27 Giugno
Un vicolo cieco. In mare
La capitana Carola, la forza del diritto e le illusioni sul tema dell'immigrazione. C'è chi plaude alla "ribellione" e dimentica che nessuno può pretendere da un Paese di abdicare alle regole. Una breve indagine di Marco Patricelli sul "ventre molle d'Europa"
di Marco Patricelli
La definizione dell’Italia come «ventre molle d’Europa» è di Winston Churchill. Impietosa e acre quanto si vuole, ma non nasceva dal nulla perché rispecchiava uno stato di fatto e il velleitarismo parolaio tricolore. Il «ventre molle» si rivela tale anche e soprattutto quando a forza di sfoggio di muscoli (e flessioni) qualcuno cerca di disegnare una “tartaruga” che storicamente non ci appartiene. All’Italia e agli italiani, solitamente, piacciono i gesti, più o meno belli, che nutrono l’autocompiacimento e la fallace convinzione di essere speciali, diversi, persino migliori degli altri.
L’Italia e gli italiani erano in brodo di giuggiole quando si mostravano al mondo come quelli che salvavano chiunque capitasse a tiro sul Mare Nostrum, accoglievano a braccia aperte, davano acqua, cibo, sorrisi e speranze. Speranze che non c’erano. Lampedusa, diventata umbilicus mundi della solidarietà, era il riflettore sempre acceso che abbagliava l’opinione pubblica, e che per un bel po’ ha creduto o voluto credere che l’immigrazione fosse il diritto di abbandonare zona di guerra e il dovere di accogliere incondizionatamente chi affidava le sue speranze al mare e al senso di solidarietà; poi, di fronte a un’evidenza storica che raccontava un’altra cosa, che quell’umanità in fuga fosse una risorsa e persino che pagasse le pensioni a una popolazione, quella italiana, condannata all’invecchiamento; infine, che fossimo di fronte all’invasione, e quindi a un problema epocale irrisolvibile. E i problemi, quando si mistificano, o peggio si eludono, presentano immancabilmente il conto, salato, che qualcuno dovrà pagare.
Non sappiamo come andrà a finire la vicenda della Sea Watch 3, ma sappiamo che ha innescato la solita schizofrenia di un Paese che giunge sempre diviso alla meta. L’Italia del “particulare”, dei guelfi e dei ghibellini, dei bianchi e dei neri,...
di Marco Patricelli
La definizione dell’Italia come «ventre molle d’Europa» è di Winston Churchill. Impietosa e acre quanto si vuole, ma non nasceva dal nulla perché rispecchiava uno stato di fatto e il velleitarismo parolaio tricolore. Il «ventre molle» si rivela tale anche e soprattutto quando a forza di sfoggio di muscoli (e flessioni) qualcuno cerca di disegnare una “tartaruga” che storicamente non ci appartiene. All’Italia e agli italiani, solitamente, piacciono i gesti, più o meno belli, che nutrono l’autocompiacimento e la fallace convinzione di essere speciali, diversi, persino migliori degli altri.
L’Italia e gli italiani erano in brodo di giuggiole quando si mostravano al mondo come quelli che salvavano chiunque capitasse a tiro sul Mare Nostrum, accoglievano a braccia aperte, davano acqua, cibo, sorrisi e speranze. Speranze che non c’erano. Lampedusa, diventata umbilicus mundi della solidarietà, era il riflettore sempre acceso che abbagliava l’opinione pubblica, e che per un bel po’ ha creduto o voluto credere che l’immigrazione fosse il diritto di abbandonare zona di guerra e il dovere di accogliere incondizionatamente chi affidava le sue speranze al mare e al senso di solidarietà; poi, di fronte a un’evidenza storica che raccontava un’altra cosa, che quell’umanità in fuga fosse una risorsa e persino che pagasse le pensioni a una popolazione, quella italiana, condannata all’invecchiamento; infine, che fossimo di fronte all’invasione, e quindi a un problema epocale irrisolvibile. E i problemi, quando si mistificano, o peggio si eludono, presentano immancabilmente il conto, salato, che qualcuno dovrà pagare.
Non sappiamo come andrà a finire la vicenda della Sea Watch 3, ma sappiamo che ha innescato la solita schizofrenia di un Paese che giunge sempre diviso alla meta. L’Italia del “particulare”, dei guelfi e dei ghibellini, dei bianchi e dei neri, per la Chiesa e per l’impero, per «Franza o Spagna purché se magna». L’Italia dello Stato che o non c’è o è nemico, dove qualcuno ritiene che non pagare le tasse sia “giusto” quando non addirittura un atto di patriottismo perché così non si alimenta un sistema inefficace e parassitario. Nei grandi appuntamenti con la storia, un popolo omogeneo e coeso come quello inglese, unito anche negli errori marchiani come la Brexit, ha sempre ritenuto che il Paese fosse (e sia) al di sopra delle parti politiche. In Italia no.
La capitana tedesca al timone della Sea Watch 3 si è andata a mettere in un vicolo cieco sapendo che la sua nave non aveva avuto e non avrebbe avuto il permesso di attracco in acque italiane; aveva pensato (lei o chi per lei) di uscirne con un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo «fatto dai migranti», tra cui, probabilmente, avvocati e fini giuristi esperti di diritto internazionale, «non dall’Ong»; finita in stallo, ha deciso di sfidare la sorte, il blocco e le leggi puntando la prua verso Lampedusa. Senza pensare, forse, di innescare le polveri in una volubile Italia, che è pur sempre uno Stato di diritto e non una Repubblica delle banane come qualcuno vorrebbe che fosse, Salvini o non Salvini, Fratoianni o non Fratoianni. E uno Stato di diritto ha il dovere, anzi un imperativo giuridico alla Kant, di non far finta di niente per non perdere anche l’ultimo brandello di credibilità internazionale.
Sono stati commessi reati? Se nelle Facoltà di giurisprudenza non si studiano le favolette, ce ne sono a iosa. C’è un diritto superiore a quello positivo? Anche questo si studia: dura lex sed lex, e summum ius summa iniuria. Ma nessuno può pretendere da un Paese di abdicare alle regole che si è dato per esistere, molte delle quali condivise nello spirito e nelle leggi con tutti gli altri della civiltà occidentale, eredi del diritto di Roma che è un faro della civiltà giuridica planetaria. Quello che è accaduto con la Sea Watch 3 e con la capitana tedesca (in)decisa a tutto sotto copertura mediatica, va oltre l’immaginazione. Nel «ventre molle d’Europa» c’è chi plaude alla ribellione di una donna di mare, dove le leggi condivise sono più stringenti e severe che a terra, ne esalta il gesto con titoloni dei giornaloni, si precipita a Lampedusa per stringere la mano all’eroina della disobbedienza a favore di telecamere. È la politica, bellezza, che si fa anche col volemose bene, e ognuno si sceglie gli eroi che vuole.
La stessa politica di stati e staterelli che facevano e disfacevano all’indomani del Medioevo, nel nome della frammentazione, consegnando la Penisola a re e imperatori stranieri. Altri tempi, si dirà. Ma dopo gli scontri tra i giganti, solitamente esplodono le risse tra pigmei. Anche questa è una frase di Churchill. E di pigmei se ne vedono davvero tanti, non solo nel Belpaese.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
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10. Limitazione di responsabilità
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della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
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