22 Ottobre
La secessione dei secessionisti
A Madrid manifestazione per il paese unito. Il fronte degli indipendentisti si è spaccato. La fuga delle aziende preoccupa tutti. Attesa per le mosse di Puigdemont martedì in Parlamento. Rajoy pronto a reagire. In Italia, nel frattempo, si stanno bevendo il Rosatellum
Che cosa sta succedendo in Catalogna? Che cosa sta per succedere in Spagna? Siamo in una fase di preludio lungo, un suono d'archi lentissimo (Adagio for Strings, Samuel Barber) e... non lo sappiamo. Nessuno sa precisamente cosa accadrà nella penisola iberica. List ha ottime fonti da quelle parti, ma la parola che si ricava dalle nostre esplorazioni è una sola: smarrimento. Madrid e Barcellona (quale Barcellona? viene da chiedersi) sono invischiate in una guerra di logoramento che finirà per distruggere entrambe. In questo momento, mentre il taccuino del titolare si riempie di note, sensazioni, a Madrid migliaia di persone sono in piazza per chiedere l'unità. Quante domande si affollano nella mente del popolo, della gente di Spagna, questo meraviglioso e grande paese. Il titolare quelle domande le ha viste tutte nei silenzi, nelle parole, nello sguardo del socio spagnolo di List, Maite Carpio. Se ami la tua terra, non avrai mai altra terra sotto i piedi. Lo diceva un sardo, Emilio Lussu, a proposito dei sardi lontani dall'isola. Dichiarare l'indipendenza? Restare fermi e attendere che tutto sbiadisca? Dopo aver forzato la mano con un referendum illegale? E i manganelli, i proiettili di gomma? Il cuore? O la Costituzione? La divisione? O l'unità della Spagna? Stare con Puigdemont? Ora e sempre con Rajoy? Che caos. Chi ha le idee davvero chiare tra i due? Forse nessuno. Vediamo i pezzi sulla scacchiera:
- La secessione dei secessionisti. Il fatto nuovo è questo, i separatisti sono separati da se stessi. Un conto è parlare d'indipendenza, un altro è farla. Rischiano di fermarsi a metà del guado, al referendum illegale che ha dato una spinta al movimento, alimentato il sogno e ora sta producendo una contro-spinta enorme. Puigdemont parlerà al Parlamento catalano martedì. Cosa dirà? Non si sa. Nel frattempo, stanno parlando altri autonomisti che pensano che il...
Che cosa sta succedendo in Catalogna? Che cosa sta per succedere in Spagna? Siamo in una fase di preludio lungo, un suono d'archi lentissimo (Adagio for Strings, Samuel Barber) e... non lo sappiamo. Nessuno sa precisamente cosa accadrà nella penisola iberica. List ha ottime fonti da quelle parti, ma la parola che si ricava dalle nostre esplorazioni è una sola: smarrimento. Madrid e Barcellona (quale Barcellona? viene da chiedersi) sono invischiate in una guerra di logoramento che finirà per distruggere entrambe. In questo momento, mentre il taccuino del titolare si riempie di note, sensazioni, a Madrid migliaia di persone sono in piazza per chiedere l'unità. Quante domande si affollano nella mente del popolo, della gente di Spagna, questo meraviglioso e grande paese. Il titolare quelle domande le ha viste tutte nei silenzi, nelle parole, nello sguardo del socio spagnolo di List, Maite Carpio. Se ami la tua terra, non avrai mai altra terra sotto i piedi. Lo diceva un sardo, Emilio Lussu, a proposito dei sardi lontani dall'isola. Dichiarare l'indipendenza? Restare fermi e attendere che tutto sbiadisca? Dopo aver forzato la mano con un referendum illegale? E i manganelli, i proiettili di gomma? Il cuore? O la Costituzione? La divisione? O l'unità della Spagna? Stare con Puigdemont? Ora e sempre con Rajoy? Che caos. Chi ha le idee davvero chiare tra i due? Forse nessuno. Vediamo i pezzi sulla scacchiera:
- La secessione dei secessionisti. Il fatto nuovo è questo, i separatisti sono separati da se stessi. Un conto è parlare d'indipendenza, un altro è farla. Rischiano di fermarsi a metà del guado, al referendum illegale che ha dato una spinta al movimento, alimentato il sogno e ora sta producendo una contro-spinta enorme. Puigdemont parlerà al Parlamento catalano martedì. Cosa dirà? Non si sa. Nel frattempo, stanno parlando altri autonomisti che pensano che il passo sia pericolosissimo non per il conflitto con Madrid (che in ogni caso c'è) ma per gli effetti sull'economia. La fuga di aziende sta spaventando tutti e se il paradosso dell'indipendenza diventa che la regione più ricca diventa più povera, allora no, il gioco non vale la candela. Serpeggiano i dubbi, sibilano le parole contro l'avventatezza del filologo Puigdemont che studia l'origine delle parole ma evidentemente non ne coglie fino in fondo il significato e l'impatto: se parli di indipendenza, poi devi farla. E dopo aver forzato la mano con il referendum ora si trova in un vicolo cieco: se la fa, manda nei guai la Catalogna (ne abbiamo visto solo un assaggio), se non la fa, deve dimettersi tre secondi dopo. La voce più forte che si è levata contro l'avventurismo del Carles di Catalogna è stata quella di Arthur Mas, predecessore di Puigdemont, che senza tanti giri di parole ha detto quello che tutti sanno: "Per essere indipendenti ci vogliono alcune cose che ancora non abbiamo". Un colpo di Mas in testa a Puigdemont. È chiaro che è in corso una battaglia dentro gli indipendentisti - lo stesso Mas lo è da sempre - perché l'accelerazione rischia di far deragliare tutto il treno;
- Che cosa non ha la Catalogna? Sistema fiscale, giuridico e apparato di sicurezza. Praticamente, sono assenti tutti i requisiti che fanno lo Stato. Si dirà, ma ha "il popolo". Anche qui, attenzione a dare colpi di accetta e fare i pusher delle proprie opinioni. Il popolo che sta per l'indipendenza ne ha uno forse maggiore e contrario in casa. Quale popolo? Quelli che non hanno votato un referendum illegale non sono né tecnicamente né sostanzialmente degli "astenuti", sono persone che hanno un'idea diversa che non è stata neppure presa in considerazione. Puigdemont ha fatto il referendum e ha pensato che "l'intendenza seguirà". Poi è arrivata la realtà. Quale?
- La fuga di aziende dalla Catalogna è un dato di fatto, ci sono poche cose concrete in nella storia post-voto, questa lo è. Banche (Banco Sabadell e Caixa Bank), automobili (SEAT), energia (Gas Natural) spumanti venduti in tutto il mondo (Freixenet), hanno già cominciato le operazioni di trasloco della sede legale in altre regioni della Spagna. Questa migrazione-sprint ha messo tutti sul chi va là. Sono i fondi internazionali ad aver chiesto agli azionisti di cominciare a guardare da altre parti, è la Banca centrale europea ad aver messo sul radar le istituzioni finanziarie catalane che agiscono sotto l'ombrello di Francoforte. Che si fa nell'ipotesi di una rottura tra il governo centrale e quello catalano, cosa si dice ai cittadini catalani di fronte a una secessione caotica e a una fuga dei correntisti? Bank run, è l'incubo di tutti quelli che lavorano nella finanza. La fuga dallo sportello. E la fuga delle aziende. Puigdemont e i suoi sono di fronte a questo. E a Rajoy. Che fa il primo ministro?
- Il governo spagnolo non ha mollato per un minuto la linea dura. La difesa della Costituzione e dell'unità della Spagna a tutti i costi. L'invio della polizia durante il referendum, il messaggio di Re Felipe VI ispirato chiaramente dal Palazzo della Moncloa, il processo a Trapero, il capo dei los Mossos, e quel dito sospeso che sfiora "l'opzione nucleare", il pulsante che attiva l'articolo 155 della Costituzione spagnola, quello che annulla l'autonomia della Catalogna. Rajoy ha tenuto duro, ma quale sarà il prezzo finale di tutto questo? Forse manterrà i confini della Spagna immutati, ma un pezzo della Catalogna è in ogni caso perso per sempre nel posto del cuore. Che scontro.
Tutto questo accade nel silenzio e nell'assenza dell'Unione europea che ha trattato il fatto come un problema interno della Spagna. Sarebbe questa l'Unione? Su questo tema, la Spagna, i lettori di List hanno scritto appassionatamente, dividendosi, ma sempre cercando di capire che cosa sta accadendo. Leggiamo insieme che cosa ha scritto Calogero Mannino al titolare di List:
Caro titolare,
seguo quotidianamente gli esercizi di intellettualità razionale (non sempre questi due fattori stanno insieme, cioè non sempre il secondo può aggettivare il primo) ed anzi mi abbevero di questi. Però oggi non riesco a mandare giù un paio di cose.
"Il processo a Trapero non aiuta il dialogo, lo affonda". Trapero ha evitato che i Los Mossos d’Esquadra agissero contro i votanti ai seggi nel referendum (pseudo-referendum!) di domenica scorsa. Saggezza politica contro logica e dovere di Stato che, invece, è intervenuto. Quando l’intellettualità razionale reintrodurrà la valutazione della differenza tra “opportunità politica“ e “dovere e ragione di Stato”? Come il dialogo - così auspicato ed indispensabile - tra Madrid e Barcellona può riprendere verso conclusioni serie se non ristabilendo “la verità “ della logica di Stato? Il referendum non era costituzionale. Come tale andava e va trattato, cioè come violazione della legge fondamentale (Carta Costituzionale) dello Stato.
L’opportunità politica del dialogo, va riportata e ricondotta dentro la logica del senso-dovere di Stato. Altrimenti è politicantismo, populismo… Rajoy non è un politicante, tenta di dimostrare di essere uomo di Stato che vuole preservare l’unità dello Stato e quindi l’unità degli Spagnoli, o meglio della Spagna.
Lei scrive: "Macron e Merkel si rendono conto…". Ma è proprio il loro silenzio che fa capire che si sono ben resi conto. Ed attendono il successo della "Ragione di Stato” che ricomponga la frattura tra Madrid e Barcellona. Il tempo - dimensione essenziale di ogni evoluzione delle vicende umane e politiche - chiede "freddezza".
Caro titolare, mi permetta di raccomandargliela. Rajoy sa bene che da questa vicenda può uscire con le ossa rotte. Certamente se la Spagna si rompe. Il dialogo puro non aiuta… Mi perdoni l’impertinenza. Con stima e cordialità,
Calogero Mannino
Nessuna impertinenza, caro Mannino, siamo tutti in mezzo al campo arato dalle passioni e seminato dalla ragione. Il libero dibattito qui a List serve a far nascere una nuova pianta, arrivare a conclusioni che aiutano a pensare e agire meglio. Il titolare di List, per quello che conta, è per una Spagna unita e forte. Non è tempo di dividersi, ma di capirsi.
Viviamo davvero tempi interessanti. Forse troppo. E ora che facciamo? Un rapido giro di scissioni e separazioni in giro per il mondo: Inghilterra e Kurdistan. E un referendum italiano in Lombardia e Veneto tutto da scoprire nel suo impatto politico.
01
Brexit. Il conto di Theresa e quello di Angela
I colloqui sulla Brexit tra Regno Unito e Unione Europea sono fermi su un punto, l'unico che alla fine sembra davvero pesare oggi e per domani si vedrà: l'assegno che Londra deve dare a Bruxelles. La Germania di Angela Merkel ha detto no alla cifra di 20 miliardi di euro proposta dal governo inglese. Il nein di Berlino arriva dopo l'incontro tra May e Merkel e il discorso "conciliante" nei confronti dell'Europa sul tema dei cittadini Ue fatto a Firenze dal primo ministro inglese. Le delegazioni che trattano a Bruxelles secondo il Financial Times sono arrivate di nuovo ai ferri corti sul tema. La posizione dura della Germania è condivisa dalla Francia, mentre il negoziatore europeo Michel Barnier è aperto a una soluzione transitoria in attesa di regolare il conto in futuro. Anche in questo caso, facile dire Brexit, poi bisogna farla. Avranno ragione gli inglesi? Non lo sappiamo, la frattura con l'Unione europea è stata causata da un grave errore di calcolo politico di David Cameron e del suo governo. Credevano di vincere facile, invece hanno acceso la miccia e il barilotto di gin inglese è esploso. Dove andiamo? In Kurdistan. Seguite il titolare di List.
02
Kurdistan. L'indipendenza del tubo
Che cosa sta succedendo in Kurdistan? Lo scorso 4 ottobre il presidente della Turchia Erdogan si è incontrato a Teheran con il presidente iraniano Rouhani. Il fatto è notevole perché parliamo di due potenze regionali che hanno in mano - insieme all'Arabia Saudita - i destini del Medio Oriente. Tutti sono monitorati dal radar di Vladimir Putin al Cremlino. E dalla Cina di Xi Jinping. È un campo da gioco dove gli americani contano sempre meno, il disegno di un nuovo (dis)ordine mondiale è in corso. In questa terra di mezzo popolata da giganti armati fino ai denti c'è il fiero Kurdistan, ricco dei pozzi di petrolio della provincia di Kirkuk, che il 25 settembre scorso in un referendum ha votato per la sua indipendenza. Abbiamo già scritto su List che Erdogan non l'ha preso benissimo (l'autonomia curda è un serio problema al confine con la Turchia) e ha fatto sapere a Baghdad di essere pronto a chiudere il rubinetto del petrolio iracheno a Nord. Sarebbe uno shock sul mercato. Lo farà? L'Iraq è sotto l'influenza degli sciiti, difficile che lascino andare via il Kurdistan se l'Iran non vuole. E l'Iran non vuole. Pepe Escobar sull'Asia Times fa un quadro come sempre efficace della situazione, lo lascia emergere dalle parole dei due leader. Nessuno vuole il caos, ma nessuno vuole anche vedere il Kurdistan andare per i fatti suoi con tutti quei barili di petrolio. Baghdad invaderà il Kurdistan con le sue truppe? Sembra di no. Ma sul sembra si sono basate un bel po' di previsioni tutte sbagliate negli ultimi anni. Wait and see. Torniamo in Italia, terra dove tutto è possibile e niente è fattibile.
03
Il referendum in Lombardia e Veneto fa tic tac
In mezzo a questi movimenti geopolitici di grandi dimensioni, nella piccola e distesa (fin troppo) Italia, il 22 ottobre ci sarà un apparentemente innocuo e sonnacchioso referendum che "rafforza" (parola grossa) l'autonomia di Veneto e Lombardia. La cosa passerebbe alla voce "perdita di tempo" in un altro periodo, ma con la Catalogna che brucia, la Brexit in corso e il solito caos fiscale italiano, la faccenda rischia di assumere una certa importanza. Perché per la prima volta il Nord vota per il Nord. Non è il contenuto del referendum quello che davvero pesa, ma il suo messaggio politico finale. L'abbiamo messo in evidenza su List nell'agosto scorso, la questione settentrionale è aperta e in questo referendum trova la possibilità di una risposta. Enrico Mentana l'altro ieri ha giustamente sottolineato la disparità di trattamento tra le Regioni a statuto speciale e quelle ordinarie. Secondo Mentana il Sì avrà il merito di aprire un dibattito sul tema. Ha ragione da vendere, ma è anche vero che la politica italiana non brilla per saggezza e il voto del Nord sul Nord entrerebbe nella spirale (è già partita) del voto "contro Terronia". Oggi sulla Stampa il presidente della Regione Lombardia dice alcune cose che isolate mostrano la vera partita in corsa (e la loro efficacia). Cosa ha detto Maroni? Ecco qui in fila alcuni fatti, il sotto testo del referendum:
- La Lombardia versa allo Stato 54 miliardi in più di quelli che riceve;
- In Veneto sono 15, in Catalogna 8, nel Baden Wutternberg sono uno e mezzo;
- Nessuno mette in discussione l'Unità;
- Il referendum non è l'anticamera della Catalogna;
- I sindaci del Pd, Sala e Gori, hanno costituito un Comitato per il Sì che però non sta facendo nulla. Il solito partito bipolare;
- L'anno prossimo mi ricandiderò per la Lombardia.
Tutto chiaro? Siamo di fronte alla questione settentrionale, quella che Umberto Bossi intuì perfettamente nei primi anni Novanta (Dio, sono passati quasi trent'anni), declinandola in un problema socio-economico che al Nord accende tutte le spie del sommergibile: prelievo fiscale e carrozzone della Pubblica amministrazione. Questo è il referendum. È il grande tema dell'unità del Paese, della sua costruzione sgangherata. Se ne vedono le fratture, si sente anche lo scricchiolìo. Basta saper ascoltare. Non sappiamo come andrà il referendum, ma da qualche parte c'è una sveglia che fa tic tac. Non c'è problema, risolviamo tutto con con il Rosatellum dicono quelli che tutto si risolve in governissimo. Davvero?
04
Berranno il Rosatellum
Serve una legge elettorale. Che funzioni o no ha ormai poca importanza. Partiamo dalla notizia, come sempre: la commissione Affari costituzionali della Camera ha dato il via libera al testo del Rosatellum bis (eh sì, la legge non c'è ma siamo già al bis, scialiamo) ora il testo va in aula, il relatore sarà Emanuele Fiano, uno che aveva già fatto crash con i grillini nel primo tentativo di atterraggio elettorale. Chi ha votato a favore? Partito democratico, Forza Italia, Lega, Ap, fittiani (ci sono i fittiani, sì), verdiniani (anche loro ci sono), Civici (non possono mancare) e Innovatori (sempre). Hanno votato contro Movimento 5Stelle, Mdp, Sinistra italiana e FdI. Una legge stretta per una larga intesa. Paradossi italiani.
Tutto a posto? No, prima reazione degli speranzosi di Mpd: "Senza la condivisione di un programma e un progetto comne per l'Italia non faremo alcuna coalizione e il Rosatellum bis non prevede questo, quindi è una legge che allontana la costruzione del centrosinistra". Lo dice Alfredo D'Attorre, capogruppo Mdp in commissione Affari costituzionali della Camera. Chiosa serena del D'Attorre: "Il Rosatellum è un imbroglio che produrrà coalizioni farlocche". La legge funziona? Leggiamo cosa dice Cesare Damiano, del Partito democratico: "Non è una legge perfetta, perché non ci sono le preferenze e la possibilità di scegliere i candidati da parte dei segretari di partito è dominante, ma se faremo liste corte e soprattutto se daremo seguito, approvando questa legge, ad una parte maggioritaria, favorisce gli aspetti più democratici. Di questi tempi è un passo apprezzabile". La legge non è calata da Marte, l'ha scritta il Pd.
La cosa più divertente in commissione è stata l'incrocio di bocciature sugli emendamenti al "capo politico". Bocciato quello dei verdiniani, Mdp e Sinistra italiana che mirava ad eliminare il riferimento al "capo della forza politica". Falciato l'emendamento dei grillini che invece voleva rendere obbligatoria l'indicazione del capo della coalizione. Comandano tutti, non comanderà nessuno. Il premier in Italia non esiste. Il capo del governo viene fuori dopo il voto. Come la maggioranza. Mani liberissime di tutti e paese perennemente in arresto. In che mani siamo.
Il Rosatellum va in aula martedì alle 15. E lo berranno. Possiamo far partire la musica. Qual è la colonna sonora giusta per questo capolavoro istituzionale? Ascoltiamo PlayList.
05
PlayList
PlayList, la musica dei lettori di List, ha una colonna sonora adeguata per dare un tocco di vivacità al Rosatellum. Ci sta bene un pezzo così, Giorgio Gaber, Io non mi sento italiano:
Ascoltate PlayList su Spotify. Non siate timidi, lo sappiamo che avete una vostra compilation di canzoni che amate. Qualcuno di voi conserva la chitarra in garage, altri suonano ancora, molti cantano sotto la doccia e il vicino ne sa qualcosa. Segnalate la vostra al titolare di List. E dopo la musica? Non è canta che ti passa, è vedi, immagina, viaggia nel tempo: è sempre Blade Runner.
06
L'occhio di Blade Runner
Gli occhi. I loro colori. I riflessi. Aprono ad altri mondi. Il cinema è racconto, i suoi "luoghi" letterari appaiono come flash, ripetizione, tema iniziale e finale. Gli occhi che scintillano in Blade Runner hanno questo potere magnetico, catapultano l'immaginario altrove. Blade Runner 2049conserva questo viaggio nell'iride, i toni, i colori del primo film sono riscoperti tutti nel secondo, come la musica di Vangelis. Blade Runner è un universo creativo di incredibile profondità, come l'occhio. Per chi non ha mai smesso di sognare, il titolare di List segnala un bellissimo approfondimento su The Conversation. Perché noi abbiamo visto cose che voi umani...
07
7 ottobre. 2CV
Nel 1948 al Salone dell'auto di Parigi viene presentata la Citroën 2CV, la "due cavalli" Resterà in produzione fino al 27 luglio 1990. Se non avete mai viaggiato su una 2CV o state ricevendo List per un tragico errore del titolare o siete, beati voi, molto giovani e allora non c'è trucco né inganno, solo un altro tempo. Buon viaggio.
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mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.