corsa di Trump verso la seconda volta alla Casa Bianca. Mueller ha precisato che non è arrivato "alle condizioni di affermare che il presidente avesse commesso un reato”. Un'indagine durata 22 mesi resta con un'ambiguità che anche il più ingenuo vede come un escamotage per tenere Trump appeso a un procedimento che in realtà non è riuscito a provare nulla, tanto che Mueller usa questa formula: “Se avessimo avuto la certezza che il presidente non ha commesso un reato, lo avremmo detto". Trump non può essere incriminato dalla giustizia federale perché “sarebbe incostituzionale”, ha spiegato Mueller che ha ribadito come "le prove erano insufficienti e quindi, nel nostro Paese, la persona è innocente. Questo caso è chiuso! Grazie". Ha chiuso il caso e riaperto l'intrigo politico.
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Nel frattempo Vladimir Putin dispiega la sua politica di potenza, le sue vecchie-nuove sfere di influenza. E il suo arsenale atomico. Brrrr.
05
La Bomba di Vladimir
La Russia sta eseguendo test nucleari a bassa intensità per innovare il suo arsenale. Questo sostiene l'intelligence americana secondo il Wall Street Journal. Il Cremlino ovviamente dice di rispettare pienamente gli accordi di non proliferazione e il divieto sancito dagli accordi internazionali. Il club del nucleare è più radioattivo che mai:
Secondo gli Stati Uniti la Russia viola la moratoria che ha un numero inequivocabile sui test nucleari: zero. Il centro della questione è nell'intensità delle esplosioni, il Cremlino avrebbe messo in pista una serie di test dal potenziale limitato, equivalente a una modesta quantità di Tnt. È un tema delicatissimo sul quale torneremo con un approfondimento. Preparate il contatore Geiger. E una ruspa (no, non parliamo di Salvini). Per dominare nel presente, bisogna scavare.
06
La guerra delle Terre Rare
Mai dato un'occhiata alla tavola degli elementi? Eccola:
Le caselle evidenziate sono le "Terre rare", sono 17 elementi, metalli: scandio, ittrio, lantanio e tutti gli elementi della famiglia dei lantanidi. Perché sono importanti? Sono i "metalli della tecnologia", hanno un ruolo chiave nell'evoluzione del settore hi-tech negli ultimi vent'anni; microchip, magneti, catalizzatori chimici, turbine eoliche, fotovoltaico, fibre ottiche, tecnologia laser. Ne avete una quota sul vostro telefonino. Sono intorno a noi, costituiscono l'infrastruttura tecnologica della nostra esistenza connessa, riscaldata, sorvegliata, guerreggiante. Perché "Terre rare"? Sono metalli presenti ovunque, molto più presenti di altri che si considerano comuni - l'oro, l'argento, il piombo - ma sono sparsi, non concentrati in grandi giacimenti, la loro estrazione è costosa e altamente inquinante. Chi è il più grande estrattore di "Terre rare"? Chi ha pazienza millenaria e pensiero strategico, la Cina. Ora trasferite questa informazione sul campo militare e poi sullo scacchiera della guerra commerciale in corso tra Washington e Pechino. Quale sarà la mossa più logica - e letale - dell'Impero Celeste? Aumentare i dazi sulle "Terre rare" o renderne sempre più difficile l'accesso al sistema della Difesa americana, fino a bloccarne l'esportazione. Siamo dentro l'officina di ferro e fuoco dei titani e il tema esiste, non è più un'ipotesi. Siamo di fronte a scelte che riguardano il dominio nella tecnologia e nella Difesa. Tanto che il Pentagono secondo Reuters sta studiando come ridurre la dipendenza dalla Cina, aumentando l'estrazione americana. "Il ministero continua a lavorare a stretto contatto con il presidente, con il Congresso e con la base industriale per mitigare la dipendenza degli Usa dalle terre rare cinesi", ha detto il portavoce del Pentagono Mike Andrews. Viviamo tempi interessanti. E rari. Forse troppo.
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Facciamo un salto in un luogo lontano che ha qualcosa a che fare con questo scenario. Andiamo su Marte.
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La terra di Marte
Curiosity Mars Rover ha fatto due buchi sul suolo e ha confermato che la regione di Marte chiamata Mount Sharp è ricca d'argilla. Dove siamo? Qui:
Qualcuno dirà che questo è un grande sforzo inutile. No, pensate a questo scenario: i motori spaziali comprimono i tempi del viaggio, scoperta di "terre rare" e altri materiali oggi sconosciuti che sono fondamentali per il dominio del mondo, apertura della conquista del suolo spaziale, primi imperi galattici. Certo, è la fantascienza. Che anticipa sempre il futuro. Buona giornata.
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4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.