30 Giugno

L'Europa che non è mai un porto aperto

Il caso Sea Watch 3. Germania, Francia e Lussemburgo chiedono la liberazione di Carola Rackete, come se l'arresto della capitana fosse un capriccio dello Stato italiano. Marco Patricelli fa il punto nave sul diritto e l'ipocrisia dell'Unione che ricolloca i migranti su base volontaria

"Non è stato un atto di violenza. Solo di disobbedienza. Ma ho sbagliato la manovra", dice Carola Rackete intervistata dal Corriere della Sera. Ricordiamo che la capitana è agli arresti domiciliari. "Sarebbe potuta andare in Libia o in Tunisia", dice in una lettera al Viminale il governo dell'Olanda. La lettera firmata dalla segretaria di Stato olandese all'immigrazione, Ankie Broekers-Knol, spiega come  "le operazioni della Sea Watch 3 non dovrebbero contribuire alle attività criminali dei trafficanti", ribadisce che bisogna studiare "una procedura obbligatoria europea di espulsione ai confini esterni", afferma che nel "caso di quei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, il ricollocamento è uno spreco di sforzi e risorse finanziarie dei contribuenti, che dovrebbe essere evitato", riconosce "la pressione migratoria sull'Italia negli ultimi anni e hanno sempre riconosciuto (i Paesi Bassi, ndr) l'impegno e la leadership italiana".  Germania, Francia e Lussemburgo chiedono la liberazione di Carola Rackete. Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri, ha risposto all'appello del collega lussemburghese Jean Asselborn: "In base alla nostra Costituzione, i giudici hanno piena indipendenza dal Governo. Con rispetto e fiducia ne attendiamo, dunque, le decisioni. Desidero, peraltro, cogliere l'occasione per ringraziare, nuovamente, il Lussemburgo per la disponibilità ad accogliere alcuni dei migranti della Sea-Watch 3". Carolisti e anti-carolisti sono schierati in campo. L'Europa è carolista per Carola, ma diventa anti-carolista quando si tratta di accogliere i migranti. Facciamo il punto nave. 

di Marco Patricelli

La vicenda della Sea Watch 3 ha penosamente messo a nudo almeno un dato certo. Sui migranti l’Europa un atteggiamento comune ce l’ha, eccome se ce l’ha: guarda altrove intruppata, fa finta di niente quando sul Mediterraneo esplode una delle ormai continue emergenze, non vuole ricollocamenti (la redistribuzione su base volontaria è un’ipocrita vergogna), infine alza il ditino moralista per lavarsi la coscienza e tutto torna come prima, con la stucchevole quadriglia sulla sorte dei disperati che...


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