28 Giugno

Una storia di Genova

Ore 9.37, il Ponte Morandi non c'è più. Costruzione. Demolizione. Ricostruzione. Significato e immaginario di un'opera del Novecento italiano. Viaggio in una città che è porto, acciaio, cantiere, scafo, albero maestro

A 11 mesi dal crollo, il 14 agosto del 2018, il Ponte Morandi a Genova è stato demolito con un'esplosione controllata.  Operazione perfetta. "Alle 9.37 il ponte e venuto giù", ha commentato con forte emozione il sindaco di Genova, Marco Bucci. Il Ponte Morandi era un'opera di alta ingegneria, il frutto di un grande ingegnere, Riccardo Morandi, un simbolo della città, un pezzo dell'immaginario del Novecento italiano. Infuriano polemiche, il dibattito dei partitanti, ma questo giorno ha un altro significato, ben più grande del tizzone agitato nell'istante. Da oggi parte la ricostruzione. E un'altra storia di Genova.

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Pronti. Via. Esplosione. Il Ponte Morandi non c'è più. Spezzato, un passaggio nel vuoto, resisteva come un residuato bellico sul Polcevera, testimonianza di un'epoca di idee, linee, disegni, progetti, slanci, architetture.  Genova sopra, Genova sotto, Genova sospesa, Genova di terra, Genova di mare. Zena.

Pronti. Via. Esplosione. Le cariche di plastico sono detonate come zampilli di una fontana di villa reale. Piloni e stralli delle pile 10 e 11 sono diventati macerie da bulldozer, materiale sfinito di un'opera sempre in fieri, quella dell'uomo, polvere fragorosa di ricordi remoti e vivissimi, banchi di tonni che guizzano nel blu, poco più in là, oltre i palazzi, scendendo giù, Sampierdarena e Cornigliano, destra e sinistra, cuore e acciaio, la sentinella della Lanterna, andiamo, corriamo veloci su via Giorgio Perlasca, fino alla Foce. Genova. 

Pronti. Via. Esplosione. La dinamite. Il candelotto.  Il ricordo lancinante della guerra, della trincea. E il bagliore infinito dell'Homo Faber. Costruzione. Demolizione. Ricostruzione. L'opera in fieri, sì, eccola. Maestoso era il Ponte Morandi, svettante e saettante, l'anima in tensione degli stralli, corde di violino intabarrate nel calcestruzzo. Entrare. Uscire. Era come la porta di una città imperiale, il Ponte Morandi. Punto. Linea. Superficie. Sembrava freddo, come nelle pagine di Kandinsky, no, aspetta, pensaci ancora, era saettante, con quella rampa...


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