11 Luglio
Battaglia navale a Hormuz
I pasdaran tentano di bloccare la petroliera britannica Heritage sullo Stretto di Hormuz. La Royal Navy ferma l'assalto e punta i cannoni della Hms Montrose, gli iraniani si ritirano. Powell, Trump e il grande gioco delle banche centrali. Fincantieri cerca 6 mila lavoratori
Che succede? Mentre il dibattito politico italiano è immerso nel fantasy delle cospirazioni (oggi sono i soldi della Russia alla Lega, ieri i troll russi che influenzavano il voto politico - a proposito, che fine ha fatto l'inchiesta? puf! svanita, come tutte le cose senza fondamento), nelle crisi in alto mare e nella battaglia delle querele (Salvini querela sulla Russia, Carola querela Salvini e via così in un mare di carte bollate), là fuori il mondo corre. Sono queste le cose che contano? No. È in corso un grande gioco. Pochi che decidono per molti. Non c'è niente di oscuro, tutto è visibile. Ma come scriveva Antoine de Saint-Exupéry nel "Piccolo principe", spesso "l'essenziale è invisibile agli occhi".
Il primo grande gioco - che i lettori di List conoscono bene - è in corso nello Stretto di Hormuz, la via del petrolio e del gas. Gli iraniani stamattina hanno tentato di sequestrare una petroliera britannica.
Il secondo grande gioco è quello delle banche centrali sono lo strumento con cui le grandi nazioni si scontrano, è come giocare a Risiko. E in ogni guerra ci sono morti e feriti. Quella che un tempo veniva chiamata "massa" è completamente all'oscuro di quel che accade, The Only Game in Town. Entriamo nel caveau, seguite il titolare di List.
01
L'assalto fallito a una petroliera a Hormuz
I pasdaran hanno tentato di sequestrare una petroliera britannica, la Heritage, ma sono stati bloccati da una unità navale della Royal Navy che la scortava. Gli iraniani hanno ordinato alla Heritage di cambiare rotta e entrare in acque iraniane, ma la nave della Marina Reale Britannica, la Hms Montrose ha puntato i cannoni contro le motovedette iraniane che si sono allontanate. Siamo di fronte alla scena di un film. Teheran ha provato dunque a dar seguito a quanto dichiarato dopo...
Che succede? Mentre il dibattito politico italiano è immerso nel fantasy delle cospirazioni (oggi sono i soldi della Russia alla Lega, ieri i troll russi che influenzavano il voto politico - a proposito, che fine ha fatto l'inchiesta? puf! svanita, come tutte le cose senza fondamento), nelle crisi in alto mare e nella battaglia delle querele (Salvini querela sulla Russia, Carola querela Salvini e via così in un mare di carte bollate), là fuori il mondo corre. Sono queste le cose che contano? No. È in corso un grande gioco. Pochi che decidono per molti. Non c'è niente di oscuro, tutto è visibile. Ma come scriveva Antoine de Saint-Exupéry nel "Piccolo principe", spesso "l'essenziale è invisibile agli occhi".
Il primo grande gioco - che i lettori di List conoscono bene - è in corso nello Stretto di Hormuz, la via del petrolio e del gas. Gli iraniani stamattina hanno tentato di sequestrare una petroliera britannica.
Il secondo grande gioco è quello delle banche centrali sono lo strumento con cui le grandi nazioni si scontrano, è come giocare a Risiko. E in ogni guerra ci sono morti e feriti. Quella che un tempo veniva chiamata "massa" è completamente all'oscuro di quel che accade, The Only Game in Town. Entriamo nel caveau, seguite il titolare di List.
01
L'assalto fallito a una petroliera a Hormuz
I pasdaran hanno tentato di sequestrare una petroliera britannica, la Heritage, ma sono stati bloccati da una unità navale della Royal Navy che la scortava. Gli iraniani hanno ordinato alla Heritage di cambiare rotta e entrare in acque iraniane, ma la nave della Marina Reale Britannica, la Hms Montrose ha puntato i cannoni contro le motovedette iraniane che si sono allontanate. Siamo di fronte alla scena di un film. Teheran ha provato dunque a dar seguito a quanto dichiarato dopo il blocco della petroliera iraniana Grace 1 a Gibilterra che trasportava petrolio destinato alla Siria, dunque in violazione dell'embargo. Teheran considera il sequestro illegale. Gli Stati Uniti ieri hanno annunciato di voler difendere il transito delle navi nell'area con una coalizione internazionale. Parliamo della via mondiale del petrolio, un chokepoint dell'energia.
Per sapere, per capire, ecco una puntata di RadioList.
02
La via dell'energia (e della guerra)
Lo Stretto di Hormuz è pieno di navi da guerra. Cosa sta succedendo nel Golfo? Energia, commercio, equilibrio del Medio Oriente, interesse dell'America e politica di potenza dell'Iran. Perché questa crisi è pericolosa e impatta anche sulla nostra vita quotidiana. L'interesse nazionale dell'Italia e l'impatto sulla Libia. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes. Ascolta RadioList.
Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Il secondo gioco? Si cambia gameboard, ma è sempre l'antico, eterno scontro tra potenze. L'arma è la catapulta del denaro.
03
La Federal Reserve e l'unico gioco in città
L'unico gioco in città va avanti a ritmo serrato. Ieri sera abbiamo avuto la conferma che The only game in town è quello delle banche centrali. Il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, ha detto di fronte al Congresso che le incertezze dell'economia permangono nonostante il boom americano, parole che conducono verso una politica monetaria "accomodante", dunque il taglio dei tassi è vicino. L'orientamento favorevole della Fed è confermato anche dalla lettura delle minute, ma il Comitato monetario della banca centrale (Fomc) è diviso. Nei verbali delle riunioni si legge che "molti partecipanti hanno indicato che la propensione ad una politica un po' più accomodante si è rafforzato". Molti non tutti. Powell ha puntato l'attenzione sulla bassa inflazione, un rischio per l'economia americana, nonostante i dati robusti della crescita e del mercato del lavoro.
E in questa divisione sarà decisiva l'indicazione del presidente della Fed che di fronte al Congresso ha difeso l'autonomia della banca centrale dalla politica (leggere The Donald). E ancora più esplicitamente ha detto che non lascerà il suo incarico neppure se Trump ne dovesse chiedere la rimozione (fatto che come vedremo apre una discussione sul piano istituzionale). Cosa che non sarà suonata certo come musica celestiale per Trump, sia chiaro, il quale a sua volta rivendica il primato della politica e alla fine della giornata incassa una grande giornata a Wall Street con l'indice S&P 500 che supera per la prima volta nell'intraday i 3000 punti, un nuovo record storico. Ecco l'impennata di ieri, curva dell'indice dal 3 luglio:
La risposta della Federal Reserve al quantitative easing annunciato dalla Banca centrale europea è all'orizzonte, il cambio tra euro e dollaro ieri le mosse delle altre banche centrali, sono i movimenti di truppe di una gigantesca guerra valutaria che si è intensificata con l'avvio della battaglia sui dazi tra Stati Uniti e Cina, i due giganti dell'economia mondiale. Cosa farà Christine Lagarde quando Draghi andrà via e il timone della Bce passerà a lei? Entriamo anche in questo caso nel campo del gioco autonomo delle banche centrali, ma nessuno sta su Marte, l'evoluzione della politica europea ci dice che lo scenario si sta complicando, bisogna sempre guardare alla Germania e alla stabilità del governo tedesco, dove si addensano grandi preoccupazioni per lo stato di salute di Angela Merkel. La storia è sempre un fatto di personalità e leadership. C'è una domanda sul taccuino del titolare: Trump può licenziare Powell?
04
Trump e la poltrona di Powell
Trump può licenziare Powell? Di sicuro può nominarlo (con approvazione del Congresso), ma far uscire dalla finestra Powell che è entrato dalla porta della Casa Bianca è complicato. La legge del 1913 dice che il Presidente può rimuovere il Governator per "giusta causa". E qui si ferma. Cosa può mai essere la "giusta causa", questo è il punto. Non pare il caso del presidente della Fed che non alza o abbassa i tassi a comando della Casa Bianca. I precedenti sono zero, dunque siamo in una terra di mezzo che non ha un retroterra storico che dia una linea teorica d'azione. L'Agi ricordo che nel 1965 "il presidente americano Lyndon Johnson, in disaccordo con la politica monetaria restrittiva perseguita dall'allora leader della Fed, William McChesney Martin" provò liberarsi del governatore, ma i legali della Casa Bianca consigliarono di lasciar perdere. Potrebbe arrivare un classico "promoveatur ut amoveatur", la promozione per arrivare alla rimozione, in questo caso Powell andrebbe al Tesoro per liberare il posto alla Federal Reserve, significherebbe mandare a casa (o destinare ad altro incarico) Steve Mnuchin e sebbene Trump ami fare il gioco delle porte girevoli alla Casa Bianca, la faccenda appare remota. Resta aperta la possibilità delle dimissioni di Powell in caso di scontro totale con Trump. E questo punto è tutt'altro che improbabile, vista la predilezione del presidente americano per i social, occhio al Twitter in Chief.
***
La realtà è puntuale, inesorabile, onesta. In un paese con un tasso di disoccupazione giovanile sopra il 30 per cento, ci sono grandi aziende che non trovano lavoratori. Questo significa che tutto il circuito della scuola, formazione e ricerca è completamente fuori dalla realtà dell'impresa. Il caso Fincantieri è esemplare.
05
Fincantieri cerca 6mila lavoratori. E non li trova
Lasciamo scorrere liberamente le parole di Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, una delle grandi aziende italiane: "Nei prossimi 2-3 anni abbiamo bisogno di 5-6.000 persone e non so dove andare a trovarle. Non troviamo gente che venga a lavorare da noi. Sento parlare tanto di lavoro, di crescita, di infrastrutture, di porti e autostrade. Io penso che noi fra un po' avremo più universita' che laureati, più porti che navi, più aeroporti che passeggeri. Questi sono gli sprechi del paese che non sa darsi una visione completa di quello che deve fare. Vogliamo tutto e vogliamo che lo facciano gli altri". Quella di Bono è una testimonianza durissima: "L'Italia è peggio dell'Unione Sovietica. Siamo irregimentati. Il lavoro è dignità. Se uno si accontenta di fare il rider a 500-600 euro, da noi un lavoratore medio prende 1.600 euro al mese. Quindi penso che se uno volesse guardare al futuro non si accontenterebbe di quello. Non è che fare il rider sia meno faticoso che fare il saldatore. Purtroppo abbiamo cambiato cultura. L'altro giorno è uscita una statistica che diceva che il 70 per cento dei laureati sono figli di genitori non laureati. È un fatto positivo. Però loro non trovano lavoro, i genitori sì. Allora la domanda è o il lavoro dei genitori non c'è o i figli non vogliono farlo". Siamo di fronte a un grande problema culturale, il malinteso per cui il lavoro manuale non è nobile, la cultura distorta che dipinge l'operaio come un uomo senza fortuna e talento. Bono non solo ha ragione, ma apre il cancello della fabbrica del sapere che riproduce un modello fine a se stesso, senza uno sbocco nel mondo reale. Un altro fantasy, uno dei tanti che popolano l'immaginario dell'Italia. Attendiamo il risveglio dei sonnambuli.
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Lavoro significa creare impresa, farla prosperare, liberare energie. Alitalia è un altro caso da seguire. La compagnia aerea rischia di rimanere a terra, serve un socio privato forte per farla decollare e volare con regolarità. Alla cloche ci sono Di Maio e Toninelli. Allacciate le cinture.
06
Di Maio e l'offerta di Atlantia
Dice Luigi Di Maio, ministro del Lavoro: "Mi dicono che c'è un'offerta di Atlantia, io non ho pregiudizi nei confronti dell'azienda però sulla revoca si va avanti, poi se si vuole fare un'offerta, verrà valutata per vedere se è un socio solido e può entrare". Oh oh, il capo dei pentastellati fa una dichiarazione "aperturista", segno che c'è qualcosa che preoccupa il ministro su Alitalia, l'assenza di un socio forte, con capitali e conoscenza adeguati. La famiglia Benetton sta valutando il dossier, oggi ci sarà un consiglio d'amministrazione di Atlantia e vedremo se ci sarà un'offerta per il capitale di Alitalia, quota del 35-40 per cento, investimento pari a 300 milioni. Di Maio in una diretta Facebook ricorda i soggetti in pista: "Dobbiamo avere il consorzio di tutti i soggetti che vogliono rilanciare la nuova Alitalia. Lo sapete che c'è Ferrovie dello Stato, c'è il Ministero dell'Economia e delle Finanze e c'è Delta Airlines. Serve il quarto elemento: ieri sera ho incontrato Toto, che è uno dei soggetti che ambisce ad entrare nella nuova Alitalia". E tra poche ore potrebbe aggiungersi Atlantia. Sempre che lo scontro sul caso Autostrade non torni ad arroventarsi. Di Maio parla su un social network, non è una comunicazione istituzionale, ma il classico canale che serve a parlare ai militanti, e così non può dare l'impressione di un cambio netto di linea, di una strambata improvvisa sul dossier Autostrade, ecco perché ribadisce: "Il governo non può fare passi indietro. Io i 40 e passa morti del Ponte Morandi non me li dimentico, quindi sulla revoca e sulla procedura si va avanti, poi, se si vogliono fare delle offerte per Alitalia, saranno valutate da Fs e da Delta e si vedrà se sono un socio solido per entrare nella compagnia". Porta aperta, porta chiusa. Basterà a convincere Atlantia? Abbiamo il taccuino squadernato, non resta che attendere sulla riva del fiume.
***
La giornata è partita a razzo. Che giornata. Abbiamo un problema con l'Iran da seguire con attenzione. A più tardi.
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7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
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immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.